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Autore: SusanTheGentle    20/12/2014    15 recensioni
Lui fece una mezza risata, ma senza allegria.
«Buffo pensare a me come a una persona normale»
«Ma tu sei una persona normale, Ben»

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Nell'inverno 2013, Claire Riccardi si trasferisce negli Stati Uniti d'America, più precisamente nello Utah, nella città di Ogden, decisa a dare una svolta alla sua vita. E proprio quello stesso inverno, in quella stessa città, Ben Barnes si sta preparando a girare il suo prossimo film. Il destino, o semplicemente il caso, fa sì che i due si conoscano. Ed è in questo scenario che i loro mondi si scontrano. Entrambi con una dolorosa storia sentimentale alle spalle, si trovano, si comprendono. Le loro vite così diverse si intrecciano e, inevitabilmente, l'amicizia lascia spazio a un sentimento più profondo.
Ma possono due persone tanto dissimili vivere una relazione in totale libertà? Possono, se le cicatrici bruciano ancora e hanno tanta paura di amare di nuovo?
La storia può sembrare sempre la stessa: la cameriera e l'attore. Forse, all'inizio può sembrare così, ma questa è una storia di sentimenti, di vita e d'amore. Soprattutto d'amore.
E' la storia di Ben e Claire.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie ''A Place For Us''
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12. Tenerezza

 Vorrei chiuderci qui dentro e lasciare fuori tutto il mondo…
 
 
 
 
Adesso erano pari.
Claire lo aveva baciato per prima (ok, sulla guancia, ma era lo stesso) poi, Ben era fuggito da lei a gambe levate; in seguito era scappata lei e infine era stato lui a baciarla (sempre in viso, ma…dettagli!).
Ora, era da determinare chi dei due si fosse deciso a fare un’altra mossa, quando e come.
Per il momento, non accennarono più al bacio mancato, ed evitarono caldamente di creare una qualsiasi situazione che avesse potuto riportarli sull’argomento.
Il dialogo tra loro non era mai mancato ma, da quel giorno in avanti, strani silenzi cominciarono a far capolino nelle loro conversazioni. Accadeva quando l’uno fissava l’altro troppo a lungo o con troppa insistenza. Entrambi cercarono di non farvi caso, attribuendo quelle mancanze di parole al fatto che Claire fosse troppo concentrata sul lavoro.
Sotto lo sguardo ammirato di Ben, la ragazza sfornò decine di biscotti e vari dolcetti in tema natalizio (Dicembre era ormai iniziato), mostrandogli come si preparava la glassa per farcirli, i tanti e diversi modi con cui si potevano decorare.
Ben mostrò un tale interesse nel guardarla cucinare che, in un primo momento, Claire pensò la stesse prendendo in giro. Riflettendoci però, anche lei, inizialmente, gli aveva fatto un mucchio di domande mentre Ben raccontava di come passava le sue giornate sul set, delle prime dei film, di varie manifestazioni... per cui non avrebbe dovuto stupirsi se lui le domandava in continuazione a cosa servisse quello o che cosa fosse quell’altro.
Ben non stava scherzando, gli piaceva davvero stare lì a guardarla preparare biscotti.
Era il paradosso.
Provenivano da due universi completamente diversi, paralleli a dir poco. Erano sulla stessa terra, sotto lo stesso cielo, ma quello di Ben brillava come i fuochi d’artificio di capodanno; il suo, in confronto, era una fiammella tremula.
Claire era convinta che lui fosse abituato al lusso di chissà quali locali ultra moderni, non a un misero bar di periferia, e invece...
E invece, sebbene non fosse un luogo che avrebbe abitualmente frequentato, la cucina dell’All the Perks divenne per Ben quasi una dimora fissa.
Andò avanti così per qualche giorno.
Quando lui entrava e non vi trovava Claire, subito girava dietro il bancone per raggiungere la cucina. Là era tutto più calmo e tranquillo: i rumori del locale arrivavano attutiti, aumentando di frequenza solo quando Lory o Joseph aprivano e chiudevano la porta.
Era il mondo di Claire, piccolo e semplice come lei.
Assaporò quella normalità cui non era più abituato. Gli pareva di essere tornato indietro nel tempo, mentre guardava sua madre e sua nonna preparare i dolci di Natale quando era piccolo.
Sarebbe stato bello poter stare sempre così, rimanere amici e parlare, solo parlare, mantenendo i due mondi ognuno nel proprio emisfero, senza pensare troppo a cosa ne sarebbe venuto fuori se…
Per un po’ riuscirono a fingere abbastanza bene che nulla li turbasse ma, prima o poi, sapevano che l’argomento ‘bacio’ sarebbe tornato a galla.
Cosa sarebbe successo quando, inevitabilmente, fosse giunto il momento in cui si sarebbero di nuovo ritrovati da soli? Completamente soli?
 
