Si
el amarte es un delito,delincuente
yo seré, seguire
con mi condena pero siempre te amaré Se
amarti è un delitto,
delinquente
io
sarò,
continuerò con la mia condanna però per sempre ti
amerò Margherita
si trovava un po’ nascosta tra gli alberi del retro del
giardino di scuola, come se stesse aspettando qualcuno.
E nella sua mente sperava di incontrare qualcuno, anche se nella
situazione in cui si trovava in quel momento non sarebbe stato molto
conveniente.
L’ultima sigaretta del pacchetto era tra le sue dita esili,
accesa
emanava una lunga scia di fumo grigiastro.
Sdraiata con la testa appoggiata sul muretto che divideva la porta
della
palestra al giardino, stava attendendo il suo angelo.
Ad un tratto sentì una calda mano che sfiorò la
sua tiepida e le tolse
la sigaretta dalle dita.
“Lo sai che non si fuma?”
Avendo gli occhi chiusi, dal solo gesto non poté riconoscere
chi si
fosse avvicinato. Poi appena sentì quelle parole,
delicatamente alzò le
palpebre e gli si parò davanti la persona che in quel
momento più desiderava
vedere.
“Hai capito?”
Era spazientito, ma non si notava tanto. Solo chi lo conosceva bene
poteva notarlo e Margherita poteva considerarsi una delle poche
fortunate che
lo conoscevano bene.
Insomma, ore e ore di appostamenti a fissarlo non potevano risultare
inutili!
Lui desiderava come non mai mettere al proprio agio lo studente,
perciò
non si spazientiva mai. Ma, essendo umano, ogni tanto gli capitava di
avere
qualche nervo fuori posto e così cercava di non darlo a
vedere e pronunciata la
frase, ammiccava un sorriso.
“Si, professore…ho capito benissimo!”
Aveva usato un tono un po’ troppo inviperito e lei non voleva
ciò,
voleva solamente attrarlo nella sua trappola di seduzione.
Perché in fondo gli uomini sono tutti uguali e ci cascano
sempre!
Si alzò di scatto e vide impressa sul suo volto
un’espressione di
disappunto: non condivideva le sue azioni, ma ciò a cui
puntava Margherita era
avvicinarsi a lui.
Così appoggiò la sua mano sulla sua spalla,
avvicinandosi sempre più a
lui.
Stava andando tutto bene, sembrava che anche a lui piacesse quel
contatto, ma di colpo la respinse.
Non si diede per vinta e riportò la sua mano sulla spalla di
lui, ma
questa volta il suo braccio venne afferrato dalla calda e forte mano
dell’uomo.
“Ti prego, non complichiamo le cose! Già sei in
una situazione
spiacevole: per questa volta starò zitto e non
dirò niente, ma la prossima che
ti becco a scuola a fumare, dritti dal preside senza se e senza
ma…”
Dicendo questo, i suoi occhi erano puntati in quelli di Margherita,
l’unica emozione che riuscì a racimolare di quel
loro fugace incontro.
Poi si diresse spedito verso la macchina e partì.
Margherita però rimase ancora qualche minuto lì
immobile, a riflettere
sulle parole che aveva detto il professore: non
complichiamo le cose!
Cosa voleva dire con quella affermazione? Quali cose stavano diventando
complicate?
Margherita si accorse di essere stata troppo diretta: come avrebbe
potuto guardarlo adesso a lezione senza provare un pizzico di vergogna?
NOTE DELL'AUTRICE:
Scusate il ritardo, ma ho avuto vari poblemi con il computer. Comunque
che ne pensate?
ElenSofy