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Autore: MrRaider    18/12/2014    2 recensioni
La storia di questa fanfiction si colloca tra l'allontananza di Taiga da Ryuuji e il suo ritorno alla fine dell'anno scolastico. Durante questo lasso di tempo la storia sarà principalmente incentrata sul fratello della Tigre, tennista professionista che decide di prendersi una pausa dal suo lavoro per circa un paio di mesi, con lo scopo di finire gli studi. Perciò si trasferirà nella città di Taiga, dove farà conoscenza con gli amici della sorella, tra cui Ryuuji.
Genere: Romantico, Sentimentale, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Minori Kushieda, Nuovo personaggio, Ryuji Takasu, Taiga Aisaka, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 13
 

Si era alzato presto, e non era da lui alzarsi a quest’ora, di domenica. Uscito dalla camera da letto andò in cucina, dove preparò il caffè

Perché? Perché adesso…

La notizia del giorno prima lo aveva abbattuto. Sapeva che prima o poi sarebbe dovuto andarsene, per continuare con la sua carriera, ma dopo aver passato dei bellissimi momenti con i suoi nuovi amici e soprattutto con Minori, non voleva più andarsene. E proprio quando aveva era arrivato il momento di dichiararsi eco che è arrivato questo imprevisto. Ma dopo Wimbledon, cosa avrebbe fatto? Doveva tornare a casa sua, a Tokyo, oppure trasferirsi. Ma non doveva pensarci ora. Aveva una chiamata da fare.
Finito di bere il caffè prese il cellulare e chiamò un suo compagno: Kitamura. Squillò un po’, ma alla fine rispose

“Pronto?”

“Ciao Kitamura, sono Aisaka. Ascolta, avrei un favore da chiederti. Ho bisogno di parlare col preside, oggi.”

“Ciao Aisaka. Guarda, oggi il preside è a scuola per una riunione col consiglio, e finirà fra qualche ora, lo avviserò della tua visita.”

“Grazie mille Kitamura. A che ora ci incontriamo?”

“Mh… Facciamo alle 15.00, ti aspetto di fronte al cancello della scuola.”

“Perfetto, a più tardi Kitamura”

“A più tardi Aisaka!”

Appena finì la chiamata Roku si sedette sul divano e accese la TV. Era interessato a scoprire come mai avessero anticipato il torneo ma per sua sfortuna non trovò nulla.

Si fece l’ora di pranzo così decise di mangiare, continuando a pensare a quella situazione.
Finito di pranzare preparò la sua valigia per il giorno dopo. Mise dentro la sua biancheria, i vestiti e ovviamente i completi bianchi, dato che a Wimbledon erano necessari vestiti bianchi. Mentre guardava l’armadio si fermò ad osservare la coppia di completi che aveva ricevuto dai suoi amici per il compleanno. Aveva promesso che gli avrebbe indossati, e inoltre gli piacevano molto, così li prese e li mise in valigia.
Quando finì di preparare tutto si fecero le 14.45 così uscì diretto a scuola. Arrivato lì vide il suo compagno vicino al cancello.

“Kitamura!” disse lui, avvicinandosi.

“Oh, Aisaka eccoti. Senti, posso sapere come mai devi parlare col preside?”

Così Roku raccontò il problema al compagno.

“Sei l’unica persona a cui l’ho detto. Purtroppo devo partire domani”

“Capisco, un vero guaio amico. Seguimi, ti porto dal preside”

I due entrarono nell’edificio e Kitamura scortò Roku nell’ufficio del preside. Era una piccola stanza, dove all’interno si trovava una scrivania, dietro alla quale era seduto il preside della scuola, un uomo sui quarant’anni.

“Ahh, Roku Aisaka. Il presidente del consiglio studentesco mi ha detto della sua visita. Si sieda” disse il preside facendogli cenno nella sedia di fronte a lui

“Grazie signore” rispose Roku e si sedette.

“Allora, come mai questa visita?”