 
***
  
 
Dicembre portò con sé una nuovo carico di neve e vento.
In un mattino bianco accecante, da costringerti a strizzare gli occhi al riverbero del sole contro i cumoli di neve ammassati sulle strade, Ben si svegliò con il mal di testa e un principio di ossa rotte.
Tyler gli procurò immediatamente un’aspirina e lui sperò vivamente che con quella il malessere passasse in fretta.
Purtroppo no.
Fece colazione all’All the Perks, come sempre, ma non mangiò con il solito appetito. Claire si accorse subito che qualcosa non andava e gli raccomandò di riposarsi appena possibile.
«Se oggi non te a senti di venire, non importa»
«Prenderò una medicina e mi passerà tutto, tranquilla»
Continuò a ripetersi che sarebbe andata così, ma più le ore passavano, più i sintomi dell'influenza aumentavano.
Non si ammalava quasi mai, ma quando succedeva era veramente un disastro.
Sul set, tutti gli chiesero se si sentisse bene. Lui disse sempre sì, che non c’era da preoccuparsi, anche se in realtà non stava bene per niente.
Mentre se ne stava sulla sua sedia a ripassare un momento il copione, accanto a lui Katherine, diede in un forte starnuto.
«Ti sei preso l’influenza?»
«No, sto bene» si limitò a dire lui.
«Non hai una bella cera»
«Grazie…»
«Intendo dire che si vede che non stai bene, hai una voce strana»
«Non ho niente, ho solo mal di testa» protestò di nuovo Ben, e così fece per un’altra mezz’ora.
Alla fine, con gran disappunto del produttore, la regista diede lo stop, congedando Ben dai ogni impegno.
«Me la sento di andare avanti, non sto così male» protestò lui vivamente.
Ami fece un cenno negativo. «Non posso girare le scene tra i due protagonisti facendo recitare a Katherine un monologo perché tu non hai quasi più voce»
Ami scherzava ma Ben la prese sul personale.
«Se peggiori sono guai. Dai, vai in camera e riprenditi, ti voglio in piena forma»
«Grazie, Ami»
Ben ritornò in hotel, accompagnato da Tyler. Quest’ultimo lo tranquillizzò per quella che fu la centesima volta.
«Ami si organizzerà con gli altri e anticiperà le scene in cui tu non compari. Entro un paio di giorni starai bene, è solo una leggera forma influenzale. E’ in giro, dopotutto».
«Mmm» fece Ben, sprofondando nel sedile dell’auto.
Una volta in camera prese un’altra aspirina e si mise a letto, iniziando a rimuginare su quanto tempo avrebbe fatto perdere all’intero cast se la sua malattia si fosse prolungata per più di un paio di giorni.
Oddio, speriamo di no…
Non gli era mai successo di ammalarsi durante le riprese di un film. Una volta si era incrinato una costola in teatro ma aveva continuato a recitare, facendo finta di nulla, per poi venire rimproverato da tutti quanti neanche fosse un bambino piccolo.
Non gli piaceva che qualcosa si mettesse in mezzo a lui e al suo lavoro, nemmeno un virus influenzale. Gli sembrava di divenire inutile nel suo far niente.
Si rigirò nel letto, allungando il braccio fuori dalle coperte per prendere il telefono. Tyler gli aveva detto di fargli uno squillo per qualsiasi cosa avesse bisogno. Ma la persona che Ben aveva in mente di chiamare in quel momento non era lui, bensì Claire. Doveva avvertirla che quella sera non si sarebbero visti.
  
