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Autore: milly92    17/12/2014    4 recensioni
Marnie Brooks ha quasi ventiquattro anni, è laureata in Ingegneria Fisica e si appresta a conseguire il Dottorato presso la Caltech University di Pasadena.
E' la cugina di Penny, ma sono totalmente diverse e per di più non si frequentano da circa dieci anni, da quando Marnie si è trasferita a New York con la sua famiglia.
Quest'ultima riuscirà ad integrarsi nel gruppo della cugina senza causare troppi guai?
Dall'inizio del quarto capitolo:
""S.O.S. Stronzetta ad ore dodici che vuole rubarmi il fidanzato. Qui urge un piano, io penso alle scimmie, ci vediamo da me tra mezz'ora" [...]Quando lesse il messaggio di Amy, tuttavia, si svegliò completamente, viste le immagini scaturite nel suo cervello da quelle semplici parole: casa sua invasa da un gruppo di scimmie impazzite, che distruggevano tutto e si gettavano sulla povera Marnie."
Genere: Comico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Eccomi qui! ^^

Oggi il pc ha fatto i capricci, ma per fortuna ora si è acceso...

Grazie a tutti per gli auguri e i numerosi “in bocca al lupo”, mi hanno portato fortuna ^^ Ora posso dire di essere laureata... E con un occhio che ho portato bendato nelle ultime 48 ore, ma per fortuna è tutto ok xD

Scusate il fiume di parole, ma volevo aggiornarvi.

Comunque... Terzultimo capitolo, eheh.

Marnie si è arresa, secondo voi?

Lo scoprirete solo leggendo :D

Spero vi piaccia, fatemi sapere!
Grazie a tutti coloro che continuano a leggere e recensire, siete unici!

Ah... E se qualche Shamy shipper ha voglia di fangirlare dopo aver visto la 8x11, fatevi avanti, ho ancora gli occhi a cuoricino! <3

Proprio per questo, pensavo... Vi andrebbe se creassimo un gruppo su fb in cui parlare di TBBT, delle puntate, del cast e dove pubblicizzare le storie di questa sezione? Fatemi sapere :D

Bacioni,

milly.

 

8. ...E Tanto Rumore per Nulla

 

 

Circa due mesi dopo...

 

Marnie giunse nel palazzo che da due mesi e mezzo era la sua nuova casa.

Vedendo l’ascensore guasto come al solito, sospirò, e si apprestò a salire le otto rampe di scale che l’avrebbero condotta al quarto piano.

Era felice, aveva scoperto di aver preso A all’esame di Fisica Quantistica e aveva comunicato il risultato a casa, con somma gioia della sua famiglia.

Tuttavia, il pensiero di rientrare a casa e trovare Amy e Bernadette sedute su quello che purtroppo la sera si trasformava nel suo letto non le piaceva affatto.

Non parlava seriamente con loro dalla sera in cui Amy era intervenuta al ristorante thai, e tutte le volte che cenavano insieme non la coinvolgevano nella discussione e lei stava nell’appartamento 4A giusto il tempo di cenare, dicendo che doveva studiare.

Sheldon diceva che faceva bene, approvando quindi la sua scelta, e lei inizialmente si era sentita molto turbata – avrebbe preferito un “Stai qui un altro po’” – poi ci si era abituata.

Ormai lo considerava come un qualcosa di intoccabile, che non conosceva nemmeno bene.

L’unica cosa positiva di quei mesi era stata l’amicizia con Raj: uscivano sempre insieme, andavano al cinema, e stavano progettando di iscriversi insieme ad un corso di fit boxe per smaltire tutti i frullati che si concedevano durante la settimana.

Quando Marnie giunse a casa sua, ovviamente, trovò le tre migliori amiche che conversavano tranquillamente con una bottiglia di vino quasi vuota sul tavolino.

“Salve” disse freddamente, con un sorrisino di circostanza.

“Tesoro, ciao! Come è andata la giornata?” l’accolse Penny.

“Ho preso A all’esame”.

“Complimenti!”.

“Brava!” squittì Bernadette.

Amy si limitò a sorridere freddamente.

