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Autore: JustABitchOnAStroll    21/12/2014    1 recensioni
- Questo è un gigai. Un corpo artificiale per permettere agli shinigami di passare inosservati nel mondo degli umani. Questo è stato adattato a te, anche se appartieni alla razza arrancar. Mi dispiace che tu lo venga a sapere in questo modo incredibilmente rude... - fece una pausa, sospirando e sembrandomi realmente dispiaciuto - Ma ho paura che ti abbiano mentito -
Non dissi nulla per qualche tempo, limitandomi a fissare un punto fisso nel vuoto.
- ... Chi sono allora? Se non sono Kasai - mossi lentamente una mano verso il " cadavere " che giaceva di fianco a me - Chi diavolo sono? -
- Tutto a tempo debito. - mi porse una mano che, dopo qualche esitazione, mi convinsi a prendere - Per ora vai a riposarti. Ulquiorra, saresti così gentile da mostrarle la sua stanza? -
- Certo, Aizen-sama - con un leggero inchino il ragazzo si avvicinò - Vieni con me -
Annuii - ... Grazie -
--------
Spero di avervi incuriosito con questo estratto dal primo capitolo!
Che dire? Se vi interessa scoprirne di più sulla mia OC dovete leggere! ( coughèunaarrancarcough )
Enjoy!
Ciauuuu!
Alice_
Genere: Azione, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Espada, Jaggerjack Grimmjow, Kurosaki Ichigo, Nuovo personaggio, Schiffer Ulquiorra
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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The heart is what you make it cap 6 Il viaggio attraverso il garganta fu uno dei più spiacevoli della mia vita.
Forse perchè me lo ero fatto portata come un sacco di patate da Grimmjow, che poi mi aveva scaricato con una gentilezza davvero toccante sul tetto di un palazzo poco lontano.
E anche lì doveva aver preso male la mira, visto come mi ritrovai appesa al cornicione di suddetto palazzo a dirmenarmi come una pazza per non cadere e spiattellarmi a terra, per poi riuscire, finalmente, dopo svariati tentativi, a issarmi nella sicurezza del tetto.
- Che cazzo ti ho fatto per meritarmi questo trattamento? - sibilai poi verso Grimmjow, che aveva preso posto sul tetto, sedendosi in maniera estremamente precaria con le gambe a penzoloni nel vuoto.
- Se non sei nemmeno capace di volare non è colpa mia, femmina - fece, lanciandomi un'occhiata assassina per poi rivolgersi ai due che ci avevano seguito - Edrad, Yylfordt, andate a dire agli altri che stiamo per cominciare - concluse poi con un ghigno.
Con un ghigno stampato in faccia a loro volta, i due scomparirono nel garganta, diretti di nuovo a Las Noches.
- E cosa c'entra? - parlai, incrociando le braccia sul petto - Mi hai trascinato qui per sbattermi in faccia che faccio schifo? Beh, mettiti in coda -
- Fai silenzio - ringhiò, girandosi del tutto con un'espressione che non avrei esitato a definire straincazzatissima - Si può sapere come cazzo hai fatto a diventare così patetica in così poco tempo?! -
Rimasi leggermente interdetta - ... Non me lo dire, mi conoscevi anche tu? -
- Tch... Ovvio. Anche se all'epoca non ero ancora un Espada - mi lanciò l'ennesima occhiata assassina - E adesso silenzio, stare nel mondo degli umani è già abbastanza irritante senza che debba pure starti a sentire. -
- Simpatico come una sprangata sui denti - sibilai, alzandomi e sporgendomi dal tetto per vedere dove eravamo.
Sussultai, notando a poca distanza quella che, senza alcun dubbio, era casa mia.
Mi girai, assicurandomi che Grimmjow non stesse guardando e vedendolo che parlava con le sue Fracciòn che nel frattempo erano ritornate, mi buttai letteralmente giù dal tetto, aggrappandomi ad un albero e attutendo in quel modo bellissimo la mia caduta al suolo.
Non appena riuscii a rimettermi in piedi utilizzai il sonido per allontanarmi il più possibile, arrivando nell'arco di pochi secondi di fronte a casa mia.
O meglio, quella che era stata casa mia.