 
***
  
 
Claire sentì lo squillo del telefono: un sms in arrivo.
Finì di servire la ragazza che aveva davanti e poi lo prese da sotto il bancone, dove lo posava di solito.
Era un messaggio di Ben.
    – NON POSSO VENIRE OGGI, CREDO DI AVER PRESO L’INFLUENZA… :( MI SCUSI, BELLA BIMBA? –

  Lei rispose immediatamente.

    – MI SPIACE MOLTISSIMO!!! CERTO CHE TI SCUSO, CI MANCHEREBBE ALTRO! RIPOSATI E GUARISCI PRESTO! UN BACIO :)<3
Poco dopo un altro sms. Diceva solo : – MI MANCHERAI –
I miss you…
Claire strinse al petto il telefono come fosse un gioiello prezioso.
Mi mancherai…
Ben non sapeva quanto sarebbe mancato a lei.
Avrebbe voluto andare a trovarlo, ricordava dove si trovava il suo albergo ma…
«Ti ci accompagno io!» si offrì Lory.
«Non posso lasciarvi qui, con tutto quello che c’è da fare»
«Io e Jo ce la caveremo benissimo. Dai, andiamo!»
Claire si agitò. «Non so, Lory, e se poi lo disturbo?»
«Telefonagli di nuovo e chiediglielo»
Claire rimase immobile, stringendo il telefono.
Andare o non andare?
Chiedere o non chiedere?
Eh sì, essere o non essere...ora pure Shakespeare…
Alla fine, decise che era meglio rimanere lì. Lo avrebbe disturbato di sicuro, e Ben era talmente gentile che non glielo avrebbe mai fatto capire. Probabilmente non aveva troppa voglia di avere gente intorno. Almeno, lei non ne aveva quando aveva l’influenza.
Fu un pomeriggio lungo e noioso.
Più di una volta venne tentata dall’idea di mandargli qualche altro messaggio, per sapere come stava. Ma forse lui riposava...
Poco prima della chiusura, una macchina scura parcheggiò proprio davanti al bar. Poco dopo, la porta si aprì tintinnando. Entrarono una donna bionda dall’aria vagamente famigliare, accompagnata da un uomo. Claire ebbe la sensazione di aver già visto anche lui.
La donna si avvicinò al bancone sorridendole. «Ciao, Claire, ti ricordi di me?»
Per poco, a Claire non cadde la mascella.
Joseph e Lory arrivarono dalla cucina in quel momento. Quest’ultima trattene il fiato e poi esclamò: «Oh mamma, Katherine Heigl!»
Katherine rise. «Ah, tua cugina si ricorda!»
Claire si riscosse dal momentaneo stordimento.
Katherine Heigl, la partner di Ben nel film che stavano girando, era di nuovo lì nel loro locale. Si erano viste solo una volta, un sacco di tempo prima, e Claire mai avrebbe immaginato si ricordasse di lei, figuriamoci il suo nome! Di più: si ricordava pure che Lory era sua cugina!
«A-anch’io mi ricordo di lei» riprese, titubante.
«Dammi del tu e chiamami pure Kate, mi chiamano tutti Kate»
«V-va bene» Claire fece vagare lo sguardo sull’uomo.
«Ah, lui è Tyler, l’agente di Ben. Non credo tu lo conosca» lo presentò Katherine l’istante dopo.
«No...ehm, piacere»
Ecco!, pensò Claire, rammentando di averlo intravisto fuori dalla stazione la sera in cui era arrivata a Ogden: Tyler aspettava Ben accanto ad un’auto scura.
Tyler porse la mano alla ragazza, lo stesso fece con Lory e Jospeh.
«Possiamo offrirvi qualcosa?» chiese quest’ultimo. «Stiamo chiudendo ma, se volete...»
«No, no, non disturbatevi» rispose Katherine. «Torneremo volentieri un’altra volta. Per adesso, sono venuta per Claire»
Lei sbatté le palpebre. «Per me?»
«Sono venuta a prenderti. Sono sicurissima tu sappia già che Ben non sta troppo bene, e pensavo ti facesse piacere venire a trovarlo»
Claire non ebbe nemmeno tempo di rispondere ’sì’ che Lory le aveva già ficcato in mano cappotto, borsa e sciarpa. Poi le mise il capello sugli occhi, non sulla testa, sospingendola verso la porta.
«Le va, le va eccome! Ci vediamo più tardi cuginetta. Resta fuori quanto vuoi, noi non abbiamo problemi, vero Jo?»
«No, per niente. Ciao e divertiti!»
Claire, Katherine e Tyler si ritrovarono fuori dal locale. La prima finì di vestirsi, accennando un sorriso di scuse per il comportamento di sua cugina.
«Gli italiani sono tutti matti…» mormorò Tyler, prima di prendere dalla tasca le chiavi dell’auto.
Lui al volante, Kate davanti e Claire dietro, partirono verso l’albergo.
La ragazza cercò di rilassarsi, pensando che, se era riuscita a sciogliersi davanti a Ben, avrebbe dovuto riuscirci anche con altre celebrità. Se solo quel Tyler non le avesse lanciato sguardi curiosi attraverso lo specchietto retrovisore...
Katherine invece era fantastica, simpatica, e la mise immediatamente a suo agio.
Arrivati all’hotel, salirono subito in camera di Ben. Tyler aveva il doppione della chiave.
«Un saluto veloce e ce ne andiamo» disse, rivolto soprattutto a Claire, la quale non seppe cosa rispondere.
Katherine le lanciò uno sguardo, come a dire che ci avrebbe pensato lei a disfarsi di Tyler.
 