“Grazie. Vado a farmi una doccia”.

“Aspetta, Marnie. Stavamo parlando del Ringraziamento, mancano pochi giorni... Abbiamo scoperto un bel ristorante al centro di Pasadena, ti andrebbe di venire?” domandò Penny, entusiasta.

“Io.. Non lo so...”.

“Viene anche Raj, dai!”.

“Che c’entra, scusa? Devo fare una cosa solo perché la fa Raj? Posso fare ciò che voglio, se non sbaglio. Mi permettete di pensarci un po’?” sbottò acidamente, salvo poi tapparsi la bocca.

Tutte la guardavano sbalordite per quella grinta, e lei si sentì una strega.

Il problema era suo, non loro.

Lei si era allontanata, preferendo il silenzio all’affrontare la situazione.

Tuttavia, Penny parve decidere il contrario.

Si alzò e le andò incontro con aria decisa, sospirando.

“So perché stai così. Sono mesi che sto zitta ma... Lo so, Marnie. So della tua cotta, lo sanno tutti, tranne Sheldon” mormorò la bionda, cauta.

Marnie arrossì di botto, e notò subito lo sguardo delle altre due saettare verso di lei.

“Io... No, no, sto bene, mi è passata!” gracchiò, sentendo la gola asciutta.

“Ammetti di essere stata cattiva il giorno in cui sei andata in fumetteria con Sheldon?” domandò Amy.

“Non ho fatto nulla, non è successo nulla! E’ tutto tuo!” strillò Marnie, sforzandosi di non iniziare a piangere.

“Sai che vittoria” borbottò sarcasticamente Penny, per poi zittirsi.

“Ovvio che lo è! Sheldon ama solo me, me lo ha detto, sai? Mi ama, quindi è meglio che tu la smetta di comportarti così con noi. Sono io quella che dovrebbe avercela con te!” sbottò Amy, alzandosi e fronteggiandola.

“Perché ti scaldi tanto se sei così sicura che sia tutto tuo? Mi sono allontanata e lo ignoro, non sei contenta? No, non lo sei, perché in cuor tuo hai notato che stavamo per diventare molto intimi. Ora, se volete scusarmi, vado a farmi una doccia e poi tolgo il disturbo” rispose Marnie, che, in realtà, pensava solo la metà di quelle cose, ma le aveva dette per difendersi.

Amy se ne stava immobile, colpita, e Bernadette le si avvicinò, sussurrando un: “Lo sai che non è niente vero, per lui ci sei solo tu”.

 

“...E quindi Will Wheaton continua a mandarmi sms ma non so cosa fare” disse la voce di Amy, circa un’ora dopo.

Marnie aveva appena finito di asciugarsi i capelli e si stava vestendo nella stanza di Penny, visto che le altre avevano continuato a fare salotto sul suo letto come se nulla fosse.

“Dovresti dirlo a Sheldon” mormorò Bernadette.

“Sei matta? Lo sai come reagirebbe. Non dirgli nulla” disse invece Penny.

Non riuscendo a trattenersi, Marnie schiacciò l’orecchio contro la porta, ancora animata dalla discussione di poco prima.

“Non siete affatto d’aiuto! Devo prendere una decisione, mi ha chiesto di vederci il giorno prima del Ringraziamento”.

“Vacci” insistè Penny.

Marnie boccheggiò, portandosi una mano sul cuore: possibile? Will Wheaton aveva invitato Amy ad un appuntamento? E lei prendeva anche in considerazione la possibilità di incontrarlo?

La rabbia di poco prima raggiunse il picco, tanto che si decise a sbrigarsi, a infilare le scarpe basse, il cappotto e a prendere la borsa.

Quando aprì la porta, le ragazze si zittirono di botto e lei fece un sorrisino di circostanza.

“Esco, come promesso” borbottò freddamente, per poi aprire uno dei cassetti ed estrarne un cavo USB. “Devo restituirlo a Leonard, c’è in casa?” aggiunse.

“Oh, sì, certo” mormorò Penny. “Marnie, comunque penso che...”.

“Bene, ciao” l’interruppe la cugina, uscendo di casa, senza premurarsi di ascoltarla.