Rimasi imbambolata lì davanti per qualche minuto, senza sapere che cosa mi convenisse fare. Da quello che avevo potuto constatare quella volta nel parco, con Ulquiorra e Yammy, il reiatsu degli Arrancar faceva star male gli umani, quindi lo abbassai drasticamente, riducendolo al minimo indispensabile per farmi trovare da Grimmjow e gli altri quando se ne sarebbero andati.
Provai la porta, ma era chiusa.
Quindi mi diressi verso l'albero che cresceva nel piccolo giardinetto di fronte alla casa e presi ad arrampicarmi, ricordandomi quasi per memoria muscolare quali rami fossero abbastanza robusti da reggere il mio peso e quali mi avrebbero mandato a sfracellarmi a terra, salendo fino ad arrivare alla finestra della mia camera, che lasciavo sempre aperta proprio per questo tipo di emergenze.
Certo, se l'avessero chiusa durante la mia assenza sarebbero stati cavoli amari, ma sperare non costava niente.
Mi appollaiai sul davanzale, facendo poi scivolare le dita con fare esperto sul bordo della finestra, trovando la fessura che segnalava l'apertura della finestra.
Tirai e mi trovai a guardare camera mia.
Passarono i minuti prima che mi decidessi a smetterla di stare sul davanzale e a mettere piede in camera, per poi dirigermi verso il mio letto e sedermici sopra, guardandomi attorno.
Sembrava tutto così... Così finto.
Scossi la testa, facendo tintinnare tra loro i fermagli che stavano tra i miei capelli, riuscendo a farmi prendere un colpo da sola per il rumore inaspettato, ma allo stesso tempo riuscendo a scuotermi dai miei pensieri.
Mi alzai e presi una borsa, pronta per prendere le poche cose che volevo portarmi dietro e che consistevano in un paio di libri, un blocco da disegno e un peluches.
Prima di scoppiare a ridere, (perchè chi non riderebbe a vedere una ragazza fatta e cresciuta che si porta dietro un draghetto di pezza?) quel pupazzo era praticamente il compagno di una vita.
Me lo avevano regalato i miei quando avevo cinque anni e da allora era diventato una sorta di porta fortuna.
Infilai anche quello nella borsa e mi avviai verso la finestra.
- Credi davvero che ti lasceremo scappare così una seconda volta, arrancar? -
- Vero Kasai? Oppure preferisci essere chiamata col tuo nome, Abaron? -
Mi girai, non credendo alle mie orecchie e sperando con tutto il cuore che quelli che avevano appena parlato fossero due tizi che si erano esercitati in una maniera impressionante a imitare le voci dei miei.
- Non rispondi? -
- M-mamma? Papà? - mi trovai a balbettare, sperando che mi dicessero che era tutto uno scherzo.
Sgranai gli occhi fino al limite del possibile, combattendo a viva forza l'impulso di buttarmi dalla finestra per la paura di vedermi due zanpakuto puntate alla gola.
Ma non era come con Ulquiorra, o come con Nnoitra.
Qui era tutto vero. Se non ne uscivo in qualche modo mi avrebbero ucciso.
Accanto alla paura però c'era la crescente consapevolezza che nemmeno i miei g-... Quelli che credevo essere i miei genitori erano stati lasciati fuori da quella specie di complotto nei miei confronti.
Mi avevano mentito per tutta la mia cazzo di vita.
E tutto d'un tratto la paura era stata rimpiazzata dalla rabbia più pura.

Con una freddezza di cui mi sorpresi da sola assicurai la piccola borsa all'obi che teneva al loro posto i miei Hakama e portai una mano all'elsa di Sangre, traendo un po' di conforto nella senzazione di avere fra le mani un'arma con cui potermi difendere.
- Quali sono i vostri nomi? - chiesi in un tono completamente privo di ogni emozione.
- Siamo Takeshi e Kaede - parlò l'uomo.
Mi rifiutavo di chiamarli "mamma e papà".
Scoppiai in una risata asciutta e talmente finta da risultare quasi paurosa - Non posso crederci! Non ero nemmeno degna di sapere i vostri veri nomi allora! -
Rimasero in silenzio e decisi di ritorcergli contro le loro stesse parole - Allora - cominciai, con un ghigno che rivaleggiava quelli di Nnoitra - Non rispondete? -
Ancora silenzio.
