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Autore: Lady Lucilla    09/11/2008    0 recensioni
Questa mia storia parla della vita di due giovani innamorati che vivevano in irlanda nel 1800...una storia tormentata da un amore mai dichiarato e dei segreti mai rivelati...una storia che si perde nei meandri dell'Irlanda e tra le vie della Francia. Beth e Thomas solo due ragazi immersi in una società a loro estranea e a volte crudele.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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It Always Rains Under The Trees

“You are a Woman!”

 
“Elisabeth è ora che tu cerchi marito!” quelle parole avevano colpito così profondamente Beth che si lasciò scappare di mano la bambola di porcellana di Lucy che cadde a terra infrangendosi la parte destra del volto. Stralunò gli occhi e guardò incredula la madre:
“Ma cosa state dicendo? Cercare marito? Io?!” non badò nemmeno alle urla della sorella che tentava in tutti i modi di riparare la sua bambola.
“Si, proprio tu Beth e non voglio sentire storie, ormai sei una donna e con il tuo bel faccino e i tuoi diciassette anni troverai velocemente un uomo ricco e disposto a sposarti!”. Non poteva essere vero, lei trovarsi un marito? Ma aveva solo diciassette anni!
“Ma mamma!” cercò di ribattere una seconda volta, ma un gesto della donna la fece tacere.
“Non voglio sentire alcun ma e per introdurti in società domani parteciperai con tua sorella, me e tuo padre al Ballo di Primavera a cui, molto gentilmente, ci hanno invitato i signori Grey!”. Beth alzò inavvertitamente la testa verso il soffitto della stanza e scorse in lontananza un piccolo puntino che le veniva addosso, un puntino che si faceva sempre più grande prendendo la forma di un immensa pietra che l’avrebbe certamente schiacciata al suolo uccidendola davanti agli occhi di sua madre, quello era il suo destino sotto forma di macigno.
“Perché dovrei partecipare a uno di quei maledetti ritrovi per pettegole e uomini così anziani da non riuscire a sollevarsi dalla sedia?” chiese sperando di trovare una via di fuga da quella pietra che ormai la sovrastava.
“Si chiamano balli Beth! Ma ricordati che se domani non verrai con me e tua sorella a casa dei Grey sarò costretta a chiuderti in un monastero come ha fatto tua nonna con mia sorella Rosalie!”
“Io in convento non ci voglio finire!”
“Allora domani verrai con noi al ballo se no andrai a trovare tua zia a Londra e scommetto che staresti benissimo con l’abito da suora! Finalmente quei tuoi ricci starebbero a posto una volta per tutte!” Beth si immaginò con le vesti monacali e rabbrividì, era  troppo tardi la pietra ormai era sopra di lei, inevitabile, chiuse gli occhi 
“Ma mi stai ascoltando?” le chiese la madre prendendola per un braccio e trascinandola nell’altra stanza in modo da allontanarsi dalle urla di Lucy che le stavano facendo implodere la testa.
“Ti rendi conto che se non ti presenterai non solo metterai a repentaglio la tua vita futura ma anche il prossimo fidanzamento di tua sorella Meg con il figlio maggiore dei Grey!”
“E io che centro scusa? Quello vuole sposarsi Meg mica me!”. Un secondo dopo Beth vide infrangersi su di se tutta la furia di quel macigno che non era riuscita a schivare. La mano ancora alzata della madre ne era la testimonianza. La guancia bruciava come le braci del camino della stanza.
“Non permetterti mai più di parlarmi con quel tono signorinella! Sei diventata una donna e prima o poi dovrai fare i conti con questa realtà, adesso vai a prepararti per la cena!”
“S-si…
Beth era ancora incredula di quello che le era appena successo. Nel giro di un breve scambio di “opinioni” con la madre la sua vita era cambiata radicalmente, da quel giorno in avanti avrebbe dormito in camera con la sorella maggiore, Meg, e avrebbe dovuto dire per sempre addio al tempo dei giochi. Ma come poteva sposarsi? Una ragazza come lei!
