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Autore: Nox93    17/12/2014    10 recensioni
Questa è una ff ambientata dopo il 7°. Voldemort è caduto e dopo la sua sconfitta Harry scompare nel nulla senza lasciare traccia di se. Ora 7 anni dopo il male è sul punto di tornare. Qualcuno sta cercando di prendere il posto del Signore Oscuro ricreando il suo esercito per riuscire a raggiungere il proprio obiettivo. Per questo motivo qualcuno sarà costretto a fare ritorno per cambiare la situazione.
Genere: Avventura, Dark, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aberforth Silente, Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Luna Lovegood | Coppie: Harry/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: Spoiler!, Violenza | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Alle armi!




 
 
 
 
 
 
 
Quella notte al magazzino aveva segnato un punto di svolta. Dalla battaglia di strategia e intelletto che si era combattuta nell’ombra si era passati ad una dichiarazione di guerra chiara e limpida, una guerra senza precedenti, una pura dimostrazione di forza bruta.
 
 I due schieramenti oramai erano ben delineati. Necros, Sergei Smirnov, con l’esercito dell’Oscuro Signore da una parte e Harry Potter e Veritas dall’altra. Una guerra inevitabile che avrebbe segnato il destino del mondo. Impossibile non combattere, questo Harry lo sapeva bene, come sapeva anche che non c’era affatto parità tra le forze in gioco. Veritas non poteva eguagliare le forze di Necros, erano troppo pochi per poter avere la meglio. Un buon condottiero sa bene quando è arrivato il momento di chiedere aiuto, quando è arrivato il momento di trovarsi degli alleati. Ma dove cercare? Questa era la domanda che affollava la mente dei “leader” di Veritas riuniti quella sera al magazzino. Quella domanda affollava la mente di tutti tranne che di uno. Il simbolo di Veritas, colui che aveva scosso più e più volte il glorioso popolo d’Inghilterra, il Prescelto sapeva bene dove avrebbe potuto trovare appoggio.
 
Dopo il suo “discorsetto motivazionale” i presenti avevano iniziato un’accesa discussione su come un piccolo gruppo di persone come erano loro potesse affrontare un intero esercito. Lo avevano già fatto in passato, certo, ma questa volta era totalmente differente. Kingsley, appena terminato il racconto della serata, aveva spiegato che gli era stato consegnato un rapporto top secret proveniente dall’Ufficio per la regolazione e il controllo delle Creature Magiche. Il rapporto era così segreto che nemmeno Hermione, che era quasi al vertice di quell’ufficio, non sapeva nulla. Stando al rapporto erano stati esaminati i dati riportati dalle squadre Auror andate in esplorazione per gli avvistamenti di Dissennatori e Giganti. I numeri che vennero fuori da quell’esame, seppur soggetti a possibili errori, parlavano chiaro: ci si trovava di fronte al più grande movimento delle popolazioni di Dissennatori e Giganti che si fosse mai visto. Si parlava di un numero di unità due volte superiore a quello che aveva partecipato alla battaglia ad Hogwarts. Quelle creature oscure temevano molto di più Necros che Voldemort e ciò era tutt’altro che un buon segno, soprattutto contando che non erano i soli a spalleggiare il nuovo Signore Oscuro. Ovviamente tutti quelli che vennero messi al corrente di quel rapporto al Ministero pensarono invece che fosse Harry il motivo del movimento di tutte quelle creature oscure.
 
-Quindi qual è il piano? Come possiamo uscire vincitori contro un nemico che ci surclassa così tanto di numero?- domandò esasperato Abeforth ai presenti.
 
-Anche sette anni fa ci surclassavano di numero eppure abbiamo vinto.- Esordì orgogliosa la McGranitt anche se sapeva bene che ora le cose non erano come sette anni prima. Anche lei cercava di motivarli come poteva.
 
-Sette anni fa le cose erano diverse. Sapevamo cosa combattevamo. Invece questa volta no. C’è un mago pazzo e potente con un ingente esercito che vuole risvegliare la creatura più potente e terrificante che sia mai esistita su questa terra. Direi che sette anni fa e oggi non sono proprio da paragonare.- esclamò Neville serio e determinato come non mai. Kingsley rimase taciturno per tutto il tempo non proferendo parola.
 
