Sono in
ospedale, in
una stanza con Armando. Mi hanno fatto un sacco di controlli. Per
fortuna non
ho nulla di rotto, e il sangue che mi ha fatto terrorizzare pensando
che fosse
del bambino è un taglio che mi sono fatta sul bacino andando
a sbattere contro
il mobile. Ho un taglio di sei centimetri quasi sul coccige e mi hanno
dovuto
dare dei punti. Per fortuna il bambino sta bene. Ma sono qui in
ospedale sotto
osservazione per evitare che ci possano essere eventuali distacchi
della
placenta o rottura del sacco amniotico.
Fare l’ecografia è
stata una tortura. Non riesco a stare sdraiata supina perché
il taglio mi fa
malissimo. Il peso del bambino è praticamente tutto
lì. Però ho pianto di gioia
quando l’ecografista ci ha detto “La vostra bambina
sta bene, per il momento è
tutto a posto!”
“La nostra bambina?”
ho detto guardando Armando con le lacrime agli occhi.
“Non lo sapevate?” ha chiesto
il dottore “Scusaaate,
pensavo che lo
sapeste!”
“Non si preoccupi
dottore” gli dice Armando “l’importante
è che stia bene e che vada tutto bene!”
Entra il ginecologo dell’ospedale
e ci dice “Allora Betty, per fortuna sembra tutto ok, anche
dell’ecografia, ma
io per sicurezza vorrei che lei stanotte restasse qui in osservazione.
Domani
mattina se non ci sono novità potrà andare a
casa. Ma deve stare almeno una
settimana a riposo. Perché ha preso una bella botta, domani
avrà tutta la
schiena piena di lividi e sarà molto doloroso. Deve
riguardarsi, se vuole che
la sua bambina non abbia alcun problema!”
“Va bene dottore” dico
piangendo
“Non faccia così Betty”
mi consola il medico. “Sua figlia è ben protetta e
nel suo ventre e purtroppo
queste cose possono succedere”.
Sento Armando che si avvicina
e mi prende una mano. “Ora la faccio trasferire in una stanza
singola così può
riposare”.
“Come stai Betty? Come
ti senti?” mi chiede Mariana
“Sono stata meglio” le
dico e inizio sommessamente a piangere. Le mie amiche sanno tutto
quello che è
successo tra me e Armando e Daniele.
“Perdonami Betty” mi
dice Annamaria “per non aver capito che il bambino si sarebbe
lanciato su di
te!”
“E come avresti potuto!”
le dico. “No stai tranquilla non ce l’ho affatto
con te!”
“Ragazze”dice Inesita “abbiamo
visto che sta bene, ora lasciamola riposare”. Mi salutano
tutte a turno e vanno
via. Dopo di loro entra Nicolas. Il mio amico di sempre. Il mio
più caro amico.
L’unico tra tutti che pensa ad abbracciarmi come
può e tra le quali braccia mi
sciolgo in un pianto a dirotto. Come sempre, quando qualcosa va male
nella mia
vita, lui è sempre il primo a correre. Per dodici anni
è stato il secondo, ma
dati i miei rapporti con Armando penso che ritroverà il suo
primato.
Dopo aver dato sfogo
alla mia tensione, il medico passa e chiede ad Armando e Nicola chi
vuole
restare. In ospedale permettono che solo uno di loro resti con me.
Naturalmente
con me rimane Armando.
Quando
rimaniamo soli,
mi portano qualcosa di leggero da mangiare e mi danno un calmante per
farmi
dormire e alleviare un po’ il dolore. Io vorrei parlare con
Armando, che si
siede sulla poltrona messa a disposi dizione dall’ospedale ma
non riesco a
dirgli niente.
Ripenso alla nostra
discussione di ieri sera a casa e di stamattina.
Non ho avuto più sue
notizie da quando ha visto Daniele che mi baciava in albergo. Daniele
questa me
la pagherà. L’ha fatto di proposito ed io come una
stupida solo in quel momento
mi sono resa conto per CHI sto rischiando di perdere la mia famiglia.
Daniele è
sempre Daniele. Ero così felice ieri mattina, quando mi sono
svegliata e
Armando era accanto a me e io ero abbracciata a lui come sempre.
