Ho combinato un
autentico disastro. La situazione mi è completamente
sfuggita di mano. Non
intendevo dire a Betty quello che ho detto.
È vero che la sua nuova immagine mi turba ma
non penso nemmeno
lontanamente che lei sia una Claudia Bosch qualsiasi.
Ero felice, quando
sono arrivato a casa, perché sapevo da Mario che lei era
gelosa di Faith.
L’unica cosa che volevo dirle era che al parco sarei voluto
andare con lei.
Infatti mentre guardavo Faith pensavo, perché
non c’è Betty qui con me? Dovrebbe esserci Betty
qui con me!
Baciare Faith non ha
significato niente per me. L’ho fatto anche perché
volevo punire Betty, ma alla
fine il danno maggiore l’ho fatto a me stesso. Sapevo che non
avrei dovuto dire
quello che pensavo rispetto al suo cambio di immagine. Che avrebbe
creato tra
di noi una enorme frattura. Soprattutto perché Betty non
capisce il mio punto
di vista. Non era affatto brutta prima di questo cambio.
“Tigre” mi dice Mario
entrando nella mia stanza che è la camera degli ospiti della
sua casa “Certo
che ti sei abbonato a casa mia!”
“Ho combinato un
disastro Calderon!” gli dico e gli racconto la discussione
che ho avuto con
Betty.
“Tigre! Non posso
credere che tu abbia detto queste cose a Betty!!!”
“Invece l’ho fatto!”
“Devi esserti fumato
il cervello!” mi dice “Dico, ma l’hai
vista? Solo tu puoi pensare che lei
stesse meglio prima! Forse vuoi dire che prima tu stavi tranquillo
perché lei
non era così prepotentemente affascinante!”
“Calderon!” gli dico
“sono stupito del tuo sguardo sensibile sull’animo
di Betty. Non eri tu quello
che non la potevi soffrire!?”
“Questo era prima!
Prima che vedessi con i miei occhi che con lei hai trascorso gli anni
più
felici della tua vita e tu non puoi dimenticarlo!”mi dice
“Non lo dimentico!”
gli dico
“A me pare di si!” mi
dice “Anzi sono proprio convinto che il problema sia tu e non
lei!”
“Mario ma cosa dici?”
“Dico dico. A me
sembra che l’unico che non sappia più chi
è, sia tu!”
“Ma cosa dici? Perché lo
dici? Come puoi pensare una cosa del genere?”
“Ok! Te lo spiego!” mi
dice “ Tu da quando c’è stato il cambio
di look di Betty ti sei messo in
competizione con lei!”
“Cosa? Ma cosa dici
Mario non è affatto vero!”
“Invece sì! Tu sei
sempre stato un po’ in competizione con lei anche se sei
stato bravo a negarlo
per tutto questo tempo. Quando lei ha avuto il coraggio di cambiare, di
essere
quello che vuole essere tu hai fatto lo stesso. Perché avevi
tanti problemi
irrisolti. Ma qui il vero problema, secondo me, è che tu hai
bisogno di sentire
che lei ha bisogno di te e soprattutto che facendo così tu
senta di avere un
ruolo di guida, o di protezione, in cui lei comunque alla fine dipende
da te e
tu per questo ti senti migliore. Non
posso credere che tu sia arrivato alla tua età pensando di
valere così poco e
poi tutto in una volta di dimostrare a tutti e a lei quanto vali. Non
hai
considerato solo una cosa, che per fare questo stai distruggendo la tua
famiglia!”
“Ma tu non eri quello
frivolo?” gli chiedo
“Si” mi risponde “Ed è
anche divertente esserlo, ma questo non significa che io non guardi la
realtà
per quella che è!”
“La realtà ….
già!”
gli dico
“La realtà è che tutto
quello che stai provando è un dolore sprecato.
Perché hai dimenticato la cosa
più importante di tutte. Betty ti ama. Ha bisogno di te non
perché sei migliore
o peggiore di chiunque, ma perché ti ama. E lei ti accetta
come sei, mentre tu
non ne sei capace!”
