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Autore: AlexisRose    21/12/2014    1 recensioni
Questa é una storia sui Nightwish e sulla nuova cantante Floor Jansen. Premetto che la storia non conterrá fatti veritieri, il tutto per romazare la storia.
" Da quando tre anni prima Floor aveva rotto la sua amicizia con Tuomas la sua vita non era stata più la stessa. Serate brave e notti alcoliche avevano contornato gli ultimi anni. D'altronde il primo amore non si scorda mai. Lui però aveva la sua musica, mentre lei... non si bastava. Ora però stava ricostruendo pezzo per pezzo la sua vita, cercando di recuperare l'amicizia con il tastierista e facendosi strada nel mondo della musica. Certo, mai si sarebbe aspettata di trovare il lupacchiotto fuori dalla sua porta quella mattina..."
Genere: Commedia, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Jukka Nevalainen, Marko Hietala, Nuovo personaggio, Tuomas Holopainen
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
Capitoli:
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2/10/2013 ~ Corralejo, Fuerteventura (España).   Ore 17:00
I ragazzi erano rimasti in vacanza con me per due settimane. Ieri a cena mi avevano fatto trovare un biglietto di sola andata per Helsinki. Volevano che tornassi con loro in patria.
Nessuna spiegazione. Mi avevano solo obbligato ad alzare il culo e preparare le valigie.
Tuom era sparito insieme a Marco da qualche ora e il resto dei ragazzi si era magicamente volatilizzato per fare le ultime compere in vista della partenza.
Avevo il sospetto che stessero tramando qualcosa. 
Quando mi avevano dato il biglietto avevano liquidando le mie domande con la frase "consideralo un regalo di compleanno in ritardo, Kukka" ed io avevo smesso di chiedere spiegazioni. Avevo troppa voglia di tornare a casa. Chiusi la valigia e andai a controllare che i ragazzi non avessero lasciato nulla in giro. 
Un'ora dopo, avevo messo sul tavolo del soggiorno tutte le cose che avevano dimenticato nella fretta di fare le valigie. Tutte meno una. Riguardai la foto che avevo trovato sotto il letto di Tuom e sorrisi. Eravamo io e lui a letto, quella sera. La sera del bacio.
Mi aveva chiesto il significato della parola selfie e avevo reputato più semplice mostrarglielo. Cosí avevo preso il suo cellulare e avevo scattato una foto mentre gli schioccavo un bacio sulla guancia. 
Misi la foto nella tasca posteriore dei jeans ed andai a prendere le mie valigie, pronta a caricare tutto sul pulmino noleggiato.

3/10/2013 ~ Casa di Tuomas ~  Kitee, Finland.        Ore 20.30
Eravamo finalmente a casa. Per ragioni ancora a me sconosciute ci eravamo accampati tutti a casa di Tuomas, con l'ordine di non disfare le valigie.
I sospetti crescevano dentro di me. Che mi avesse fatto arrivare fino a qua per poi rispedirmi in Olanda? Non aveva senso. Questa volta insistetti per ottenere delle spiegazioni, ma quello che ottenni fu un sorriso liquidatore ed un "ti andrebbe della pizza?".
Questa situazione stava iniziando a darmi sui nervi, cosí , appena finii di mangiare, mi rintanai nella camera degli ospiti per recuperare sonno. Il volo era stato estenuante e mi addormentai immediatamente.

