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Autore: Apalapucian_HP    17/12/2014    1 recensioni
Ha bisogno di lui, ha bisogno di un sacco di cose; ha bisogno di osservargli la testa ed assicurarsi che non se la sia spaccata, perché è un idiota. Ha bisogno di scusarsi e rimproverarlo, ha bisogno di tracciare la sua mascella con le dita, scoprire le stagioni nei suoi occhi, assaggiare le sue labbra cariche del cielo del Quidditch
James, Lily, e i Patroni che combaciano.
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Potter, Lily Evans | Coppie: James/Lily
Note: Missing Moments, Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Keep it sweet, keep it slow










Lei lo sta evitando, e lui non ha la minima idea del perché.

Non pensa di aver detto, o fatto, niente di sbagliato, davvero.

È a causa di quella cosa della settimana prima? Durante il weekend ad Hogsmeade? L'ha tenuta per mano durante il ritorno verso la stazione della carrozza, ma... gliel'ha lasciato fare, no? Lui pensa di sì. Ha sorriso, giusto? Non ne ha più parlato dopo, ma lui pensava che lei non volesse che si pensasse chissà cosa. Non le ha stretto più la mano da quel giorno, per quanto abbia voluto. Ma ha iniziato ad aspettarla in Sala Comune per colazione – senza i suoi amici, così che sia chiaro – e lei è stata contenta di vederlo lì tutte le volte. O almeno, così sembrava. E si sono seduti vicini durante le lezioni. Lui ha pensato che potesse essere l'inizio di qualcosa di più... forse lei ha iniziato a pentirsene? Perché?

Durante Incantesimi, giovedì pomeriggio, lui prova a pensare a qualcosa che può aver detto – a volte può essere stupido – o qualcosa che ha fatto che possa averla infastidita, disturbata o possa averle fatto avere dei ripensamenti. Ma... zero. Nada. Fissa la sua nuca – oggi lei è seduta tre file davanti a lui, a scribacchiare qualcosa nell'angolo del suo quaderno. Sono secoli che non gli sta così lontana. Ha iniziato prima sedendosi una fila davanti. Si allontana ogni volta. Lascia l'aula prima, anche, quindi di solito c'è solo Sirius che gli da una pacca sulla spalla, Remus che sorride con aria di scuse, Peter che si stupisce ad alta voce.

Lei non va più a colazione. Che è assurdo, se chiedete a lui, perché qualunque sia la questione con James, lei non dovrebbe trascurarsi così. Lui potrebbe smetterla di aspettarla, se quello è il problema; deve solo chiedere. Il terzo giorno in cui non si è presentata, lui l'ha anche fatto. È andato dritto in Sala Grande senza fermarsi, così che magari lei ricominciasse ad andare. Invece no. Forse semplicemente la manca, ma non è possibile, a meno che lei non stia deliberatamente facendo in modo che lui la manchi.

Lui ha chiesto a Mary al riguardo. Lei si stringe nelle spalle. Ma c'è qualcosa nel suo comportamento, nei suoi occhi, che lo rende certo che lei sappia qualcosa, ma che non lo possa dire. È frustrante.

Ad essere onesti, comunque, non è che proprio voglia sapere quale sia il problema, per paura che sia qualcosa di irreparabile. Ad esempio, se fosse qualcosa che lui non può cambiare, e che lo renda sicuro che non può stare con lei? Quindi, lascia che la cosa continui per un po'. Che Grifondoro che è.

A volte cattura i suoi occhi. È inevitabile, non c'è molto tra di loro al castello, anche con la di lei ostinata insistenza di rimanergli lontano per Dio sa quale ragione. Lui sorride. Si agita, ma cerca di non mostrarlo. Anche lei sorride, ma è... diverso. Non è molto da lei. Poi lei sta scappando di nuovo.

Lui ha paura di chiedere, ma buon Godric, è passata una settimana. Non sapere sta iniziando a fare più schifo della paura di sapere cosa potrebbe essere andato storto.

In più lui vuole davvero, davvero, davvero stringerle la mano di nuovo.



È impossibile che lui non l'abbia notato. Lei ci ha provato, promesso, ci ha davvero provato a fare in modo che niente cambiasse, ma solo... ugh, non lo sa nemmeno. Sta facendo la ridicola, molto probabilmente, ma...

