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Autore: katyjolinar    19/12/2014    1 recensioni
Una scoperta su sua madre porterà Astrid a scoprire le sue origini e battersi per mantenere vivo il ricordo della persona che l'ha messa al mondo
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Astrid, Hiccup Horrendous Haddock III
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ci vollero due ore di volo per giungere sull'isola degli Esiliati, che i due ragazzi passarono per lo più in silenzio.
Hiccup era concentrato sulla guida, ma sentiva Astrid, dietro di lui; la bionda si stringeva all'amico, serena, con le mani appoggiate ai suoi fianchi, ma saltuariamente le allontanava da lì, per spostargli qualche ciocca di capelli ribelle, dietro l'orecchio, oppure si sporgeva per posargli un bacio sulla guancia al volo.
Il giovane era felice di quelle attenzioni, significavano che qualcosa, nel loro rapporto amichevole, stava cambiando, che si stava evolvendo, ma la cosa che lo sorprendeva era che stava succedendo tutto molto velocemente, come se avessero, improvvisamente, preso la rincorsa dopo un periodo di stallo che durava da anni.
Astrid, dal canto suo, non ci pensava a certe cose. Sapeva solo che con Hiccup stava bene, che poteva parlare di qualunque cosa, e che, dopo quei discorsi che gli aveva fatto in quei due giorni, era molto più maturo di molti suoi coetanei. Per questo aveva deciso che si meritava quelle attenzioni, che gli avrebbe concesso qualcosa di più. D'altronde era una persona libera, una sua pari, e se a lui non dispiaceva, lei avrebbe potuto fare ciò che riteneva giusto fare.
Finalmente giunsero in vista dell'isola. Hiccup fece virare Sdentato, con attenzione: lì attorno era pieno di draghi selvaggi, ed era pericoloso. Scesero ancora, in cerca del villaggio degli Esuli e, finalmente, lo trovarono.
"Tranquillo, Sdentato." sussurrò il ragazzo, dando al suo drago una pacca leggera sul collo, poiché si era agitato un po' "Non è più pericoloso, non succederà nulla."
Atterrarono al centro della piazza centrale e, subito, un folto gruppo di Esuli si raccolse attorno a loro, con le armi sfoderate, pronti ad attaccare. Hiccup alzò le braccia, guardandoli uno per uno, e si mosse lentamente.
"Non vogliamo guai!" disse, scandendo ogni parola "Siamo venuti in pace. Dobbiamo vedere Alvin!"
"Mh... non vi fate vedere da un sacco di tempo..." commentò il vecchio Mildew, avvicinandosi ai due, che erano scesi a terra, accompagnato dalla sua fida pecora Fungus "Che cosa vuole il grande Hiccup dal capo degli Esiliati?"
"Non voglio creare guai, Mildew." ripeté il ragazzo, afferrando la mano di Astrid, che vedeva tesa "Siamo venuti a parlare con lui, nient'altro."
"Lasciateli stare!" tuonò la possente voce di Alvin, che si fece strada tra la folla e si fermò davanti ai giovani, fissandoli con la sua solita aria burbera "Allora cosa volete, voi due?"
"Ehm... è po... possibile parlare in privato?" balbettò Astrid, che si era leggermente intimorita, alla comparsa di quell'uomo.
"Perché?" insistette l'ormone, incrociando le braccia.
Astrid guardò l'amico, in cerca di aiuto, e lui cercò nella sacca della giovane, tirandone fuori il vecchio diario e porgendolo al capo degli Esiliati, che lo afferrò con sospetto e lo aprì, sfogliandolo. Infine alzò gli occhi, riservando uno sguardo truce ai suoi uomini, che si dispersero in men che non si dica, e tornò a rivolgersi ai due giovani e al drago.
"Andiamo alla mia capanna." disse "Credo che sarà una lunga chiacchierata."
I tre lo seguirono a casa. Appena entrati, Sdentato si accucciò vicino all'uscita, mentre Alvin invitò i ragazzi a sedersi, infine prese tre boccali e li mise sul tavolo assieme a una bottiglia di idromele. Infine si sistemò di fronte ai due e li guardò severo, mostrando il libriccino.
"Come avete avuto questo diario?" domandò, severo.
"Io... l'ho trovato mentre facevo le pulizie in casa." balbettò la bionda, a testa bassa "Apparteneva a mia madre."
"Questo diario era della mia compagna." spiegò l'uomo.
"Lo so." lo interruppe Astrid "Ti aveva seguito fin qui e avete vissuto insieme per parecchio tempo. Poi lei è rimasta incinta e, per paura di far male al bambino, hai insistito perché lei tornasse a Berk. È morta 18 anni fa, mettendomi al mondo."