“Questo non è vero”
gli dico “Non è affatto vero. Lei non mi accetta
per come sono. Io per esempio
vorrei accettare il lavoro di Parker Jackson Ross, ma lei non vuole
lasciare la
Colombia. Se mi amasse lo farebbe”
“E’ il tuo ego che
parla. Tu non vuoi per davvero andare in America, vuoi solo dimostrare
al
mondo, a te stesso e a LEI che sei così bravo da essere
stato scelto da una
compagnia americana multimilionaria! Il punto è che potresti
essere anche un
barbone e lei ti amerebbe lo stesso!”
“Mario stai dicendo un
cumulo di sciocchezze! Lasciami solo!”
Non posso
credere a
quello che mi ha detto Mario! Che sfacciataggine! Venire qui e farmi la
morale.
Come se io non amassi Betty e all’origine di tutto questo non
ci sia il mi
smisurato amore per lei. Come se lei potesse cambiare senza che io ne
sappia
niente, o io possa cambiare senza che tenga conto di quello che
significherebbe
per lei. Mi rendo conto di quello che sto dicendo. Io mi sento
cambiato, mi
sento cambiato perché non avrei mai pensato che Betty
potesse avere un flirt
con Daniele, ma so anche che tutto è successo
perché io ero impegnato nella mia
carriera e l’ho messa da parte. Mario ha ragione. Dannazione!
Dov’è la mia
pallina antistress? La esco dalla valigia e inizio a stringerla. Se
avessi
fatto caso al fatto che era con lei che stavo gareggiando, forse non
l’avrei
persa. Però è così difficile essere
sempre un passo dietro tua moglie. All’inizio
del nostro matrimonio questo era per me fonte di orgoglio. Nel tempo
però non
sono riuscito a considerarmi “il solito incapace”.
Lei è migliore di me. Punto.
Questo è un dato di fatto.
Io e Betty ci siamo
visti solo tre volte, quando mi ha lasciato i bambini per il fine
settimana. A detta
di Cami, è molto
triste e sta sempre chiusa nella sua camera. Non riesco a sapere che
soffre e
non poter fare niente. Ma è lei che non vuole parlarmi. Io
ci ho provato in
molti modi ma è stato tutto inutile.
L’unica
mia amica, l’unica
decisa seriamente a stare dalla mia parte è stata Faith.
Anche se naturalmente
lei vive a Seattle. Ci siamo sentiti su Skype e via mail. Alla fine suo
marito
ha davvero fatto un investimento alla New Tech che ci ha permesso di
sviluppare
una nuova sezione che Manuel e i suoi ingegneri volevano con tutte le
loro
forze. La robotica. Adesso la New Tech è
un’azienda molto grossa, speriamo di
non aver fatto il pass più lungo della gamba
perché altrimenti non ci rimane
che vendere alla Jackson Ross Corporation.
“Si è rotto il sacco
amniotico ma Betty non ha avuto contrazioni” mi dice Nicolas,
“il medico ci ha
detto così”
“Voglio entrare!” dico
e apro la porta. Vedo
che Betty ha delle
contrazioni. Le vado subito vicino
“Signor Mendoza” mi
dice il medico “sua figlia vuole nascere prima, è
il momento di andare in sala
parto”
Vedo che Betty è
agitata e mi chino su di lei per posarle un bacio sulla fronte
“Vedrai che
andrà tutto bene!”
La guardo e non
posso
credere che i nostri rapporti siano così cambiati. Io la amo
con tutto me
stesso. Non mi interessa cosa indossa e come si veste! Io la amo e
basta. Mi
rendo conto di quanto io sia stato imbecille. Non posso perderla.
È tutta la
mia vita. La vedo asciugarsi le lacrime. “Armando”
mi dice “se qualcosa dovesse
andare storto, voglio che salviate la bambina”. Me lo ha
detto anche quando
sono nati Camila e Roberto. “Lo sai anche tu che
andrà tutto bene!” le dico. Dopo
quattro ore di travaglio finalmente la bambina nasce. Immediatamente la
mettono
sul petto di Betty che la bacia sulla fronte. Io riesco anche a
tagliare il
cordone. Fuori ci sono tutti. Ma proprio tutti. La banda delle racchie,
Mario,
Nicolas, i miei genitori e quelli di Betty. La bambina per fortuna sta
bene e
non ha bisogno dell’incubatrice. Me la fanno prendere in
braccio dopo averla
lavata e profumata e io gliela faccio vedere a tutta la gente fuori.