Beth non scese per cena e si chiuse in camera sua, nel mutismo più totale, piangendo e pregando di rompersi una gamba entro la sera successiva.
Meg preoccupata decise di andare a parlarle, in fondo era la sua sorellina e lei era l’unica persona che riusciva a capirla veramente. Poggiò l’orecchio alla porta per sentire se dormiva. “Beth, mi fai entrare?” silenzio.
“Beth ti ho portato della frutta, avrai fame…dai apri la porta!” sapeva come prenderla e non si stupì quando sentì i passi leggeri e quasi impercettibili della sorella sul pavimento. La porta si aprì cigolando. Beth aveva gli occhi rossi e tutti i lunghi ricci disordinati e scompigliati.
“C-che frutta hai?” le chiese mentre si asciugava una lacrima ribelle che le correva ancora lunga una guancia.
“Un po’ di tutto…dai fammi entrare!” Beth si fece da parte e poi richiuse la porta alle spalle di Meg. Mangiò voracemente la frutta portatale dalla sorella, poi si sedette sul letto e si accoccolò vicino alla spalliera di legno intarsiato. “G-grazie Meg!” sospirò prima di singhiozzare.
Era ora di intervenire. “Forza Beth, non è poi una tragedia se domani vieni al ballo con me e la mamma…scommetto che ti divertirai!”
“Io non sono come te Meg, non mi diverto a volteggiare per una sala, non mi piace spettegolare con le mie coetanee e non mi piace fare la civetta con gli uomini!” si passò la mani tra i ricci e cercò di disfare un nodo. Meg si sedette vicino a lei e cominciò a spazzolarle i capelli, disordinati come sempre.
“Tu mi credi così?” Beth scosse la testa freneticamente “ne sono felice! Ma devi sapere che nemmeno io mi divertivo a fare “La donna di mondo” e devo confessarti che quando aveva la tua età sarei volentieri rimasta a casa a giocare con le bambole invece che infilarmi in quei vestiti eleganti e stretti che ti tolgono il respiro. Ma piano piano mi sono abituata a quella vita e adesso quasi l’apprezzo!”
Beth la guardò interrogativa e stupita “Sul serio Meg?”
“Certo!” scrutò la porta guardinga e si avvicinò all’orecchio della sorella “ma devi sapere che quei maledetti bustini non li sopporterò mai nemmeno tra cent’anni!”. Beth scoppiò a ridere insieme a Meg che continuava a spazzolarle i ricci.
“Forza Beth, fai uno sforzo, e se non lo vuoi fare per la mamma fallo almeno per me! Non vorrai lasciarmi sola proprio domani sera!”
“Perché proprio domani sera?” gli occhioni azzurri di Beth luccicarono mentre Meg si sfilava la collanina d’argento che portava al collo, doveva essere nuova perché non l’aveva mai vista!
“Philippe mi ha regalato questo” disse facendole vedere un meraviglioso anello di diamanti e ametiste “ e mi ha promesso che domani sera chiederà ufficialmente la mia mano a nostro padre! Ti rendi conto? Ufficialmente!”. Beth non era entusiasta come la sorella e Meg se ne accorse:
“Qualcosa non va?”
“Meg…” rispose Beth prendendole la mano “tu sei veramente innamorata di Philippe?”. L’ espressione ingenua della sorella la fece sorridere.
“Certo che ne sono innamorata, se no non lo sposerei!”
“Ma…potresti rifiutare la sua proposta?” chiese sempre più incredula Beth.
“Sicuro!”
Beth rimase silenziosa, allora se si potevano rifiutare le proposte dei pretendenti mariti lei era salva, le sarebbe bastato rifiutare ogni proposta di matrimonio e non si sarebbe sposata mai! Raggiante in volto abbracciò la sorella e le disse tra le risate:
“E sia! Domani verrò con te alla festa e scommetto che ci divertiremo un sacco!” Meg rideva ed era felice della scelta fatta dalla sorellina, conosceva la sua indole un po’ mascolina e anticonformista ma apprezzava molto quel gesto di generosità verso di lei e sua madre che ci teneva tanto a vedere tutte le sue tre figlie ben sistemate e maritate.
Ma mentre le due sorelle ridevano felici non sapevano che da quella sera in avanti le loro vite sarebbero cambiate così radicalmente da separarle…e forse per sempre.

  
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