Capitolo
IV.
Never.
"Spesso
pensiamo che le cose dovrebbero
andare come vogliamo noi,
ci aspettiamo tutto dalla vita e la vita ci
delude continuamente.
Invece
è la vita che si aspetta qualcosa da noi."
●Alessandro
D'Avenia●
« Hai
un appuntamento con Raj?! »
esclamò Penny e per poco non fece rovesciare la boccetta con
lo smalto. Amy
sospirò e si passò una mano nei capelli per
ravvivarli. Le aveva raccontato
tutto della sera precedente, ma aveva omesso del piccolo "incidente"
con Sheldon. Invece di dirle che se ne era andato per colpa sua disse
semplicemente che aveva avuto un impegno improvviso.
« Non è un appuntamento. Usciamo solo
a bere qualcosa, come amici. » sottolineò bene
l'ultima parola. « E poi voglio ringraziarlo
per avermi riaccompagnato al campus. »
Penny diede un'ultima passata
sull'unghia del mignolo della mano destra e richiuse la boccetta con
due dita,
stando ben attenta a non rovinare lo smalto.
« Pensavo ti piacesse Sheldon. »
mormorò delusa.
Amy sbuffò e sprofondò nel morbido
cuscino del divano. « Non mi piace Sheldon. Quante volte te
lo devo dire? »
Penny scrollò le spalle. «
Ultimamente passate un sacco di tempo insieme, quindi pensavo ci fosse
sotto
qualcosa. » disse soffiandosi sulle unghie.
« Siamo solo amici, non c'è nulla tra
noi due. » puntualizzò.
« D'accordo come vuoi. » sospirò la
bionda arrendendosi. « Comunque anche Raj è un
tipo interessante. » disse
mostrando un bel sorriso. « È carino, molto
simpatico e Howard mi ha detto che
è un gran romanticone e ama le smancerie, in più
è un cuoco eccellente! Forse
hai fatto il colpaccio questa volta. »
Amy rimase immobile, riflettendo attentamente
su quelle parole. Non ci aveva fatto caso fino a quel momento, ma
effettivamente
lui era la persona più vicina al suo ideale di ragazzo.
Aveva sempre voluto uno
che la coprisse di attenzioni, che le facesse capire ogni secondo
quanto ci
tenesse a lei.
« Forse hai ragione. » sussurrò Amy e
il volto dell'amica si illuminò.
« Ma certo che ho ragione! Amy, lui è
il ragazzo perfetto per te!
» gridò
prendendole un braccio, fregandosene dello smalto ancora fresco.
Il
ragazzo perfetto per me.
Non poté fare a meno di pensarci. Aveva paura di rimanere
ancora ferita anche
se era sicura che Rajesh non le avrebbe mai spezzato il cuore. Aveva
fiducia in
lui nonostante lo conoscesse da poco tempo.
Avrebbe dovuto dargli una
possibilità? O avrebbe fatto meglio a rimanere dietro il
freddo muro che si era
costruita per proteggersi dagli altri?
« Quando uscite? » chiese Penny
risvegliandola dai suoi pensieri.
« Venerdì. »
« Aspetta. » disse alzandosi e
dirigendosi in camera. Tornò dopo pochi minuti con diversi
abiti in mano.
« Dovrai essere impeccabile. Scegli
quello che preferisci, te ne presto uno volentieri! »
« Penny...»
« No. » la zittì portandosi un dito
alle labbra. « Se è Raj che ti interessa allora
dobbiamo farlo cadere ai tuoi
piedi. »
Sheldon era
fuori da scuola,
appoggiato con la schiena al muro dell'edificio mentre fumava
pigramente una
sigaretta. Osservò un paio di ragazze passargli accanto
ammiccando con lo
sguardo nella sua direzione, ma lui si girò dall'altra parte
annoiato ed
infastidito. In quel momento di ragazze che lo spogliavano con gli
occhi non ne
voleva proprio vedere. Proseguirono confuse chiedendosi
perché fossero state
ignorate così deliberatamente.
Sbuffò una nuvola di fumo verso
l'alto e quando riconobbe Amy gettò la sigaretta per terra e
si affiancò a lei.
« Oh, sei riuscito a sbrigare quelle
cose importantissime che dovevi fare? » domandò
Amy con una punta di sarcasmo.
« Senti Pidge, mi dispiace davvero
per l'altra sera. » disse
serio.