Okay, la settimana scorsa, giusto, stava facendo degli esercizi pratici di Difesa con Mary nei dormitori, e stava andando tutto bene. Finché non sono arrivate all'incantesimo dei Patronus, e lei -

Lei ha prodotto un Patronus corporeo per la prima volta. Che è grandioso. Davvero. Dannatamente fantastico. È dal quarto anno che stava provando a farlo giusto, ma apparentemente il suo repertorio di ricordi felici non era abbastanza.

Era una cerva, se qualcuno se lo sta chiedendo. Il suo Patronus è una cerva. E niente, non c'è niente al riguardo – non ci dovrebbe essere niente. Sono animali eccellenti. Tranne che tutti nel suo anno sanno quale sia il Patronus di James, visto quanto lui si metta in mostra, e... e si abbinano, per così dire. Mary ha promesso di non dire una parola, ma ha detto anche di non credere che fosse chissà che cosa. È solo un Patronus. Combaciano; e quindi?

Ma la professoressa Enza ha detto che significano compatibilità, i Patronus abbinati. Perché lei ovviamente ha chiesto. Attaccamento. Significa – potrebbe significareun affetto abbastanza profondo e reale da giustificare un cambiamento nell'incantesimo o, come nel caso di Lily, finalmente che esso prenda una forma reale. È una delle rappresentazioni interne più essenziali per una strega, ha detto Enza. E quindi forse Lily ha dato di matto.

Perché?” ha chiesto a Lily, dopo aver generosamente spiegato, e Lily ha borbottato qualcosa riguardo una ricerca scolastica. Enza non sembra comunque il tipo a cui importa questo tipo di cose frivoli.

Già. Compatibilità. Attaccamento. Profondi... cosa, profondi sentimenti? Affetti. Dio. È così scemo, esserne così colpita, ma – ma stavano andando così d'accordo! E se ciò – se ciò lo rovina? È così ingiusto, sapete, sviluppare questi sentimenti così tardi, ora che sono buoni amici.

Buoni amici che si tengono per mano, buoni amici che vanno a colazione insieme.

Dio, le manca.



Lei rimane indietro ad Incantesimi per chiedere informazioni sui compiti per il giorno dopo, e James coglie l'occasione. Borbotta qualche scusa debole riguardo ad una piuma dimenticata, e dice ai suoi amici di andare avanti senza di lui. Sirius alza gli occhi al cielo, mette un braccio attorno a Remus e l'altro attorno a Peter, e senza commentare li guida verso la Sala Grande per il pranzo.

Quando James guarda dentro la classe, lei sta ancora parlando con il Professor Vitious. Si appoggia al muro e aspetta fuori, ignorando con tutto il suo potere il suo cuore che sta impazzendo.



James la sta aspettando fuori. Doveva succedere, davvero; hanno troppe lezioni insieme e tecnicamente vivono sotto lo stesso tetto, quindi è sciocco esserne sorpresa. Ma lo è comunque.

Lui saluta Vitious quando esce dall'aula – è suonato abbastanza vivace, e le calma i nervi, almeno di un poco – e il professore si affretta lungo il corridoio e sparisce poco dopo. Stanno uno in fronte all'altra in corridoio, le braccia di Lily incrociate.

Lei vorrebbe abbracciarlo, ma si trattiene.



Il suo silenzio farà impazzire James.

Ciao,” dice. Si sente un cretino.

Eh, farò tardi ad un appuntamento con Lumacorno...”

Oh. Okay, Lumacorno ti adora. Sono certo che non gli importerà.”

Lei annuisce. “Che ci fai qua fuori?”

Ti stavo aspettando.”

Lei sorride, le labbra serrate, nervosa, ma non risponde.

Lui sposta il peso. “Stai... ho fatto qualcosa di sbagliato, Lily?”



I corridoi del castello sono sempre scialbi a mezzodì, con il Sole che picchia contro le finestre e cancella la maggior parte del colore dal vetro offuscato. Il posto sembra vuoto, con la maggior parte degli studenti in Sala Grande per il pranzo. Lily pensa che sia un peccato che lui debba essere così irresistibile in un momento del genere. Avrebbe funzionato molto meglio sotto le stelle, o in cima ad una collina, forse, o su una spiaggia sabbiosa da qualche parte.