Ritornai seria nell'arco di pochi secondi -Bene allora. Takeshi, Kaede... Sareste così gentili da togliermi dalla gola queste zanpakuto? Se non lo fate... - assottigliai lo sguardo in una delle occhiate più truci di tutta la mia vita - ... Vi farò talmente male che capirete che cosa significa non ricordarsi un bel niente del proprio passato! - conclusi alzando la voce e stringendo i pugni in segno di stizza.
Esitarono un attimo, scambiandosi un'occhiata come a chiedersi se stessi facendo sul serio.
Ma quell'attimo bastava.
Estrassi con un movimento estremamente rapido e preciso Sangre dal suo fodero, per poi farla cozzare contemporaneamente contro le due lame e allontanarle a viva forza dalla mia gola, con un ringhio che mi sarei aspettata provenisse da una qualche bestia piuttosto che da me.
Procedetti poi ad afferrare la lama di Takeshi, fregandomene di qualunque taglio avrebbe potuto lasciare sul mio palmo, e tirandolo verso di me, schivando nel mentre un fendente di Kaede.
Il pugno che gli tirai lo mandò a schiantarsi nella parete e approfittai della momentanea distrazione della donna per sollevare il braccio e tentare di caricare un cero.
Mi guardarono stralunati.
- Un cero a questa distanza vi ucciderebbe sul colpo. Ma dato che non sono così malata da uccidere chi mi ha accudito per diciotto anni, se mi lasciate andare vi risparmierò la vita - parlai, notando che, grazie al cielo sul mio palmo stava cominciando a formarsi una luce bianca abbastanza soffusa.
Si guardarono per pesare le varie opzioni.
 - Vattene, mostro - ringhiò infine Takeshi
Risi, per poi rivolgermi a loro con un ghigno - Non sono un mostro. - rinfoderai Sangre - Sono un drago. Non sfidate la mia magnanimità. Non è una caratteristica della mia specie dopotutto, no? -
Con il sonido mi lasciai alle spalle quella casa.
Per sempre.

Per ritrovare gli altri non dovetti fare altro che seguire le esplosioni.
L'unica cosa che mi faceva stare un po' sulle spine era il fatto che dai sei reiatsu che percepivo costantemente prima, ora riuscivo a percepirne solamente un paio.
Una era indubbiamente Grimmjow, dato che era troppo forte, mentre l'altra doveva essere uno dei cinque... Però potevano anche aver azzerato la loro energia spirituale per non farsi scoprire nel caso fossero stati attaccati prima di trovare...
Oh mio Dio.
Erano qui per ammazzare Ichigo! Me ne ero totalmente dimenticata!
Sbucai di corsa in un incrocio, guardandomi attorno nel disperato tentativo di notare qualcuno in cielo magari, mentre cercavo di percepire le energie spirituali più vicine.
Non dovetti aspettare molto, visto come qualcuno si schiantò proprio in strada di fronte a me.
Aspettai che il polverone che la sua caduta aveva sollevato si diradasse, giusto per capire se era amico o nemico e agire di conseguenza.
Ebbi giusto il tempo di vedere una famigliare capigliatura arancione prima della comparsa di Grimmjow che, con poche e abili mosse, fu capace di contrastare i suoi attacchi e spedirlo parecchio avanti con un calcio in piena faccia.
Spalancai gli occhi, abbastanza in ansia per il mio amico e con il sonido mi misi nella sua traiettoria, prendendolo al volo e cercando, al meglio delle mie possibilità, di frenare il suo volo.
Riuscii solo in minima parte nel mio intento e andammo a schiantarci in un guard rail che, poverino, si piegò sotto la forza dell'impatto.
- Tutto a posto Ichigo? - domandai, rimettendomi in piedi e aiutandolo a fare altrettanto, solo per vedermi la sua zanpakuto puntata in mezzo agli occhi.
- Perchè mi hai aiutato, arrancar? - parlò, ansimando pesantemente.
Anche la sua presa sull'elsa della spada era precaria, ma era pur sempre Ichigo, testardo come sempre, quindi la teneva nonostante tutto.
Ammutolii per qualche secondo.