Amy fece una smorfia. « Capita di
doversene andare per un impegno improvviso, no? »
cercò di rimanere calma, ma
sentiva già la rabbia montarle dentro.
Lui sospirò e si passò una mano nei
corti capelli.
« Lo so che mi sono comportato da
stronzo lasciandoti da sola ed hai tutto il diritto di essere
arrabbiata con
me. » si fermarono e si guardarono negli occhi.
« Non potevi dire semplicemente che
non ne volevi parlare invece di andartene? » chiese e lui
allontanò lo sguardo
per un attimo come per pensare alle parole giuste da dire, poi lo
riportò su di
lei senza però darle una risposta.
Amy si girò per andarsene, furiosa
per la sua mancanza di spiegazioni. Se aveva intenzione di prenderla in
giro,
comportandosi come voleva e poi pretendere delle scuse senza nemmeno
provare a
dare un minimo di chiarimento, beh, si sbagliava di grosso.
Venne bloccata per il polso da una
presa salda, costringendola a voltarsi verso di lui.
« Mi dispiace davvero, Pigeon »
allentò la presa e prese un respiro profondo mentre gli
occhi di lei lo
scrutavano attentamente.
« Il fatto è che io tendo sempre a
rispondere male alle persone, sopratutto quando si tira in mezzo il mio
passato. Me ne sono andato perché avevo paura di combinare
qualcosa di stupido
e di cui poi mi sarei pentito. » Sheldon le spostò
una ciocca di capelli che le
era finita davanti agli occhi a causa del vento. « Ci tengo a
te e non voglio
che la nostra amicizia finisca per colpa mia. » aggiunse
mormorando.
Neanche lei voleva rinunciare alla
sua amicizia e non sarebbe stata certo una cosa del genere a farli
allontanare.
Forse aveva esagerato con lui. Le aveva appena detto che ci teneva alla
loro
amicizia e in fondo al cuore ringraziò di aver trovato un
amico come lui.
Rilassò i muscoli e gli mostrò un
sorriso appena accennato. « Non fa niente Sheldon. »
« Non sei più arrabbiata con me? »
« No. » sospirò sistemandosi i
capelli nervosamente.
« Allora verrai ancora la sera come
al solito? »
Amy annuì e lui sembrò essere
sollevato.
« Anzi per farmi perdonare domani
sera ti offro una cena in uno dei migliori ristoranti della
città. Giuro che
non scappo. » disse ridendo.
Amy abbozzò un sorriso imbarazzato.
« A dire il vero domani sera ho già
un impegno. »
Sheldon corrugò la fronte. « Davvero?
Con chi? »
Amy si morse il labbro inferiore
domandosi se fosse stato il caso di dirglielo o se avrebbe fatto meglio
a
tenerlo all'oscuro. Alla fine optò per la
sincerità. Infondo non era un
appuntamento, anche se si trattava di uscire con uno dei suoi migliori
amici.
Inoltre Sheldon non era interessato a lei, no?
« Io e Rajesh andiamo a bere
qualcosa, tutto qui. »
« Ah, ho capito...» il sorriso
abbandonò le sue labbra e assunse un'espressione
indecifrabile.
« Spero che vi divertirete. » sbottò
secco infilandosi le mani nelle tasche del giubbino.
« Sheldon...»
« Devo andare sono in ritardo. »
affermò secco dirigendosi verso l'entrata.
Amy lo guardò allontanarsi confusa e
si chiese perché fosse così infastidito dal fatto
che sarebbe andata fuori con
Raj. Sembrava quasi geloso. Allontanò quel pensiero
decisamente surreale e si
diresse anche lei verso l'entrata, andando però nel
corridoio opposto.
~°~
Amy
restò tutto il pomeriggio a
provare vestiti, nuove acconciature e trucchi di ogni colore. Alla fine
Penny
riuscì a convincerla ad indossare un vestito verde scuro e
un paio di scarpe
nere col tacco con cui la mora sperò di non uccidersi
scendendo la lunga rampa
di scale.
« Oh, tesoro stai benissimo! »
squittì l'amica quando vide Amy raggiungere il salotto.
« Tu dici? Io mi sento un po' a
disagio...» disse cercando di allungare il vestito per farlo
arrivare almeno
fino alle ginocchia.