 
Mentre il gruppetto discuteva animatamente uno di loro si trovava distante. Harry stava tranquillamente raccogliendo alcune cose da terra e dall’interno di un armadio semi distrutto e le stava riponendo in una sacca. Gli unici che se ne accorsero furono Hermione e Draco che durante la conversazione se ne stettero zitti a osservare il moro. Aveva in mente qualcosa ma non sapevano cosa. Ad un tratto il ragazzo parve soddisfatto di quello che aveva fatto sino a quel momento. Chiuse la borsa, si avvinò ad una sedia rovesciata a terra sulla quale giacevano la sua giacca e il suo mantello, entrambi sgualciti e sporchi di polvere, dopo di che si avvinò al gruppetto.
 
-Ora basta.-disse perentorio una volta avvicinatosi abbastanza. Tutti si ammutolirono all’istante e lo osservarono, sorpresi, in attesa. L’ex grifondoro li osservò tutti, uno per uno, con un mezzo sorriso stampato in volto.-La cosa è sfuggita al nostro controllo è vero, la situazione è degenerata prima che ce ne rendessimo conto e di questo mi assumo la totale responsabilità. Questo ci ha destabilizzato, ora ci troviamo in una situazione a noi ostile e non sappiamo bene come affrontarla. La cosa peggiore che si può fare in questo caso però è farsi prendere dallo sconforto, dall’esasperazione e dalla rabbia. È ciò che il nemico vuole e quindi è ciò che non dobbiamo fare. Non ci possiamo permettere altri passi falsi.-disse tranquillo osservando il gruppo. La situazione era brutta e loro non sapevano dove “sbattere la testa” ma quelle poche parole dette da Harry riuscirono a calmare e tranquillizzare i presenti, quasi fosse un suo super potere quello di infondere speranza nel suo prossimo. Una volta compreso che era riuscito a calmarli il grifone riprese.
 
-Vi preoccupate della guerra e di come la affronteremo ed è giusto farlo. Quello che ora vi domandò è, dopo che ho sbagliato, sono ancora il vostro leader?- domandò. Tutti annuirono convinti. Quella era l’unica cosa su cui non avevano dubbi. Harry era l’unico che potesse guidarli in quello scontro.-Molto bene. Quello che voglio che facciate ora è che contattiate tutti i membri di Veritas e che spieghiate loro quanto accaduto. Poi voglio che cerchiate di reclutare chiunque voi pensiate che possa essere una persona fidata, chiunque pensiate che possa, e che voglia, darci una mano e combattere per la propria libertà e sopravvivenza. Poi voglio che abbandoniate questo magazzino, oramai non è più una base sicura. Come quartier generale alternativo suggerisco la Stanza delle Necessità ad Hogwarts. Nessuno, ora come ora, sa come oltrepassare le difese a parte noi, quindi è il luogo più sicuro dove si possa andare. Anche se dovessero scoprirlo, attaccare Hogwarts per ora sarebbe un gesto troppo eclatante e stupido, quindi non una cosa che deciderebbe di fare un uomo come Smirnov. Gestite la situazione da lì e fatelo con discrezione senza allertare gli studenti.-aggiunse poi perentorio. All’improvviso un dubbio attraversò la mente di Hermione.
 
-Hai detto “voi” non “noi”. Questo vuol dire che tu sarai altrove?- domandò la ragazza.
 
-Arguta come sempre.- disse ammiccandole.-No, in questa fase non saremo insieme. Starò via per un po’-disse. I volti di tutti si fecero preoccupati e alcuni stavano per domandare qualcosa ma Harry li zittì con una mano.- Prima che lo chiediate, no, non so quanto starò via, so solo che sarò di ritorno per la Luna Rossa.-
 
-Dove andrai?- domandò di nuovo la riccia.
 
-Difficile dirlo. La risposta esatta sarebbe ovunque credo. Abbiamo bisogno di alleati e io so dove trovarli. Tuttavia mi serve tempo.-disse il giovane, poi si voltò verso Draco e lo osservò con attenzione rimanendo il silenzio.
 
-Che hai da guardare?- domandò il biondo.
 
