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Autore: piperina    17/12/2014    2 recensioni
Un'azione sbagliata porta a delle conseguenze disastrose - e inaspettate. Se c'è un disegno divino, ce n'è anche uno diabolico.
Non era una buona giornata. Decisamente non lo era, e sapeva che non avrebbe potuto far nulla per evitare che la falce della disgrazia si abbattesse su di sé. Del resto, che diritto aveva di lamentarsi? Si era ficcato da solo in quella situazione.
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Draco Malfoy, Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Da VI libro alternativo
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- Questa storia fa parte della serie 'Draco&Hermione -Leather&Libraries'
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Buona lettura!

 

 

 

 

 

 

 

 Un giorno il Diavolo venne da me

*Act IX*

Whatever You Want

 

 

 

 

 

 

Harry Potter era contento di tornare a Hogwarts. Non che si fosse trovato male alla Tana, anzi, ma gli era mancata Hermione in quei giorni e quello era il loro ultimo anno di scuola. In più, per tutto il tempo aveva avuto la sensazione che lei non fosse rimasta solo per godersi il castello a Natale.

Parte dei suoi dubbi ebbe risposta appena entrato nel dormitorio. Gli studenti che non erano partiti stavano aggiornando quelli appena tornati su quanto accaduto durante le vacanze.

Sentita la parola “allagamento”, Harry mostrò il suo interesse avvicinandosi a un gruppo di ragazze del quarto e quinto anno.

«Scusate, ho sentito che c’è stato un allagamento? Dove?»

Una delle ragazze, mingherlina e con lunghi capelli color rame, si voltò subito per rispondergli. Era una delle tante ad avere una cotta segreta per il Salvatore del Mondo Magico, parlare con lui le faceva sempre girare la testa.

«Tutti! All’improvviso si sono allagati tutti e quattro i dormitori. Abbiamo dormito in Sala Grande per tre notti, meno male che non è stato danneggiato niente.»

«Accidenti… e chi è stato?» chiese di nuovo Harry, ignaro dell’effetto che aveva su quella ragazza.

Lei scosse la testa. «Non lo sappiamo.»

«Però abbiamo questa» intervenne una sua compagna, più alta di Harry e con un neo sulla tempia destra. «È da giorni che fa il giro della scuola.»

Gli porse la fatidica foto del misfatto e lui rimase di stucco nel vedere la sua migliore amica dormire mano nella mano con Malfoy. Hermione, cosa cavolo stai facendo?

«Grazie» mormorò prima di defilarsi, deciso a parlare con l’amica il prima possibile. Non aveva intenzione di fare scenate né altro, ma voleva sapere quale fosse la reale situazione tra lei e Malfoy.

Lasciò perder per il momento, deciso a ricoprire il ruolo dell’osservatore silenzioso prima di fare un passo avanti e affrontare apertamente l’amica.

Fu impossibile fingere di non vedere gli sguardi che passavano da Malfoy a Hermione e viceversa durante Erbologia. Pur essendo lontani i due continuavano a lanciarsi occhiate ora languide, ora maliziose, ora divertite. Malfoy sembrava non poter togliere gli occhi da lei, che arrossiva e a volte sembrava infastidita, ma che ricambiava sempre. Era anche arrossita.

Inutile dire che Harry combinò un disastro e rischiò di farsi mangiare una mano dalla pianta con cui stava lavorando.

A fine lezione si avvicinò a Ron ed Hermione per andare insieme a ripassare qualcosa durante l’ora buca che avevano, ma lei disse di dover prendere alcune cose da una delle serre.

«Ma io volevo chiederti una cosa sul compito di Transfigurazione» piagnucolò Ronald, che già vedeva la McGranitt stampargli una T in mezzo agli occhi.

«Non ci metto molto, promesso» sorrise l’amica, che infilò la mano in borsa per cecare qualcosa. «Prendi i miei appunti, leggili intanto che arrivo.»

Gli occhi del ragazzo brillarono di gratitudine mentre prendeva la pergamena dalle sue mani. «Sei sempre la migliore, Mione.»

«Ci vediamo dopo.»

Ronald non ci fece caso, ma Harry notò il lieve rossore sulle guance di Hermione, la fretta dei suoi movimenti… era chiaro che non vedeva l’ora di andare a prendere quelle foglie nella serra. Foglie. Certo.

Con la scusa di andare in bagno lasciò l’amico da solo e seguì Hermione a breve distanza, ma attento a non farsi scoprire. Non era ancora ben sicuro di quale fosse la situazione e non voleva fare pressioni su di lei… ma era anche incuriosito, non poté negarlo.

Hermione entrò davvero in una serra e si mise a studiare le piante mentre lui studiava lei da fuori. Forse ci aveva visto male, si disse. Il suo intuito aveva fallito spesso in passato, questa poteva essere una di quelle volte.