« Finalmente ti vedo con un vestito
addosso. Non credevo avrei mai assistito a questo momento. »
disse ridacchiando
e sistemandole i capelli.
« Non so neanche perché mi sto
vestendo così. Non abbiamo mica un appuntamento romantico.
» obiettò cercando
di districare l'orecchino che si era impigliato in una ciocca di
capelli.
« Certo questo è quello che pensi tu.
Credo che Raj abbia un'idea diversa
invece. »
Improvvisamente la porta si aprì ed
entrò un Zack vestito nel solito modo affascinante e alla
moda.
« Allora sei pronta bambola? »
domandò osservando Penny ammaliato. Quando si accorse di Amy
inarcò le
sopracciglia sorpreso. « Wow, sei...sei davvero bella!
»
Amy arrossì per quel complimento.
Zack ancora non le stava togliendo gli occhi di dosso così
Penny gli diede un
colpetto sul braccio.
« Ehi, così divento gelosa! » disse
sorridendo e facendo l'occhiolino all'amica.
« Andiamo? » chiese il moro.
« Sì, aspettiamo che arrivi Raj e poi
andiamo. »
Zack aprì una lattina di birra e si
sedette sul divano accendendo la tv. Fece passare un po' di canali
sperando di
trovare qualcosa di decente.
Amy era nervosa. Continuava a
tormentarsi una ciocca di capelli pensando a cosa dire e a come
comportarsi una
volta che Raj sarebbe venuto a prenderla. Non era proprio abituata a
questo
genere di uscite.
Anche Penny si sedette sul divano e
il fidanzato le passò un braccio attorno alle spalle.
Mentre Amy rimurginava sugli stessi
pensieri un brano suonato al pianoforte si diffuse per la stanza in un
suono
leggero e ovattato. Si accorse che proveniva dall'appartamento di
fronte a
quello di Penny.
La mora si girò per guardare l'amica.
« Sheldon ogni tanto suona. È
piuttosto bravo. » rispose senza distogliere lo sguardo dal
film.
Amy era attratta da quella musica, non
sapeva perché. Era malinconica e triste, tutto il contrario
del carattere
allegro ed estroverso di Sheldon. Si chiese come mai suonasse un brano
di
questo tipo, poi le vennero in mente le parole di Raj.
"Il
fatto è che lui ha l'aria da duro, di chi non gli importa di
niente e di
nessuno, ma in realtà è tutta una montatura, una
maschera. Cerca solo di
nascondere la sua fragilità."
Uscì
e si fermò davanti alla porta
del 4A. Quella musica era così familiare che immediatamente
tornò con la mente
alla sua infanzia.
Senza quasi accorgersene si ritrovò
nel suo salotto e lui le dava il profilo mentre faceva scorrere le dita
sulla
tastiera digitale. Era così concentrato che nemmeno si
accorse della sua
presenza.
« Sei...sei davvero bravo. »
Sheldon si bloccò e la osservò
sorpreso.
« Cosa ci fa qui? » si alzò e
arrivò
a pochi passi da lei. La squadrò dall'alto verso il basso
soffermandosi sulle
sue forme accentuate dal vestito. « Non mi dire che sei
venuta vestita così per
cercare di far colpo su di me. » sorrise malizioso.
Amy arrossì e si sentì tremendamente
in imbarazzo. Era piombata in casa di un altro senza apparente motivo e
in più indossando
un abito succinto. Non c'era da stupirsi se lui avesse cominciato a
fare certi
tipi di pensieri. Stupidi maschi depravati.
« Non voglio certo far colpo su di
te. » incrociò le braccia sul petto. «
Ti ho...ti ho sentito suonare e così ho
deciso di venire qui a vedere. Ora però me ne vado.
» girò sui tacchi per
andarsene, ma lui la bloccò.
« No, aspetta. »
Lei lo guardò incuriosita.
« Se ti piace posso farlo ancora. » si
sedette e schioccò le dita. « Allora, cosa vuoi
sentire? Chopin, Beethoven,
Bach? Ma ti prego non Mozart, non lo sopporto. »
Amy ridacchiò e si avvicinò
lentamente sfiorando la tastiera con due dita.
« Non lo so, quello che vuoi tu. »
Sheldon ci pensò su. Cercò di
ricordare se nel suo repertorio ci fosse un brano che potesse suonare
per lei,
ma si accorse che non ce n'era nemmeno uno. Infondo non era mai stato
un tipo
romantico né tantomeno uno a cui importasse suonare per
qualcuno. L'aveva fatto
sempre e solo esclusivamente per se stesso. Era anche la prima volta
che si
offriva di far sentire qualcosa.