-Sai sette anni fa non avrei mai pensato di dire quello che sto per dire.-aggiunse ridacchiando.-Affiderei a Draco la mia stessa vita e in passato l’ho già fatto più volte. È astuto, scaltro, abile quasi quanto me. Fino a che non sarò di ritorno affido a lui il comando. So che con voi non ci saranno problemi ma altri potrebbero dissentire perciò dite a tutti che chiunque si opporrà alle sue direttive…se la vedrà con me al mio ritorno.- affermò il giovane sicuro di se. Poi diede una pacca sulla spalla a Draco e disse.- Buona fortuna furetto! Per me è tempo di andare. Herm seguimi per favore.-  E detto questo si avviò verso la porta del “garage” seguito dalla ragazza, lasciando tutti li basiti e senza alcuna possibilità di replicare.
 
Una volta arrivato nel garage, con un rapido movimento di bacchetta rimpicciolì la Camaro, che poi ripose nella borsa, per poi fronteggiare Hermione.
 
-So cosa stai per dire.- affermò il giovane guardandola negli occhi fiammeggianti.
 
-A si? Sentiamo allora cosa sto per dire?-domandò la ragazza con sarcasmo e irritazione. Proprio non riusciva a capire le scelte del suo fidanzato, sempre se così poteva definirlo.
 
-“Vengo con te”. È questo che volevi dirmi. Sbaglio?- domandò il moro tranquillo, quasi in tono scherzoso. Hermione lo guardò storto.
 
-Hai ragione. E scommetto che tu dirai qualcosa del tipo “no, non posso lasciartelo fare. È troppo pericoloso.”Come puoi dire una cosa simile?- iniziò esasperata.- Te lo ricordi vero che io ho combattuto la guerra al tuo fianco, si? Te lo ricordi che c’ero quando un serpente ci ha quasi divorato a Godric’s Hollow, che c’ero quando abbiamo cavalcato un drago per uscire dalla Gringott, che c’ero quando Voldemort ha attaccato Hogwarts, che c’ero quando i nostri amici sono morti e che c’ero quando credevo che anche tu fossi morto. Non sarò un’esperta di Arti Oscure come sei tu, non avrò i poteri che hai tu e non avrò assistito a tutte le cose che hai visto tu in questi anni ma sono un ottima strega, la migliore della mia generazione e ho esperienza sul campo, esperienza che la maggior parte dei maghi non conseguiranno mai in tutta la loro esistenza. So difendermi da sola e non ho bisogno di nessuno e tu non ti puoi permettere di escludermi solo perché pensi…- ma non ebbe il tempo di finire perché Harry le pose l’indice sulle labbra sorridendo divertito.
 
-Questa volta, cara la mia so tutto io, hai toppato alla grande. “no, non posso lasciartelo fare. È troppo pericoloso.” Questa è una cosa che avrei detto sette anni fa hai ragione, su questo non posso controbattere. All’inizio non volevo nemmeno che tu e Ron partecipaste alla ricerca degli Horcrux per evitarvi pericoli ricordi? Tuttavia la guerra e gli anni successivi mi hanno insegnato che è impensabile fare tutto da solo, per quanto tu possa essere abile. Te lo ricordi il mio biglietto “questo è un dono per la mia piccola So-Tutto-Io, senza la quale non mai sopravvissuto tanto.” Era vero e lo è tutt’ora, non pensare che, solo perché ora so più cose di prima, io non abbia più bisogno di aiuto. Avrò sempre bisogno di te. Quello che devo fare non è pericoloso e non rischio la morte.  Comunque anche se lo fosse ti lascerei venire insieme a me.- disse il ragazzo. A quel punto Hermione si rilassò e sorrise. Cercò anche di dire qualcosa ma Harry non glielo permise.-Tuttavia andrò da solo. Ho bisogno di te qui Herm! Mi fido di Draco e mi fido di te. Insieme potete guidare Veritas fino al mio ritorno. Tu eri il mio secondo, lo sei sempre stata e lo sarai sempre. Draco ha le capacità per guidarli ma non possiede la loro fiducia. Tu invece per loro sei un simbolo tanto quanto me, un simbolo di vittoria, un simbolo di integrità, un simbolo di speranza. Non ce la farà da solo se tu non sarai lì ad aiutarlo e supportarlo. Quindi hai ragione a dire che non ti permetterò di venire…ma non perché penso che tu abbia bisogno di essere protetta ma solo perché sono sicuro che in questo momento il tuo posto è qui.- affermò serio fissando la ragazza negli occhi. La riccia lo osservò per qualche secondo, indecisa su cosa fare, ma poi di slancio lo baciò con passione.
 
-Torna presto!- sussurrò staccandosi da lui e abbracciandolo.
 
