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Autore: Kyuri_Zaoldyeck    17/12/2014    1 recensioni
Kiri andava sempre più fiera di quella squadra, era consapevole però, che 2 mesi dopo si sarebbero separati mettendo fine al mito della Generazione dei Miracoli, e il pensiero la rendeva triste.
Tuttavia, i fatti del suo passato alla Teikou legati alla sua squadra del cuore racchiudevano gioie e dolori, che mai pensava si sarebbero riproposti anche nel suo presente, quando rincontrerà quegli occhi rosso fuoco che avrebbero capovolto la sua vita
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Seijuro Akashi, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Quel giorno era uscita più tardi da scuola, e correva a perdifiato per raggiungere l’amico al distributore di ghiaccioli. La luce del tramonto si era già impadronita del cielo e lei stava temendo che se ne fosse già andato.
Improvvisamente si fermò, mai pensare una cosa del genere della persona più fedele al mondo. Lei sorrise a sé stessa e riprendendo fiato, si sedette accanto a lui:

-Grazie per avermi aspettata, Tetsu- disse lei mentre lui le porgeva il suo ghiacciolo, come sempre al lampone. Lei si rimise a fissare il suo ghiacciolo azzurro come i suoi capelli, convinta dell’assurdità di tale cosa.

-Hai preso ancora il Tonico?- chiese lei snobbando quel gusto sconosciuto e dolciastro che alla macchinetta chiamavano comunemente “Tonico”. Lui annuì continuando a leccarlo.

-Kiri-chan, come ti è andato il test dell’orientamento?- lei ricordò subito quel questionario che li avrebbe consigliato la loro futura scuola.

-Shutoku, come pensavo, e a te?- chiese lei dando un potente morso al suo ghiacciolo al lampone.

-Seirin, magari ci andrò davvero-

-Avrai risposto alle domande in maniera lavativa, o vuol dire che è quello il tuo posto- disse lei.

-Credi sia quello il mio posto?- chiese lui preoccupato.

-Sappiamo bene che il tuo talento non sta affatto nelle materie scolastiche, una scuola facile come la Seirin sarà perfetta per te- pensò di avergli consigliato bene, lui sembrò prenderla molto sul serio.

-Secondo te ci rincontreremo? Voglio dire noi del team-

-Probabile, ma non credo nel destino, credo nel fato, e credimi, c’è differenza- lui sorrise e guardò il cielo, il sole brillava ormai rotondissimo nel cielo, pronto ad adagiarsi e dare il posto alla notte.

-Però sarebbe bello, continuerò a crederci, ho iniziato ad amare il basket grazie a voi-
Insieme, quasi calata la notte, si recarono a casa, come ogni giorno dopo la scuola. E le tornava sempre in mente quell’immagine, lei che saltellava allegramente facendo sventolare i suoi lunghi capelli color vinaccia, Tetsu che la seguiva a passo lento, e la luce arancione del tramonto sopra di loro.

 
                                                                                 ***
 
Era scesa sulla spiaggia a guardare il mare ricordando quel mondo che stava per lasciare, credendo di essere sola, senza accorgersi di non esserlo. In quel silenzio più rumoroso di tutti, Aomine si era avvicinato a lei mettendole sulle spalle la sua giacca.
Lui le offrì di tornare a casa con lui, ma Kiri per quel momento non aveva intenzione di andare a casa, si alzò e chiese lui di accompagnarla in una passeggiata in riva al mare.

Kiri camminava tenendo le scarpe in mano, e ogni tanto alzando la testa per sorridere al suo amico, decisamente più alto di lei. Trovava quell’atmosfera davvero romantica ma non doveva scorrere quell’atmosfera tra loro due, eppure rifletteva che c’era un tipo di attrazione particolare, soprattutto in lui. Aveva appurato da molto tempo la sola tipo di attrazione che poteva provare Aomine era fisica, più volte l’aveva sorpreso a fissarle il petto, nonostante non fosse al livello di quello dell’amica Momoi.

Fu una lunga passeggiata sulla spiaggia, di poche parole e dalla meta inesistente, Kiri pensava che quello fosse l’ultimo momento da scolpire nei suoi ricordi relativi alla Teikou.

Ad un tratto i due si imbatterono in un capannone abbandonato, ricco di attrezzi per la pesca, e vedendolo, Aomine vi entrò con l’intenzione di mettersi a dormire. Kiri tentò di fermarla ma non si era accorta che le una di notte erano già passate da molto, “quando sono passate?!” si chiedeva. Anche Kiri decise allora di fermarsi a dormire lì. Trascinò via un enorme telo bianco che si trovava sopra a delle casse di legno, e con quello si coprì.

In realtà quella notte fu molto diversa, una cosa tirò l’altra, e come per coronare accidentalmente la fine di tutti quei bei momenti, i due si concessero una notte di immensa passione, che riuscì a lasciare appagata anche Kiri. Chiuse gli occhi alle prime luci dell’alba, per svegliarsi poche ore dopo. Coperta da quel telo bianco, non aveva alcun vestito addosso, e si raccolse su sé stessa riflettendo sulla notte appena passata.

Gli unici sentimenti che sorsero in lei furono disonore e vergogna per aver buttato al vento in maniera così rude la sua purezza, e non con l’uomo che amava e che avrebbe amato per la vita. Si alzò lentamente, lui era lì accanto a lei sotto al telo bianco. Uscì dal telo strisciando senza far rumore, si vestì in fretta, e corse via, in preda al panico. Corse e corse sempre più veloce, per poi crollare sulla spiaggia di quel bel ristorante. E lì, implorò al cielo di non incontrare più la Generazione dei Miracoli, soprattutto Aomine.

 
Nonostante tutto lui riuscì a trovarla, stanca e spossata sulla sdraio a fissare il mare mattutino. I due litigarono pesantemente, senza mai considerare quanto fosse stata piacevole per entrambi quella notte insieme. Alla fine lui le disse di non farsi più vedere, e lei scelse di prenderlo in parola, scappando subito e partendo per l’Europa i restanti due mesi.

Questo accadde quell’estate, prima che la vita di Kiri prendesse una svolta diversa da come si aspettava. Poco tempo dopo si iscrisse alla scuola dei suoi sogni, la Shutoku, diventando compagna di classe di Midorima, e manager della rinomata squadra di basket, e così si sentì a casa una volta rientrata nel mondo del basket.
   
 
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