È stato uno
dei più bei risvegli della mia vita. Per un attimo ho
creduto che tutto tra di
noi potesse aggiustarsi. Sono passati solo tre giorni da quando ho
detto ad
Armando la verità ma sembra essere trascorsa una settimana.
Quante emozioni in
così pochi giorni. Sentire che era me che voleva
è stato bellissimo. Io non ho
mai smesso di amarlo in tutto questo tempo, ma forse è il
caso che lo convinca
a parlare dei nostri problemi.
Di ritorno a casa, non
sapevo niente di lui, poi invece è passato da casa
perché aveva bisogno di
cambiarsi e abbiamo avuto la prima furiosa litigata.
“Armando non penserai
che io stessi baciando Daniele di proposito?” gli ho detto
“Io credo a quello che
vedo” mi ha detto “E non so chi stesse baciando
chi, ho visto solo che vi
stavate baciando, poche ore dopo che noi due abbiamo fatto
l’amore!” mi ha
detto furioso.
“Non ero io a baciarlo!”
gli ho detto “Lo sai che è stato Daniele a
baciarmi quando ha visto che ti
stavi avvicinando. Come fa sempre!”
“Non voglio saperne
più niente Betty!” mi ha detto “Qui
l’unica cosa che mi sembra palese è che tu
non puoi averci tutti e due!”
“Ma io voglio solo te,
non voglio lui” gli ho detto
“Non ne sono così
sicuro”mi ha risposto lui. “Non so neanche se tu ne
abbia la consapevolezza, tu
sei attratta da lui. Sei l’unica con cui è
riuscito a instaurare una specie di
rapporto di amicizia, o quello che è. Perché lui
ti piace! Non lo devi negare!”
Le sue parole mi hanno
lasciato perplessa e mi hanno fatto pensare a quello che mi aveva detto
Nicola
e cioè che mi piaceva l’idea di avere qualcuno che
mi lusingasse, che mi
corteggiasse e al tempo stesso di avere lui come marito.
“Forse hai ragione”
gli ho detto “E ti chiedo scusa per questo. È vero
sono stata attratta da
Daniele. Ma non per quello che credi tu. Non mi interessa dal punto di
vista
sessuale”
“Questo lo so” mi ha
detto lui arrabbiato “Se fosse stato così il
problema sarebbe stato molto meno
grave!”
“Armando” ho ribattuto
io “Come puoi dire una cosa del genere?”
“Qui” mi ha ribattuto
lui “non è importante cosa dico io, è
importante cosa dici tu, cosa provi tu. Perché
io non posso stare con una donna che si sente attratta da un uomo che
non sono
io.”
Ha preso alcuni
vestiti ed è andato via.
Non ho saputo più niente
di lui fino a stamattina. Nella notte non sono riuscita a chiudere
occhio perché
pensavo alle sue parole. Non riuscivo a smettere di pensare a lui che
diceva ‘non
posso stare con una donna che si sente attratta da un uomo che non sono
io’.
Non riesco a capire come sia possibile che nonostante io abbia
l’assoluta
certezza di amare Armando, sia stata attratta da Daniele.
Però dopo l’episodio
nella hall dell’albergo, tutto mi è tornato chiaro
nelle mente. Io voglio solo
Armando e quando è venuto a casa avrei voluto dirglielo.
Invece non me ne ha
quasi dato la possibilità. Innanzitutto è venuto
ad un orario in cui non
pensava di trovarmi, ma io ero troppo stanca per andare in ufficio,
quindi mi
sono alzata più tardi e ho lavorato da casa.
Quando è arrivato si è
fermato e mi ha detto quello che aveva deciso. Altrimenti probabilmente
mi
avrebbe lasciato un biglietto e fatto trovare l’armadio vuoto.
“Senti Betty” ha
iniziato “ho pensato che non ha senso che io stia qui. Non
riesco a stare in
casa con te e non posso fare così avanti e indietro. In
questi giorni ho
trascurato il mio lavoro in maniera vergognosa e i ragazzi non se lo
meritano,
quindi ho deciso di andare via da casa”.
Non mi ha dato il
tempo di rispondergli niente. L’ho visto solo prendere una
valigia e riempirla
alla rinfusa con i suoi vestiti.
E’ tornato in
soggiorno e mi ha detto “Forse è meglio che tu
richiami i tuoi genitori, così
non sei sola. Anche se per qualsiasi cosa tu abbia bisogno io ci sono.