-Farò il prima che posso. Stai attenta!-
 
-Anche tu….e resta vivo!-
 
-Contaci!- affermò convinto ammicandole.
 
 Nessuno dei due disse “ti amo”. Non ce n’era bisogno, sapevano esattamente cosa l’altro provava. Dire “ti amo” era superfluo. Harry le sorrise e svanì nel nulla come sempre. Hermione attese che anche gli ultimi sbuffi di fumo nero svanissero nel nulla, poi sospirò e rientrò dentro per parlare con gli altri.






 
 
 
 









 
 
 
 
 
 
Erano passate due settimane e mezza da quella notte. Oramai mancavano pochi giorni alla Luna Rossa. La tensione di tutti cominciava a farsi sentire, soprattutto a causa della mancanza di Harry. In quelle settimane ne erano successe di cose. Draco aveva assunto il ruolo di leader pro tempore di Veritas e, con l’appoggio di Hermione e della McGranitt, era riuscito a farsi accettare dagli altri membri che all’inizio non avevano visto di buon occhio la scelta di Harry, contestando al decisione del prescelto. Tuttavia a nulla erano valsi i reclami da parte degli altri membri poiché Hermione, la McGranitt, Kinsley, Neville, Luna e Abeforth si erano schierati in favore di Draco. Durante quel periodo di assenza dell’ex grifondoro, loro avevano seguito le sue direttive alla lettera trasferendo con la massima fretta la sede di Veritas dal magazzino alla Stanza delle Necessità.
 
 La Stanza aveva generato un ambiente che avesse tutto ciò che potesse occorrere ad un organizzazione di “rivoluzionari”. C’erano camerate per i membri, delle sale per l’addestramento, una mensa e un enorme sala per le riunioni, oltre che una sala più piccola dove si riunivano i membri più importanti di Veritas per pianificare.
 
Anche l’operazione di reclutamento proseguiva. Nei primi giorni si erano rivolti ai membri delle famiglie di coloro che facevano parte di Veritas. Poi erano passati a reclutare amici fidati, sostenitori di Silente, oppositori del Ministero, insomma chiunque potesse avere un buon motivo per combattere e per non spifferare nulla alla Vanguard. Erano riusciti a reclutare una sessantina di persone inclusi alcuni studenti del settimo anno che, proprio come gli eroi di Hogwarts sette anni prima, avevano deciso di prendere parte al tutto.
 
In quelle due settimane non erano solo successe molte cose relative a Veritas e a ciò che stava facendo ma anche relative al Ministero e alla sua caccia ad Harry. Ovviamente almeno per il momento la notizia di quanto successo a Caramell non era trapelata. Veritas non aveva ancora avuto il tempo di occuparsi della faccenda e il Ministero si guardava bene dal dichiarare apertamente che il ricercato numero uno d’Inghilterra era riuscito con estrema facilità a colpire uno degli esponenti maggiori del panorama politico ministeriale. Tuttavia l’aggressione a Caramell aveva provocato una reazione da parte del Governo, che tutti però avevano associato alla pubblica dichiarazione di “guerra” al Ministero fatta da Harry alla conferenza del Ministro. Il Ministero aveva reagito in fretta e come primo provvedimento aveva imposto un coprifuoco su tutto il territorio inglese. Nessun abitante del mondo magico avrebbe dovuto farsi trovare in giro oltre le dieci di sera, altrimenti sarebbe stato sottoposto a controlli e a multe salatissime, questo accrebbe gli oppositori alla politica ministeriale. Tuttavia quello non fu il solo provvedimento preso, ve ne fu un altro che fece molto più discutere. Il Ministerò decretò la chiusura immediata di Hogwarts e l’immediato ritorno a casa degli studenti. La motivazione che il Ministro addusse fu che Harry Potter poteva rappresentare un pericolo per gli studenti della scuola, in quanto ex studente che a quanto aveva saputo aveva esplorato la scuola più di chiunque altro. La vera motivazione era in realtà il voler tenere gli studenti il più lontano possibile dalla McGranitt e da coloro che erano considerati i fedelissimi di Silente e di Harry. Una mossa astuta da parte del Ministro che però era riuscita solo per metà poiché molti studenti del settimo anno avevano già deciso di aderire alla causa del Prescelto. Oltre ai coraggiosi Grifondoro e ai leali Tassorosso, anche moltissimi Corvonero, e addirittura qualche Serpeverde, avevano deciso di partecipare.
 
