Peter il Magnifico, Grande Re di Narnia
Peter era seduto sul suo trono e ascoltava,
con la mente persa altrove, le ultime notizie dal suo consigliere reale, Rask
Peter non aveva più visto o udito Aslan dalla
sua partenza subito dopo la cerimonia dell’incoronazione; a tutti gli effetti
era lui ora a governare Narnia. Lui che poteva avere qualsiasi cosa, tuttavia,
ultimamente si era trovato a non desiderare che poche cose. La sua sola gioia
era quella di migliorare le vite dei suoi sudditi e mantener Narnia al sicuro
dai suoi nemici. Egli pensava che quel giorno sarebbe stato come i precedenti,
pieno di politica e affari di stato ma all’improvviso un rapporto catturò la
sua attenzionee così smise di leggere la nuova proposta di legge per seguire il
discorso più attentamente.
“Che cosa hai detto?” chiese Peter a Rask
“Abbiamo avuto notizia di strani avvenimenti nei Boschi dellOvest. Le nostre forze stanno investigando ma
sospettiamo la presenza di una forza oscura nell’avest, Vostra Maestà.”
“Tienimi informato” disse Peter preoccupato,
“Non mi fa stare tranquillo tutto ciò. Se qualcuno stesse cercando di iniziare
un conflitto contro Narnia, quello sarebbe il posto da cui partire. Non
possiamo permeterci un’altra guerra.”
“Non abbiamo ragioni per credere che ci sia
qualcuno che si stia preparando a invadere Narnia. Ma vi è abbastanza per andare più a fondo. Forse si tratta
solo di qualche scagnozzo dello sconfitto esercito di Jadis che sta cercando di
causarci qualche problema”.
“Speriamo sia così, Rask. Manda una pattuglia
di grifoni a investigare e fammi avere notizia di qualsiasi cosa trovino
laggiù. Qualcosa mi dice che potrebbero esserci dei problemi in arrivo.”
“Farò come ordinatomi, maestà” disse Rask
inchinandosi, “Prendo congedo ora, mio signore”
“Vecchio amico mio, quando comincerai a
chiamarmi Peter” disse Peter sorridendo
“Quando le stelle cadranno giù dal cielo,
maestà!” rispose Rask mentre usciva dalla sala del trono.
“Peter?” lo chiamò Susan mentre entrava nella
sala
“Ciao, Su.” Peter disse accogliendo sua
sorella con un dolce sorriso, “Va tutto bene?”
“Stavo per chiederti la
stessa cosa, Peter. Ti ho appena
visto sorridere? Dimmi che non è vero. Peter il Malinconico, è così che stanno
cominciando a chiamarti. Tu sembri sempre così triste.”
“Sto bene, Su” la rassicurò
Peter, “Io ho…tante cose a cui devo pensare. Narnia è una terra che ha bisogno di una guida, ed è
mio dovere provvedere a questo, prima di ogni altra cosa. Capisci quandi che mi
rimane poco tempo per me steso.
“Certo, Peter. Ma c’è dell’altro, dico bene? Ed, vero? E’ quasi un anno esatto dal giorno in cui ci ha lasciato. Ti incolpi
ancora per la sua perdita, non è così?
Peter abbassò la testa mestamente al sentir
pronunciare il nome di Edmund. Sentir pronunciare il suo nome era diventato
sempre meno frequente; certo, egli era tutt’ora ricordato da una
iscrizione marmorea nella sala del trono, ma c’era poco altro che
facesse pensare che Edmund fosse anche solo esistito una volta. Ma per Peter non
sarebbe stato possible dimenticare. Nonostante questo in molte occasioni Peter
si era sentito colpevole di confinare il ricordo di Edmund nei più profondi
recessi della sua anima, solo per non continuare a soffrire ancora nel
ripensare a lui.
“E’ passato un anno da quando l’abbiamo perduto, Peter. Di certo lui non avrebbe voluto che tu ti
affliggessi e ti mortificassi per sempre.
“Tu non capisci, Su” disse Peter con un sospiro, “E…E’ meglio che tu non capisca. Ma grazie per il
tuo interesse. Sono fortunato ad averti qui accanto a me in ogni momento”
“Ti starò smepre accanto” disse Susan
sorridendo, “ A proposito…Questa sera ci sarà un ballo per celebrare il nostro
primo anno di regno ed è un occasione fantastica per
scrollarti di dosso questo tuo stato di melanconia. Ho invitato personalmente
alcune belle ragazze che sarebbero perfette per te, Peter. E anche alcuni
ragazzi. Narnia è molto aperta in questo, non credi?”
“E cosa mi dici di te, Su? I tuoi pretendenti
saranno meritevoli della tua attenzione, questa sera?” chiese Peter con un
sorriso compiaciuto, “Perché se così non sarà, non ci penserò due volte a
tagliar loro la testa.”
“Peter!”
Peter rise e trovò quella sensazione essere
alquanto liberatoria. Susan aveva ragione. Era passato un anno dalla morte di
Edmund, e lui non poteva portare il lutto per sempre. Non era sicuro che Susan
conoscesse la natura del dolore di Peter ma, secondo lui, era molto probabile.
Il modo in cui lei lo guardava, con compartecipazione al suo dolore e senza mai
compatirlo, gli faceva pensare che sapesse di che natura erano i suoi
sentimenti. Come con Aslan. Peter poteva senza dubbio affermare che il Grande
Leone sapesse esattamente cosa lui provava per Edmund. E anche dopo la morte di
quest’ultimo, egli aveva spinto Peter ad accettare i suoi sentimenti, senza
riserbo. Non una volta dalla scomparsa di Edmund Peter aveva parlato ad alta
voce del suo amor per il fratello. Se l’era tenuto dentro. Ma ora sapeva che
era giunto il tempo di andare avanti e di aprirsi alla possibilità di qualcosa
di nuovo. Le possibilità erano chiare: o rincominciare o vivere nel dolore ogni
restante giorno della sua vita.
“Stasera sono certa che sarà un toccasana per
te, Peter. potresti persino riuscire a divertirti!” disse Susan ridendo prima
di girarsi per uscire dalla sala, “Ed l’avrebbe voluto, non credi?”
Ciao a
tutti…rieccomi qua con un altro capitolo di questa splendida fic. Chiedo scusa
per esssere sparito nel nulla e aver lasciato questo lavoro incompleto per
tanto tempo…cercherò di essere più costante d’ora in poi…Buona lettura!