Oggi
è uno dei giorni
più difficili della mia vita. Siamo qui seduti nel nostro
salotto e abbiamo
davanti Giulio e Katarina. Dopo il suo gesto nei miei confronti il
bambino è
andato da uno psicologo. Non aveva mai manifestato prima alcun tipo di
segno di
aggressività e non era il caso che prendessero sottogamba
quello che ha fatto a
me. Tutte queste cose le so perché me le ha dette Katarina,
la quale è stata
molto gentile con me. Mi ha chiamato spesso per sapere come stessi e
per dirmi
del bambino.
Mi ha chiesto se fossi
disponibile ad incontrare il bambino come voleva il medico
perché lui avrebbe
dovuto chiedermi scusa per capire a fondo quello che aveva fatto. E
doveva
esserci anche Armando.
Naturalmente Armando
non voleva esserci, se fosse stato per lui erano sufficienti due sberle
per
Daniele e una bella punizione per il bambino. E invece
venuto fuori, come era
prevedibile, che Giulio ha dell’aggressività
repressa. Che ha sofferto
moltissimo per la separazione dei genitori e che ha dato sfogo alla sua
rabbia
nel modo sbagliato.
Adesso è qui di fronte
a me, ma non dice niente. Io gli ho preparato una merenda, con la torta
al
cioccolato che gli piace tanto. Lo so perché quando
è venuto qui a casa mia a
giocare con Roberto ne hanno mangiato da soli quasi metà.
Adesso però tiene gli
occhi bassi.
“Forza” gli dice sua
madre “devo chiedere scusa a lei e ad Armando per quello che
hai fatto”.
Lui solleva gli occhi,
mi guarda e mi dice “Mi dispiace, non volevo fare male al tuo
bambino”.
Io non riesco ad
essere indifferente, in fondo è solo un bambino di sei anni
che sta pagando gli
errori dei suoi genitori. Lo prendo in braccio e me lo metto sulle
ginocchia.
Inizio a cullarlo un pochino e gli dico “Sai, nella mia
pancia c’è una bambina.
Per fortuna sta bene. Vuoi sentirla? Dammi la mano”. Gli
prendo la mano e me la
appoggio sul pancione. Ad un certo punto lui sente un piccolo colpo.
“Hai sentito?” gli
chiedo “Ti sta salutando!”
“Ma cosa fa?” mi
chiede lui incuriosito
“Non lo so, forse
scalcia oppure si stiracchia, oppure da pugni contro la mia
pancia”
“Quando esce dalla tuo
pancia?” mi chiede lui
“Tra due mesi circa”
gli rispondo “quando nasce puoi venire a vederla che e ne
pare?”
“Va bene”. Giulio
scoppia a piangere e nasconde il suo faccino nel mio collo.
“Scusami Betty” mi
dice tra le lacrime. Anche io piango. Sento la sua sofferenza
trapassarmi il
corpo. Anche Katarina si asciuga qualche lacrima e penso a quanto sia
idiota
Daniele Valencia che per un capriccio, per la sua incapacità
di perdonare sta
mandando all’aria la sua famiglia.
“Giulio” gli dico io “ascoltami.
Io non voglio portare via la tua mamma al tuo papà. Anzi al
contrario, vorrei
tanto che stiate sempre insieme. Spero che tu lo capisca” gli
dico
Katarina spinge Giulio
verso Armando e gli dice “ Su Giulio devi scusarti anche con
lui”.
Lui compito va verso
Armando e gli dice “Mi dispiace che ho fatto male a
Betty”.
Non so come reagirà
Armando. Non ho avuto modo di parlare con lui di niente di niente. Dal
ritorno
da Lima è chiuso come una fortezza. Ma prima o poi
troverò una crepa. Abbiamo
parlato solo di Faith e della proposta
di quel Ross.
“Ve bene Giulio,
accetto le tue scuse” gli dice “ma non farlo mai
più con nessuno. Ok?”
“Va bene” gli dice il
bambino e lo vedo scompigliargli i capelli. “Adesso la prendi
una fetta di
torta? Altrimenti poi la mangia tutta Betty e le fa male!”
“Ma quando torna
Roberto?” chiede Giulio ad Armando
“La prossima
settimana.” gli risponde lui.
“Quando torna,
possiamo andare al mare e fare i tuffi come quando eravamo al mare, e
lei aveva
il costume tutto scintillante?” gli chiede.