Amy lasciò che un lungo sospiro
rompesse il silenzio che si era creato.
« Mio padre era un buon pianista e
suonava spesso. Mi ricordo che lo ascoltavo spesso, immaginando di
essere al
suo posto. Poi lui è...beh, non sono mai riuscita ad
imparare. Davo per
scontato che lui avrebbe sempre suonato per me, ma mi sbagliavo.
» mormorò e
una punta di malinconia si fece spazio dentro di sé.
Sheldon abbassò lo sguardo. Aveva
involontariamente tirato fuori un argomento piuttosto doloroso per lei.
« Beh, quello possiamo sempre
risolverlo. »
Amy aggrottò la fronte perplessa. Lui
le afferrò un braccio e la fece sedere accanto a
sé.
« Lezione numero uno: la postura. »
iniziò. « La schiena deve essere in una posizione
eretta, non curva, ma nemmeno
rigida. Devi essere rilassata, altrimenti poi ti farà male
dappertutto. »
Le prese la mano destra e Amy si
lasciò guidare. « Il polso deve trovarsi in questa
posizione e le dita devono
essere leggermente ricurve...» continuò con voce
più bassa.
Amy si sentiva in soggezione
sentendolo così vicino. Ogni volta che la sua mano si
intrecciava con le sue
dita sentiva dei brividi percorrerle la schiena. Non riusciva a capire
perché
si sentisse così strana.
«...in questo modo ti sarà più facile
passare da un accordo a un altro. »
Lo guardò negli occhi blu e rimase
per qualche istante incantata. Perché non riusciva a
distogliere lo sguardo da
lui?
Lui sorrise divertito. « Devi
guardare la tastiera non me. »
Immediatamente si girò e cercò di
nascondere l'imbarazzo con i lunghi capelli.
« Insegnante di matematica e adesso
anche di musica. C'è qualche altra materia in cui non sei
brava? »
« Mi spiace deluderti, ma per il
resto me la cavo alla grande. »
« Oh, ma davvero? » si avvicinò un
po' di più e Amy sentì il respiro bloccarsi.
Maledetto lui e il suo fascino.
« Sicura di non aver bisogno di un
aiuto in inglese? Magari posso darti una mano con l'orale...»
ghignò.
« Piantala, sei solo un depravato. »
disse alzandosi e allontanandosi per calmare gli ormoni impazziti.
« Lo sai che scherzo, Pidge. Non ti
sarai mica offesa? » chiese guardandole la schiena.
« Offesa? Non sono così stupida da
offendermi per una frase come questa. » lo guardò
in segno di sfida.
All'improvviso una persona bussò alla
porta e Amy corse ad aprire.
« Ciao, Penny aveva detto che eri qui
e...» Raj diede un'occhiata all'interno e vide che erano solo
loro due e che
Amy era rossa in viso.
« Va tutto bene? » chiese.
« Benissimo. Andiamo? » uscì senza
nemmeno degnare Sheldon di uno sguardo.
È
solo un amico. È solo un amico. È solo un
amico....
Continuò
a ripetersi mentre scendeva
le scale.
Non
potrà mai esserci nulla tra di noi. Mai.
Raj la
portò in un ristorante
giapponese. Amy non c'era mai stata, ma rimase piacevolmente sorpresa
quando
assaggiò il primo piatto, la tempura,
e scoprì che non era affatto così male come
pensava. Si vedeva che Raj aveva
una grande passione per la cucina. Sapeva tutto di quei piatti
orientali e le
consigliava cosa prendere e cosa abbinarci.
Parlarono a lungo dei più svariati
argomenti. Scoprì che fu molto emarginato quando
arrivò negli Stati Uniti, un
po' per i vari pregiudizi, un po' perché faceva molta fatica
a relazionarsi con
gli altri suoi coetanei. Conobbe Howard a una festa e legarono subito,
diventando migliori amici.
Amy voleva godersi questa serata, sia
per conoscere di più Raj sia per distrarsi un po', ma la
sensazione delle dita
di Sheldon sfiorarle la mano era ancora molto, troppo nitida nella sua
mente.
