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Autore: Sapientona    20/12/2014    8 recensioni
“Che ci fai per terra?”
“Mi ci hanno spinto.”
“Su, ti aiuto a rialzarti.”
“Ce la faccio.”
“Non fare il prezioso, rischi di morire dissanguato. Ti porto in infermeria.”
Quello fu il primo straccio di conversazione tra Percy Jackson e Nico di Angelo, in un corridoio affollato della Goode.
[Percy/Nico]
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Nico di Angelo, Percy Jackson
Note: AU | Avvertimenti: Violenza
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Tanananaaaan. Avviso importantissimo a tutti i miei amatissimi lettori: non aggiornerò le FF fino a gennaio (non so se fino alla fine delle vacanze o all’inizio del mese), perché mi dedicherò completamente alla revisione della traduzione che ho fatto precedentemente ed a qualche shot…in più spero di potermi portare avanti con qualche capitolo, così poi posso fare degli aggiornamenti regolari come ogni persona normale. ^^’
E quindi siamo giunti alla fine di questa FF…beh, che dire? Sembra che ogni volta ripeta sempre le stesse cose…siete il meglio del meglio, questo ve lo dico sempre, e forse neanche immaginate quanto il vostro amore ed il vostro supporto contino per me. Con molti di voi ho instaurato un rapporto bellissimo di amicizia e soprattutto di aiuto sincero e reciproco nella cosa che, alla fine, ci accomuna: l’amore per la scrittura. VI VOGLIO BENE, davvero tantissimo♥
In più, in questo capitolo, vi allego una riproduzione di un disegno di Viria fatto da una mia cara amica (Ross♥♥), e già vi anticipo che troverete altri suoi disegni simili nelle mie ff. :D

http://oi57.tinypic.com/2uignf4.jpg
















Ade chiuse la porta alle spalle di Jason e Zeus, dopo aver rifiutato per l’ennesima volta la loro compagnia nell’attendere il ritorno di Maria e Sally.
Era passata circa mezz’ora dal loro rientro in casa, e già cominciava a dare di matto per la preoccupazione.
Nel momento in cui Bianca gli aveva detto, nel tragitto verso casa, che Maria era rimasta nell’edificio alla ricerca di Sally, aveva fatto una brusca inversione prendendosi gli insulti della lunga fila di macchine con noncuranza. Quindi era stato costretto a tornare indietro da Zeus, che aveva considerato i suoi tentativi vani: gli agenti che aveva chiamato non li avrebbero fatti avvicinare; doveva riconoscere alle due donne che erano state ingegnose nel loro piano, seppure Bianca fosse stata catturata mentre cercava di spiare, per passare le informazioni dopo a loro. Intanto staccare la corrente era stata una geniale idea di Maria, un buon diversivo, certo, se non ci fossero state le luci di emergenza nei sotterranei…ma, in qualsiasi caso, il piano poteva dirsi compiuto, o quasi.
Nico si trovava al piano di sopra. Dopo aver preso degli antidolorifici (per fortuna le sue ferite non andavano oltre qualche livido, procuratogli dalla sua sfacciataggine, Ade ne era quasi completamente sicuro), era crollato sul letto in un sonno profondo, con Bianca vegliante al suo fianco. Nell’agitazione generale Percy aveva temuto che fosse andato in coma, ma l’occhiata truce di Ade era bastata a farlo tornare in sé.
Quindi quest’ultimo ed il sedicenne si ritrovarono in salone, nervosi oltre l’immaginabile ed emotivamente instabili.
“E se non dovessero tornare?” chiese all’improvviso Percy, facendo sussultare Ade che si teneva il volto fra le mani, seduto sul divano. L’adulto dovette davvero ricorrere a tutto l’autocontrollo nel suo corpo per non alzarsi ed andarsene di casa senza dire neanche una parola al povero sedicenne, e si sforzò pure di non urlargli contro che non voleva sentirlo blaterare pessimismi in quella situazione, ricordandosi che era pur sempre un ragazzino coi nervi a fior di pelle per la salute della madre.
A salvare il sedicenne da una morte istantanea ci pensò la porta, che si aprì col rumore metallico delle chiavi. Ade alzò il viso con uno scatto, mentre Percy si protese leggermente in avanti.
Maria e Sally fecero capolino nella casa, ed il ragazzo guizzò in piedi, attraversando il salone a grandi falcate.
“Mamma!” esclamò, stringendola forte a sé ed affondando il viso nella sua spalla “Sono stato così in pensiero…”
Sally, anche se con gli occhi lucidi, finse di rimproverarlo “Questo dovrei dirlo io, signorino! Tu…tu neanche immagini cosa ho passato, quando non sei più tornato…” ed il sorriso iniziale diede spazio alla voce rotta dal pianto. Nel frattempo Ade stringeva al suo petto Maria, ripetendole continuatamente che l’aveva fatto preoccupare e che era stata una sconsiderata.
Bianca arrivò correndo giù per le scale, unendosi a quell’abbraccio.
“Nico?” domandò preoccupata Maria.
“È di sopra, i farmaci l’hanno fatto crollare quasi subito” la informò Bianca, per poi sorridere con l’aria di chi l’ha spuntata a suo padre “Te l’ho detto che sarebbe andata bene…siamo state fantastiche!”
Ade sembrò sul punto di strozzarla, ma poi cambiò idea ed abbracciò le due donne di casa,  lanciando un’occhiata a Percy per assicurarsi che non si fosse disintegrato sul posto per l’emozione. Forse, ma non ne era del tutto sicuro, ad Ade sarebbe piaciuto averlo con loro ancora per un po’.
 