 
***
 
 
Ben si rigirò nel letto, svegliandosi al suono di voci sommesse.
La testa gli pulsò a un solo movimento, le ossa scricchiolarono e gli occhi bruciarono un poco alla luce. Emise un sospiro lamentoso mentre li apriva del tutto.
«Ciao»
Ben sussultò di sorpresa, fissando la ragazza seduta sul bordo del letto.
«Claire?» Lui accennò un sorriso tirato. «Sto sognando?»
Lei scosse il capo e sorrise. «No, sono proprio io. Come stai?»
«Insomma…Come sei arrivata qui?»
«Katherine. Mi ci ha portata lei. Ha pensato ti facesse piacere vedermi»
«Ha pensato giusto»
Lei si chinò per dargli un piccolo bacio sulla guancia, che lui ricambiò.
«Mi sei mancata»
«Anche tu»
Si scambiarono uno sguardo dolce.
«Sei qui da molto?»
«No, qualche minuto soltanto. Ti ho guardato dormire»
Ben si passò una mano tra i capelli. «Devo avere un’aspetto orrendo...»
«Non più del solito»
Lui rise.
«Ah, il nostro malato si è svegliato?» fece la voce di Katherine, spuntando con la testa dalla porta della stanza.
«Ciao, Kate» Ben si alzò a sedere, poggiando la schiena ai cuscini. «Non sono malato, ho solo qualche linea di febbre»
«Questo fa di te un malato»
«C’è anche Tyler?»
«Sì, è di là in salotto, sta palando al telefono con Ami»
Ben sbuffò. «Mi dispiace, veramente, non avrei dovuto ammalarmi»
«Non puoi mica decidere tu» disse Claire.
«Ha ragione» disse Katherine. «Su, non fare la faccia da colpevole, Barnes, non è da te. Noi ce la caveremo benissimo sul set. Tu riposati, prendi le medicine e guarisci»
«Sì, mamma» ripose lui con una vocina buffa.
Claire sorrise. «Se la voglia di scherzare non ti manca, significa che non sei proprio moribondo»
Ben le fece una linguaccia scherzosa.
Lei gli prese la mano e lui la strinse.
Katherine osservò quel gesto, tentando di reprimere un sorriso compiaciuto.
Poco dopo, Tyler entrò in camera e si informò sulla salute di Ben. Lo rassicurò ancora, dicendogli che Ami non aveva alcun problema a fermare le riprese per un giorno o due; nel frattempo, avrebbe potuto controllare il girato di quelle prime settimane.
«Ringraziala da parte mia» mormorò Ben, la voce roca.
Tyler scoccò un’occhiata all’ora, poi alle due donne. «Katherine, dobbiamo andare»
«Ok» Katherine si alzò dal letto dove si era seduta, vicino a Claire.
Ben si volse verso quest’ultima, l’espressione dispiaciuta. «Devi già andare via?»
«Io…» la ragazza spostò lo sguardo verso gli altri due, «credo di sì…»
«No, tu puoi restare. Vero, Ben?» disse subito Katherine.
«Certo che può. Anzi, deve»
«Non devi essere disturbato. Se ti strapazzi, poi...» protestò Tyler.
Ben strinse di più la mano di Claire. «Lei non disturba»
«Ma…ma così prenderà l’influenza a sua volta!»
«Oh no, non credo» rispose Claire, «ho fatto il vaccino»
Kate batté le mani. «Magnifico! Che ragazza previdente! Vaccino, Tyler, niente rischio contagio. Su, andiamo!»
«Ma…»
«Zitto un po’…Ci vediamo, ragazzi: Ben riposati, Claire curalo, e quando vuoi tornare a casa basta che mi avverti, sto giù al secondo piano, camera 706. Ci vediamo!»
Detto questo, Katherine spinse via Tyler ed uscirono dalla stanza.
Ben e Claire tornarono a guardarsi un attimo dopo essere rimasti a fissare la porta per qualche secondo, perplessi.
«Non far caso a Kate, fai finta che non c’è»
Claire rise. «E’ stata gentilissima con me, e poi mi è simpatica. Lo sai, quando l’ho vista entrare nel locale ho pensato fossi stato tu a chiederle di venire» ammise, non senza vergogna.