“Vede signore, sono in una situazione un po’ complicata: come forse sa ho una carriera tennistica, e dovevo riprenderla fra tre settimane a Wimbledon. Il problema è che hanno anticipato la data e inizierà fra qualche giorno. Per cui non posso continuare gli studi e…”

“Ho capito, non c’è problema”

“Come scusi?”

“Nessun problema Aisaka. Ho controllato i tuoi voti e devo dire che sono buoni per cui non devi preoccuparti”

“Oh, la ringrazio!”

“Di nulla”

I due si strinsero la mano. Finito il colloquio Roku andò nella porta quando lo richiamò il preside

“E… Aisaka…”

Il ragazzo sentendo la voce del preside si girò verso di lui, notando che gli stava sorridendo

“Buona fortuna!”

“Grazie signore”

Roku uscì dall’ufficio e incontrò Kitamura che stava aspettando che uscisse

“Allora? Come è andata?”

“Mi ha detto che non c’è nessun problema e che i miei voti sono buoni”

“Ottimo. Ora cosa farai?”

“Devo fare ancora una cosa e avrò finito. Domani passerò a salutarvi, grazie ancora per l’aiuto Kitamura”

“A domani Aisaka!”

Appena uscì da scuola Roku non si diresse a casa, ma cambiò direzione, verso il circolo tennis. In quei mesi aveva passato tantissimo tempo lì, ad allenarsi e a fare conoscenza con alcuni dei suoi fans. Forse quello era il posto al quale era più legato.
Appena arrivò al circolo entrò nella club house.

“Ciao ragazzi” urlò lui e tutti si girarono

“Roku!”
“Abbiamo saputo di Wimbledon, ci dispiace però non vediamo l’ora di vederti giocare”

“Lo so, lo so, l’ho saputo ieri. Purtroppo partirò domani.”

“Quindi non tornerai più qui?”

“Non lo so. Ci ho pensato molto a riguardo ma devo ancora pensarci”

Ci fu un piccolo silenzio. Molti si erano raggruppati davanti a lui e avevano le facce abbastanza tristi. Sapevano che doveva andare, ma dopo aver avuto un tennista professionista per così tanto tempo nel loro circolo gli aveva fatto molto piacere, a tutti quanti.

“Ci siamo divertiti molto Roku” disse il presidente avvicinandosi a lui.

Era il più calmo di tutti gli altri, lui più di chiunque atro sapeva come andavano certe cose.

“Beh, non possiamo certo dimenticarci di te. Ragazzi, chi può portarmi la macchina fotografica?”

Il presidente propose di scattare una foto con tutti quanti assieme a Roku, che ovviamente accettò.
In men che non si dica un ragazzino arrivò con la fotocamera e il trepiede. Posizionarono la telecamera all’aperto rivolta verso uno dei campi da tennis e tutti i presenti, che erano almeno una ventina di persone, si accumularono nella recinzione che circondava il campo. Uno dei ragazzi fece partire il timer della fotocamere subito tornò nell’ammasso di gente per posare insieme a Roku. Ne uscì una bellissima foto ricordo. Tutti quanti sorridevano felici, come se si fossero dimenticati che forse non lo avrebbero più visto passare per il loro circolo.

Alla fine Roku con un po’ di tristezza e malinconia salutò tutti e uscì dal circolo, stavolta diretto a casa. Aveva parlato col preside, salutato i suoi fans del circolo, ma gli mancava una cosa da fare, che però gli era sfuggita di mente. Ma mente camminava pensandoci sentì qualcuno che lo chiamava, e quel qualcuno era il suo amico Ryuuji. Ecco cosa doveva fare, dirgli la verità.

“Hey Roku!”

“Oh, Ryuuji ciao…”

“Come va?”

“Insomma… Potrebbe andare meglio. Ho scoperto da poco che hanno anticipato il Wimbledon, e dovrò partire domani…”

“Oh, mi dispiace. Senti, che ne dici di cenare un ultima volta a casa mia? Oggi Yasuko lavora più tardi quindi cenerà con noi.”

“Grazie Ryuuji, verrò sicuramente.”