Era anche lui uno shinigami no? L'avevano detto sia Ulquiorra che Grimmjow... E se fosse stato coinvolto anche lui in tutto lo schifo che mi riguardava?
Assottigliai lo sguardo ai miei stessi pensieri.
No, non poteva essere. Altrimenti perchè sarebbe venuto a cercare di salvarmi quel giorno nel parco?
Se sapeva che ero una degli arrancar avrebbe fatto prima a lasciar stare e aiutare Orihime.
Aprii la bocca per rispondere, ma non feci in tempo.
- Femmina! Che cazzo stai facendo!? - tuonò Grimmjow dietro di me, prima di girarmi di scatto e letteralmente buttarmi di lato, facendomi fare qualche decina di metri sull'asfalto.
Mi rialzai il più velocemente possibile, tornando di corsa verso di loro, con una chiara visuale dell'espada che prendeva il mezzo morto Ichigo per il suo shihakusho e lo alzava, prima di cominciare a tempestarlo di pugni.
Era talmente veloce che per il momento che arrivai doveva già averlo riempito di così tante botte che gli sarebbero bastate per qualche vita.
Con l'ennesimo sonido mi misi in mezzo, beccandomi un bellissimo pugno in faccia, proprio dalla parte dove c'erano i resti della mia maschera hollow.
Che erano denti. E che con la forza del pugno riuscirono a lacerarmi la pelle, nonostante il mio hierro.
Mi morsi la lingua per non urlargli contro insulti che si sarebbe solo sognato e non fargli vedere che mi aveva fatto un male boia, soprattutto, limitandomi a guardarlo con sguardo di sfida.
Se non altro smise di tirare pugni, guardandomi come se mi fosse spuntata una seconda testa di fianco a quella normale.
- Quale cazzo di problema hai!? - sbraitò, prendendomi per la sciarpa e alzandomi da terra - Ti sei pure rincoglionita nel tempo che hai passato in questo mondo?! -
Notai con la coda dell'occhio che anche la sua mano sanguinava e mi divincolai, facendomi mollare - Non ti lascio ammazzare Ichigo - ribattei a tono, mantenendo un tono relativamente calmo.
- Ah no? Tch! - parai il pugno che mi aveva tirato di lato, sperando di cogliermi di sorpresa, ma comunque la sola forza del colpo fu abbastanza da mandarmi a distruggere la vetrina di un negozio.
Ghignò e scagliò poi Ichigo in aria, usando il sonido per precederlo e scaraventarlo a terra in una caduta rovinosa con un calcio.
Uscii dall'ammasso di manichini in cui ero avvinghiata in tempo per vedere la voragine che la sua caduta aveva formato.
- Tch...  E sta roba sarebbe un bankai? Non mi deludere shinigami! Cos'è?! Da quando l'hai tirato fuori l'unica cosa che ti è diventata almeno decente è la velocità?! Eh!? - urlò, guardando malissimo il polverone che Ichigo aveva sollevato cadendo.
Mi avvicinai a mia volta, temendo che lo avesse davvero ammazzato, prima di venir bloccata da uno strano reiatsu che veniva proprio da dove doveva essere lui.
- Getsuga... - ci fu una pausa nella quale il fumo si diradò, mostrando la lama della zanpakuto nera dello shinigami rivestita da quella che doveva essere energia spirituale nero/rossiccia - Tensho! -
Il colpo fu velocissimo, dando a Grimmjow solo il tempo di portare le braccia in avanti in una posizione protettiva prima di essere colpito.
Ammutolii e aspettai che il fumo si diradasse, cercando di capire se Grimmjow fosse sopravvissuto o meno.
Ma sicuramente era sopravvissuto, era troppo testardo e forte per farsi mettere al tappeto da così poco.
Perchè mi importava poi...?7
- Dannazione... Che cos'era quello? Ulquiorra non ha menzionato nessuna mossa come quella nel suo rapporto! Neanche una parola a riguardo! - ghignò con fare malato, guardando Ichigo.
- Allora, ti ho deluso, arrancar? - fece lui di rimando, facendo chiaramente trasparire dalla sua espressione quanto fosse soddisfatto di averlo colpito.
E aveva lasciato anche il segno!
Madonna quanto se lo meritava.