Si sentiva davvero una stronza, ma era stufa di essere additata come la povera scema senza speranze di turno.

Doveva essere trattata male per nulla? Tanto valeva fare qualcosa...

 

Leonard le aprì la porta e le sorrise.

“Marnie! Entra!” la invitò.

Lei ricambiò il sorriso, felice di vedere qualcuno che fosse gentile e sincero con lei.

“Ciao, Leonard. Che bello vedere che c’è qualcuno che non mi tratta come un’appestata, oltre Raj” ammise.

“So come ti senti, ci sono passato per anni come Penny, anche se non capisco come tu possa essere attratta da lui” spiegò, scrollando le spalle.

Marnie arrossì, paonazza. “Leonard!”.

“Tranquilla, non è in casa. Comunque... Non hai fatto nulla di male, sono dalla tua parte. Io ho fatto di peggio,davvero, tipo dare cattivi consigli a Stuart quando uscì con Penny”.

“Penny è uscita anche con Stuart?”.

Leonard annuì. “Incredibile, eh?”.

“Vedi? Cioè, alla fine Penny alla mia età ne ha combinate di cotte e di crude e ora mi tratta come se fossi una bambina che deve tornare a fare la brava, ti sembra giusto? Non ho mai sbagliato in vita mia e...”.

“Marnie, tranquilla. Le parlo io” promise il ragazzo, incoraggiante.

“Grazie! Comunque, sono venuta a restituirti il cavo USB che mi hai prestato” aggiunse la ragazza, estraendo l’oggetto dalla borsa e porgendoglielo.

Nel giro di poco salutò il fisico sperimentale, un po’ più felice, e uscì dal suo appartamento.

 

 

Stava giusto pensando che fosse stato un bene non aver incontrato Sheldon che se lo ritrovò davanti, qualche passo dopo essere uscita dal condominio.

Notò la figura alta e magra poco distante da lei e sospirò, domandandosi che cosa avrebbe fatto.

Gli avrebbe detto di Will Wheaton e Amy? L’avrebbe semplicemente salutato?

Non ebbe il tempo di decidere che lui era già a pochi centimetri da lei, con una busta della spesa tra le mani.

“Marnie, ciao” la salutò educatamente.

“Ciao, Sheldon” replicò, nervosa più che mai.

“Non sono pratico nel decifrare voci ed espressioni, ma mi sembri strana. Non ti sarai mica ammalata? Gira una brutta influenza e non voglio ammalarmi!” esclamò il fisico teorico, allontanandosi di qualche passo come se avesse visto un mostro dinanzi a lui.

“No, no, sto bene... Ho preso A all’esame” aggiunse poi, giusto per dire qualcosa e guadagnare tempo.

“Oh, bene. Certo, io ero il tipo da A+, ma non si può pretendere molto, vero?” obiettò il ragazzo.

Basita, Marnie si domandò cosa ci trovasse in quello spilungone saccente, poi guardò quegli occhi blu e quel sorrisino adorabile e dimenticò tutto.

“Comunque, c’è una cosa che hai bisogno di sapere” disse, prima di riuscire a trattenersi.

“Cosa? Aspetta, aspetta, mi sembra di capire che tu mi stia per dire qualcosa di segreto e confidenziale. L’ho capito dal fatto che hai abbassato la voce e le sopracciglia”.

“Sì, è così”.

“E allora non voglio saperlo! Odio mantenere i segreti e se è sul serio confidenziale, beh, non mi interessa” esclamò il ragazzo, allontanandosi.

“Riguarda Amy e Will Wheaton!”.

A Marnie bastò dire quei due nomi per far sì che il fisico si bloccasse e si rigirasse, con un’aria alquanto stranita.

“Non capisco. Cosa vuoi dirmi? Amy e Will Wheaton sono due delle persone che conosco che non hanno alcun legame, anzi, non si trovano molto bene tra loro. Voglio dire, sono entrambi pazzi di me, ma le cose che hanno in comune terminano lì” spiegò Sheldon, scrollando le spalle.

Marnie deglutì, sentendosi in colpa ma allo stesso tempo come un fiume in piena.