“Vedremo, vedremo”
risponde Armando.
Quando stanno
per
andare via, Katarina mi ringrazia e mi abbraccia. “Grazie per
tutto quello che
hai fatto per il mio bambino. Lui in realtà è
arrabbiato con me e con Daniele.
Soprattutto con me perché mio malgrado l’ho
abbandonato. Dal momento che Daniele
non è riuscito a parlarti, né a vederti, visto
che tu rifiuti di avere
qualsiasi contatto con lui, mi ha chiesto di darti questa”.
Tira fuori una
lettera dalla sua borsa e me la porge. Fa per andare via. Ma io la
fermo.
“Katarina” le dico “io
non ho mai voluto portarti via Daniele. Qualsiasi cosa mi passasse per
il
cervello quando l’ho baciato, adesso è
passata.”
“Lo so Betty” mi
risponde lei “i momenti di confusione capitano a tutti. Il
problema non sei tu.
È lui. È così freddo, non è
in grado di amare nessuno veramente. Lo psicologo
dice che una paura terribile di lasciarsi andare e di perdere poi le
persone
che ama. Come è successo con i suoi genitori. Ma questo non
spiega il suo voler
essere crudele.”
“Cosa farete adesso?”
le chiedo
“Non lo so. Mi hanno
offerto un lavoro
di consulenza. Penso
che lo accetterò. Nonostante tutto se non
voglio che mio figlio soffra per l’assenza del
padre dovrò avere a che
fare con lui!” mi dice e va via.
Armando ha assistito a
questo scambio di battute. Lo guardo fissare la lettera che
è nelle mie mani.
Prendo la lettera e ci
gioco un po’, non so che farne.
“Vuoi leggerla da
sola?” mi chiede mio marito
“No. Non so proprio se
voglio leggerla” gli rispondo.
Presa da un impulso
decido di leggerla. Mi siedo sul divano e la apro.
Lui non sa che fare.
Si mette con le braccia conserte in attesa di un mio qualsiasi gesto.
Scorro la
lettera e poi gliela passo.
“Sei davvero sicura
che vuoi che io la legga?”mi chiede
“Certo!”gli rispondo
Carissima
Beatriz,
purtroppo non ho avuto altri modi di comunicare con lei,
perché
si rifiuta di vedermi e ascoltarmi. Vorrei prima di tutto chiederle
scusa per
il comportamento di mio figlio. So che oggi pomeriggio verrà
a casa sua come
consigliato dallo psicologo. Spero tanto che riusciate a perdonarlo per
il suo
gesto e che non perda così l’amicizia di Roberto.
Penso che sarebbe bello se
nel mondo ci fossero altri due Roberto Mendoza e Giulio Valencia amici
per la
pelle. Potrebbero fare grandi cose insieme.
Lo psicologo che segue Giulio, ha richiesto la presenza anche
dei genitori e mi ha detto che è la mia freddezza che fa
soffrire mio figlio.
Di sicuro non era necessario che andassi da uno psicologo per sapere
che sono
un freddo, un cinico. Il medico dice che dietro il mio cinismo si
nasconde l’immensa
sofferenza mai elaborata dopo la morte dei miei genitori e che sto
trasferendo
su mio figlio la mia aggressività repressa. Per fortuna
Katarina sembra essere
in grado di tenere la barra dritta in questo mare in tempesta.
Le scrivo per dirle che mi è piaciuto essere suo amico, per
il poco tempo in cui il mio cinismo mi ha permesso di esserlo.
È il mio turno di chiederle scusa. Le chiedo scusa per
tutto.
Per tutte le parole che le ho detto nel tempo, per le azioni compiute e
per
tutto il male che le ho procurato. Le dico solo che lei per me non
è stata un
capriccio. I miei sentimenti per lei sono sempre stati autentici. Dalla
prima
volta che l’ho vista. Non so perché, ma
è così. Lei ha suscitato in me i
migliori sentimenti, ma io non sono riuscito a fare altrettanto con lei
e ho lottato contro
questo con tutte e mie
forze, ma inutilmente. È palese che lei ama e
amerà solo Armando Mendoza nella
sua vita e nessuno dei miei giochetti potrà mai cancellare
il suo amore. Inutile
farsi altre illusioni al riguardo. Spero tanto per la sua
felicità Betty, che
voi riusciate a recuperare il vostro matrimonio perché so
che lei non sarà mai
più felice altrimenti. Per una volta nella mia vita devo
provare a fare la cosa
giusta per qualcun altro. E quel qualcun altro è mio figlio.