“Perfetto, ora devo andare.”

“Dove vai?”

“Oh, son riuscito a prendermi un lavoro part-time da qualche settimana e ora devo andare a lavorare, ma tornerò all’ora di cena.”

“Hey, congratulazioni!  Allora ci vediamo  più tardi.”

“Sì, alle 21 a casa mia. A dopo!”

***


Verso le 21 Roku bussò alla porta di casa Takasu e venne fatto accomodare da Ryuuji. Arrivò nel salotto dove trovò Yasuko.

“Ahh Roku, che piacere vederti, come stai?”

“Molto bene, grazie Yacchan”

I tre subito dopo si misero a tavola e mangiarono le prelibatezze preparate da Ryuuji. Mentre mangiavano Roku spiegò ai due la faccenda, di come aveva saputo dell’anticipazione del torneo e che sarebbe partito il giorno dopo.

“Quindi non ti rivedremo più?” chiese Yasuko.

“Questo non lo so ancora. Abito a Tokyo, però, dato che mi trovo abbastanza bene qui, potrei anche trasferirmi. E’ una cosa a cui dovrei pensarci ancora,
vedrò quando finirà il torneo.”

Appena finirono di cenare Yasuko ormai doveva andare al lavoro, ma prima di uscire salutò un ultima volta Roku, abbracciandolo.

“Spero di rivederti presto”

“Anch’io Yacchan.”

Sciolto l’abbraccio la donna uscì di casa, salutando i due ragazzi.

“A che ora partirai domani?” chiese Ryuji.

“Dopo pranzo, ma prima passerò a scuola per salutare tutti.”

“Capisco…”

Forse per Roku era arrivato il momento di dirglielo. D’altronde, non aveva nessun’altra possibilità per farlo. Si fece tardi ed era ora di andare.

“Ryuuji, prima che vada, devo dirti una cosa”

“Certo, dimmi pure”

I due si sedettero in salotto. Roku ci mise un po’ per decidere come dirlo, non era certo facile ma alla fine riuscì a trovare le parole giuste.

“Riguarda Taiga… Vedi… Ti ho mentito, sin dal giorno che ci siamo visti la prima volta. In realtà ho incontrato Taiga.”

“Cosa?” disse Ryuuji, sorpreso e confuso allo stesso tempo.

“Sì… Qualche mese fa, prima di venire qui, andai da mia madre. Era incinta e volevo restargli vicino dato che presto avrebbe partorito. Lì incontrai Taiga, e mi disse che era tornata per chiarire le cose con nostra madre. Poi mi raccontò della vostra storia. Così decisi di venire qui prima di riprendere a giocare, sia per finire gli studi, ma anche perché volevo conoscerti, e avevo promesso a mia sorella che non l’avrei detto a nessuno. Mi spiace avertelo tenuto nascosto”
Il ragazzo non rispose subito. Aveva abbassato lo sguardo, e Roku non riusciva a capire se era triste o arrabbiato, o tutt’e due.

“Dimmi… Lei, pensava a me?”

“Sì Ryuuji, sempre.”

“Roku, ho… ho bisogno di stare da solo. Per favore”

“O… Ok, allora… ci vediamo domani”

Così quando se ne andò Ryuuji rimase solo. Non voleva credere a quello che gli aveva detto. Per quei mesi lo aveva ingannato. Avrebbe voluto distruggere tutto ciò che lo circondava ma non lo fece. Perché doveva essere arrabbiato con lui dopotutto? E’ vero, gli aveva nascosto tutto ma Roku era un bravo ragazzo. Aveva fatto una promessa a sua sorella e aveva cercato di mantenerla. E si era dimostrato un grande amico, lo aveva supportato assieme agli altri per l’allontananza di Taiga. Ma quello che gli aveva detto, è stato un vero colpo basso. Decise così di andare a letto, cercando di non pensarci più. Ma l’unica cosa che riuscì a fare era pensare a Taiga.

