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Autore: RomanceInBlack    16/12/2014    1 recensioni
Serie di storie brevi, JohnLock e Mystrade, raiting molto soft tendente al comico.
Genere: Comico, Commedia, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Lestrade, Mycroft Holmes, Sherlock Holmes
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno
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Chinofobia (anche quionofobia o cionofobia) paura della neve

Declaimers: I personaggi di Sherlock (bbc)non mi appartengono, ma appartengono ai rispettivi autori.

scritta ma non riletta

Johnlock

 

“Dai Sherlock, non puoi rimanere chiuso qui dentro per tutto l'inverno!” sbottò John esasperato verso il suo coinquilino.

Erano giorni che Sherlock si rifiutava di uscire dall'appartamento, non ne poteva più. Aveva interpellato anche Lestrade, supplicandolo di dargli un caso, sperando che quell'incentivo l'avrebbe fatto uscire.

Ma nulla.

Rifiuto più totale.

Cibo.

“Quanto sei pressante John. Posso tranquillamente ordinare da Angelo, o dal cinese in fondo alla strada e farmi portare il cibo a casa!”

Casi.

“Gavin mi sta presentato sempre più casi da meno di 3. Posso tranquillamente risolverli da casa e comunicare con lui per telefono!”

No, non avrebbe mai imparato il nome di Lestrade.

Mycroft.

“Se vuole vedermi può sempre passare lui. Tanto lo fa anche quando la sua presenza non è gradita. Come se non bastasse trovare di continuo le sue cimici nei posti più svariati!”

Obitorio, cadaveri e parti di corpi varie ed eventuali.

“Me li sto facendo recapitare tramite corriere espresso, perfettamente imballati nel ghiaccio. Devo dire che sono stato sciocco a non averci mai pensato prima.”

Nulla da fare, nulla riusciva a toglierlo da quel maledetto appartamento.

“Insomma, si può sapere perchè diavolo non vuoi uscire? Sono 15 giorni che te ne stai rintanato qui dentro, neanche fossi un orso in letargo!” Se ne uscì Jhon, esasperato.

Voleva andare a cena col suo fidanzato, farsi una bella camminata sotto la neve, andare a comprare regali natalizi, fare un pupazzo di neve al parco, e tante altre cose in sua compagnia.

“Assolutamente no!”

“Ma perchè? Guarda nevica, è così bello farsi una passeggiata sotto la neve e poi andarsi a sedere in un bar sorseggiando cioccolata calda.” Ok, forse erano pensieri un po' da ragazzina, ma che ci volete fare se aveva riscoperto i suoi ormoni e la sua romanticità grazie a Sherlock.

“No John! E la cioccolata possiamo anche sorseggiarla sul divano e poi scaldarci a letto.”

“Dai Sherlock, veramente, cosa c'è che non va? Questa situazione sta diventando snervante, anche la Signora Hudson si sta preoccupando. Dimmi se c'è qualcosa che posso fare per farti uiscire a scorrazzare per Londra.” Magari un tono più comprensivo avrebbe aiutato.

“La neve...”

“La neve cosa? Cerca di essere meno criptico e aiutami a capire”

“La neve John. Cosa c'è da capire? La neve!”

No, così non andava affatto bene.

“Ok, la neve. Ma in che senso? Non ti piace la neve?”

“...” Silenzio e sguardo tipo “quanto sei inferiore”

“Fa troppo freddo?”

“... “ Silenzio.

“hai paura di scivolate? Non hai un cappotto abbastanza pesante? Non ti piace il bianco? Hai paura di prenderti un raffreddore? Cosa? La neve cosa?” Che cavolo poteva avere qusta dannata neve?

”...” Silenzio.

“Sherlock!!!” Anche la pazienza di John-dovrebbero-farmi-santo-Watson aveva dei limiti.

“Proprio non capisci? La neve, si la neve, quella cosa lanuginosa, soffice, bianca, romantica e tutti gli aggettivi piacevoli che vuoi, non mi piace, mi fa paura, quella dannata neve, perchè in realtà nessuno lo dice mai, ma è anche infida, insidiosa, oscura, scivolosa e non dimentichiamoci, pericolosa!”

Le risate di John rimbombarono per tutto l'appartamento.

“Tu hai paura della neve?! Ma dai, il grande Sherlock Holmes.”

“Tu non capisci John, “Lei” è pericolosa! Si può insinuare ovunque così umidiccia e scivolosa.”

“Va bene, va bene” Sbuffo di risata “Che trauma avresti subito a causa di questa “malvagia” neve?”

“Alle elementari, una bambina, Sarah Grinfly, si prese una cotta per me, che cosa stupida e priva di qualsivoglia utilità. Comunque, io ovviamente non ricambiavo. Ma lei, invece di arrendersi, non perdeva occasione per cercare di attirare la mia attenzione, come se avessi tempo da sprecare a giocare a beviamo il caffè con gli orsetti con lei.” Cominciò a raccontare camminando per l'appartamento in uno svolazzo di blu di vestaglia. “Un giorno, dopo una forte nevicata, per attirare la mia attenzione mi tirò una palla di neve. La povere ripudiata.!

“Cioè, fammi capire, tu soffri di chinofobia per una palla di neve?” Non aveva neanche più senso ridere, ormai avrebbe dovuto piangere, ma com'era possibile?

“Ancora non capisci John! Mi colpì un occhio e io passai un giorno intero al pronto soccorso e dovetti portare una benda per una settimana!” Sbraitò Sherlock indignato.

“Dai, eravate bambini. Sono cose che capitano.”

“No john! La neve è infida, con quei suoi cristalli di ghiaccio malefici.”

“Scusa, se ti avesse tirato dei fiori ora saresti terrorizzato da quelli?”

Lo sguardo di Sherlock era sempre più indignato.

“Ok, scusa. Ma dai, vieni a fare un giro con me, scommetto che troverò il modo di farti apprezzare la neve, o comunque di non fartela più temere, giuro. Parola di medico!”

 

  
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