Si sentì invece molto figo quando vide Malfoy raggiungere Hermione, non senza guardarsi le spalle un paio di volte e, senza esitazione, stringerla tra le braccia.

Harry non voleva fare il guardone, ma si avvicinò fino all’entrata per osservare e, in caso, ascoltare qualcosa di interessante.

Chiuse gli occhi quando li vide baciarsi con trasporto, Malfoy che teneva le mani ben salde sui fianchi di Hermione, lei che sembrava apprezzare di gusto.

Qualche minuto dopo decise di andarsene, aveva capito che ai due piaceva parecchio pomiciare negli angoli bui della scuola, non era necessario assistere ad altro. Si mosse furtivamente quando sentì la voce di Hermione.

«Cosa siamo?» disse con il fiato un po’ corto. «Noi… cosa siamo?»

Bella domanda. Se lo stava chiedendo anche lui. Una curiosità folle si impadronì di lui nella breve pausa di silenzio prima che Malfoy rispondesse.

«Possiamo essere quello che vuoi.»

Bella risposta.

Stavolta se ne andò davvero, Hermione sarebbe stata di ritorno a breve e Ronald era rimasto solo con gli appunti di Trasfigurazione. Mentre camminava in corridoio Harry si pose molte domande, ma pensò di aver trovato anche qualche risposta.

Forse a Malfoy piaceva davvero Hermione. Che lei fosse interessata era palese, magari stavano iniziando a frequentarsi… voleva tanto chiederglielo, ma temeva di risultare opprimente. Pensò che il loro interesse fosse sincero, seppur strano. Si trattava sempre di Malfoy.

Hermione però era stata la più accogliente quando il ragazzo aveva deciso di accettare l’aiuto di Silente e anche prima era stata quella che più di tutti aveva preso le sue difese. Dovevano essersi avvicinati già dall’anno precedente.

Raggiunto Ronald, che sembrava in crisi mistica a causa dei compiti, Harry decise di parlarne prima con Ginny: lei era amica di Hermione, era una ragazza, di sicuro capiva la situazione molto meglio di lui. E avrebbero deciso insieme cosa fare con Ron, che ancora vantava un certo possesso dell’amica.

 

 

 

***

 

 

 

Fu con grande coraggio – e il supporto della propria ragazza – che Harry Potter avvicinò Hermione quella sera in Sala Comune. C’erano solo loro tre e due primine che studiavano dall’altra parte della stanza, era un buon momento per parlare.

«Tutto bene? È successo qualcosa?»

«Tutto bene, tranquilla. Volevo solo parlarti.»

Hermione lo guardò scettica, ma si sedette sulla poltrona accanto al divano dove c’erano lui e Ginny. Ovviamente aveva già un’idea di quale sarebbe stato l’argomento di conversazione, ma era insicura sui toni della discussione.

«Non so come dirtelo.»

Le venne da ridere. «Vuoi che parli io?»

«E come sai cosa ti voglio dire?»

Le ragazze lo guardarono in un modo che lo fece arrossire fino alle orecchie.

«Dunque» prese parola Hermione, «immagino che vorrai parlare del mio rapporto con Malfoy.»

«Eh… beh, sì… sembrate una coppia.»

«E ti dispiace?»

«Veramente vorrei sapere io se e quanto ti piace Malfoy» ribatté lui, che all’improvviso si sentiva sotto esame. Non doveva essere lei a fargli le domande, era lui che voleva sapere qualcosa di più di quella situazione.

Hermione sorrise. «Se devo essere sincera, sì, mi piace molto.»

«Ti ha fatto una bella corte» intervenne Ginevra, divertita da quella situazione. «Ci manca solo che scriva dediche d’amore sui muri della scuola o che ti canti una serenata sotto la Torre.»

Harry mostrò un’espressione disgustata solo al pensiero, mentre Hermione scoppiò a ridere.

«Comunque stai tranquilla» riprese la ragazza, «non ti giudicheremo per questo. Lui ha fatto le scelte giuste e se vi piacete… insomma avete diritto di stare insieme e vedere come va.»

«Ron?»

I due fidanzati si scambiarono un’occhiata strana. Hermione sapeva che Ronald non si era mai fidato davvero di Draco ed era sicura che non avrebbe apprezzato una sua relazione con lui, anche se in effetti sembravano già una coppia, come aveva detto Harry poco prima.

«Calmarlo dopo Halloween non è stato facile, era… indignato» spiegò ancora Ginny.

«Indignato» ripeté Hermione.

«Crede che Malfoy ti stia prendendo in giro.»

Scosse la testa. «Non è così, ma se anche fosse sarebbero affari miei.»

«Hai ragione. Insomma, per noi è ok, l’importante è che Malfoy non ti faccia soffrire e per ora sembra andare tutto bene… giusto?»