Venni strappata dal mio filone di pensieri dalla risata incredibilmente sguaiata dell'espada - Potrei essermi sbagliato su di te, Shinigami! Magari vale la pena di ucciderti dopotutto! -
Mi avvicinai il più lentamente possibile a Ichigo - Ehi. Tutto bene? -
Lo sguardo che mi lanciò potevo descriverlo solo come impanicato - Non ti avvicinare - sibilò, per poi portarsi una mano al volto con un'espressione di dolore.
Ritornai sui miei passi.
Non mi riconosceva. Ma dopotutto il gigai in cui ero stata messa era completamente diverso dal mio aspetto originario, quindi non potevo di certo biasimarlo.
- Allora shinigami! Per quanto tempo hai intenzione di rimanere lì?! E tu femmina, vieni qui! -
Lanciai un'ultima occhiata a Ichigo e, con il sonido, arrivai in cima al palazzo più vicino all'arrancar dai capelli azzurri - Ti ricordo che non sono capace di stare in aria per troppo tempo. E ti puoi anche sognare che mi metta a svolazzare per schivare i vostri attacchi - commentai, mettendo prima un piede poi l'altro nel vuoto, fino ad arrivare ad un paio di metri da Grimmjow.
Mi ci stava volendo tutta la mia concentrazione per non cadere di sotto come una pera cotta.
- Beh, se non attacchi allora è il mio turno! - ghignò l'espada, afferrando l'elsa della sua zanpakuto.
Stavo per fermarlo, quando l'aprirsi di un garganta alle sue spalle mi fece bloccare.
E poi venne l'infarto di vedermi comparire Tosen a due centimetri.
E che cazzo.
- Rinfodera la spada, Grimmjow - parlò.
- Tosen? - fece l'espada, obbedendo al comando con un'espressione abbastanza stupita - Vuoi spiegarmi che cosa ci fai qui? -
- Chiedi... " Perchè"? - senza muovere un singolo muscolo facciale proseguì - Non puoi fare sul serio. Hai scelto di invadere il mondo degli umani da solo, senza ordini. Inoltre hai portato con te cinque arrancar e lei - fece un breve cenno del capo verso di me - senza permesso. E li hai persi in battaglia -
Grimmjow prese un piccolo passo indietro.
- Hai disobbedito agli ordini. Ma lo sai già. Lord Aizen non è contento di ciò, Grimmjow - Tosen si avviò oltre Grimmjow - Venite. Per quanto ti riguarda, Grimmjow, la tua punizione verrà decisa nello Hueco Mundo - e, tirando una ditata al cielo, aprì un garganta, avviandosi.
Lo seguii praticamente di corsa, salutando Ichigo con un veloce cenno della mano, prima di venire assorbita dalla totale oscurità che regnava nel garganta.

Arrivammo una decina di minuti dopo nella sala dal trono di Aizen, dove il suddetto ci guardava placido.
- Bentornato, Grimmjow - fece, con il suo solito sorriso tranquillo, mentre appoggiava le mani sui braccioli del trono - Anche tu, Abaron -
L'espada non disse niente, ma mi trovai ad avvicinarmi a lui, più per paura degli altri due che per altro, limitandomi a piegarmi in un breve inchino per rispondere.
- Perchè sei così silenzioso? - fece Tosen, - Non hai qualcosa da dire ad Aizen-sama, Grimmjow? -
- Veramente no - replicò l'altro, con lo sguardo rivolto a terrra, ma mantenendo comunque un'aria fiera.
- Che insolenza... -
- E' tutto a posto, Kaname. La verità è che non sono nemmeno così arrabbiato. - sorrise, passando in rassegna ognuno di noi con lo sguardo.
- Ma lord Aizen...! -
- Credo piuttosto che le azioni di Grimmjow fossero un tentativo di farmi piacere, ma che poi si è lasciato trasportare... - fissò lo sguardo sull'arrancar - Ecco come considero questo incidente. Ho ragione, Grimmjow? -
- Sì, mio signore -
Rimasi a guardare lo scambio, provando tutta la simpatia del mondo per la Sexta.
Essere fissati da Aizen era snervante in una maniera impressionante... Roba da farti venir voglia di correre senza ritegno fuori dalla stanza.
