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Autore: Zero    01/02/2005    7 recensioni
Perchè vi ostinate a volerci trovare un senso?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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(La scena rappresenta un supermercato

(La scena rappresenta un supermercato. I clienti sono in fila alla cassa. Non c’è niente di particolarmente degno di nota. Un ragazzo sta pagando la sua spesa alla cassa. La spesa consiste in: due bottiglie di latte intero, una da un litro, in plastica trasparente, l’altra da mezzo, in tetrapak; una confezione in cartone da 6 uova; una tavoletta di cioccolata di una nota marca svizzera; uno shampoo antiforfora e una tarantola. La cassiera inizia a passare il latte, le uova, la cioccolata e lo shampoo. Infine prende in mano la tarantola, e prova ripetutamente a passarla sullo scanner ottico. Infine, abbastanza seccata si rivolge al ragazzo.)


Cassiera: Non la legge. Non è che si ricorda quanto costava?

Ragazzo: (risponde senza esitazione) Venti lacrime di drago.

Cassiera: Capisco. Sicuro di avercele?

Ragazzo: Of course.

Cassiera: Ok. In tutto fanno 13 euro, 54 centesimi e 20 lacrime di drago.

Ragazzo: (frugando nelle tasche) ecco… tenga, questi sono 10. Aspetti che dovrei avere anche le monetine. Ecco, ho 4 euro.

Cassiera: Ecco il resto. Mancano le lacrime.

Ragazzo: Aspetti un secondo, vado a prendere il drago. E’ parcheggiato qui fuori.

Cassiera: Ok, ma intanto la tarantola la tengo io.


(Il ragazzo esce dal supermercato e la porta scorrevole si apre su un paesaggio quasi lunare. Un deserto roccioso si stende a perdita d’occhio, inframezzato da vulcani in continua eruzione. A pochi metri vi è un profondo cratere, probabilmente causato dall’impatto di un meteorite. Il cielo è infuocato di un colore rosso sangue. Il drago occupa diligentemente uno dei riquadri disegnati sull’asfalto del parcheggio prospiciente al supermercato. Nei parcheggi a fianco vi è una coccinella e una Panda 4x4 scassata.)


Ragazzo: Potresti piangere per favore?

Drago (sputa una timida fiammata e dice poco convinto): I draghi non piangono mai.

Ragazzo: Dai, ti prego. Altrimenti come faccio a comprare la tarantola?

Drago: Questo non mi riguarda.

Ragazzo: Ne sei sicuro?

Drago: Assolutamente sì.

Ragazzo: Bene, allora sarò costretto a chiamare chi saprà convincerti.


(Il drago è perplesso. Il ragazzo estrae un’aragosta dalla tasca e premendo i tasti fa scorrere i nomi della rubrica sul display, finchè non trova quello che cercava.)


Ragazzo: Pronto? Ciao Gorgia, sono il Protagonista della storia. Come va? Senti, ti va di fare un salto qui, che c’è da convincere il mio drago a darmi venti lacrime? Ah, vieni davvero? Grazie mille.


(Gorgia arriva da lontano rombando sulla tartaruga prestatagli da Zenone. In pochi secondi è arrivato dal ragazzo e dal drago).


Gorgia: Salve, o Protagonista. Allora, è costui il drago reticente?


(Il ragazzo annuisce e il drago alza gli occhi al cielo sconsolato)


Dunque dimmi, o immaginifica creatura, da che viene la tua convinzione che i draghi non siano votati al pianto? Non è forse vero che i draghi sono le creature le più nobili e le più terribili di questa terra? Che il coraggio è la loro stessa essenza?

Drago: Così è.

Gorgia: E allora cosa potrebbe impedire loro di piangere? Forse il timore della punizione di qualcuno? O forse la paura delle maldicenze? O ancora l’impossibilità di farlo? La prima causa è facile negarla, giacchè tu per primo vorrai smentire che i draghi possano avere timore di chiunque, sia esso uomo o Dio, o uomo e Dio insieme; in quanto se così fosse essi non sarebbero punto le creature più nobili e coraggiose della terra, poiché le creature più coraggiose sarebbero in quel caso quelle delle quali essi hanno paura. Dunque la prima tesi è presto demolita. Veniamo dunque alla seconda. Come già in passato dimostrai nulla esiste, e se anche qualcosa esistesse non potrebbe essere pensato e anche se potesse essere pensato, non potrebbe essere comunicato. Supponiamo dunque, per pura celia, che i draghi esistano e che possano essere pensati. Essi sono, come tu hai giustamente detto, pensati come gli esseri più nobili, coraggiosi e terribili di questa terra. Poniamo quindi che un essere, veda te piangere. L’idea di drago che porta nell’animo è altra cosa dal drago che sei tu. Può dunque l’idea essere danneggiata dal tuo pianto? Può un tempio crollare per un granello di sabbia che si scrosta? E’ chiaro come il sole che questo non è possibile. Se anche così fosse –e non lo è- colui che avrebbe avuto la sua idea di drago modificata dal tuo pianto, non potrebbe comunicarlo ad alcuno, giacchè la parola è altra cosa dal pensiero, che è altra cosa dalla realtà. Dunque, non avere timore che le maldicenze ti portino disonore. Veniamo infine all’ultima ipotesi, smontata la quale io avrò terminato la mia orazione. Giacchè nessun drago ha mai pianto, si può legittimamente dubitare che la tua stirpe non abbia codesta facoltà. I draghi sono esseri che vivono sulla terra, abitano le caverne, causano terremoti quando si muovono. Tutti gli esseri che li temono abitano la Terra, ed essi la dominano. Inutile dire che possiedono anche il sacro dono del Fuoco, in principio, prima del ratto di Prometeo, negato persino agli uomini dal sommo Zeus. Infine possiedono la mirabile abilità di fendere i cieli, e di muoversi nell’Aria, tanto agilmente quanto sulla terra. Pensi forse che a questi esseri tanto perfetti sia negato il possesso dell’ultimo dei quattro principi del mondo? Pensi che le creature più nobili del mondo possano non dominare l’Acqua? Se infatti non la potessero dominare, essa sarebbe superiore a loro. Quindi, i draghi la dovrebbero temere, e non sarebbero gli esseri più coraggiosi del mondo. Dato che questo contraddice ciò che fu detto in principio, è facile asserire come ai draghi sia dato di piangere. Dunque, escluso ogni ragionevole dubbio, ho senz’altro dimostrato che non vi è alcun impedimento acciocché tu pianga.

Drago (smarrito): Così pare…

Ragazzo: Bene allora puoi piangere ora.


(Le lacrime del drago gocciolano una ad una in una coppa di cristallo improvvisamente comparsa a mezz’aria. Infine, quando sono venti, il ragazzo afferra la coppa e si precipita dentro al supermercato)


Commessa: Alla buon ora, pensavamo che ci avrebbe fatto aspettare fino alla venuta del Leviatano! Ce le ha queste lacrime?

Ragazzo: Eccole.


(La commessa ripone le lacrime in un’apposita fiala contenuta nel registratore di cassa e infine porge la tarantola al ragazzo)


Ragazzo: Grazie.

Tarantola: Protagonista, per quale motivo mi hai comprato?

Ragazzo: Beh, è così lapalissiano! Per farmi da guida in questa terra!

Tarantola: Hai ragione! Chi meglio di me potrebbe farti strada in questa landa?

Ragazzo: Dunque, andiamo!


(Escono dal supermercato, baldanzosi, ma la loro allegria viene troncata dallo stupore per la singolare figura che si erge davanti a loro…)

 

To be continued…

  
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