Ben scosse il capo. «No, è stata una sua iniziativa. Però ti confesso di averci pensato»
«A cosa?»
«A chiederti di passare»
Lei s’illuminò. «Anch’io avrei voluto domandarti se potevo venire a trovarti, ma credevo non fossi molto in vena»
«E io pensavo non fosse una buona idea chiedertelo. Mi sono detto: se si ammala anche lei?»
«Non ci credo...»
Ora pensavano anche le stesse cose...
«Sicura che non ti passerò l’influenza?»
«Non credo. E se la prendo pazienza. Sarà un pretesto per non andare a lavorare»
Ben rise, posandosi un braccio sugli occhi.
«Ti da fastidio la luce?» gli chiese lei.
«In verità sì, un po’. Ti dispiacerebbe spegnere quella grande?»
«No, certo».
Claire si alzò, andando verso la porta. Sulla parete accanto stavano due interruttori. Schiacciò quello di destra, il più grosso. La stanza piombò nella penombra.
Mentre tornava vicino a Ben, improvvisamente realizzò lo stato della situazione in cui si trovava.
Ok, calma.
Erano di nuovo soli, totalmente. Lei era in camera sua, seduta sul suo letto… ma lui aveva la febbre, perciò dubitava potesse accadere qualcosa…qualsiasi cosa.
Eppure, una parte di lei avrebbe voluto che succedesse. Forse, stavolta non si sarebbe tirata indietro.
Piano, sollevò le gambe, poggiando la schiena alla spalliera del letto.
Lui non fece una piega.
Dopotutto si era solo seduta un po’ più comoda...
«Scusami, bimba» mormorò Ben a bassa voce.
«Per cosa?»
«Non sono molto di compagnia, oggi»
«Non fa niente. Se hai voglia di parlare parliamo, e se non ne hai voglia restiamo zitti»
Le labbra di lui si incurvarono. «E che facciamo nel frattempo? Ci guardiamo in faccia?»
«Potremmo giocare a chi ride prima»
Ben rise, togliendo il braccio dagli occhi.
Claire schioccò le dita. «Ho già vinto, fantastico!»
«Non farmi ridere, mi fanno male le costole» mugugnò lui, voltandosi su un fianco, raggomitolandosi su sé stesso.
Lei sorrise teneramente.
Era bellissimo anche così, con i capelli scompigliati, la voce roca, il viso stanco. Represse la voglia di stritolarlo tra le braccia. In quel momento sembrava più vulnerabile e più dolce, con quell’espressione languida che gli conferiva lo stato influenzale, dandogli un’aria così…
Da cucciolo.
Cos’è un cane???
Ehm…
Claire si puntellò con una mano al materasso, sporgendosi un poco verso di lui per posargli una mano sulla fronte. Era calda ma non eccessivamente.
«Hai preso qualcosa?»
Ben annuì.
«La febbre l’hai misurata?»
«Sì, già fatto. Ho trentasette e quattro»
«Secondo me non è influenza ma solo un forte raffreddamento. Se la temperatura non ti si alza, probabilmente te la caverai davvero in un paio di giorni»
«Che brava infermiera»
Lei gli accarezzo la frangia, scostandogliela dalla fronte. «Bè, devo sdebitarmi per quando mi hai medicato la mano»
«Giusto...Ci scambiamo sempre le parti, lo hai notato?»
Claire ritirò la mano, rivolgendogli un’espressione perplessa, poi capì. «Stavolta, però, nessuno di noi due può scappare»
«Direi di no» Ben si rannicchiò meglio sotto le coperte. «Io sono un povero malato, e tu non sei così insensibile da abbandonarmi»
«No di certo». Claire si piegò di lato, posando il gomito sul cuscino, il capo poggiato alla mano. In questo modo scivolò un pò più in basso, quasi totalmente sdraiata accanto a lui.
«La nostra sta diventando davvero una gara, non ti pare?» disse Ben.
«E chi arriva per primo al traguardo cosa vince?»
«Ancora non lo so»