 
Con la scuola chiusa i membri di Veritas avevano iniziato a spostarsi liberamente nel castello e consumare i pasti dentro la Sala Grande. Il girare liberamente nella struttura non rappresentava un grande pericolo poiché,  se fosse arrivato qualcuno dal Ministero, non sarebbe stato in grado di materializzarsi dentro al castello ma solo al di fuori dei confini quindi avrebbero avuto tutti il tempo per nascondersi nella Stanza delle Necessità.
 
Mancavano tre giorni alla Luna Rossa e di Harry non c’era alcuna notizia. Quella sera, come succedeva da una settimana, tutti si erano riuniti a cenare nella Sala Grande dove, per la prima volta probabilmente da quando era stata edificata, regnava un silenzio quasi innaturale. Le persone nella sala rasentavano il centinaio e l’unico rumore che si sentiva era quello delle posate. Erano tutti silenziosi, chiusi nei propri pensieri, angosciati da quello che sarebbe successo da li a due giorni. Anche i “leader” di quel gruppo, seduti al tavolo degli insegnanti, non parlavano e come tutti rimanevano chiusi nei propri pensieri.
 
Hermione stentava a toccare il cibo nel suo piatto. Accanto a lei, Draco la fissava con attenzione, la mancanza di Harry si stava facendo sentire soprattutto su di lei.
 
-Ehi tutto bene Granger? Ti manca lo sfregiato?- domandò il biondo tranquillo continuando a consumare il pollo con patate che aveva nel piatto. Hermione osservò il proprio piatto per un po’ senza parlare.
 
-E se non tornasse? Se gli fosse capitato qualcosa? Sono più di due settimane che non abbiamo notizie!- disse la giovane preoccupata.
 
- Capitato qualcosa? A lui? Quello ha la pellaccia dura. Ci seppellirà tutti fidati! E se non abbiamo ricevuto notizie è perché lui vuole così.- Intanto Luna e Neville, che erano lì vicini, avevano teso le orecchie per ascoltare la conversazione.
 
-Tu sai come rintracciarlo vero? Tu sai da chi è andato!- domandò la riccia voltandosi verso la serpe.
 
-Calma, calma! Rintracciarlo? È escluso. Se anche potessi farlo, bada bene non sto dicendo di poterlo fare, non lo farei perché metterebbe a rischio l’operazione. Sul fatto di sapere da chi è andato…- il giovane esitò un attimo prima di rispondere.-…potrei avere un idea, ma non saprei da dove cominciare.-disse Draco sempre mantenendo il suo tono tranquillo.
 
-Perché?- chiese la ragazza seria.
 
- Quel folle è andato alla ricerca di alleati e c’è un solo modo in cui può farlo.-
 
-Ovvero?-continuò Hermione. Draco si voltò per guardarla negli occhi.
 
-Ci sono persone in tutto il mondo che hanno un debito con quell’uomo. Molti di loro avranno già trovato del fumo nero ad accoglierli rincasando. Poveri diavoli.-affermò il biondo sicuro di se sorridendo e ironizzando come era suo solito.
 
-Sta radunando un esercito?- domandò Neville alle spalle di Hermione.
 
-Mi sembra chiaro. Se quel folle ha deciso di riscuotere i propri debiti che il fato aiuti i suoi debitori. - Disse Draco tornando a scherzare. Hermione stava per chiedere qualcos’altro ma non fece in tempo poiché fu interrotta da un irruzione nella Sala Grande.
 
Argus Gazza spalancò di colpo le grosse porte della sala, entrando di corsa. Era trafelato e preoccupato, percorse di corsa i metri che lo separavano dal tavolo degli insegnanti e si arrestò proprio di fronte alla Preside. La donna lo guardò esasperata. Gazza era una delle poche persone sulla terra che lei proprio non riusciva a sopportare.
 
-Scusi il disturbo signora Preside…- iniziò l’uomo.
 
-Nessun disturbo. Cosa c’è?-
 
-Ecco…ci sono degli intrusi nel castello!- disse l’uomo. La McGranitt scattò in piedi e con gli occhi vide parecchie persone al di fuori della Sala Grande.
 