Ma per quanto il corridoio possa sembrare spento rispetto ai capelli scoppiettanti di lui, alle sue mani irrequiete e quel piccolo cipiglio sulle labbra, e per quanto intempestiva sia questa porzione della giornata, a lei sembra giusto. Forse è solo il modo in cui le cose si svolgono nella vita reale. Lo vede, il momento adatto. È nelle parole non dette e nelle sue mani bramose, nei piacevoli battiti del suo cuore. Qui è dove – quando – lei smette di scappare da lui. Dove lui la raggiunge.

Pesca la bacchetta. Non avrà senso per lui, lo sa, ma lei non sa decidere come iniziare a spiegare, quindi forse dirà tutto rispondendo alle sue prime domande -

Expecto Patronum.”



Quando lei ha tirato fuori la bacchetta, lui ha pensato che qualunque cosa abbia fatto deve essere stata quella più idiota ed insensibile che mai, perché lei lo stava per affatturare per ciò e per non aver capito da solo.

E poi lei produce un Patronus, e la mente di lui si svuota. Guarda la cerva che saltella attorno a loro.

Lily è zitta, anche se le sue guance si sono arrossate.

Quindi tu...” lui inizia a dire, ma onestamente non sa cosa stia succedendo. Congratulazioni? È quello? C'è una domanda? Cosa dovrebbe dire? “E'... cos'è?”

E' una cerva.”

Okay.”

E' il mio Patronus.”

Lo vedo.”

Mi odi?”

Lui ridacchia. È un po' isterica, lui è isterico, ma che diavolo. Forse non avrebbe dovuto ridere, però, perché ora lei sembra allarmata. “No, no, certo che no. Perché dovrei odiarti?”

Lei si corruccia: “Perché.”

Perché il tuo Patronus è una cerva? Non essere assurda.”

Il tuo non è un cervo?”

Lui è perso. “Ehm, sì, e quindi? È tipo, plagio? Perché dovrei odiarti per questo?”

Lei lo fissa, e poi le sue spalle si abbassano. Guarda storto la cerva finché essa non si dissolve in sottili fili di luce. A mezzogiorno non rende bene lo spettacolo che è. “Non lo so,” risponde lei piano. “Enza ha detto... non lo so.”

Che cosa ha detto?”

Ha detto che potrebbe... significare cose.”

Sì?”

Sì.”

La gola di lui si secca. Ora pensa di capire. “E' una cosa brutta?” chiede lentamente “Significare cose?”

Le labbra di lei si arricciano in un piccolo sorriso, ma la fossetta sulla fronte non è ancora sparita del tutto. “Non proprio. Ho solo pensato che tu avresti potuto essere sconcertato.”

Perché?”

Sono stata cattiva con te in passato, no?”

Per buone ragioni, però.”

Lei fa sporgere il labbro inferiore mentre ci pensa, poi piega la testa. “Già, eri un cretino.”

Lo ero, sì...”

Comunque.”

Cosa?”

E' un po'... presuntuoso, no?”

Cosa?”

Lo sai...”

Che io ti piaccia?” perché è così, no? Lui non può evitarlo – ghigna. Il suo stomaco è strano. Deve ghignare la stranezza.

Lei alza gli occhi al cielo, ma le sue guance si tingono di un rosso più acceso. “Be', non lo è?”

Oh, dio. Le piace. “Nah.”

Lei sospira. “Solo che – non riuscivo ad affrontarti.”

Perché?”

Non potevo smettere di pensarci. E non pensavo che sarei potuta starti tanto attorno senza dirtelo, e sarebbe stato ipocrita. Avrei rovinato le cose.”

Lui fa una smorfia. “Come potrebbe essere rovinoso il fatto che io ti piaccio?”

Potresti smetterla di dirlo?”

Che io ti piaccio?” lui sbuffa. “Probabilmente mai.”

Ho solo pensato che mi avresti odiata,” lei spiega, esasperata. “Voglio dire, ti ho rifiutato, giusto, e adesso che siamo... okay, io...”

Tu produci un Patronus perfettamente corporeo e inizi ad evitarmi.”

Lo stai facendo suonare sciocco.”

E' un po' sciocco.”

E' importante per me, James, okay?”

