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Autore: geachan    18/12/2014    1 recensioni
Mi chiamo Emily White ho diciotto anni, capelli biondi e occhi azzurri. Vivo a Haworth nel West Yorkshire insieme a mia zia Anne, i miei genitori sono morti quando avevo cinque anni, in una casetta con un orto. Adesso ho avuto un lavoro da domestica, quindi, sono costretta a lasciare mia zia ed andare in un'altra casa. La magione di certi........ Harrison.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Età vittoriana/Inghilterra
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~~-Emily, hai preso tutto?- Mi chiese mia zia.
-Sì, zia Anne ho preso tutto, non ti preoccupare.- Risponsi chiudendo il mio baule anche se non avevo molti vestiti e non me li sarei mai permessi.
 -Mi sembra ieri che eri una bambina che passava tutto il suo tempo in giardino con la sua bambola, adesso sei una donna.- Disse mia zia tenendo Charlotte, la mia bambola.
-Ah! Charlotte! Me la stavo per dimenticare!- Dissi prendendo quell'unico oggetto a cui ero veramente legata.
Charlotte era la bambola che mi regalarono i miei genitori quando nacqui ed era stato l'unico giocattolo che avevo avuto, loro non avevano abbastanza soldi per comprarmene altri. Quando morirono in quel incendio nella Chiesa, lei fu l'unico ricordo che mi rimase di loro.
Una volta terminati tutti i preparativi, non mi rimaneva altro che aspettare, così mi sedetti vicino al tavolo da pranzo ed iniziai a ricamare. Mi concentrai sul quel lavoro fino a quando sentì mia zia dire.
-Emily! È arrivata la carrozza.-
Così misi tutto il lavoro nella borsa e mi diressi verso l'ingresso. Quando fui fuori di casa, notai che il cocchiere non aveva molti problemi a sollevare il mio baule sul mezzo. Rimasi per un paio di minuti a riflettere, un nuovo capitolo della mia vita stava per iniziare, che cosa mi avrebbe preservato il futuro?
Mi girai e guardai zia Anne sorridermi, non so cosa fu, ma in quel momento mi venne voglia di abbracciarla, le ricambiò.
-Arrivederci zia, grazie di tutto.-
-Arrivederci tesoro, abbi cura di te.-
Avrei voluto che quel momento non terminasse mai, ma ahimè il dovere mi chiamava, lasciai mia zia e salì sulla carrozza e quando questa partì salutai mia zia con la mano andando sempre più lontano, lei mi salutava a sua volta.
In quel momento la tristezza mi prese e delle piccole lacrime uscirono dai miei occhi, ma mi feci forza a non piangere. Stavo andando in un luogo dove nessuno mi conosceva non potevo apparire debole! Così per ingannare il tempo, decisi di guardare un poco fuori. Ammiravo la brughiera in tutto il suo splendore: i verdi prati, i ruscelli cristallini e i fiori tutti colorati, amavo veramente la camapgna e non l'avrei lasciata per nessun motivo.
Continuai a guardare quel meraviglioso panorama finché la carrozza non si fermò.
-Siamo arrivati signorina.- Mi disse il cocchiere.
Mi aprì la porta e appena scesi vidi una ponente magione di fronte a me. Per un po' la guardai, mi metteva un po' di paura, non ero mai stata in una casa così grande. All'improvviso vidi un uomo dirigersi verso di me, era alto, magro, capelli castani e con dei piccoli baffi.
-Miss White, giusto?- Mi chiese.
-Sì.- Risposi.
-Molto piacere signorina, io sono Peter, il maggiordomo dei signori Harrison, prego, la porto da Mrs. Collins.-
Così dicendo, lo seguì fino all'ingresso, quando spalancò la porta mi trovai un meraviglioso ingresso con al centro una grande scalinata, tappetti rossi ed arazzi, sembrava uscita proprio dalle favole che mi raccontava la zia quand'ero bambina.
-Di qua prego.- Mi disse Peter.
Salimmo la grande scalinata e andammo a sinistra. Ci ritrovammo in un grande corridoio dove sia a sinistra che a destra c'erano dei grandi dipinti. Poi prendemmo la destra, dove c'era una piccola scalinata, la scendemmo, poi Peter aprì una porta e ci ritrovammo nelle cucine al centro della stanza c'era una donna sui sessant'anni, grassa, capelli rossi intenta a cucire.
-Mrs.Collins.- La chiamò Peter.
-Sì?- Rispose la signora.
-E' arrivata Miss White.-
-Oh! Miss White! La stavamo aspettando, prego accomodatevi, dovrete essere stanca per il lungo viaggio, venite a sedervi, ho fatto il tè.- M'invitò la signora al tavolo alla sua destra.
Mi sedetti e bevvi un sorso dalla tazza che mi aveva dato.
-Ci voleva proprio un buon tè, vero signorina?- Mi chiese la donna.
-Sì, grazie ma mi chiami pure Emily.- Le risposi.
