Molly stava combattendo due guerre contemporaneamente. Una era in corso già vari mesi e coinvolgeva tutto il mondo magico, mentre l’altra la stava combattendo solo lei, per giunta solo da poche ore, ma non per questo era meno importante o distruttiva. In un certo senso quelle due guerre erano legate tra loro. Se la guerra contro il Signore Oscuro non fosse avvenuta ed Arthur non stesse per essere spedito in missione –secondo Molly esageratamente pericolosa-  lei non si sarebbe fatta scrupoli e avrebbe continuato a nascondere il suo amore per lui per molto altro tempo. Durante gli anni passati ad Hogwarts Molly si era ostinata a celare anche a sé stessa tutto quello che provava verso quel ragazzo dai capelli rosso fuoco e la faccia piena di lentiggini. All’inizio trovava ridicola la sua ossessione per gli oggetti babbani, poi aveva pian piano cominciato ad apprezzare l’espressione febbrile con cui sfogliava i libri alla ricerca di qualcosa di nuovo, il buffo modo che aveva di pronunciare parole incomprensibili e sconosciute, il suo impegno nel cercare di scoprire tutto il funzionamento di quello che veniva chiamato feletono –strumento del quale non aveva ancora capito l’utilità, dato che i gufi erano molto efficienti e veloci e che non aveva assolutamente intenzione di usare-. Quando si era resa conto di come trovasse carini quei passatempi capì anche una cosa: Arthur Weasley in qualche modo sconosciuto era riuscita a stregarla. All’inizio era convinta che si trattasse solo di una cotta passeggera, ma poi si era resa conto che non aveva intenzione di passare né di essere soppressa, così si era arresa all’evidenza: era innamorata.

Ora, che ormai aveva ammesso a sé stessa quello che provava veramente, nel suo cuore erano schierati due potenti battaglioni: il primo spingeva per correre incontro ad Arthur e rivelargli tutto, mentre l’altro era convinto che non dovesse dirgli assolutamente nulla. Ormai la guerra nel suo cuore era giunta all’apice, impossibile da fermare dato che quel ragazzo sarebbe partito dopo qualche ora e quindi la decisione doveva essere presa in fretta. Senza rendersene conto Molly passò due ore nella sua camera a girare in tondo, poi si affacciò un attimo alla finestra e lo vide sul vialetto principale. La aprì di scatto e gli fece cenno di aspettare, poi cominciò a correre giù per le scale, senza curarsi di aver travolto un paio di persone mentre usciva. Ormai la guerra nel suo cuore era cessata e sapeva cosa fare. Volò tra le braccia di un confusissimo Arthur e, senza dargli il tempo di ribattere o di fare qualunque altra cosa, lo baciò appassionatamente. Quando si staccarono Arthur balbettò sorpreso “T-ti amo anch’io”
Molly si limitò ad un sorriso, poi gli sussurrò all’orecchio “Torna presto”. Non aspettò nessuna risposta, non lo guardò nemmeno in faccia, si limitò a correre dentro casa per nascondere il suo viso in fiamme, ma Arthur non se ne preoccupò, perché sapeva bene che quella ragazza non amava i momenti romantici, che la mettevano in imbarazzo. Sorrise ancora inebetito dal bacio e poi si smaterializzò, senza sapere di essere tenuto d’occhio dallo sguardo attento e colmo d’amore della ragazza che sarebbe diventata sua moglie.

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