-E non potevi dirlo subito emerito idiota!- sbottò la McGranitt facendo segno a tutti quelli al tavolo insieme a lei di alzarsi.-Tutti quelli seduti a questo tavolo verranno con me. Voi altri restate qui. Se ci sarà bisogno di voi vi contatterò con un patronus.-esclamò autoritaria. Poi girò attorno al tavolo seguita da Draco, Hermione, Luna, Neville, Nikolai, Jenny e Abeforth e si avviò verso l’uscita della Sala Grande.
 
Appena furono vicini all’uscita notarono un grosso via vai di persone che scendevano le scale e si dirigevano verso il parco, attraverso il portone principale. La McGranitt fece segno agli altri di estrarre le bacchette. Quelle persone non sembravano pericolose ne in cerca di uno scontro ma non sapeva da dove arrivassero. Stava per chiedere ad uno di loro chi fossero quando Draco scattò in avanti in direzione di un uomo molto alto, con una folta barba nera.
 
-Juan!- esclamò il biondo stringendo la mano all’uomo.
 
-Hola Draco!- esclamò l’uomo.
 
-Qué estás haciendo aquí?- Jenny disse che Draco aveva chiesto cosa facesse l’uomo lì. Lo sconosciuto rispose qualcosa in spagnolo che solo Draco, Nikolai e Jenny parvero capire e che li fece sorridere.
 
-Dónde está?- domandò poi Draco. L’uomo indicò il parco del castello. Il biondo diede una pacca sulla spalla all’uomo e fece cenno agli altri di seguirlo.
 
-Dice che “Humo Negro” gli ha chiesto aiuto e che non poteva rifiutarsi.- spiegò il giovane continuando a camminare seguito dagli altri.
 
-“humo negro”?- domandò Neville.
 
-Fumo Nero.- tradusse Draco sorridendo.-Dice che lui si trova nel parco. È tornato!-Gli altri sorrisero con lui, uscendo dal castello alla ricerca del loro eroe. Un grosso peso svanì dal cuore di Hermione quando ricevette la notizia.
 
C’erano centinaia e centinaia di persone nel parco. C’era gente che allestiva tende e focolari, gente che festeggiava bevendo e mangiando, gente che trasportava armi e materiali utili ad una guerra. Da dove arrivassero e come erano entrati era un mistero.
 
 Il gruppo, guidato da Draco, attraversando quella baraonda, captò parecchie lingue che però nessuno riuscì ad identificare con certezza, quelle persone arrivavano da tutte le località del mondo. Hermione riconobbe alcuni abiti caratteristici dell’Africa e del Sud America, alcuni idiomi tipici di una popolazione asiatica ma era impossibile identificare con precisione la provenienza di quella moltitudine di gente. Quando si furono addentrati abbastanza dentro quella marea di persone, si resero conto che si trovavano di fronte ad un vero e proprio accampamento militare, che stava pian piano prendendo forma, in puro stile romano. Il parco era stato completamente inondato da quella folla che continuava imperterrita a fuoriuscire dal castello e a riversarsi sulla pianura antistante.
 
 Poi finalmente in mezzo a quella moltitudine di gente riuscirono a trovare chi stavano cercando. Harry Potter si trovava al centro dell’accampamento e parlava tranquillamente con tre persone dando loro direttive. I tre uomini annuirono e si congedarono lasciandolo da solo.
 
-Ehi sfregiato!- Harry si voltò in direzione della voce e sorrise.
 
-Ehi furetto! Vedo che sei sopravvissuto! Non ti hanno linciato!- affermò ironico dando una pacca al suo amico. Poi rivolse lo sguardo ad Hermione.-Visto? Sano come un pesce come quando sono partito! Qui come sono andate le cose?-
 
-Abbiamo radunato un centinaio di persone in totale. Ma tu hai fatto di meglio a quanto vedo!- Disse Neville osservando stralunato tutta la gente che lo circondava.
 
-Si…beh diciamo che ho riscattato dei favori. Sono circa quattrocento persone, forse qualcosa di più.- Tutti stavano facendo i complimenti a Harry per ciò che era riuscito a fare, tutti tranne Luna la cui attenzione era stata catturata da qualcosa ai limiti della boscaglia. L’unico ad accorgersi che la ragazza aveva notato qualcosa fu Harry.
 
-Ehi Luna tutto bene?- disse avvicinandosi e ignorando quello che Nikolai gli stava dicendo. Luna lo fissò negli occhi poi ritornò a fissare la boscaglia e indicò con la mano.
 
-Laggiù! Guardate!- Tutti si voltarono ad osservare il punto indicato da Luna.
 