Lei gli fece una carezza sul viso. «Dovresti dormire un po’, adesso»
Lui sospirò, infastidito. «Odio ammalarmi, non vorrei mai che succedesse»
«Non stai ancora pensando al tuo lavoro, vero?»
«Mmm…»
«Ben, hai sentito cos’ha detto il tuo agente, no? Non ci sono problemi»
«Non posso saltare le riprese»
«Ma non puoi nemmeno recitare mentre stai male. Non sei una macchina, sei una persona!»
«Tu sei gentilissima a dirmi queste cose, ma…»
«Ma niente. Tutte le persone normali si ammalano»
Lui fece una mezza risata, ma senza allegria. «Buffo pensare a me come a una persona normale»
«Ma tu sei una persona normale, Ben»
Lui non disse nulla, coprendosi meglio con il piumone. «Forse non dovrei fartelo notare, ma mi fa piacere che tu riesca a pensare a me come a uno qualunque»
Lei lo guardò intensamente. «Tu non sei uno qualunque»
No, non lo era, ma non perché fosse il suo idolo, bensì…
Ben la fissò a lungo, mandandole il cuore a mille.
«Sdraiati qui con me» le disse con voce bassa e calda.
Claire lo fissò a sua volta, incredula, confusa.
Era già praticamente sdraiata, per cui le bastò sistemarsi meglio, posare la testa sul cuscino. Il letto era a due piazze, spazioso, non è che dovessero stare stare appiccicati, però...
Si ritrovò con il viso allo stesso livello di quello di lui. Non sapeva cosa fare, cosa dire, quasi non respirò e non si mosse, finché Ben non allungò un braccio fuori dal piumone per farle una carezza sui capelli.
Claire gli andò più vicino. Era sopra le coperte, Ben sotto.
«Posso chiederti una cosa? Dopo ti lascio dormire, giuro» fece lei con voce incerta. Parlare la aiutava a non pensare troppo a quanto erano vicini.
«Dimmi» rispose lui, giocherellando con una ciocca dei suoi capelli.
«Come faceva il tuo agente a sapere che sono italiana?»
«Perché gliel’ho detto io. Voleva sapere dove sparivo tutti i pomeriggi e il perché non faccio mai colazione con il resto del cast»
«Che cosa gli hai detto di preciso?»
«Che passo il tempo con un’amica»
Lei parve stupita. «Tu hai parlato davvero di me al tuo agente?».
«Ti sembra tanto strano?»
«Bè…un po’ sì. Insomma, io non sono nessuno. Intendo dire che non sono famosa e...»
«Per me non è così» la interruppe lui, serio.
Parlavano a bassa voce. La penombra li spingeva a farlo anche se non ce n’era bisogno.
«Hai detto che per te non sono uno qualunque; bene, vale lo stesso per il sottoscritto. Avrei potuto chiedere a Tyler o a Kate di restare qui, invece l’ho chiesto a te, ho voluto te»
Lei gli sorrise dolcemente. «Grazie, Ben. Dici cose meravigliose. Tu sei meraviglioso»
«Tu lo sei» Ben la guardò dritto negli occhi, facendo scorrere le dita sulla sua guancia con leggerezza estrema. Poi, compiendo un gesto ormai fin troppo familiare, le passò il dito sulla punta del naso.
«La sai una cosa?»
«Cosa?»
«Ti bacerei se non avessi paura di attaccarti la febbre»
Lei sorrise, abbassando lo sguardo, assaporando il calore della mano di lui che si spostava dalla guancia alla spalla, al braccio, al fianco. Improvvisamente l’attirò a sé, vicinissima.
Claire si ritrovò avvolta dalle braccia di Ben, invasa dal calore delle coperte e del suo corpo. Lui posò la guancia sulla sua fronte, lei nell’incavo del suo collo, chiudendo gli occhi.
Le cose stavano prendendo una strana piega che nessuno dei due aveva previsto.
Da tantissimo tempo non si trovavano così in sintonia con un’altra persona. Sarebbe stato bello non avere paura, tentare di lasciarsi andare un po’ di più. Solo un poco, per…provare.