«Giusto» confermò lei, ripensando ai momenti nella serra quel pomeriggio. «È gentile, un po’ sfacciato, ma sincero. E mi piace davvero, Harry… voglio dargli una possibilità e in futuro si vedrà, potremmo continuare a stare insieme o capire di non essere fatti l’uno per l’altra, ma vale la pena tentare. Io voglio tentare.»

Lui rimase in silenzio dopo quelle parole. Hermione aveva ragione e lui non trovava motivi per intromettersi o impedirle di frequentare chicchessia. Il loro passato con Malfoy non era roseo, ma i loro rapporti ora erano tranquilli e civili, avevano collaborato, trascorso molto tempo insieme… se era davvero interessato alla sua amica, beh, lui non era nessuno per fare scenate.

Hermione era grande e vaccinata e perfettamente in grado di badare a se stessa e lui si fidava del suo giudizio. Sarebbe stato al suo fianco in ogni caso.

«Parlerò con Ron in questi giorni, sono sicuro che capirà. Non è cattivo, è solo un po’… come dire…» si passò la mano tra i capelli in un gesto nervoso.

«Arretrato» concluse per lui la fidanzata.

Hermione rise, contenta che ai suoi amici andasse bene una sua eventuale relazione con Draco Malfoy, quando qualcosa attirò la sua attenzione: una piccola gru di carta si era infilata dalla finestra semi aperta e stava volando verso di lei.

Le planò sulle gambe ed Hermione aprì il foglietto – sicura che fosse di Draco – per leggere il messaggio.

«Cosa dice?» chiese Harry, allungando il collo per leggere.

«Che vuole vedermi.»

«A quest’ora? Non è tardi?»

Hermione sorrise. «Aspettate un attimo.» Corse per le scale verso il dormitorio femminile e tornò un paio di minuti dopo con una macchina fotografica babbana in mano.

Gli apparecchi elettrici non funzionavano a Hogwarts, ma quella era una vecchia Polaroid a batterie e solo un paio d’anni prima Hermione aveva scoperto che funzionava all’interno del castello.

«Fammi una foto» disse, sedendosi di nuovo e porgendo l’oggetto a Harry, che rise e scosse la testa.

«Siete fatti uno per l’altra» ridacchiò Ginny, che tentava di immaginare nella mente la reazione del ragazzo nel vedersi arrivare una fotografia.

Harry scattò, afferrò la foto appena stampata e vide il mezzobusto sorridente di Hermione prendere forma. «Sono sicuro che apprezzerà.»

«Lo spero per lui» ghignò Hermione, che incantò la fotografia con un colpo di bacchetta e la vide volare via, diretta ai dormitori di Serpeverde.

Poco dopo i ragazzi andarono a dormire e la notte fu serena per tutti. Hermione infatti si svegliò il mattino dopo tranquilla e rilassata. Le veniva da ridere ogni volta che pensava alla sera precedente.

Quelle erano le piccole cose che le piacevano in un rapporto ed era strano averle trovate proprio con Draco Malfoy, ma la vita era piena di imprevisti e lei era decisa a viverli, a maggior ragione se erano tutti come quello.

Attese gli amici in Sala Comune – con un libro sulle gambe come sempre – per andare tutti insieme a fare colazione. Era di ottimo umore, entrò il Sala Grande e abbracciò la folla di studenti con un gran sorriso.

La colazione era ottima, come tutti i giorni da quando aveva messo piede a Hogwarts. Draco arrivò qualche minuto dopo di lei e lo vide puntarla subito appena entrato nel salone.

Hermione non staccò gli occhi da lui mentre lo vedeva avvicinarsi al tavolo Grifondoro, ma non mancò di notare varie teste che si giravano al suo passaggio. Ebbe il presentimento che il pettegolezzo riguardo lei e Draco non sarebbe scemato tanto presto.

«Buongiorno» disse educatamente Draco, che si fermò davanti a Hermione e si chinò posando le mani sul tavolo ai lati del suo corpo.

«Buongiorno a te» rispose lei facendo finta di niente – e ignorando i battiti subito impazziti del suo cuore.

«Grazie per questa» Draco le sventolò davanti al naso la fotografia che aveva ricevuto la sera prima. «Me la tengo volentieri, anche se preferisco l’originale.»

Con quelle parole, senza darle tempo di ribattere, si piegò di più e catturò le sue labbra in un bacio che era decisamente un fantastico e passionale bacio del buongiorno. Uno di quei baci in grado di far venire i brividi in tutto il corpo e le ginocchia molli.

«Ti scrivo più tardi.»

Mostrò a Hermione un ghigno soddisfatto e sensuale e, come se nulla fosse, si allontanò per dirigersi al tavolo della sua Casa.

In quel momento Hermione sentì di essere davvero cotta di lui.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Next:

Erano trascorse tre settimane da quel giorno e la vita di Hermione Granger sembrava rose e fiori, prati verdi e unicorni che volavano su cieli azzurri pieni di arcobaleni dai colori brillanti.

In poche parole, era innamorata.

 

 

   
 
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