-Centauri!- Disse la McGranitt. Un piccolo gruppo di centauri, saranno stati una decina, stava fuoriuscendo dalla boscaglia per avvicinarsi all’accampamento. Subito Harry scattò in direzione di quelle creature seguito a ruota dal resto del gruppo. Una volta avvicinatosi riconobbe all’istante il centauro che guidava il gruppo.
 
-Fiorenzo!- Harry lo conosceva bene. Al suo primo anno quel centauro lo aveva salvato dal suo primo vero incontro con Voldemort e poi durante il quinto anno era diventato professore di divinazione al posto della Cooman. Infine durante la guerra aveva combattuto con coraggio al loro fianco rimanendo anche ferito.
 
-Harry Potter, è un piacere rivederti!-
 
-Anche per me Fiorenzo!-disse Harry chinando il capo in segno di rispetto.-Cosa vi porta qui?- domandò poi.
 
-Quello che ha portato te a tornare indietro dopo anni di esilio. Una guerra che non si può evitare.-
 
-Sai della guerra?-
 
-Noi centauri sappiamo molte cose, non dimenticarlo Harry Potter. Siamo a conoscenza dei fatti grazie agli astri. Sappiamo bene cosa sta per accadere.-affermò serio il centauro. I suoi compagni annuirono.
 
-Cosa sai di Necros?- domandò Harry.
 
-Quello che c’è da sapere e forse anche di più. Non possiamo condividere la conoscenza dei centauri con gli umani, questo dovresti saperlo. Tuttavia c’è una cosa che posso condividere con te. Le stelle ci hanno mostrato quali sono i tuoi piani e quelli di Merlino, Harry Potter.- A quella frase il moro abbassò lo sguardo e fece un mezzo sorriso. Poi rialzò il capo e osservò attentamente la creatura di fronte a lui. Gli occhi verde speranza del giovane si specchiarono nel blu intenso degli occhi del centauro.
 
-E cosa ne pensi? Funzionerà?- il gruppo non stava capendo bene di cosa stessero parlando.
 
- Gli astri non ci hanno permesso di vederlo. È raro che accada, ma quando succede significa che il destino è davvero troppo incerto. Posso dirti però che tu e Merlino siete due folli. Lui per aver suggerito quello che ha suggerito e tu per aver accettato di metterlo in pratica.-esclamò Fiorenzo serio.
 
-Sai un famoso filosofo olandese, Erasmo da Rotterdam, diceva:”Le idee migliori non vengono dalla ragione, ma da una lucida, visionaria follia.” Se la follia è quello che occorre per vincere allora follia sia.-
 
- Il vostro piano è incerto, azzardato e pericoloso Harry Potter.-Harry a quella frase sorrise e fissò Fiorenzo.
 
- In guerra, la massima "la sicurezza innanzi tutto" porta diritto alla rovina. Farò ciò che è necessario per vincere Fiorenzo. Ne tu ne altri mi distoglierete dal mio obiettivo.-Affermò determinato il moro. Fiorenzo rimase zitto per qualche secondo osservando in modo molto serio Harry. Poi, cosa assai insolita per un centauro, si rilassò e sorrise al giovane.
 
-Sei diventato un uomo molto saggio Harry Potter, Albus Silente sarebbe fiero di te.- Affermò sereno.-Dopo aver ascoltato le tue parole non alcuna remora nell’offrirti l’aiuto di noi centauri. È una guerra che ci riguarda tutti e noi ti daremo il nostro appoggio, per quanto possibile. I rapporti tra le nostre razze sono sempre stati burrascosi, ma nessuno di noi può ignorare quanto sta per accadere. Da oggi ci sarà un alleanza tra uomini e centauri.- Disse Fiorenzo solenne offrendo la mano ad Harry.
 
-Alleati...per vincere questa guerra!- disse Harry stringendo la mano del centauro.





Spazio dell'Autore: E rieccomi! Lo so ho saltato una settimana scusate! ma sono stato impegnato! XD Ma veniamo al capitolo! Questo capitolo è diciamo solo di collegamento, infatti è stato un po' noioso scriverlo, anche se nel finale mi sembra venuto bene! Ci stiamo avviando verso la conclusione della storia e quindi anche alla parte divertente che non vedo l'ora di scrivere! Detto questo aspetto vostri commenti e alla prossima gente!
 
  
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