Ma se si fossero spinti troppo oltre? Nessuno dei due intendeva far imboccare all’altro una strada senza vie d’uscita.
Avrebbero voluto tornare un po’ bambini, a quei tempi in cui l’amore non era così complicato. Tornare a quando potevi sognare, desiderare, immaginare, senza porti troppe domande, senza il problema di un domani, perché esisteva solo il qui e ora.
«Ripetimi la definizione di chimica» disse lui dopo molto tempo.
«Cosa?»
«Ripetimela» Ben si scansò un poco per guardarla.
Lei prese un respiro, annegando nei suoi occhi. Non smise mai di fissarli.
«E’ quando attorno a te ci sono milioni di persone e tu ne vedi solo una. E’ quando incontri qualcuno totalmente opposto al tuo ideale, che riesce a sconvolgerti in meno di un secondo e tu non riesci a spiegarti come sia successo; quasi non ti ricordi quando è successo, né dov’eri o cosa stavi facendo, perché da quel momento in poi non esiste nient’altro se non quella persona»
Ben continuava a giocare con i suoi capelli, spostandole una ciocca dietro l’orecchio, accarezzandola in quel punto, continuamente. Poi, lentamente, le posò un bacio sulla fronte.
Claire si strinse a lui, infischiandosene altamente del pensiero di ammalarsi.
Ben rimase con le labbra appoggiate contro la sua pelle, sospirando piano.
«Ben, che sta succedendo?» sussurrò lei, l’emozione che le stringeva il petto.
«Non lo so, e forse non voglio saperlo. Vorrei solo restare qui con te, così come adesso, senza pensare a niente»
Claire gli passò un braccio attorno alla vita. «Non pensiamo, allora. Restiamo qui, ignoriamo tutto il resto»
«Se lo facessi davvero, ho paura che finiremo di nuovo per scappare, sia io che tu»
«Io sono stanca di scappare. E’ tutta la vita che scappo. Vorrei avere il coraggio di buttarmi, anche a rischio di farmi male»
«Non ti faresti male, ci sarei io»
«Non riesci mai a prendermi al volo, però»
Lui rise piano. «Ci posso provare, ma non escludo qualche caduta»
Le accarezzò la schiena. Lei gli afferrò la maglia da dietro, chiudendola piano nel pugno.
«Io tengo moltissimo a te, Claire»
«Lo so. Anch’io»
«Domani avrai la febbre, sicuro»
«Chi se ne importa»
Lui rise ancora, posandole un piccolo bacio sulla tempia, indugiando di nuovo.
Rimasero abbracciati senza parlare.
«Vuoi tornare a casa?» domandò lui dopo un pò.
«No»
«Sicura?»
«Sicurissima. Se hai sonno dormi, non farti problemi»
«Quando decidi ti andartene, se sto ancora dormendo svegliami, ok?»
«Ok. Ma non penso me ne andrò tanto presto»
Claire si accoccolò ancora di più nel suo abbraccio.
Se lui non avesse avuto l’influenza, sarebbe potuto succedere di più, ma andava bene così.
Un passo alla volta.
Finalmente avevano una certezza: erano importanti l’uno per l’altra, e questo andava al di là del semplice ‘mi piaci’.
Ben, gli occhi stanchi, si addormentò senza mai cambiare posizione, tenendola stretta.
Lei rimase a guardarlo per forse un’ora. Il viso di lui si distese, il respiro regolare.
Non voleva andarsene, nossignore, per nulla al mondo! Sarebbe rimasta finché lui non si fosse svegliato, decise.
Prima di rendersene conto, però, anche i suoi occhi si fecero pesanti e fu costretta a chiuderli.
Era stata una lunga giornata, il lavoro l’aveva stancata parecchio, ed era così rilassata in quel momento, si sentiva così protetta vicino a Ben che, lentamente ed inevitabilmente, scivolò nel sonno insieme a lui.