Sentiva ancora il suo corpo vicino, la voce profonda vicino
all'orecchio e gli
occhi che la scrutavano attentamente.
Scosse la testa imponendosi di non
pensarci.
« Sono molto contento di averti
incontrata. » disse improvvisamente Raj distogliendo Amy dai
suoi pensieri. « Era
da un po' che non parlavo con una ragazza come te. Di solito le ragazze
cercano
di provarci con me solo come pretesto per avvicinarsi a Sheldon.
»
Il cuore di Amy cominciò a battere
più velocemente. La serata aveva iniziato ad accelerare e a
prendere una piega
che non si aspettava.
« Tu però sei diversa. Sei l'unica
che lo ha respinto quando lui si è fatto avanti. »
« Infondo lui non è il mio tipo...preferisco
un altro genere di persone. » voleva credere che fosse
così eppure non era
convinta di quello che aveva appena detto. Se ne stava accorgendo solo
ora. Più
passavano i giorni più diventava difficile stargli lontano e
non pensare a lui.
Ma quello che stava provando era tutto immotivato: a lei non piaceva,
punto e
basta.
« Non so perché, ma c'è qualcosa che
mi ha attratto di te...è come se noi due, infondo, fossimo
simili. Stessa
riservatezza e difficoltà nel relazionarsi con gli altri. Io
ho Howard come
punto di riferimento, mentre tu Penny. » bevve un sorso di
vino e Amy lo guardò
attentamente. « Ma sono solo mie impressioni quindi non farci
troppo caso. »
sorrise per rassicurarla e lei abbassò lo sguardo sul
piatto.
« Tu hai difficoltà nel relazionarti
con gli altri? Non ci credo. » alzò di nuovo gli
occhi su di lui dopo qualche
secondo di silenzio. L'aveva visto ridere e scherzare anche con altre
persone e
le dava l'idea di tutto, tranne di uno che non riuscisse a legarsi con
altri.
Raj sorrise. « Beh, te l'ho detto che
non sono sempre stato così. Prima non riuscivo a parlare con
nessuno,
sopratutto con le donne e facevo un sacco di figuracce a causa della
mia
timidezza. Poi sono cambiato e adesso ho imparato a controllarla. Il
fatto che
ti parli così tranquillamente non significa che in
realtà non me la stia
facendo sotto dalla paura di dire o fare qualcosa di altamente stupido.
»
« Tutti dicono e fanno cose stupide,
Rajesh. »
Raj la guardò negli occhi senza
abbandonare quel sorriso. « Hai ragione, Amy. Forse dovrei
smetterla di essere
così teso. »
Dopo aver acquisito più sicurezza Raj
si sentì decisamente più tranquillo. Le
raccontò della sua passione per le
stelle e del fatto che aveva a casa un telescopio con cui si dilettava
a
individuare e osservare le costellazioni più semplici e
famose.
La serata passò in fretta e dopo
essere stati al ristorante la portò in un locale appena
fuori città. Era un
posto molto carino e dall'aria abbastanza costosa, ma lei non poteva
saperlo
dato che fu lui a pagare tutto. Raj avrebbe voluto fare una passeggiata
fuori
all'aperto, ma il rombo di un tuono rovinò i suoi progetti
costringendolo a
porre fine alla serata.
« È stata una bella serata, mi sono
divertito. » affermò Raj mentre la riaccompagnava
da Penny.
Amy sorrise. « Anche io. Sei stato
davvero gentile. »
Era buio, ma la mora poté vedere
chiaramente l'amico diventare leggermente rosso per l'imbarazzo.
« Quindi...se per caso dovessi
invitarti un'altra volta accetteresti? »
Si mise due dita sotto il mento
fingendo di rifletterci a lungo e attentamente e Raj sbiancò
pensando ad un
rifiuto. Di punto in bianco la sua espressione passò dal
seria all'allegra.
« Molto volentieri! » rispose con un
largo sorriso.
Raj si rasserenò e sorrise a sua
volta. « D'accordo allora...mi farò sentire
presto. » disse fermando la
macchina davanti al portone d'ingresso.
« Buonanotte Rajesh. » mormorò lei
timidamente scendendo dalla macchina e guardandolo attraverso il
finestrino
abbassato.
« Buonanotte Amy. » la salutò con la
mano e si avviò.
Prima di avviarsi alla macchina si
ricordò di essersi dimenticata il cellulare a casa di Penny.