“Ho ascoltato una conversazione in cui Amy diceva che lui continuava a mandarle sms e penso che si incontreranno il giorno prima del Ringraziamento. Pensavo dovessi saperlo” disse l’ingegnere tutto d’un fiato, sentendo il volto accaldato nonostante la temperatura non proprio alta.

Sheldon battè le palpebre, confuso, poi sorrise.

“Sarà una sorpresa per me, ne sono sicuro! Mi adorano entrambi!” esclamò.

“Non saprei, Amy sembrava turbata e... Indecisa. Ma non è nulla di cui tu possa informarti dando uno sguardo all’archivio sms del suo telefono, no?”.

“Marnie, mi stai proponendo di violare la privacy della mia fidanzata?!”.

“Ti sto proponendo di tutelarti... So quanto non ti piacciano le sorprese, Sheldon, e penso che non meriti di avere qualcuno al tuo fianco che agisce alle tue spalle” spiegò la ragazza, improvvisamente seria.

“Marnie... Conosco Amy, sarà qualcosa che sta organizzando per me! Alla fine, per dirla con un titolo Shakesperiano, si tratterà di Tanto Rumore Per Nulla” minimizzò il ragazzo, che probabilmente non aveva nemmeno intuito cosa stesse suggerendo la ragazza. Fece per andarsene, poi si bloccò e si voltò. “Ah, Marnie?”.

“Sì?”.

“Usa il tempo che sprechi nell’ascoltare le conversazioni altrui per studiare... Un’A+ è tutta un’altra storia!” la rimbeccò, per poi voltarsi e andarsene.

Marnie si mosse il labbro, delusa da quella conversazione, e non le rimase che dire: “Io non ti ho detto nulla, mi raccomando!”.

 

 

Circa quindici minuti dopo, l’auto di Raj si fermò davanti il condominio dei ragazzi,e il proprietario uscì, sorridendo in direzione della ragazza che lo stava aspettando.

“Congratulazioni per l’esame!” esclamò, porgendole un frullato ai lamponi. “Ecco, il portafortuna! Che ti avevo detto? Bevilo quando studi e andrai bene, è un mio vecchio rito!”.

“Grazie, Raj. Mi stai facendo ingrassare...”.

“Appena torno andiamo in palestra, promesso!”.

“Appena torni?”. Confusa, Marnie guardò Raj,che annuì con aria colpevole.

“Ho l’areo per Londra stasera... Priya e George si sposano tra due giorni, mi perderò il Ringraziamento, tornerò lunedì. Volevo dirtelo, ma stavi studiando...” si giustificò l’astrofisico, con un sorriso triste.

“E allora? Solo perchè stavo studiando...?”.

“Lascia stare, tornerò presto. Mi dispiace perdere il Ringraziamento, ma devo andare”.

Per Marnie fu un duro colpo sentire quelle parole, tanto che sospirò pesantemente e rifilò un’occhiata rattristata all’amico.

Voleva raccontargli ciò che aveva appena fatto, sperando in un’opinione positiva, ma Raj doveva partire e, conoscendolo, avrebbe passato il giorno del matrimonio al telefono con lei se necessario, pur di darle una mano.

Perciò, a malincuore, mormorò semplicemente: “Sarà un Ringraziamento pietoso senza te. Gli altri vanno a mangiare in un ristorante e...”.

“Certo che vanno in un ristorante, senza il loro amato chef!” ribadì Raj, indicando sè stesso con fierezza.

Marnie si lasciò scappare un sorriso. “Volevo dire che saranno tutti in coppie e credo che rimarrò a casa. Penny mi ha appena detto che sa tutto e... Mi sento a disagio. Torna presto!” aggiunse in un sussurro.

“Non sai quanto vorrei rimanere qui, davvero. Mi mancherai” mormorò l’astrofisico, avvicinandosi e stringendola a sè con calore. “Anche se sarò fuori per il Ringraziamento, so di cosa devo essere grato”.

“E di cosa?”.

“Di averti nella mia vita. Mi sono divertito molto con te negli ultimi mesi” ammise il ragazzo, quando la liberò dalla sua stretta.

