‣ leaning
their foreheads together, completely out of breath after a long kiss
La prima volta che le loro labbra si toccano si tratta di un gesto che Jean non sa come interpretare. Marco gli si è avvicinato per abbracciarlo, tristemente consapevole di quanto Jean abbia bisogno di sostegno, affetto; di quanto sia debole.
E tuttavia le sue braccia non si sono strette attorno alle sue spalle, non l'hanno tratto a sé. No, questa volta le sue mani sono rimaste ferme sulle sue spalle, gli occhi bruni di uno fissi in quelli ambrati dell'altro; per Jean, sporgersi in avanti e unirsi a Marco in quel modo tanto casto è quasi un gesto naturale, una necessità come un'altra. Si rende conto allora di qualcosa che non ha mai realizzato prima – ha bisogno di baciare Marco esattamente come ha bisogno di respirare.
Sente le labbra di Marco serrate, chiuse in un rifiuto assoluto che Jean è troppo spaventato per arrendersi e lasciarlo andare. La sua mano corre a fissarsi sulla schiena di Marco, l'altra sfiora piano i suoi zigomi alti, là dove le sue lentiggini si fanno più rade e chiare. E lentamente Marco smette di protestare e si rilassa, aprendo le labbra e donando a Jean la possibilità di farsi ancora più avanti, andare ancora più a fondo. È il momento in cui la barriera di normalità tra loro due crolla, abbattuta da silenzi pregni di aspettativa, da sguardi troppo lunghi, da bugie mal nascoste. Le dita di Marco si allontanano dalle sue spalle e Jean le sente scivolare verso i suoi capelli corti, aggrapparvisi come può senza mai smettere di baciarlo.
Ha paura. La sua testa sta per esplodere, pensieri troppo confusi e forti – talmente forti che teme Marco possa sentirli e ridere di lui, allontanarlo. Ma è un'idea che muore sul nascere: Marco non è così, e sta dimostrando di desiderarlo tanto quanto lui – Jean non è sicuro di poter classificare ciò che prova come “desiderio”, lo prova e basta, e solo in presenza del suo migliore amico.
La mancanza di respiro è tale che Jean è costretto a spingerlo via lentamente; sorprendentemente Marco si lascia manovrare, lascia che la volontà di Jean abbia la meglio su ciò che vuole. Appoggia lentamente la sua fronte contro quella di Jean, ciocche ribelli di capelli che si appiattiscono contro la pelle sudata, e uno ansima a lungo sulla bocca dell'altro. Quando Jean apre gli occhi la sua vista è offuscata e il mondo è Marco, la sua pelle olivastra, i suoi occhi nocciola, le lentiggini che non riesce a mettere a fuoco e un sorriso timido, spaventato dall'idea di aver osato troppo tanto quanto quello di Jean.
Jean non vuole che lui abbia paura – vorrebbe essere lui a sostenerlo, per una volta. Trema, mentre riappoggia una mano sul capo di Marco. - Potresti...vorresti... farlo ancora? - sussurra, e suona così stupido e infantile ed è sicuro che Marco scapperà sicuramente nel giro di due secondi.
Due secondi dopo Marco è di nuovo contro le sue labbra, e Jean non è sicuro di ricordare perchè ha sentito la necessità di respirare prima, per quale motivo dovrebbe volersi mai separare da lui un'altra volta.