“Sapete come
chiamarla?” ci chiede l’ostetrico.
“Allora come vuoi
chiamarla?”mi dice una Betty sfinita. “Margherita o
Giulia? Secondo me le sta
meglio Margherita!”.
Guardo la mia bambina.
Ha una montagna di capelli scuri. E le sue piccole labbra sembrano
petali di
rosa. Sta dormendo. Stringe le dita a pugnetto come fanno tutti i
neonati.
“Ti assomiglia sai?”
mi dice Betty
“Non voglio chiamarla né
Giulia né Margherita” le dico “Vorrei
chiamarla come te se per te non è un
problema, così che il tuo nome sia per sempre indissolubile
dal mio cognome”
“Vuoi chiamarla
Beatriz? Ma così ci confondiamo!!” mi dice.
“No. Vorrei che la
chiamassimo Aurora Beatriz Mendoza Pinzon. Cosa te ne pare?”
“Aurora” ripete lei
“Si. Aurora. Aurora
come un nuovo giorno che nasce” le dico e lei capisce che mi
riferisco a noi
due. Al fatto che nostra figlia possa essere una nuova
possibilità per noi e
per la nostra famiglia.
“Va bene allora.
Abbiamo deciso” dice al medico “La bambina si
chiama Aurora Mendoza”.
Non appena
trasferiscono Betty di nuovo nella sua stanza, immediatamente nostro
figlio
Roberto va a buttarsi tra le sue braccia. In questo ultimo periodo si
è
particolarmente legato a Betty, forse perché io non vivo
più con loro.
“Mamma” le dice “ma
sei sicura che è mia sorella? È proprio
brutta!”
“Hai ragione” gli
risponde Betty “lo è perché
è appena arrivata da un lungo viaggio ed è molto
stanca!”
“E tu non sei stanca
mamma?” le chiede Cami.
“Si un po’ lo sono!”gli
dice lei
“Forza ragazzi” dicono
i miei genitori “facciamo riposare Betty. Torniamo dopo a
vedere come sta e a
giocare con la sorellina!”
Mio padre va da Betty,
la bacia sulla fonte e le dice “Grazie per questa nuova
Mendoza!”
Quando tutti sono
andati via restiamo solo io e lei. Ma dovrò andare via anche
io perché Betty ha
bisogno di riposo. Ha ricevuto tanti punti interni e deve riposare. Mi
avvicino
a lei. “Sono felice” le dico “grazie per
nostra figlia.”
Lei non mi dice
niente. È evidente che non riesce a parlarmi. Da
più di un mese non riesce a
parlare con me che di cose che non hanno nessuna importanza, segno di
quanto io
l’abbia ferita dicendole che non mi piaceva più
quello che era. Come posso
essere stato così stupido?
“Armando” mi dice
mentre sto andando via “vai a casa dai nostri figli. Questa
sera io non ci sono
e non voglio che restino con i nonni. Tu sei il loro padre. Sei tu che
devi
rispondere alle loro domande”
"Va bene. Vado a casa”le
dico.
Vado nella nostra
stanza e vedo che Betty ha già fatto portare la culla,
sicuramente in previsione
della nascita. Lì hanno dormito già Camila e
Roberto. Sono stanco morto. Mi
avvicino al nostro letto . Mi ci sdraio e penso a tutte le volte in cui
abbiamo
fatto l’amore. E riso e pianto. Solo un anno fa, in questo
periodo abbiamo
scoperto che aveva un tumore e che potevo perderla. E quello non ci ha
separato. Un anno dopo abbiamo un’altra figlia e viviamo in
case separate. Non
pensavo che sarebbe potuto succedere.
“Papà” mi chiama Cami “posso
parlarti?”
“Certo!” le dico, “vieni
pure”.
“Lo so che sono
scorbutica quando vi vedo sempre appiccicati, ma quando farete pace tu
e la
mamma? Io voglio vedere i miei genitori di nuovo insieme!”mi
dice serissima. “Voglio
di nuovo la mia famiglia!”.