4/10/2013 ~ on the road, Finland.   Ore 04:23
Per ragioni a me sconosciute mi trovavo sul sedile posteriore del vecchio fuoristrada di Marco, con le gambe su Emppu e la testa appoggiata sulle gambe di Tuomas. 
Come diavolo ero finita li? E soprattutto: come avevo fatto a non svegliarmi?
Ripresi lentamente conoscenza e notai che il paesaggio era innevato.
- cosa diavolo succede?- chiesi mettendomi seduta
Nessuna risposta. Tutti dormivano. Tutti tranne Marco.
- Marco! Spiegazioni! Subito!- gli bisbigliai nell'orecchio per non svegliare gli altri.
- oh! Buongiorno Fiorellino! Siamo in partenza. Solo questo ti é dato sapere. Ora da brava, rimettiti a dormire, la strada é ancora lunga.- disse lui sorridendomi dallo specchietto retrovisore. Non avevo le forze per litigare a quest'ora, cosí mi sistemai al mio posto (seduta questa volta) e ripresi sonno.
Ore dopo arrivammo. La mia testa era poggiata su quella di Emppu, che nel contempo si era aggrappato al mio braccio in cerca di calore.
Aprii gli occhi e svegliai il piccolo elfo biondo.
- Puccio, siamo arrivati - gli sussurrai nell'orecchio dandogli una carezza sulla testa.
- mpf.. Cos? Ciao Kukka, sei davvero comoda sai?- disse richiudendo subito gli occhi ed accoccolandosi ancora piú vicino a me. 
- VUORINEN ALZA LE CHIAPPE!- gridó un Tuomas burbero giá di prima mattina, facendo sobbalzare il piccolo elfo.
- ehi! Ma che modi sono Holopainen?! Non si sveglia la gente cosí! Kukka, diglielo tu!- disse lui  aprendo la portiera ed uscendo dalla macchina. 
- in effetti, Mr. Korg, avresti potuto evitare di svegliarlo cosí in malo modo...- dissi scendendo dalla macchina e senza attendere una sua risposta.
Appena richiusi la portiera rimasi senza fiato.
Ci trovavamo in una casa in riva al lago, contornata da pini e dalla prima neve fresca.
Sembrava la casa di babbo natale, solo molto piú grande. Sembrava uscita da una favola della buonanotte, di quelle che piacciono a Tuomas.
Idiota smettila di pensare a lui!  La mia vocina interiore si fece risentire dopo un mese di vacanza.
- ma che posto é questo?- domandai basita.
- follow the madness, Alice - disse Tuomas indicandomi la porta e dandomi le chiavi.
Aprii la porta e mi trovai davanti la piú bella baita di montagna mai vista al mondo!
Aveva pure il caminetto! Saltellai in giro per le stanze felicemente, fino a quando raggiunsi il soggiorno, dove sopra un tavolo era posata una busta, con tanto di fiocco rosso in cima.
Tuom prese la busta e tornó vicino ai ragazzi. Si guardarono negli occhi ed annuirono. 
Ero ancora piú confusa di prima. Il mio compleanno distava mesi!
Dopo quella conversazione silenziosa, Tuomas mi diede la busta.
- Aprila, Alice - disse facendomi l'occhiolino.
Aprii lentamente la busta e spalancai gli occhi. La terra mi mancó sotto i piedi. I miei occhi traditori si riempirono di lacrime. Un sorriso da ebete mi si stampò in visto mentre leggevo le prime righe.

                                         Proposta di collaborazione discografica
                                         Ruolo previsto: cantante
                                         Scadenza contratto: 31/12/9999



- avevamo deciso di dirtelo appena saremmo sbarcati a Fuerteventura, ma poi ci siamo detti: perché non torturarla un pochino? E cosí eccoci qua. - disse Marco con i lacrimoni agli occhi.

Rimasi zitta. Le emozioni erano troppe. Non sapevo più come formulare una frase di senso compiuto. Nella mia mente stava suonando La Traviata
Passarono i minuti ed io rimanevo li ferma con gli occhi fuori dalle orbite, continuando a leggere quelle tre righe. Non era l'unico foglio presente nella busta, ma non riuscivo a proseguire. Non riuscivo a realizzare. Aprii bocca.

- sto sognando, vero? - dissi sconsolata, giudicando la realtá troppo bella per essere vera.
- certo che si, Floor - disse Tuomas sorridendomi.
Quella fu la goccia. Scoppiai a piangere farneticando parole senza senso 
"ma perché ogni volta devo fare questo sogno? Che cattiva immaginazione che ho! Figurati se mi vogliono! Idiota che non sono altro! Voglio svegliarmi! Basta!"
- ehi! Flò, ma che dici? Stai impazzendo forse? - disse Tuomas preoccupatissimo.