“Anche io” ammise Marnie, che in quei casi non sapeva mai cosa dire o fare. “Mi... Mi mancherai anche tu”.

Ci fu un lungo minuto di silenzio, interrotto infine dal: “Beh, io.. Devo salutare anche gli altri, è meglio che vada” di Raj.

“Certo. Io invece vado alla ricerca di qualche dvd da vedere, stasera escono tutti quindi posso starmene in pace davanti alla tv...”.

“Non nolleggiare la saga di Harry Potter, però! Dobbiamo vederla insieme appena torno!”.

“Sì, tranquillo. Ciao, Raj”.

“Ciao, fai la brava in mia assenza!” la prese in giro l’indiano, prima di abbracciarla rapidamente per l’ultima volta.

 

 

Toc. Toc. Toc. “Marnie!”.

Toc. Toc. Toc. “Marnie!”.

Toc. Toc. Toc. “Marnie!”.

Sbalordita, Marnie smise di leggere per l’ennesima volta l’ultimo capitolo di “Jane Eyre” e battè numerose volte le palpebre. Sheldon la stava cercando?

Non si parlavano da due giorni, da quando gli aveva detto di Will ed Amy, e temeva il peggio.

Deglutendo e respirando con forza, la ragazza si avvicinò alla porta e la aprì lentamente, ritrovandosi davanti il fisico teorico.

“Fingiamo che tu mi abbia invitato ad entrare” esclamò, entrando con passo rapido e chiudendo la porta alle sue spalle.

“Sheldon, che succede?”.

“Tu, maledetta! Mi hai tentato! Per colpa tua ho invaso la privacy della mia fidanzata e ora la mia memoria eidetica non mi consente di dimenticare i ventidue sms che ha ricevuto da Will Wheaton, che tra l’altro è tornato nella lista dei miei nemici!” urlò, puntandole l’indice contro.

Marnie boccheggiò, incredula.

Ringraziò il cielo che Penny fosse uscita con Leonard per comprargli un completo nuovo, altrimenti avrebbe subito scoperto le sue azioni poco nobili.

“E... Cosa hai scoperto?” chiese, esitante.

“Te lo dico io cosa ho scoperto! Che Amy domani sera aspetterà Will nel suo appartamento! Lui scriveva sms colmi di “Allora, ci stai?”, “Dimmi di sì”, “Acqua in bocca con Sheldon!”, “A che gusto preferisci il caffè?” e cose simili!”.

“Sheldon... Mi spiace, ma è meglio che tu lo sappia, no?” mormorò Marnie, con una voce bassissima.

“Tu mi hai cacciato in questo guaio e tu mi ci tirerai fuori!” urlò invece il fisico, accalorato più che mai.

“Io? E cosa posso...?”.

“Domani mi troverai un passaggio per andare a casa di Amy e vedere se Will si presenterà. E se lo farà... Lo affronterò da vero uomo del Texas”.

“Ma.. Come posso... Non conosco nessuno oltre voi! Possiamo andare a piedi, Amy abita a quindici minuti da qui, dopotutto. E poi credo dovresti pagare Amy con la stessa moneta” aggiunse la ragazza, accalorata.

Il pensiero di Amy che tradiva Sheldon con un attoruncolo qualsiasi la mandava in bestia, anche perché lei aveva fatto di tutto per allontanarsi da quel ragazzo visto che era impegnato.

Come si suol dire, chi ha il pane non ha i denti.

“E sarebbe?”.

“Lei si vede con qualcuno. Anche tu devi farle capire che sei in grado di vederti con qualcun’altra” spiegò cautamente.

Sheldon esitò, stringendo gli occhi, mentre pensava. “In effetti, ho provato a fare una cosa del genere il giorno in cui le ho chiesto di diventare la mia ragazza. Lei era uscita con Stuart...”.

“Cavolo, ma tutte sono uscite con Stuart?”.

“A quanto pare sì. Comunque, immagino come riflesso di gelosia, invitai tua cugina ad uscire con me e lei mi fece capire che dovevo essere coraggioso e riprendermela”.

