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Autore: Butterfly8    18/12/2014    4 recensioni
La mia storia inizia dodici anni dopo, all'incirca quando Betty dovrebbe avere quarant'anni.... Ho considerato che siano passati più o meno dodici anni dal matrimonio e non ho modificato la storia del sequel Ecomoda.Insomma l'ho pensata così.
E' una storia che si basa prevalentemente sull'interiorità dei personaggi e poi ... stravolgerò uno dei personaggi più inespressi e sufficientemente indagati della saga: Daniele Valencia. Buona lettura .... aspetto le vostre recensioni, critiche e suggerimenti
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Emozioni'
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Sono in ospedale, in una stanza con Armando. Mi hanno fatto un sacco di controlli. Per fortuna non ho nulla di rotto, e il sangue che mi ha fatto terrorizzare pensando che fosse del bambino è un taglio che mi sono fatta sul bacino andando a sbattere contro il mobile. Ho un taglio di sei centimetri quasi sul coccige e mi hanno dovuto dare dei punti. Per fortuna il bambino sta bene. Ma sono qui in ospedale sotto osservazione per evitare che ci possano essere eventuali distacchi della placenta o rottura del sacco amniotico.
Fare l’ecografia è stata una tortura. Non riesco a stare sdraiata supina perché il taglio mi fa malissimo. Il peso del bambino è praticamente tutto lì. Però ho pianto di gioia quando l’ecografista ci ha detto “La vostra bambina sta bene, per il momento è tutto a posto!”
“La nostra bambina?” ho detto guardando Armando con le lacrime agli occhi.
“Non lo sapevate?” ha chiesto il dottore  “Scusaaate, pensavo che lo sapeste!”
“Non si preoccupi dottore” gli dice Armando “l’importante è che stia bene e che vada tutto bene!”
Entra il ginecologo dell’ospedale e ci dice “Allora Betty, per fortuna sembra tutto ok, anche dell’ecografia, ma io per sicurezza vorrei che lei stanotte restasse qui in osservazione. Domani mattina se non ci sono novità potrà andare a casa. Ma deve stare almeno una settimana a riposo. Perché ha preso una bella botta, domani avrà tutta la schiena piena di lividi e sarà molto doloroso. Deve riguardarsi, se vuole che la sua bambina non abbia alcun problema!”
“Va bene dottore” dico piangendo
“Non faccia così Betty” mi consola il medico. “Sua figlia è ben protetta e nel suo ventre e purtroppo queste cose possono succedere”.
Sento Armando che si avvicina e mi prende una mano. “Ora la faccio trasferire in una stanza singola così può riposare”.

Mi trasferiscono in una stanza singola e mi dicono che devo riposare. Però ci sono i miei amici fuori che sono molto preoccupati per me, se voglio posso farli entrare un attimo, ma poi devono andare via. Accetto e vedo che entrano tutte le ragazze della banda. Hanno le lacrime agli occhi. Sono tutte preoccupate per me e per il bambino. Mentre loro entrano vedo Armando uscire.
“Come stai Betty? Come ti senti?” mi chiede Mariana
“Sono stata meglio” le dico e inizio sommessamente a piangere. Le mie amiche sanno tutto quello che è successo tra me e Armando e Daniele.
“Perdonami Betty” mi dice Annamaria “per non aver capito che il bambino si sarebbe lanciato su di te!”
“E come avresti potuto!” le dico. “No stai tranquilla non ce l’ho affatto con te!”
“Ragazze”dice Inesita “abbiamo visto che sta bene, ora lasciamola riposare”. Mi salutano tutte a turno e vanno via. Dopo di loro entra Nicolas. Il mio amico di sempre. Il mio più caro amico. L’unico tra tutti che pensa ad abbracciarmi come può e tra le quali braccia mi sciolgo in un pianto a dirotto. Come sempre, quando qualcosa va male nella mia vita, lui è sempre il primo a correre. Per dodici anni è stato il secondo, ma dati i miei rapporti con Armando penso che ritroverà il suo primato.
Dopo aver dato sfogo alla mia tensione, il medico passa e chiede ad Armando e Nicola chi vuole restare. In ospedale permettono che solo uno di loro resti con me. Naturalmente con me rimane Armando.