Devo metterlo
davanti alle mie esigenze e ai miei desideri. Devo avere cura di lui,
perché non
voglio crescere un bambino problematico, ma un uomo.
Per fare questo ho bisogno di rimettere nei cardini la mia
vita, la mia famiglia. Quindi le comunico ufficialmente che da oggi i
nostri
rapporti torneranno ad essere squisitamente professionali. Non la
importunerò
più con le mie visite, né con le mie battute se
non è strettamente necessario.
Spero che stia bene e che si stia riprendendo giorno dopo
giorno. Soprattutto mi auguro che stia bene la sua bambina e che tutto
vada
bene fino alla fine.
Le auguro di ritrovare la felicità che io ho distrutto,
Daniele
Valencia
“Non
posso credere che
Daniele abbia trovato un cervello nella testa finalmente!” mi
dice Armando.
“Già” gli dico.
“Ti dispiace Betty?”
mi chiede
“Assolutamente no.”
“Nei sei sicura?” mi
chiede di nuovo.
“Ti dirò una cosa,
anche se tu non vuoi parlarne, adesso voglio parlarne io” gli
dico “ Non ho mai
provato una grande stima per Daniele Valencia in realtà.
Dalla prima volta che
l’ho visto. Non solo per tutto quello che mi diceva o per
quello che combinava.
Non mi ha mai affascinato per davvero, fino al momento in cui ho visto
che si
nascondeva dietro una maschera. Anche io sono stata mascherata per
tanti anni.
Non abbiamo tutti la fortuna di poter essere chi sentiamo di voler
essere. Come
mi ha detto una volta a Cartagena Cecilia Bolocco ‘stiamo nel
posto in cui
pensiamo di meritare di stare’. Quando tu hai lasciato
l’Ecomoda e io ho
iniziato a lavorare con lui, ho capito che forse
c’è un Daniele Valencia
migliore di quello che è adesso. Questo mi ha affascinato.
Il fatto che fossi
io a poterlo tirare fuori, che lo potessi cambiare. Tu non
c’eri mai.
Improvvisamente dopo anni in cui sei stato al mio fianco non
c’eri più. E non
solo fisicamente. La sera in cui ti ho detto di aver baciato Daniele tu
mi hai
chiesto “Ti ho forse trascurata Betty?”. La
risposta è sì. Si non perché sei
andato a lavorare da un’altra parte, ma perché hai
smesso di darmi qualcosa di
te, quella parte che mi faceva essere una donna migliore, che mi faceva
sentire
parte della nostra coppia. Io ti ho lasciato fare perché
pensavo che tu dovessi
provare a essere quello che vuoi essere e sentire di meritare di stare
dove
vuoi stare, ma ho iniziato ad avere dei dubbi su chi vuoi essere.
È qui che si
è insinuato Daniele Valencia. Lui cercava di migliorare e tu
peggioravi.”
“Betty” mi dice lui sconvolto
“io stavo solo lavorando!”
“Lo capisco il tuo
entusiasmo per il tuo nuovo lavoro. È tutto legittimo, tutto
giusto ma non ho
mai saputo cosa si provasse a stare lontani. Ora lo so. Non posso
biasimarti se
tu vuoi sperimentare nuove situazioni professionali, ma questo Armando
non mi
piace. Non mi è piaciuto sentire che improvvisamente non
facevi più parte delle
nostre vite. Davanti avevo un Daniele che pensavo stesse lottando per
capire
quello che tu già sapevi e tu ti stavi smarrendo!”
“Cosa vuoi dire Betty?”
mi chiede
“Voglio dire che ci
devi essere. Devi esserci nelle nostre vite perché noi
abbiamo scelto di
esserci insieme l’uno per l’altro e per i nostri
figli!”
“E tu credi che io non
lo sappia? E a proposito di questo, tu dove sei? Anche tu devi esserci,
non
dovevi farti affascinare da Daniele!” mi accusa
“So che ho sbagliato.
Ma sono umana anche io! Ho fatto solo un maledetto errore! E se sono
qui a
dirti queste cose, è perché io ti amo!
Perché io non ho mai smesso di amarti.
Io sono qui. Sono tornata. Sei tu che devi decidere dove vuoi
stare.”