Sussultai quando Tosen, all'apparenza così calmo e razionale, afferrò l'espada per il colletto della sua divisa. Se avessi potuto vedergli gli occhi e non fosse stato cieco, probabilmente avrebbe cercato di ucciderlo con gli occhi.
- Che problema hai...Tosen? - domandò Grimmjow, con un tono che non avrei esattamente raccomandato in una situazione di merda come la sua.
- Aizen-sama! Per favore, autorizzatemi a punire questo soggetto! -
- Kaname... - sospirò Aizen, guardando in maniera indecifrabile l'altro shinigami.
- Ah! Bel tentativo, Tosen! - ringhiò la Sexta espada, liberandosi con un movimento della spalla dalla presa dell'uomo - Mi hai sempre odiato, ecco il perchè di tutto questo, non è forse vero? E' un comportamento degno di un ufficiale supervisore, secondo te? -
- Ritengo che coloro che disturbano la pace non debbano essere perdonati. Non è personale -
- Quindi mi uccideresti per insubordinazione? - chiese Grimmjow.
La risposta fu senza la minima esitazione - Sì, per l'onore di lord Aizen -
- Hah! - sbotto l'espada - Il baluardo di una nobile causa! -
- Certamente. E' la causa che guida le mie azioni, di cui tu non sai nulla. Senza un motivo che lo giustifichi, l'uccidere non è nulla più che un omicidio. - afferrò l'elsa della sua spada e mi tesi involontariamente - Ma d'altra parte, uccidere per una causa... - si scagliò contro Grimmjow così velocemente che nessuno ebbe il tempo di reagire, tagliandogli il braccio sinistro con un fendente di precisione quasi chirurgica - ... E' giustizia -
Sgranai gli occhi, guardando in silenzio il braccio che toccava terra e venendo risvegliata da quella specie di trance dall'urlo di dolore dell'espada.
Mi lasciai sfuggire un'esclamazione sorpresa, avvicinandomi a Grimmjow e mettendogli una mano sulla spalla buona, per cercare di offrire un po' di conforto, anche se sapevo che sarebbe stato a dir poco inutile.
E perdeva davvero un casino di sangue.
- Incantesimo di distruzione numero 54. Haien, fiamma dell'obliterazione - scagliò una sfera infuocata contro il braccio, carbonizzandolo al solo contatto.
- Merda, merda, merda! - urlò Grimmjow, tenendo la spalla ferita e serrando gli occhi.
- Era proprio necessario? - domandai, sforzandomi di distogliere lo sguardo da tutto quel sangue - Aizen-sama ha detto che non gli importava! -
- Senza una punizione un individuo con la sua personalità continuerebbe a commettere errori. -
Mi zittii, abbassando lo sguardo e togliendomi la sciarpa, costringendo poi Grimmjow a mollare la presa sul suo moncone - Fermo... - sibilai, riuscendo in qualche modo strano ad annodare il tessuto strettamente, per fermare un minimo l'emorragia.
Si lasciò fare, lanciandomi un veloce sguardo pieno di dolore, per poi tornare a focalizzare la sua attenzione su Tosen - Bastardo, il mio braccio...! - strinse i denti e, con la mano sana estrasse la sua zanpakuto, urlando un " Io ti ammazzo! "
Come far diventare una situazione di merda ancora più schifosa.
Lasciatelo fare a Grimmjow.
- Fermati. Se attacchi Kaname, mi metti in condizione di non poterti più perdonare - fece Aizen, con tutta la calma del mondo.
La sexta si bloccò, digrignando i denti e rinfoderando la spada, per poi girarsi di scatto e andarsene come una furia, lasciando dietro di sè una scia di sangue.
Feci per seguirlo, ma venni bloccata dalla voce di Aizen - Abaron cara, che cosa ti è successo al viso? -
Mi rigirai, accennando un sorriso - Un incidente, Aizen-sama. Non sono ancora in grado di combattere propriamente, ma sto imparando. Adesso se vuole scusarmi, vorrei seguire Grimmjow -
Annuì e mi congedò con un gesto della mano.

Passai dall'infermeria, facendomi consegnare da una delle arrancar-medico che c'erano lì un intero set di medicinali, disinfettanti e una montagna di bende, per poi dirigermi nell'ala del palazzo riservata all'espada numero sei.
