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Autore: Prince Lev Swann    20/12/2014    2 recensioni
Vi siete mai chiesti quali siano le origini di alcuni protagonisti che tutti conosciamo? Ma, effettivamente, quanto li conosciamo? Dove inizia la loro storia? Come -e quando- Eraqus ha preso Terra e Aqua con sè? Come sono cresciuti insieme questi ultimi? Cosa ha spinto Xehanort ad agire come ha agito?
Per risolvere questi misteri, vi propongo una fanfiction che racconta la storia d'amore tra un'abitante di Atlantica, Reina, e un commerciante, Shin, sovrapponendola alla vita (prima di Birth By Sleep) di Terra e Aqua, e alle avventure di un bambino delle Isole del Destino, Soyo, la cui vita sarà cambiata per sempre.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aqua, Nuovo personaggio, Terra, Un po' tutti, Xehanort
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto, KH Birth by Sleep
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Un’improvvisa folata di vento interruppe la pacifica quiete della collina desolata. Diversi petali si sollevarono in aria creando un affascinante spettacolo di colori. L’immenso giardino tremò violentemente e un attimo dopo ci fu una luce abbagliante. Da un portale luminoso uscì un uomo con una lunga spada a forma di chiave in mano. Era interamente protetto da un’armatura, riccamente scolpita in metallo, che dava al guerriero un aspetto di imponenza e di potere.
L’uomo fece sparire il Keyblade dal palmo della sua mano destra e anche l’armatura svanì in un rapido fascio di luce dorata. Il normale abbigliamento di Master Eraqus era costituito da comode vesti da viaggio e da un camice bianco; i capelli neri, leggermente ingrigiti, erano in parte legati verso l’alto mentre un ciuffo gli ricadeva sul viso. Nonostante gli innumerevoli segni del tempo e delle battaglie compiute, Eraqus appariva molto più giovane di entrambi i suoi vecchi compagni. Certo, a Yen Sid piaceva possedere un’aura di saggezza e a Xehanort un aspetto più mistico e misterioso, mentre Eraqus voleva solo difendersi dall’Oscurità e proteggere la luce. In effetti, se non fosse per la naturale vecchiaia, il Maestro aveva ancora lo stesso aspetto di quando era ancora un apprendista.
Era atterrato in un grande prato di tulipani gialli. Davanti a lui c’era un sentiero che portava al centro della città, mentre intorno alle grandi colline che la circondavano vi era solo un panorama indistinto, tipico di molti mondi che aveva visitato: una pianura verde apparentemente sconfinata.
Il cielo era ceruleo, privo di nuvole, e il sole splendeva. All’inizio del sentiero, situato appena fuori dal campo di tulipani, c’era uno splendido e imponente arco di legno, alto quasi tre metri e ornato da diversi tipi di fiori, quali rose e gerani di vari colori. Sulla parte più alta dell’arco vi era inciso, in oro, il nome “Valle Fiorita”.
Eraqus s’incamminò giù per il sentiero. Dopo aver oltrepassato l’arco di legno, si poteva scorgere benissimo il villaggio, situato nella parte più incava della valle. Era costituito da qualche casetta di legno
e da vasti giardini come quelli in cui il sentiero che stava percorrendo si faceva strada, tanti alberi dalle chiome vivaci e un edificio più grande che doveva essere il centro principale del luogo; un piccolo fiume attraversava interamente il villaggio, dividendolo in due sponde.
Una nuvola enorme copriva la parte più interna del villaggio, oscurandola. Sì, quello che Eraqus aveva davanti non era naturale. C’era qualcosa che non andava… Sentiva puzza di oscurità; il suo sentore si era rivelato corretto. Mentre correva verso il paesello iniziò a sentire le urla. Ricordandosi dei propri poteri, fece trasfigurare il suo Keyblade nel mezzo volante con cui si muoveva tra i mondi, e ci montò sopra. In un baleno scorse il centro del villaggio, la parte più interna della valle, quando si rese conto che qualcosa stava mandando in tilt il sistema di controllo del suo mezzo, e fu costretto e scendere. Poi capì di cosa si trattava: un cratere enorme sovrastava la scena; aveva un aspetto impressionante e spaventoso. Eraqus era quasi sicuro che prima quell’area costituisse la piazza principale del posto. Dalla nuvola nera fulmini si abbattevano intorno a lui, mentre quella strana forza magnetica attirava cose sempre più grosse all’interno del cratere. La gente iniziò a uscire dalle proprie case, terrorizzata e sconvolta. Alcuni bambini piangevano e urlavano mentre i genitori li conducevano più lontano possibile dal cratere.
Il Maestro comprese che il pericolo non era costituito dal cratere o dalla nuvola, ma da qualcosa di terribile presente lì sotto, che attirava le cose a sé, magari in cerca di prede.
Non aveva scelta, il suo potere gli dava il dovere morale di combattere per far cessare la distruzione e il pericolo. Si avvicinò con passo deciso al cratere e si buttò. Non poté neanche esitare, perché quella forza lo risucchio in un attimo.
Atterrò con un tonfo su qualcosa di duro ma, grazie ai poteri di cui il suo corpo era intriso, per lui quella caduta era come fare un salto di un metro. La scena che gli si presentò davanti era terrificante: un mostro enorme, completamente nero, privo di occhi, si nutriva di ciò che il cratere risucchiava. Sembrava che quell’essere, già alto più di sei metri, diventasse sempre più grosso grazie a ciò che divorava. Quando fosse stato abbastanza grande da abbattere il suolo superiore, per gli abitanti di quel mondo sarebbe stata la fine.
La creatura aveva l’aspetto di un leone feroce, dai lunghi artigli e le zanne intrise di un liquido verdognolo che poteva essere letale, all’addome del quale era attaccato quello che sembrava un serpente. Il felino era più nero della pece ed era circondato da un alone oscuro, ma la cosa più inquietante era la testa, costituita quasi esclusivamente dal muso. Gli occhi non c’erano, o meglio, c’erano solo quelli rossi e scintillanti del “serpente” attorcigliato, che a sua volta era privo di bocca, e sembrava che l’intera creatura fosse controllata da esso.
Eraqus evocò il Keyblade e si lanciò contro l’enorme mostro. Quando entrò in contatto con lui, tuttavia, fu respinto e con violenza andò a sbattere contro le pareti rocciose della fossa. Sembrava che la sua speciale resistenza alle leggi della fisica si fosse indebolita. Circondato dal caos, il maestro stava perdendo i sensi e, prima di cedere al dolore opprimente, l’ultima cosa che vide fu un Keyblade in mano a una piccola creatura dai movimenti rapidi, provvista di due grandi orecchie tonde, che sfrecciava intorno al mostro.



   
 
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