Lui scioglie le braccia e fa un passo avanti. “Okay. Mi dispiace.”

Gli occhi di lei scavano nei suoi, la confusione lì dentro che confonde lui; e poi si inteneriscono prima di spostarsi sul pavimento. “Ho paura.”

Di me?”

Circa, sì.”

Lui si passa una mano nervosa tra i capelli. “Non mordo, sai,” dice. “A volte vorrei sputare fuoco, ma smetterò di chiederlo a Babbo Natale quest'anno se vuoi.”

Quello la fa ridere, grazie a Merlino. “Quindi non mi odi?”

E' un'idea ridicola, Evans.”

Okay.”

Tu mi odi?”

Forse.” ma c'è un piccolo sorriso agli angoli delle sue labbra.

Un pensiero pazzo gli viene in mente, e, visto che ancora non ha specializzato l'abilità per cui uno pensa molto a qualcosa prima che questa gli esca di bocca, domanda: “Ti fidi di me?”

No.” gli risponde lei subito, ma viene fuori come una mezza risatina, e si sta mordendo il labbro inferiore per tenere a bada un sorriso.

E dai. Solo per oggi – almeno solo per un minuto. Letteralmente un minuto.”

Che cos'hai intenzione di fare?”

Solo un minuto, Evans. Niente di brutto, promesso.”

Va bene.”

Chiudi gli occhi.”

Okay, no. Non bene.”

Dai. Solo un minuto. Trenta secondi.”

Come faccio a sapere che non mi disegnerai cose in faccia?”

Sul serio? Con tutte le cose a cui avresti potuto pensare, scegli disegnare cose in faccia?”

Sono molto stressata in questo momento,” spiega lei, in pratica lamentandosi “Non dovrei mai parlarti dei miei sentimenti.”

La risata di lui è calda quanto le finestre di vetro smerigliato. “Prometto di non disegnarti cose in faccia.”

Lei stringe gli occhi, un chiaro avvertimento prima di chiuderli.



Lei è bellissima. Lui l'ha sempre saputo, ovviamente, ma a volte lo colpisce con una forza decisamente disarmante, e gli fa girare la testa. C'è una cicatrice sul bordo del suo sopracciglio, un piccolo bozzo nella pelle che lui non ha notato prima. Le sue sopracciglia sono ancora corrucciate, e lui inghiottisce l'urgenza di appianarle. La frangetta cade in crespe onde rosse sulla sua fronte, i capelli spettinati attorno al fiocco blu mezzanotte con cui li ha legati. Lui gli sorride stupidamente.

Vuole baciarla. Per Merlino, lo vuole così tanto.

Ma non lo farà. E non lo fa.



Devono sembrare strani, l'uno di fronte all'altra in un corridoio vuoto, lei con gli occhi chiusi e lui con... Dio sa cosa. Il cuore di lei sembra disperato di scappare dalla sua gabbia, e le mani di lei sono in pugni disgustosamente sudaticci. Quando lui ne prende una tra le sue, lei sobbalza un po'.

Okay?” le chiede, avvolgendo le dita leggero attorno alle sue, facendo scorrere il pollice lungo il suo dito indice.

Lei annuisce. Non stringe la presa, ma non la lascia nemmeno andare. Non può.

Ora puoi aprire gli occhi.”

C'è una strana espressione sul viso di lui quando lei lo fa. La luce del Sole si diffonde dalla finestra dietro di lei, e la luce nuota e vortica attorno al naso di lui, morbida e calda sui suoi zigomi.

Hai ancora paura?” la voce di lui è bassa, e lui abbassa la testa un po' per incontrare i suoi occhi.

Enormemente,” lei prende un respiro “Ma...”

Sì?”

Per che cos'era?”

Che ne dici?”

Lei alza un sopracciglio.

Lui sorride. E poi inizia ad allontanarsi, ed è ancora perfetto, il tempismo e tutto, nessun rimpianto, ma tutto sembra stare disintegrandosi. “Devo andare,” le dice, il cretino. “I miei amici mi staranno cercando.”

Già, come se Lumacorno non volesse una spiegazione per il suo ritardo. “Ma – per che cos'era quello?”