Sally aveva passato mezz’ora buona a piangere sulla spalla di suo figlio, mentre lui gli raccontava tutto, per poi crollare sul divano in un sonno profondo. Maria le aveva messo una coperta sulle spalle e l’aveva portata con l’aiuto di Ade nella stanza degli ospiti, quindi Bianca e Percy rimasero soli.
“Non ti odia” affermò lei come i suoi genitori sparirono dal loro campo visivo.
“Che?” fece spaesato l’altro, voltandosi con un sopracciglio alzato.
“Mio fratello, non ti odia” ripeté.
“Ho paura che non voglia più vedermi.”
La confessione sorprese Bianca, che gli rivolse un’occhiata incredula come se non potesse credere che l’amico avesse quegli inutili dubbi. Insomma, sapeva benissimo che Nico amava Percy più di ogni altra cosa – per diamine, se n’era accorta anche la carta da parati di casa sua, che quei due erano pronti a tutto. E l’avevano dimostrato. A volte si ritrovava a pensare che fossero alquanto pericolosi, come coppia: entrambi, per mantenere il bene dell’altro, avevano rischiato la vita. Nico per primo tacendo sulla violenza di Poseidone, poi Percy rischiando di cadere da un albero…beh, di certo non si annoiavano mai. Però, lo ribadiva sempre, erano decisamente pericolosi. Stava per dar voce ai suoi pensieri quando Percy si alzò, con improvvisa audacia, e le comunicò che l’avrebbe affrontato.
Un istante dopo, l’urlo di Maria riempì la casa “Bambino mio!”
I due ragazzi, che ne avevano passate davvero troppe in quei giorni, pensarono subito al peggio. Corsero su per le scale verso la camera di Nico, solo per fermarsi sulla soglia nel vedere Maria abbracciare il figlio con foga e l’altro ricambiare la stretta senza imbarazzo. Anche Sally era accorsa, svegliatasi con l’esclamazione dell’altra donna,  e sorrise intenerita mentre guardava la scena accarezzando dolcemente i capelli a Percy.
“Sei stato in gamba” gli fece Ade, che si era limitato a posargli una mano sulla spalla “come un vero uomo.”
Gli occhi di Nico si riempirono di lacrime d’orgoglio: quelle parole avevano un significato più profondo di quanto gli altri potessero sembrare, e loro due lo sapevano. Nico ricordava che, sin da quando era piccolo era sempre stato desideroso di conquistarsi l’approvazione e soprattutto lo sguardo fiero di suo padre; ricordava le storie che gli raccontava di eroi greci coraggiosi, che combattevano cento e più guerre, preparati da anni di allenamento; e ricordava sempre che gli diceva “Da grande dovrai imparare ad essere un uomo”, con quel suo sguardo severo e la voce autoritaria che sempre gli avevano trasmesso timore quanto sicurezza.
Quindi sorrise ad Ade, che ricambiò, poi il suo sguardo si scontrò con quello di Percy ed un brivido gli corse lungo la schiena.
Maria si scambiò un’occhiata di intesa col marito, e tutti uscirono dalla stanza lasciando la coppia da sola.

Percy si richiuse la porta alle spalle e si fermò a qualche passo dal letto, mentre scrutava il suo ragazzo, che lo guardava pure lui.
Nico aveva temuto quel momento, aspettandosi di tutto: forse quell’esperienza li aveva cambiati talmente tanto da allontanarli drasticamente, forse lo avrebbe lasciato perché resosi conto di non amarlo realmente, o perché lo considerava una complicazione troppo grande…
“Nico” lo richiamò Percy, “smettila di arrovellarti il cervello, è tutto finito.”
“Anche tra noi è finita?” mormorò il quattordicenne, con chissà qualche coraggio.
Osservò l’espressione di Percy contrarsi da una premurosa ad una sorpresa e preoccupata, quindi lo vide avvicinarsi a lui con ritrovata decisione. Anche lui gli andò incontro, come d’istinto, e si abbracciarono. Allora a Percy sembrò di ritornare a respirare regolarmente, come se non si fosse neanche reso conto di esser rimasto senza respiro dal momento in cui aveva saputo il suo ragazzo nelle mani di suo padre.
“Non pensare neanche ad una cosa del genere” mormorò quindi il più grande, prendendogli il viso tra le mani e fissandolo dritto negli occhi “non pensarci nemmeno; ti amo.”
Nico lo baciò, lasciandolo per la prima volta senza parole con tutta la sofferenza ed il bisogno che gli trasmise con quel contatto. Lo baciò per colmare la distanza che c’era stata nell’ultimo periodo, per raccontargli tutto quello che aveva dovuto passare senza parole.
“Ce l’abbiamo fatta” fece quindi, spingendo il sedicenne sul letto e portandosi su di lui con un sorriso “ce l’abbiamo fatta, e tu sei di nuovo mio.”
“Non ho mai smesso di esserlo.”

IS SAPI GOING TO MAKE A SEQUEL? WTFFFFF.Okay, notizia da prendere con le pinze: non so se farò un sequel (in teoria un'idea la avrei già), e comunque anche se dovessi fare, sarà solo MOLTO più in là, quindi...niente, aspettate con ansia, come siete soliti fare. owo


 
  
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