 
 
 

In ritardissimo, ma finalmente posto!!!
Eccomi con un capitolo lunghissimo, molto più degli altri, pieno di scene tenerose! Che volete, questi due mi ispirano tanto amore!!!!! XD
Commentate a più non posso!!! Spero davvero che vi sia piaciuto e non sia troppo zuccheroso. Io ho adorato scriverlo ;)

 
Ringraziamenti:
 
Per le seguite:
 All In My Head, AmeliaRose, Cecimolli, ChibiRoby, Fra_STSF, Halfblood_Slytherin, HarryPotter11, JLullaby, Nadie, nuria elena, Queen_Leslie, Shadowfax, soffsnix, SweetSmile WikiJoe, _joy, _likeacannonball_, _LoveNeverDies_
 
Per le ricordate: Fra_STSF, Halfbood_Slytherin, Suomalainen
 
Per le preferite: battle wound, Fra_STSF, Medea91h, Occhi di ghiaccio, Stefania1409 _likeacannonball
 
Per le recensioni dello scorso capitolo: _Fedra_,  Nadie, Occhi di ghiaccio, Shadowfax, _joy
 
 
Vi ricordo che trovate gli aggiornamenti di Two Worlds Collide e Night&Day (fandom Narnia) sulle mie pagine facebbook: Susan TheGentle Clara e Chronicles of Queen.
Non credo di riuscire a postare nulla prima della fine della settimana prossima, per cui vi faccio già gli auguri di un felice Natale!!! :)
Grazie a tutti, vi adoro!!!!!!!!!
Un bacione enorme,
vostra Susan♥
   
 
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