-D'accordo Emily, prima finisci con calma il tuo té e poi ti porterò dai padroni, va bene?-
-Va bene.-
Dopo il té, Mrs. Collins mi condusse fuori dalla cucina. Ci ritrovammo nel corridoio, camminammo a lungo fino ad arrivare ad una scalinata che conduceva in giardino.
Quando fummo fuori andammo verso un gazebo dove c'erano due signori che stavano prendendo il tè delle cinque.
Il primo era un uomo un po' basso, grasso, con pochi capelli color castano chiaro e occhi marroni  indossava un completo nero. La seconda invece era una donna alta, molto magra, carnagione chiara, e aveva i capelli color castano scuro raccolti su uno chignon con due boccoli vicino al viso.
-Signori.- Li chiamò Mrs. Collins.
-Sì?- Dissero.
-Non vorrei disturbare il vostro té pomeridiano ma è arrivata Miss White, la nuova domestica.-
-Bene.- Rispose l'uomo.
Si alzò dalla sua sedia e si mise di fronte a me.
-Molto piacere Miss White.- Mi disse lui.
-Il piacere è mio.- Risposi.
-Io sono John Harrison, il padrone di questa casa e lei è mia moglie Elisaberh.- Disse indicando la donna.
-Molto piacere.- Mi disse Mrs. Harrison.
-Bene, adesso vai nella tua stanza e preparati per il tuo primo giorno.- Disse Mr. Harrison.
-Signore.- Dissi inchinandomi.
Mrs. Collins fece e disse la stessa cosa e ce ne andammo.
-Seguimi Emily, ti condurrò nella tua nuova camera.
Rientrammo nella casa dove rifacemmo la scalinata di prima ma questa volta facendo altre scale, ne facemmo così tante che quasi mi mancava il fiato fino a quando non arrivammo al piano dove c'erano le stanze della servitù. Andammo verso quinta porta a sinistra e la signora bussò.
-Chi è?- Chiese una voce acuta, doveva esserci una ragazza dentro.
-Mary, sono Mrs. Collins, apri, è arrivata Miss White.- Le disse la signora.
Ci aprì una ragazza molto carina, doveva avere tra i diciotto e i vent'anni, capelli marroni raccolti in uno chignon e occhi del medesimo colore, indossava la divisa blu con il grembiule bianco.
-Mary, lei è Emily White, la tua nuova compagna di stanza.- Mi presentò Mrs. Collins.
-Molto piacere Emily, io sono Mary Taylor, da ora in poi saremo compagne di stanza. - Mi disse la ragazza porgendomi la mano, gliela diedi.
-Molti piacere.- Risposi.
-Bene ragazze, vado a riasettare in giardino, i padroni avranno finito di bere il tè. Voi intanto preparatevi e andate a lavorare. Arrivederci.- Ci salutò Mrs. Collins
-Arrivederci Mrs. Collins.-  La salutammo io e Mary.
Dopo che la signora se ne andò, andai in camera a prepararmi. La mia divisa era già sul letto, mi tolsi i vestiti che aveva e me la misi.
-Allora? Sei pronta?- Mi chiese Mary.
-Certo.-
-Allora andiamo.-
Detto questo andammo a lavoro, la prima cosa da fare fu pulire l'argenteria e mentre lo facevamo, la mia collega mi spiegò molte cose su quella casa.
-Gli Harrison in tutto sono cinque, Mr.Harrison, il padrone di casa, Mrs. Harrison, sua moglie e i suoi tre figli, Mr. Richard e i piccoli Robert e Jane.-
-Gli Harrison hanno figli?- Chiesi.
-Certo! Il più grande di tutti e tre è Mr.Richard ed è bello come un angelo! Le altre domestiche fanno a gara per servirlo quando sta qui.-
-Perché? Dov'è?-
-Adesso studiava a Cambridge per diventare magistrato, ma adesso dovrebbe tornare a casa visto che si è laureato.-
-Ah, capisco e gli altri figli?-
-Beh, il piccolo Robert ha dieci anni, è molto simpatico ma è una tale peste! Secondo me, i suoi genitori dovrebbero essere più severi con lui. Mentre, Miss Jane ha sei anni ed è molto dolce e graziosa, è facile innamorarsi di lei!-
-Non studiano in collegio?-
-No, ma hanno una istitutrice, Mrs. Wilson, è una donna autoritaria e molto irascibile, fai molta attenzione!-
-Capito.-
-Senti, adesso io devo andare a spazzare in cucina, ricordati che alle sette in punto devi stare in cucina per preparare la cena ai signori.- Mi avvertì Mary.

-Va bene.- Risposi.
Quando Mary se ne andò continuai i miei lavori: pulì per terra, tolsi la polvere dai soprammobili e riassettai nella stanza dei bambini.
Quando guardai la pendola, notai che erano le sette meno dieci, dovevo fare presto!