Alvin la fissò, interdetto, infine si alzò e fece il giro del tavolo. Afferrò il mento della giovane e le fece alzare la testa, per guardarla meglio.
"Mi sei sempre sembrata una faccia conosciuta, ragazzina..." disse "E ora che ti guardo meglio... sei identica a lei. Tranne per gli occhi, lei li aveva verdi, tu invece ce i hai azzurri, come..."
"Come i tuoi, papà." completò la bionda, guardandolo negli occhi.
L'uomo stette un momento in silenzio, infine si abbassò all'altezza della giovane, allontanando la mano dal suo viso, come se avesse avuto paura di farle male.
"Sacro Odino..." sussurrò "Come lo hai scoperto?"
"Lo dice la mamma nel diario." riferì Astrid "Parlava molto di te. Dice anche come... come mi avete concepita." arrossì di colpo, abbassando lo sguardo.
"Oh, la sera in cui le ho detto che la sua lotta era più che legittima!" esclamò Alvin, sorridendo al lontano ricordo "Mi è praticamente saltata addosso appena ho finito di parlare. Tua madre aveva il fuoco in corpo, mia cara."
"Neanche tua figlia scherza, Alvin!" esclamò Hiccup, inserendosi nella conversazione "Se mi dessero una moneta per ogni volta che ci siamo messi nei guai a causa della sua avventatezza, sarei ricco!"
L'uomo sorrise di nuovo, alzandosi e tornando al suo posto, quindi si voltò verso il ragazzo e lo guardarla severo.
"Tuo padre sa che voi tre siete venuti qui, giovanotto?" domandò.
"Sa che sto aiutando Astrid." rispose il giovane, spicciamente "Abbiamo 18 anni, siamo adulti, ormai. Sa che non può tenere il guinzaglio troppo corto."
"Mh... figlia mia..." commentò l'uomo, rivolto di nuovo ad Astrid "Il tuo ragazzo è proprio un ribelle, ed è anche intelligente, ma nessuna delle due cose è una novità."
"Non è il mio ragazzo." lo corresse la ragazza "Siamo solo amici."
Alvin alzò un sopracciglio, ma non commentò oltre.
"Comunque..." continuò l'uomo "È stato a dir poco avventato venire qui da soli. Sì, abbiamo stilato un trattato di pace, ma la mia gente, come avete visto, non è ancora così amichevole nei vostri confronti. Se non fossi stato qui vi avrebbero come minimo imprigionato, in attesa del mio ritorno."
"Eravamo pronti a correre il rischio." ammise Hiccup, guardandolo fiero "Astrid voleva sapere qualcosa di più su sua madre, a parte ciò che è scritto sul diario e quello che ci ha raccontato mio padre, così siamo venuti da te."
"Cosa vi ha detto Stoick riguardo Astrid?" chiese Alvin, interessato.
"Che erano promessi e che lui non voleva annullare il fidanzamento, a meno che non se ne fosse andata da Berk."
"È così." confermò l'altro "Astrid è stata cacciata dall'isola circa un anno dopo che ero stato cacciato io. Me la sono trovata sulla spiaggia una mattina, stanca e affamata, così l'ho accolta e curata. E pensare che uno dei motivi per cui sono stato cacciato era perché mettevo in discussione alcune tradizioni..."
"Credo, però, che papà abbia capito di aver sbagliato." ammise Hiccup.
"È così." proseguì Astrid "Ha detto che, per rispetto per mamma, non vuole combinare alcun matrimonio per me, anche se c'è la prassi di usare i matrimoni per suggellare i trattati di pace, quindi, secondo questa logica, essendo io tua figlia..."
"Chi avresti dovuto sposare?" la interruppe Alvin, stringendo i pugni.
"Il figlio del capotribù di Berk, ovviamente." rispose il ragazzo "Ovvero me. Ma io sono d'accordo con il fatto che queste leggi sono assurde, se fosse successo mi sarei opposto in ogni modo possibile!"
L'uomo si rilassò, sorridendo e tornando a guardare la figlia.
"Ascolta, per quel che vale, mi dispiace per non essere stato presente, e per averti trattato male ogni volta che sei stata qui..."
"Non fa nulla..." lo fermò Astrid "Eri un nemico di Berk, e io non sapevo che sei mio padre. Almeno adesso hai fatto pace con Capo Stoick. Cerca solo di tenere la giusta via, la mamma non vorrebbe vederti impazzire di nuovo."
Alvin annuì a guardò alla finestra.
"Si sta facendo tardi." disse "Forse è meglio se tornate a Berk, oppure Stoick potrebbe seriamente preoccuparsi. Ma tornate pure quando volete, siete sempre i benvenuti, qui."
Hiccup annuì e prese la mano di Astrid, poi chiamò Sdentato, quindi uscirono e presero il volo, non prima di aver salutato Alvin.
   
 
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