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Autore: Shuuryoo    17/12/2014    1 recensioni
Non ricordo come vi arrivai, né quando.
Pioveva a dirotto quella notte; ogni minuscola goccia si infrangeva impotente sul mondo, rifiutata dallo stesso cielo. Fragili sogni che si schiantavano contro la realtà, frantumandosi in mille frammenti. Camminavo lungo una via completamente buia, illuminata da pochi lampioni distanti circa cinque metri l'uno dall'altro, dandole un aspetto monotono e odiosamente ordinato.
Genere: Fantasy, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non ricordo come vi arrivai, né quando.

Pioveva a dirotto quella notte; ogni minuscola goccia si infrangeva impotente sul mondo, rifiutata dallo stesso cielo. Fragili sogni che si schiantavano contro la realtà, frantumandosi in mille frammenti. Camminavo lungo una via completamente buia, illuminata da pochi lampioni distanti circa cinque metri l'uno dall'altro, dandole un aspetto monotono e odiosamente ordinato.

 

Eppure non avevo paura:

 

Dopotutto avevo finalmente trovato la pace. Ero solo in mezzo al nulla, nel silenzio della pioggia. Era quella solitudine che avevo sempre desiderato, quel mio spazio dove creare il mio mondo personale, quello spazio che non avevo mai avuto.

 

E allora perché faceva così male?

 

Quella cantilena si faceva straziante, un continuo ticchettio d'acciaio sempre più brusco riecheggiava nel sordo silenzio.

Mi sentivo soffocare dal suo peso, ma era piacevole in qualche modo.

Macabro; eppure sarei morto volentieri così, consapevole di non andarmene completamente vuoto: avrei dimostrato a me stesso di possedere ancora un'anima, sarei morto con almeno una certezza.

 

Ma a noi non è concesso questo lusso, dico bene?

 

Lentamente ogni spazio vuoto si riempiva di piccole storie familiari, nascoste ognuna nella propria, calda casetta. Dalle finestre illuminate si potevano scorgere sagome danzanti, sembravano felici, sono sicuro che stessero sorridendo. Dopotutto non avevano alcun motivo per non farlo: erano uniti, avevano un posto nel loro minuscolo mondo.

 

Io perché sono qui?

 

Correvano tutti al riparo, apparsi dal nulla. Si tenevano per mano e fuggivano da quella pioggia incessante. Ridevano, gridavano, e se cadevano si aiutavano a rialzarsi, non si lasciavano mai indietro. Provai a seguirli, a stare al loro passo, ma erano troppo veloci, ed anche se li chiamavo loro non si voltavano. Non mi sentivano.

Eppure come uno stupido continuavo a seguirli, correndo, inciampando, rialzandomi, eppure..

 

Non sarei mai stato al loro passo.

 

Improvvisamente svanì ogni cosa: le strade, i lampioni, le case. Tutto.

Rimase soltanto la triste cantilena d'acciaio.

Ero solo, in mezzo al nulla, circondato dalla mia stessa oscurità. Non esisteva nulla oltre me e la pioggia.

 

Ma non avevo paura, perché dentro me sentivo che qualcosa sarebbe cambiata...

 

Una sagoma camminava verso di me, passo dopo passo. Brillava come il sole, e la sua luce era calda e accogliente. Giunse dinanzi a me, immobile. I suoi occhi verdi come lo smeraldo, i suoi capelli lucenti, il suo sorriso, ricordo ogni suo particolare.

 

«Tu mi vedi?» le chiesi.

Silenzio..

Mosse un braccio verso il mio petto, ma non sentii il suo tocco; Questo trapassò il mio cuore come fosse aria, superando la mia sagoma imperfetta. Quindi, non esisto? Nessuno può vedermi? Nessuno può toccarmi? Non percepivo il suo calore, la sua pelle, il suo odore. Non percepivo nulla che venisse da quel mondo. Mi ero sbagliato allora?

 

Perché si avvicinò a me?

 

Voltandomi vidi il suo reale intento: dietro di me vi era una rosa bianca su una roccia, che ella raccolse nelle sue candide mani. Lei non era lì per me, nessuno lo era. Nessuno lo fu mai.

Lei era soltanto un'altra di quelle illusioni, una come tante, piccoli spiragli di felicità che non mi appartengono, gocce di rugiada che cadono lontane dal mio giardino.

Sono soltanto altre delusioni che vagano nel nulla, cercando qualcuno che le accolga e dia loro la forza di diventare realtà.

 

Non ricordo come vi arrivai, né quando.

Ma è un cammino lungo e solitario, disperso tra una moltitudine di scelte,

e che conduce alla fine dei sogni, congela i cuori e uccide lentamente quel che rimane della tua anima.

   
 
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