Cercai di arrivare in cucina ma ahimè! Talmente era grande quella casa che era facile perdersi. Dopo vani tentativi di ricerca andai ad urtare addosso a qualcuno.
Alzai lo sguardo e mi comparve il più bel volto maschile che avessi mai visto!
Bei lineamenti, sopracciglia folte, capelli ricci scuri ed occhi neri come la notte.
-Mi- mi scusi- Dissi togliendomi subito da quella persona.
-Che modi! Ma che passa alla servitù in questo periodo?- Disse sgarbatamente l'uomo.
Poi mi guardò bene e disse:
-Non vi ho mai vista da queste parti, siete nuova?-
-S-sì mi chiamo Emily White e sono la nuova domestica.- Risposi
-Beh, chiunque voi siate sarà meglio che mi muoviate, in questa casa non si tollerano persone che battono la fiacca!-
Detto questo se ne andò. Per un attimo ribollì di rabbia, quell'uomo era stato veramente maleducato con me! Ma che educazione aveva ricevuto!
Ma poi decisi che era meglio non pensarci e che era meglio andare in cucina visto che ero già in ritardo!
Così, anche con un po' di fortuna, riuscì ad arrivare alla cucina. Ma appena mi trovai lì, vidi una donna ala, magra, col viso pieno di rughe e gli occhiali, capelli color castano scuro e occhi marroni mi guardava con un'espressione molto arrabbiata!
-Sì può sapere dov'eri andata? Hai visto che ora si è fatta!? Ma ti sembra questa l'ora di arrivare!- Mi disse la donna.
-Mi scusi, cercherò di arrivare in orario la prossima volta.- Mi giustificai.
-Mrs. Wilson, sembra che basti.- Disse Mrs. Collins che aveva assistito a tutta la vicenda.
Mrs.Wilson mi fissò per un momento e disse:
-Va bene, per oggi l'hai passata liscia, ma cerca di non ripeterlo più!-
Dopo aver annuito, andai a lavorare, andai verso il cuoco.
-Salve Emily, io sono George, il cuoco, puoi portare le papate di là.- Mi disse dandomi la portata di patate.
Così, uscì dalla cucina e mi ritrovai nella sala da pranzo dove c'era già tutta la famiglia seduta a tavola, e capì che l'uomo che avevo incontrato prima in corridoio era Mr. Richard!
Iniziai a servire. La prima fu Miss Jane, era molto graziosa, carnagione chiara, capelli color castano chiaro raccolti all'indietro, occhi marroni e un dolce sorriso stampato in faccia, come diceva Mary, una bambina veramente graziosa, ricambiai il suo sorriso e le misi la sua porzione nel piatto. Il secondo fu il signorino Robert anche lui che mi sorrideva, poi fu il turno di Mrs. Harrison, e poi di Mr.Harrison, ma lui chiese ancora patate.
-Smettila John! Ne hai avute abbastanza e poi t'ingrassano!- Gli disse sua moglie.
-Lo sai che le patate mi piacciono!- Si giustificò l'uomo.
Così i due coniugi si misero a litigare, volevo ridere a quella scena esilarante ma non potevo altrimenti ci rimettevo il posto!
Così mi girai e vidi chi altro dovevo servire e scoprì che era Mr. Richard, odiando quell'uomo decisi che l'avrei servito senza guardarlo in faccia. Così andai vicino a lui, e indirizzai il mio sguardo verso il suo piatto, ma quando mi rialzai vidi che avevo il suo sguardo rivolto a me.
Senza pensarci troppo a passo veloce me ne andai via dalla sala da pranzo rientrando in cucina, posai la portata di patate e rimasi per un momento a riflettere,
Il cuore mi batteva all'impazzata, non capivo quelle emozioni e non capivo neanche perché provarle per un uomo che odiavo.
-Emily.- Sentì una voce che mi chiamava, mi girai e vidi Mary accanto a me.
-Mary? Che fai qui?- Le chiesi.
-Sono venuta ad avvisarti che dobbiamo andare a cenare.- Mi disse.
Così io e lei andammo nella sala da pranzo della servitù dove c'erano tutti gli altri.
La serata fu piacevole, George, il cuoco parlò della gallina che non riusciva a prendere per  cucinarla. Ma all'improvviso arrivò un ragazzo. Era molto carino, alto, magro, capelli castani chiari e occhi verdi, indossava abiti da lavoro.
-Charlie! Sei arrivato finalmente!- Disse Mrs.Collins
-Ehy! Scusate ma ho avuto molto da fare in giardino.- Rispose il ragazzo e si andò a sedere.
-Charlie, ti presento Emily White, la nuova domestica.- Mi presentò la signora.
-Molto piacere Emily, da dove venite?- Mi chiese.
-Da Haworth.- Dissi.
-Ah interessante.-
Chiacchierai molto con Charlie, era una persona molto piacevole e diventammo grandi amici.
Dovevo ammetterlo, la mia nuova vita era iniziata, che altro aveva da riservarmi il futuro?

  
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