Dimmelo quando l'hai capito.” lui sta ancora sorridendo – un sorriso infantile, a trentadue denti eclissato dall'incertezza spruzzata nei tanti colori dei suoi occhi – e sta ancora allontanandosi.

Capito cosa?” lei esclama, ma lui se n'è andato.



C'è il Quidditch quel weekend, Grifondoro contro Corvonero, e lui giura che non stava pensando (troppo) a lei quando quel Bolide è spuntato dal nulla e l'ha colpito in testa.

Non stava facendo quella pausa, quel altrimenti comunque rilevante pausa di due secondi dopo che la sua collega Cacciatrice Georgia Thomas ha segnato, per guardare un'altra volta gli spalti, solo un poco, per essere sicuro che lei non era davvero lì, che non l'ha mancata da qualche parte.

Lui giura, lui giura.



Lei si è offerta volontaria per aiutare Madama Gerona a classificare le tessere della biblioteca e i registri dei prestiti agli studenti della settimana precedente. La vecchia signora sta andando in pensione, qualcosa riguardo a un parente ed una malattia terminale, ed è sempre stata carina con Lily, quindi sarebbe stato senza cuore dirle di no. Non si è dimenticata della partita, davvero, ma non si è aspettata che il lavoro sarebbe durato così a lungo. Quando ormai sta camminando rapida verso il campo, sperando che ci sia ancora un po' di partita da guardare, le persone stanno già scendendo in gruppi dagli spalti verso il sentiero per il castello. Il suo cuore cade, ma cade ancora di più quando le nota chiacchierare eccitate, qualcosa riguardo... una ferita...?

Scusa – la partita è finita?” ferma e domanda ad un ragazzo del terzo anno, le cui guance sono dipinte di strisce blu e bronzo, la sciarpa che penzola lenta dal collo.

L'hanno fermata, no?” lui risponde, l'euforia della partita ancora evidente su di lui. “Terrence ha detto che non voleva giocare senza che James giocasse per voi, ha detto che non sarebbe stato come vincere anche se avesse preso il Boccino, e sono d'accordo -”

Aspetta, cosa?”

Ha detto che non avrebbe giocato se i suoi Cacciatori non potevano giocare contro Potter -”

Perché James non poteva giocare?”

Beh, ha preso un bel colpo in testa con quel Bolide, no? E nessuno dei Cacciatori in panchina voleva prendere il posto di Terrance come Cercatori, perché, voglio dire, lui è il migliore che Corvonero ha – quelli del settimo anno erano particolarmente convinti, quindi -”

Dov'è?”

Lui si corruccia nel venire interrotto: “Spogliatoi. A litigare con Hooch.”

E' stato colpito da un Bolide e ancora litiga con Madama Hooch?”

Oh, no, no. Terrence è negli spogliatoi. James Potter è in infermeria...”

Lily è già quasi del tutto voltata. “Giusto, grazie.”



Ha fatto un male cane, quello è certo. Gli si è pure oscurata la vista per un momento, ma Sirius vola veloce e accurato, ed è arrivato lì accanto a lui il secondo dopo, ad accertarsi che non sfrecciasse verso la morte. Ha avuto solo il tempo di borbottare grazie prima di svenire, molto imbarazzante a pensarci più tardi, ma vabbè. Ora è tutto rappezzato. E, secondo Remus, Hunter è stato abbastanza decente da dichiarare la partita nulla e chiedere un rematch.

Sta esaminando il suo riflesso sul piccolo specchio accanto al letto quando Lily sposta le tende senza tante cerimonie, rosa in volto e con i capelli all'aria.

Ciao,” la saluta, imbarazzato, e poi si ricorda della sua assenza al campo. Sposta lo sguardo e inizia a picchiettare leggero sulla fasciatura attorno alla sua testa, corrucciandosi verso il suo riflesso.

Lily non dice ciao. Prende tre respiri profondi, e poi tre passi verso il suo letto. Si siede, la mano che riposa pigramente vicino al fianco di lui. Le sue labbra sono strette, lo sguardo deciso. Il silenzio continua.

Stai bene?” chiede lui.



Idiota. È in un letto dell'infermeria con delle bende attorno alla testa, con dei ciuffi dei suoi capelli testardi che spuntano fuori e disprezzano il controllo, e sta chiedendo a lei se sta bene.