“Ma non vedi, Sheldon? E’ la seconda volta che esce con qualcuno che non sia tu, ha bisogno di capire che non sei il tipo che si fa maltrattare! Devi reagire!”.

“E quindi, al contrario di tua cugina, mi proponi di utilizzare inganni e giochetti. Astuto. Dopotutto sei più intelligente di Penny!” commentò il fisico, più deciso.

“Certo che lo sono! Mi volevano a Yale!”.

“Ed io sono stato accettato ad Harvard, Yale, Princeton, Brown, Oxford, Sorbona... Non vedo il punto della questione”.

Marnie si trattenne per non ridere, visto il paradosso di un uomo con un quoziente intellettivo altissimo che non capiva ciò che gli stesse dicendo.

“Lascia perdere. Posso aiutarti io, dille che uscirai con me” spiegò, speranzosa.

“In effetti avrebbe senso, sono mesi che mi dice che devo fare attenzione a te. Che sciocca che è, non sa che vuoi solo aiutarmi” mormorò ingenuamente il fisico, esibendo la sua totale mancanza di malizia. “Allora siamo d’accordo”.

“Perfetto”.

 

Il giorno dopo, alle otto di sera, Marnie e Sheldon erano nascosti dietro l’angolo del condominio in cui viveva Amy.

“Ora, appena vedrai Will, non fiatare e non ti muovere. Se poi scendono, li affronteremo” sussurrò Marnie.

“E come li affronteremo?”.

“Devi dire ciò che pensi e se la cosa va male, dici ad Amy che tanto avevi intenzione di uscire con me” mormorò la ragazza.

“Cosa intendi con “se la cosa va male”, Marnie?”.

“Se conferma di voler uscire con lui”.

“Marnie?”.

“Sì?”.

“Ho paura. Non voglio perderla”.

Quelle parole furono una brutta doccia fredda per Marnie, tanto che si sentì l’aria mancare.

Cosa stava combinando?

Lui era palesemente innamorato pazzo di quella stramba neurobiologa, e nulla avrebbe fatto mutare i suoi sentimenti e trasferirli verso di  lei.

Avrebbe potuto fare qualsiasi cosa, escogitare trucchetti e inganni, ma il risultato non sarebbe mai cambiato, in nessun modo.

Sheldon amava Amy, non c’era spazio per lei nel suo cuore, doveva farsene una ragione.

In uno slancio di pura bontà e sensi di colpa, così, sospirò e obbligò il fisico a voltarsi verso di lei.

“Sheldon...” disse, sentendo la gola secca. “Hai sbagliato a fidarti di me. Va da Amy e parla chiaro, sono sicura che una soluzione ci sarà. Ti ho ingannato” ammise, sentendo le lacrime che rischiavano di bagnarle il viso.

“Cosa?”.

Marnie annuì, tirando su con il naso.

“La questione di Amy e Will è vera, ma io ho giocato sporco. Volevo che vi lasciaste, perché tu... Tu mi piaci!” rivelò, vergognandosi come una matta, con una voce stridula che non le donava affatto. “Amy aveva ragione. E ora capisco perché si è comportata così con me... Sarei capace di fare delle cose subdole, come tutti” disse, con la voce che le tremava.

Si sentì piena di vergogna, con le gambe che rischiavano di farla cadere, ma allo stesso tempo si sentì più leggera.

“Io ti piaccio?” esclamò sbalordito Sheldon, spalancando la bocca. “E’ la prima volta che una ragazza me lo dice, oltre Amy. Ma d’altronde... Io piaccio a tutti, si sa!”.

Marnie, che ormai piangeva, sorrise tra le lacrime.

“Va da lei e dille ciò che sai, dille pure che te l’ho detto io e chiedile come stanno i fatti. Io starò qui se vuole chiarimenti, ma accertati che non abbia armi con sè” ironizzò, cercando un fazzoletto nella borsa.

Sheldon obbedì, decisamente non più preoccupato come prima, e Marnie lo vide allontanarsi, con tutte le speranze di essere ricambiata.

“Chissà se un giorno qualcuno mi amerà come lui ama Amy...”.

 

“Tu! Mocciosa!”.