Quando rimaniamo soli, mi portano qualcosa di leggero da mangiare e mi danno un calmante per farmi dormire e alleviare un po’ il dolore. Io vorrei parlare con Armando, che si siede sulla poltrona messa a disposi dizione dall’ospedale ma non riesco a dirgli niente.
Ripenso alla nostra discussione di ieri sera a casa e di stamattina.
Non ho avuto più sue notizie da quando ha visto Daniele che mi baciava in albergo. Daniele questa me la pagherà. L’ha fatto di proposito ed io come una stupida solo in quel momento mi sono resa conto per CHI sto rischiando di perdere la mia famiglia. Daniele è sempre Daniele. Ero così felice ieri mattina, quando mi sono svegliata e Armando era accanto a me e io ero abbracciata a lui come sempre. È stato uno dei più bei risvegli della mia vita. Per un attimo ho creduto che tutto tra di noi potesse aggiustarsi. Sono passati solo tre giorni da quando ho detto ad Armando la verità ma sembra essere trascorsa una settimana. Quante emozioni in così pochi giorni. Sentire che era me che voleva è stato bellissimo. Io non ho mai smesso di amarlo in tutto questo tempo, ma forse è il caso che lo convinca a parlare dei nostri problemi.
Di ritorno a casa, non sapevo niente di lui, poi invece è passato da casa perché aveva bisogno di cambiarsi e abbiamo avuto la prima furiosa litigata.
“Armando non penserai che io stessi baciando Daniele di proposito?” gli ho detto
“Io credo a quello che vedo” mi ha detto “E non so chi stesse baciando chi, ho visto solo che vi stavate baciando, poche ore dopo che noi due abbiamo fatto l’amore!” mi ha detto furioso.
“Non ero io a baciarlo!” gli ho detto “Lo sai che è stato Daniele a baciarmi quando ha visto che ti stavi avvicinando. Come fa sempre!”
“Non voglio saperne più niente Betty!” mi ha detto “Qui l’unica cosa che mi sembra palese è che tu non puoi averci tutti e due!”
“Ma io voglio solo te, non voglio lui” gli ho detto
“Non ne sono così sicuro”mi ha risposto lui. “Non so neanche se tu ne abbia la consapevolezza, tu sei attratta da lui. Sei l’unica con cui è riuscito a instaurare una specie di rapporto di amicizia, o quello che è. Perché lui ti piace! Non lo devi negare!”
Le sue parole mi hanno lasciato perplessa e mi hanno fatto pensare a quello che mi aveva detto Nicola e cioè che mi piaceva l’idea di avere qualcuno che mi lusingasse, che mi corteggiasse e al tempo stesso di avere lui come marito.
“Forse hai ragione” gli ho detto “E ti chiedo scusa per questo. È vero sono stata attratta da Daniele. Ma non per quello che credi tu. Non mi interessa dal punto di vista sessuale”
“Questo lo so” mi ha detto lui arrabbiato “Se fosse stato così il problema sarebbe stato molto meno grave!”
“Armando” ho ribattuto io “Come puoi dire una cosa del genere?”
“Qui” mi ha ribattuto lui “non è importante cosa dico io, è importante cosa dici tu, cosa provi tu. Perché io non posso stare con una donna che si sente attratta da un uomo che non sono io.”
Ha preso alcuni vestiti ed è andato via.
Non ho saputo più niente di lui fino a stamattina. Nella notte non sono riuscita a chiudere occhio perché pensavo alle sue parole. Non riuscivo a smettere di pensare a lui che diceva ‘non posso stare con una donna che si sente attratta da un uomo che non sono io’. Non riesco a capire come sia possibile che nonostante io abbia l’assoluta certezza di amare Armando, sia stata attratta da Daniele.
Però dopo l’episodio nella hall dell’albergo, tutto mi è tornato chiaro nelle mente. Io voglio solo Armando e quando è venuto a casa avrei voluto dirglielo. Invece non me ne ha quasi dato la possibilità. Innanzitutto è venuto ad un orario in cui non pensava di trovarmi, ma io ero troppo stanca per andare in ufficio, quindi mi sono alzata più tardi e ho lavorato da casa.
Quando è arrivato si è fermato e mi ha detto quello che aveva deciso. Altrimenti probabilmente mi avrebbe lasciato un biglietto e fatto trovare l’armadio vuoto.
“Senti Betty” ha iniziato “ho pensato che non ha senso che io stia qui. Non riesco a stare in casa con te e non posso fare così avanti e indietro. In questi giorni ho trascurato il mio lavoro in maniera vergognosa e i ragazzi non se lo meritano, quindi ho deciso di andare via da casa”.
Non mi ha dato il tempo di rispondergli niente. L’ho visto solo prendere una valigia e riempirla alla rinfusa con i suoi vestiti.
E’ tornato in soggiorno e mi ha detto “Forse è meglio che tu richiami i tuoi genitori, così non sei sola. Anche se per qualsiasi cosa tu abbia bisogno io ci sono. Io vado a stare a casa dei miei genitori.”