Bussai con la testa alla sua porta, con le mani piene di tutta quella roba e aspettai pazientemente che mi aprisse.
- Chi cazzo è. - lo sentii dall'altra parte della porta, chiaramente incazzato, ma si sentiva che stava male dalla voce.
- Abaron -
Ci furono dei minuti di silenzio, seguiti dalla porta che si apriva - Entra -
Eseguii, guardandolo chiudere la porta alle mie spalle - Sospettavo che non saresti andato dai medici. - appoggiai tutta la roba che avevo in mano sulla prima superficie piana che mi capitò a tiro - ... Mi permetteresti di...? - gesticolai verso la sua spalla che ancora aveva la mia sciarpa avvolta saldamente attorno.
Mi guardò per qualche secondo, prima di dirigersi verso il letto ( che era macchiato di sangue, come metà della stanza ) e sedersi, continuando a fissarmi - Fai quello che devi, femmina -
Scossi la testa - Ho un nome, sai? - mi avvicinai, sedendomi sul letto con tutta la pletora di roba che mi avevano rifilato le infermiere.
Si scrollò di dosso la giacca dell'uniforme, buttandola poi in un angolo della stanza - Abaron Vanhorn. Conosco il tuo nome. -
- Non sapevo il mio cognome... - commentai, cominciando a disinfettare la ferita, il più delicatamente possibile - Sto cercando di far piano -
- Tch... Non sono una femminuccia - mi guardò male.
- Ti ha mozzato un braccio. Espada o no fa male lo stesso -
Cadde il silenzio mentre disinfettavo la sua spalla.
Di punto in bianco sospirò - Non ti ricordi di me. -
Mi bloccai nel bel mezzo di applicare la benda alla ferita - Non ricordo nulla. Non ricordo nemmeno di aver vissuto qui a Las Noches - replicai, con un tono abbastanza basso, riprendendo a bendarlo - Ma sì, mi sembra di conoscerti. -
- ... Hm. - sembrò perso nei suoi pensieri per qualche secondo - Suppongo che secondo la definizione che danno gli umani eravamo " amici " -
- Ecco fatto - mormorai, assicurando i due lembi di benda assieme con un nodo, per poi spalancare gli occhi alla sua affermazione - Davvero? - lo guardai - Non credevo di avere amici qui - ridacchiai nervosamente.
Rimase in silenzio e passai a disinfettare il lungo taglio che aveva sul petto - Come mai mi hai trattato così di merda allora? -
- Sei diventata debole. - fu tutta la sua risposta - E proprio da te non lo posso tollerare, visto che non so come ti eri guadagnata la cosa più simile al rispetto che posso dare -
- ... Ah. - commentai, bendando anche quella ferita - Beh... Non so cosa dire. Mi dispiace - passai al taglio che aveva sulla tempia, disinfettandolo in breve tempo.
Ringhiò - Come cazzo fai a non ricordare niente!? - si alzò, facendomi finire a terra per la sorpresa.
Mi supportai con i gomiti - Ma che cazzo! Non è colpa mia se non ricordo! E poi cosa vuol dire che adesso sono debole?! Se ora faccio così schifo prima non potevo essere molto meglio! -
- Facevi parte degli espada porca puttana! - sbottò alla fine.
Mi bloccai, guardandolo con gli occhi sgranati.
- ... Che cosa? -
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Beh... Eccomi con il nuovo capitolo!
E' venuto lunghissimo e ci ho impiegato un cavolo di pomeriggio per scriverlo .-.
Spero sia almeno decente... Boh! Commentate!
E poi la svolta, Abaron era una degli espada!
Più avanti si scoprirà il rango, ma prima verrà il suo sprigionamento *^* ( che ho impiegato un'era geologica per disegnare, ma lo vedrete solo quando se ne parlerà, mwuahahah! )
Vabbè, ho detto tutto!
Ciauuuu!
Alice_
PS: Capitolo che ha anche lo stesso titolo del numero 24 del manga, visto che si svolge nell'ambito di quel singolo numero XD Piccola curiosità :3
E un grazie a tutti quelli che leggono, in modo particolare a quelli che hanno recensito fin'ora!
   
 
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