"Accidenti
che svampita!" pensò. "Tutta colpa di Sheldon e..."
corrugò la
fronte. Ecco, ora era tornata a pensarci nuovamente.
Salì le scale più velocemente che il
suo vestito attillato e le scarpe alte potessero concedergli e
raggiunse la
porta di Penny che notò non era stata chiusa a chiave. Come
diavolo si faceva
ad uscire di casa lasciando la porta aperta? Solo lei poteva farlo.
Scavalcò i vestiti lasciati
sparpagliati durante le numerose prove abito e trovò il
cellulare perso sotto
una gonna a vita alta blu scuro. Lesse un messaggio da Sheldon. Le
chiese se
domani potevano riprendere la lezione da dove erano stati interrotti.
Sospirò. Infondo lui lo stava facendo
perché aveva capito che era una cosa a cui teneva. Non le
era mai capitato che
qualcuno si interessasse in questo modo a lei, a parte Penny, e la cosa
non
poteva che renderla felice. Una parte di sé era
irrimediabilmente attratta da
lui, ma un'altra parte era convinta che erano troppo diversi
perché potesse
funzionare in qualche modo. Gli diede conferma per il mattino, ma si
promise
che si sarebbe concentrata solo su Raj. Lui era, ipoteticamente
parlando, il
ragazzo giusto per lei, non Sheldon.
Aprì la porta, ma prima ancora di mettere
piede fuori sentì le risatine di due persone provenire dal
fondo della scala.
Una era chiaramente femminile mentre l'altra era fin troppo familiare...
Spense la luce e socchiuse la porta
quel tanto che bastava per sbirciare fuori e vedere quando ci fosse
stata via
libera.
Vide una ragazza dai lunghi capelli
biondi salire l'ultimo gradino affiancata da uno Sheldon che non
sembrava molto
lucido da come barcollava leggermente tenendo un braccio attorno alla
sua vita
per stringerla a sé. Lei lo spinse contro la porta
baciandolo con foga e
passando le mani tra i suoi capelli, poi sul petto fino ad ogni altra
zona
mentre Sheldon cercava a tentoni la maniglia e dopo diversi tentativi
riuscì a
girarla ed entrarono dentro mentre lei gli slacciava la camicia. Con un
calcio
chiusero la porta ed Amy poté finalmente uscire.
Sentì la rabbia montarle dentro
mentre scendeva in fretta le scale. Con tutti i momenti che c'erano
proprio
adesso doveva incontrarli? Quando l'aveva visto con quella tipa avrebbe
voluto
uscire e urlargli che si merita di meglio di una poco di buono appena
conosciuta e rimorchiata in chissà quale discoteca.
Era arrabbiata, ma sopratutto delusa.
Delusa da come uno così intelligente potesse accontentarsi
di così poco nella
vita.
Aprì la portiera con forza e si
sedette al posto guida fissando per una attimo lo specchietto
retrovisore.
Voleva un motivo per convincersi che
non avrebbe mai funzionato con lui? Beh, ora ce l'aveva.
Ta dan! Siamo al quarto capitolo e già le cose stanno cominciando a complicarsi.
Raj ha adocchiato Amy e lei a quanto pare sembra essere interessata a lui anche se non riesce a non pensare a Sheldon.Sì, se non ci fosse Sheldon io Amy ce la vedrei bene con Raj u.u Non chiedetemi il perché xD
Poi, cos'altro? Ah sì. Se siete curiosi e lo so che lo siete, il brano che Sheldon suona è di Danny Elfman e si trova nel film d'animazione "La sposa cadavere" dove il protagonista, Victor, suona un brano da solo prima di essere interrotto da Victoria. Adoro questo brano, mi piace un sacco <3 Se non avete mai visto il film, beh, guardatelo u.u Vi lascio il link: https://www.youtube.com/watch?v=EJlRujI4uXU
Volevo solo dirvi che probabilmente (anzi sicuramente) aggiornerò dopo le feste o addiritura per metà gennaio. Il motivo è molto semplice: voglio portarmi avanti con la storia il più possibile e con le feste rischio di non starci dietro. Così almeno non vi farò aspettare un'eternità e io posso avere le idee più chiare su cosa scrivere.
Okay credo di non dover più dire altro xD
Grazie per tutte queste bellissime recensioni! Vi adoro <3
A presto!