In quel momento ho realizzato che lo stavo perdendo per davvero o che l’avevo perso. Non mi ha dato la possibilità di dirgli niente. Di dirgli quanto fossero tumultuosi i miei pensieri. Semplicemente voleva andare via. È stato a quel punto che ho capito che se non volevo perderlo, se avessi voluto dare una chance al nostro rapporto avrei dovuto fermarlo.
Mi sono alzata dal divano e sono andata verso l’ascensore. Mi ci sono piazzata di davanti e con voce molto ferma gli ho detto “Tu non vai da nessuna parte”!
“Cooosaa?” mi ha detto lui.
“Hai capito benissimo” gli ho detto “Tu non vai da nessuna parte!”
“Vuoi impedirmelo?”mi ha chiesto
“Si” gli ho risposto
“E cosa te ne da il diritto?”
“Il diritto se non ce l’ho me lo prendo!” gli ho detto
“Betty togliti da davanti l’ascensore e fammi uscire!”
“No” gli ho risposto
“Ma non capisci che non voglio stare con te? Perché devi costringermi?” mi ha chiesto
“Perché tu non vuoi veramente andare via. Tu mi ami e anche io!”  gli ho risposto
“In questo momento veramente ti odio!” mi ha detto
“Lo capisco. È legittimo che tu possa provare questi sentimenti nei miei confronti, ma non andrai via da casa. Puoi odiarmi quanto vuoi, ma qui in casa nostra!”
“Betty, non voglio starti vicino, non lo capisci?”
“Si lo capisco, questo significa che dormiremo in camere separate, ma non ti lascio andare via”
“Come puoi chiedermi una cosa del genere?” mi chiesto ancora
“Noi siamo una coppia. Io voglio che risolviamo insieme i nostri problemi. Non voglio Daniele, non l’ho mai voluto. Voglio solo te. Se tu ora esci da qui le nostre strade si separeranno. Io mi arrabbierò, deciderò di non parlarti e sarà più difficile ricucire il nostro rapporto!”
“Ma non capisci che per me tutte queste cose succederanno se resto qui?”
“Si può essere. Ma tu mi hai giurato il giorno del matrimonio che saremmo stati insieme nella buona e nella cattiva sorte!” gli ho detto
“E tu hai giurato di essermi sempre fedele!”ha ribattuto lui.
“Vedi …? Dobbiamo risolvere i nostri problemi assieme. Non dobbiamo stare separati. Dobbiamo parlarne, ma insieme. Se tu ora te ne vai è come se mi dicessi che il nostro matrimonio non vale niente, qualsiasi sia l’errore che possa aver fatto!”
“Betty io non mi fido di te” mi dice sputando finalmente il rospo
“E allora quale situazione migliore di quella di stare nella stessa casa per controllarmi?” gli ho detto. “Non ti fidi, ma ti puoi fidare. Te lo dimostrerò. So già che devo riguadagnarmi la tua fiducia. Ma solo insieme siamo forti. Solo insieme possiamo superare questo momento. Separati non siamo niente. Insieme possiamo essere tutto. Lo siamo stati e torneremo ad esserlo” gli ho detto.
Il mio discorso mi è sembrato molto convincente. Mi sono allontanata dall’ascensore ma lui è uscito portandosi dietro la sua valigia. Ho avuto l’impressione di aver perso tutto. Sono rimasta inebetita. Dopo cinque minuti che lo guardavo fissa con le lacrime che mi scendevano copiose, si è riaperto ed Armando è rientrato.
“Va bene resto” mi ha detto “ma dormo nella stanza degli ospiti e anche se resto sono molto arrabbiato, deluso, ferito e non mi fido di te” ha aggiunto.
In quel momento avrebbe potuto dire le cose peggiori ma io ero troppo felice di vederlo tornare “Va bene” gli ho detto sorridendo.
“Betty, non c’è niente da ridere” mi ha detto lui arrabbiato. E poi ha aggiunto “Ora vado al lavoro”
“Anche io penso di andare in Ecomoda dopo pranzo!” gli ho risposto
“Va bene. Allora a stasera” mi ha detto.

Sono andata felice in azienda. Pensando di starci poco e di tornare presto a casa perché da questa sera avrei potuto gettare le basi per recuperare il mio matrimonio. E invece sono qui in ospedale. Il mio bambino rischia ancora la vita e io sono incapace di spiegare ad Armando qualsiasi cosa.

   
 
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