Io vado
a stare a casa dei miei genitori.”
In quel momento
ho
realizzato che lo stavo perdendo per davvero o che l’avevo
perso. Non mi ha
dato la possibilità di dirgli niente. Di dirgli quanto
fossero tumultuosi i
miei pensieri. Semplicemente voleva andare via. È stato a
quel punto che ho
capito che se non volevo perderlo, se avessi voluto dare una chance al
nostro
rapporto avrei dovuto fermarlo.
Mi sono alzata dal
divano e sono andata verso l’ascensore. Mi ci sono piazzata
di davanti e con
voce molto ferma gli ho detto “Tu non vai da nessuna
parte”!
“Cooosaa?” mi ha detto
lui.
“Hai capito benissimo”
gli ho detto “Tu non vai da nessuna parte!”
“Vuoi impedirmelo?”mi
ha chiesto
“Si” gli ho risposto
“E cosa te ne da il
diritto?”
“Il diritto se non ce
l’ho me lo prendo!” gli ho detto
“Betty togliti da
davanti l’ascensore e fammi uscire!”
“No” gli ho risposto
“Ma non capisci che
non voglio stare con te? Perché devi
costringermi?” mi ha chiesto
“Perché tu non vuoi
veramente andare via. Tu mi ami e anche io!” gli ho risposto
“In questo momento
veramente ti odio!” mi ha detto
“Lo capisco. È
legittimo che tu possa provare questi sentimenti nei miei confronti, ma
non andrai
via da casa. Puoi odiarmi quanto vuoi, ma qui in casa nostra!”
“Betty, non voglio
starti vicino, non lo capisci?”
“Si lo capisco, questo
significa che dormiremo in camere separate, ma non ti lascio andare
via”
“Come puoi chiedermi
una cosa del genere?” mi chiesto ancora
“Noi siamo una coppia.
Io voglio che risolviamo insieme i nostri problemi. Non voglio Daniele,
non l’ho
mai voluto. Voglio solo te. Se tu ora esci da qui le nostre strade si
separeranno. Io mi arrabbierò, deciderò di non
parlarti e sarà più difficile
ricucire il nostro rapporto!”
“Ma non capisci che
per me tutte queste cose succederanno se resto qui?”
“Si può essere. Ma tu
mi hai giurato il giorno del matrimonio che saremmo stati insieme nella
buona e
nella cattiva sorte!” gli ho detto
“E tu hai giurato di
essermi sempre fedele!”ha ribattuto lui.
“Vedi …? Dobbiamo
risolvere i nostri problemi assieme. Non dobbiamo stare separati.
Dobbiamo
parlarne, ma insieme. Se tu ora te ne vai è come se mi
dicessi che il nostro
matrimonio non vale niente, qualsiasi sia l’errore che possa
aver fatto!”
“Betty io non mi fido
di te” mi dice sputando finalmente il rospo
“E allora quale
situazione migliore di quella di stare nella stessa casa per
controllarmi?” gli
ho detto. “Non ti fidi, ma ti puoi fidare. Te lo
dimostrerò. So già che devo riguadagnarmi
la tua fiducia. Ma solo insieme siamo forti. Solo insieme possiamo
superare
questo momento. Separati non siamo niente. Insieme possiamo essere
tutto. Lo
siamo stati e torneremo ad esserlo” gli ho detto.
Il mio discorso mi è
sembrato molto convincente. Mi sono allontanata
dall’ascensore ma lui è uscito
portandosi dietro la sua valigia. Ho avuto l’impressione di
aver perso tutto.
Sono rimasta inebetita. Dopo cinque minuti che lo guardavo fissa con le
lacrime
che mi scendevano copiose, si è riaperto ed Armando
è rientrato.
“Va bene resto” mi ha
detto “ma dormo nella stanza degli ospiti e anche se resto
sono molto
arrabbiato, deluso, ferito e non mi fido di te” ha aggiunto.
In quel momento
avrebbe potuto dire le cose peggiori ma io ero troppo felice di vederlo
tornare
“Va bene” gli ho detto sorridendo.
“Betty, non c’è niente
da ridere” mi ha detto lui arrabbiato. E poi ha aggiunto
“Ora vado al lavoro”
“Anche io penso di
andare in Ecomoda dopo pranzo!” gli ho risposto
“Va bene. Allora a
stasera” mi ha detto.