***


Era appena tornato a casa dopo aver detto tutto a Ryuuji. E aveva incasinato tutto. Non doveva mentirgli sin dall’inizio e probabilmente ora lo odiava per questo. Cosa poteva fare se non…

Forse posso rimediare

Prese il cellulare e la chiamò. Dopo qualche squillo sentì la voce di sua sorella.

“Pronto?”

“Ciao Taiga, sono io”

“Roku… mi hai appena svegliata…”

“Scusa… Senti, devo dirti una cosa importante. Ryuuji sa tutto.”

“Cosa?”

“Sì, gliel’ho detto.”

“Perché lo hai fatto?!”

“Perché? Non ce la facevo più a guardarlo così. Aveva il diritto di sapere. Così come Kushieda.”

“Anche Minorin?!”

“Già, ma non è questo che importa. Ti sei mai guardata allo specchio recentemente? Cosa provavi guardandoti?”

“…”

“Taiga, lui ti manca, e tu manchi a lui. Vi ho visti entrambi. Per tutto il tempo non fate altro che pensare ad altro,  lui che spera che un giorno o l’altro torni, e tu che non sai ancora quando è arrivato il momento. Beh, penso che sia arrivato quel momento. L’allontananza è troppo per voi due, come potete continuare così? Senza restare fianco a fianco? Quindi Taiga, se ami davvero Ryuuji torna! Torna da lui, avete bisogno di recuperare il tempo perduto, di essere felici, insieme, non lontani.”

“…”

“Ok, l’ho detto. Scusami per non aver mantenuto fede alla promesso ma doveva saperlo. Fammi sapere cosa farai. Buonanotte sorellina”

Finita la chiamata chiuse il cellulare.

Almeno ci ho provato, ora sta a Taiga decidere cosa fare
 
***


Era seduta sul letto della sua camera e aveva appena finito quella discussione col fratello. Dopo la sua festa di compleanno aveva capito che forse non  era più necessario restare lì, ma non ha mai avuto il coraggio di andarsene. Guardò l’orario della sveglia, era mezzanotte passata.
Ad un tratto sentì la porta di casa aprirsi, segno che suo patrigno era tornato, poi sentì la madre che sicuramente era andata a salutarlo. Riguardò la foto che la raffigurava con Ryuuji. Doveva fare una scelta: restare con la sua famiglia o tornare dalla persona che amava.
Si alzò, si mise le pantofole e si diresse nel salotto della casa, dove vide i due adulti seduti sul divano. La prima ad accorgersi della sua presenza fu la madre.

“Tesoro, non stavi dormendo?”

“Mi sono appena svegliata. Sentite, volevo dirlo da un bel po’ ma… Penso che sia arrivato il momento”

La ragazza si sedette sul divano, pronta a dire ai due la sua decisione.

“Voglio tornare là…”

La donna era rimasta stupita mentre il patrigno era rimasto tranquillo. Evidentemente la cosa non lo sorprendeva.

“Perché Taiga? Hai visto il rapporto che abbiamo avuto. Guardaci: siamo una famiglia ormai”

“Lo so mamma. Ho passato dei bellissimi momenti con voi e con Aki, ma mi manca Ryuuji. Ho capito che non posso continuare a stare senza di lui.”

“Ma…”

“No” intervenne il patrigno. Anche lui voleva dire qualcosa.
“Tesoro,  guarda tua figlia. Si vede dalla sua faccia che non vuole più stare qui. Ci vuole bene, lo sai, ma forse è il momento di lasciarla andare, che si costruisca la propria vita con quel ragazzo, E’ abbastanza grande da badare a se stessa ormai” disse lui, sorridendo alla sua figliastra.

La madre ci pensò su ma alla fine rispose

“Ho capito. D’accordo Taiga, potrai andare ma prima devi finire gli studi”

La ragazza sentendo le parole della donna sorrise e l’abbracciò.

“Grazie, mamma.”

Subito dopo però si rivolse al patrigno, quell’uomo che ora poteva considerare come un vero padre. Così abbracciò pure lui.

“Grazie”
   
 
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