Lei sta bene. Sta benissimo. Preoccupata per lui, dispiaciuta di non esserci stata, ma ora bene. Si lecca le labbra, si prepara a rispondere, ma non esce niente. Lo fissa soltanto, il calore del suo fianco un'invitate tentazione. Vuole stringergli la mano. Per bene, come in quel weekend ad Hogsmeade, perché crede di essersi dimenticata la sensazione che le da. E non vuole dimenticarlo mai.

Quel trucco che lui ha fatto in corridoio era soltanto un mormorio della vera cosa. Lei vuole stringergli la mano, ed è più forte di qualsiasi tipo di paura ora. Ha bisogno di lui, ha bisogno di un sacco di cose; ha bisogno di osservargli la testa ed assicurarsi che non se la sia spaccata, perché è un idiota. Ha bisogno di scusarsi e rimproverarlo, ha bisogno di tracciare la sua mascella con le dita, scoprire le stagioni nei suoi occhi, assaggiare le sue labbra cariche del cielo del Quidditch...

Oh.

Ecco. L'ha capito.



Lily,” lui prova a sedersi, e lo sforzo gli fa girare la testa. Lei lo sta ancora fissando, e benché il suo respiro si sia placato, appare ancora... disorientata. Sentendosi sciocco, lui le dà un colpetto sulla mano. “Tutto bene?”

Non mi hai baciata,” dice lei, così sottovoce che quasi lui non lo sente. E lui – be', sta dannatamente volando ancora, ecco cosa, volando e cadendo senza toccare mai il terreno. “Ecco per che cos'era, vero?”



Lui le sorride, ed è tutto. Scusa. Hai ragione. Qualcos'altro. “Direi non del tutto...”

Lei esala. E poi, “Sei il più grande stupido, lo sai?”

Whoa, sono già ferito fisicamente, sai,” la prende in giro “Guarda i miei altri aspetti. Non vorrai che crolli davanti a te.”

Lo sguardo di lei è lì appena. È di nuovo nervosa. “Non mi hai baciata,” ripete, lo dice al James nello specchio, perché quel James non la sta guardando come se fosse un dannatissimo spettacolo di fuochi d'artificio.

Non l'ho fatto,” dice lui, con un tono solenne ora. “Volevo... ma non l'ho fatto.”

Beh,” lei tentenna, il suo mignolo che si si sposta per toccare il suo. Lui sussulta, ma altrimenti non si muove. “Penso di averlo capito.”

L'hai fatto?” lui sta già ghignando, però, la ferita alla testa completamente dimenticata.

Avevo paura che mi avresti baciata,” dice lei, non perdendo altro tempo “Ma avevo più paura che non l'avresti fatto.”



Lui pensa che la sua più grande, forte risata sia richiesta, ma non riesce a convocarla. C'è solo quel piacevole sobbollire nel profondo del suo stomaco, che cresce infinitamente e fuoriesce dalle cuciture. Il sorriso è l'unica cosa che può fare per proiettare l'alto valore del suo flusso sanguigno. C'è una luce da qualche parte dentro di lui, ovunque dentro di lui, che brilla e pulsa e scorre sotto la sua pelle callosa, facendolo sentire ancora di più preda delle vertigini, e se i suoi occhi potessero parlare del tutto direbbero solo il nome di lei ancora e ancora.

Si siede, lentamente, non senza fatica, e poi si piega in avanti per appoggiare dolcemente le sue labbra sulla sua guancia.



Le labbra di lui sono screpolate contro la sua pelle, e lui sta sorridendo come un idiota e sono nella dannatissima infermeria.

Lei pensa, per un breve momento, a cieli illuminati dalle stelle e colline erbose d'estate, al picchiettare cullante delle onde che lappano il bagnasciuga.

Ma poi lui le prende la mano. Per bene; stretto, forte e che urla “Sono tuo”, ed è tutto quello che le importa di ricordare.

Le arriva un corridoio vuoto pieno di luce del mezzogiorno, scialbo e desolato; e una stanza che odora di disinfettante ed amare pozioni. Labbra screpolate e mani da Quidditch, e un milione di colazioni in più con questo idiota spettinato.

Lei sorride, la cerva fatta di luce che si risveglia contenta nel cuore dei suoi ricordi.

Non può essere più perfetto di così.





  
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