Amy la stava raggiugendo. Camminava a passo spedito, e dietro di lei Sheldon e Will Wheaton guardavano la scena, intimoriti.

Entrambi sapevano quanto potesse essere pericolosa una litigio tra due donne.

“Amy...”.

“Come hai osato ascoltare e fare la spia! Ma ti pare che avrei tradito Sheldon?”.

Marnie scrollò le spalle.

“Era una sorpresa per Natale! Will ha bisogno di lavorare e mi ha proposto di girare un episodio di “Fun with flags” con Star Trek come tema, insieme a lui e a James Earl Jones! Non volevo accettare perché so quanto Sheldon ami il suo show e non avrebbe potuto apprezzare la sua assenza in uno delle puntate, ma alla fine ho accettato! E tu ne hai subito approfittato!” urlò la neurobiologa, fuori di sè.

Sentendosi uno straccio, Marnie fece un passo indietro.

“L’ho capito, Amy. Ho capito che siete inseparabili e che nel suo cuore ci sei solo tu. Altrimenti perché pensi che gli abbia detto di dirti tutto? Io non sono così! Non ho mai fatto queste cose! Non so cosa mi sia preso... Più mi impedivi di stargli vicino e più ti odiavo. Ma è finita, mi faccio da parte, anzi, ci ho pensato... Vado a vivere da Raj finchè non torna, così non lo vedrò e gli starò lontano” dichiarò, sforzandosi di non piangere ancora.

Basita, Amy la squadrò da capo a piedi, incerta se crederle o no.

“E come faccio a sapere che la smetterai?”.

“Il fatto che so che pur provandoci ancora non mi degnerebbe di uno sguardo. Ti nomina sempre, e quando ti vede gli si illuminano gli occhi. Ecco di cosa dovresti riconoscente per il Ringraziamento” disse Marnie, sospirando.

“Giuro che se ti azzarderai a...”.

“Non accadrà, promesso” tagliò corto Marnie, che non desiderava altro che andarsene. “Ci vediamo” aggiunse, salutandola con la mano e allontanandosi.

“Dove vai? Sei a piedi!”.

“Meglio, ho bisogno di riflettere. Ciao”.

Da sola, così come era arrivata in quella città, Marnie si avviò per le strade ormai buie di Pasadena, dicendosi che un giorno sarebbe stata felice anche lei.

 

 

“Tesoro!”.

Appena Marnie aprì la porta dell’appartamento di Raj, si ritrovò davanti una Penny alquanto elegante che si gettò tra le sue braccia.

“Penny, ehi!”.

“Come devo fare con te? Te ne vai, lasciandomi un semplice bigliettino sul tavolo!”.

“Penny, comprendimi, per favore” sussurrò Marnie, con gli occhi ancora rossi vista la nottata insonne e piena di pensieri negativi che aveva appena trascorso.

“Hai fatto bene. Gli hai detto quel che provi e sei tornata sui tuoi passi, non molti l’avrebbero fatto” disse Penny, seria.

“Non avevo scelta. Mi sono sentita... Inutile, e ora voglio starmene in pace, Raj è d’accordo” spiegò la cugina, scrollando le spalle.

“Ma tornerai da me appena torna, vero?”.

“Sì, tranquilla. Ho bisogno di qualche giorno di pausa, senza vedere Sheldon, morirei d’imbarazzo. Godetevi il vostro Ringraziamento!”.

“Ma non mi sento tranquilla nel sapere che sei qui, sola, in un giorno così importante...” obiettò la bionda, preoccupata.

“Sto bene! Guarda,ho una scorta di cibo assurda,un bellissimo televisore, la xbox, tanti dvd... Starò bene” la rassicurò Marnie, sforzandosi di sorridere.

Penny sospirò e alla fine annuì.

“Chiamami per qualsiasi cosa, promesso?” domandò.

Marnie annuì.

“Passo quando finiamo, ok?”.

“Certo, ti conservo il dolce!”.

Si abbracciarono, per poi essere di nuovo separate dalla porta d’ingresso, sicure di aver raggiunto un nuovo piccolo traguardo nella loro amicizia.

 

 

  
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