In effetti sanissima non ero. Pochi secondi dopo, infatti, svenni. 
Rinvenii due giorni dopo, trovandomi al capezzale quattro volti tirati dalla preoccupazione e dalla stanchezza. Cercai di tirarmi su, ma non avevo forze. I quattro vichinghi mi aiutarono a mettermi seduta. Non capivo la situazione.
- cos'è successo? - chiesi flebilmente mentre Jukka mi porgeva un bicchiere d'acqua.
- avevi 42 di febbre Floor - disse un Marco ancora sotto shock.
- wow! Ma adesso sto meglio. Ragazzi! Su con la vita! - dissi io sorridendo.
Non ottenni un cenno. Nessun movimento. Tutti mi guardavano come se non fossi realmente li con loro.
Qualche minuti dopo Emppu prese la parola.
- il dottore ha detto che con una febbre cosí alta e senza un ospedale vicino, le possibilitá che potessi riprenderti con dei semplici antibiotici erano pari a zero...-  la voce gli si spezzó e questa volta prese parola Tuomas. Sembrava un fantasma.
- Ci ha detto di prepararci al peggio. Che era inevitabile. - disse lui avvicinandosi lentamente e sfiorandomi la guancia con la punta delle dita fredde.
- ragazzi, sono qua. Ora venite ad abbracciarmi per favore!- 
E fu cosí che ci trovammo in cinque su un lettone.
- scusate ragazzi - 
Nessuno rispose, ma tutti finalmente sorrisero.

6/10/2013 ~ Alppimaja Röskö, Finland.       Ore 22:45
I ragazzi mi avevano obbligata a stare a letto, dicendo che la loro cantante doveva riprendersi totalmente. Ancora non ci credevo. Per convincermi della situazione avevo chiesto a Jukka di portarmi la busta. Erano due ore che rileggevo il contratto. 
La porta si aprí e vidi entrare Tuomas sorridente con una tastiera sotto il braccio.
Collegó i fili e si mise seduto sul letto.
- gli altri stanno giocando a poker. Posso farti compagnia?- chiese lui prendendomi una mano.
- certo Tuom. Mi sento parecchio sola quassú. Cosa ci fa la tastiera qui? Mi suoni qualcosa?- chiesi incoraggiante
- in realtá, volevo farti sentire una canzone...-
Feci un cenno verso la tastiera e lui si sedette esistante. Dopo un paio di minuti attaccò a suonare. La melodia era meravigliosa, sembrava che volesse portarmi in un mondo magico.
Mancavano solo le parole. Quando finí di suonare gli chiesi se avesse giá un testo in mente.
Sorrise e non mi rispose. Avevo giá capito. Il testo c'era, forse anche prima della melodia. Ma non era il momento. Si sdraiò accanto a me e mi strinse forte. Era dalla sera del nostro primo ed ultimo bacio che non condividevamo piú un letto.
- non farlo mai piú. Non provare a lasciarmi mai piú, Sydän... promettimelo - 
- te lo prometto, Rakas -          (Rakas: tesorop)
E cosí ci addormentammo. Per la prima volta dopo anni, mi sentivo di nuovo completa.

Il mattino dopo ci svegliammo tardissimo, per i nostri canoni.
Erano ben le 10!
Aprii gli occhi e mi accorsi che Tuomas mi stava fissando ad una distanza troppo ravvicinata. Le punte dei nostri nasi si sfioravano.
- 'ngiorno- dissi allontanandomi un po'.
- buongiorno Alice - 
Accorciò la distanza tra di noi e mi prese tra le braccia. Lo lasciai fare ed appoggiai la testa nell'incavo del suo collo. Sapeva di sale, di muschio e... Di casa.
Mi lasciai cullare dalle sue dolci carezze sul braccio e ci riaddormentammo.
Pochi minuti dopo, un casino tremendo ci fece alzare di scatto dal letto. 
Quei mattacchioni vichinghi avevano fatto cadere qualcosa in corridoio.
Ci alzammo con calma e andammo a lavarci i denti insieme.
Mai mi sarei aspettata di trovarmi davanti quella scena.
Lo specchio del bagno era cosparso di fotografie di me e Tuomas mentre dormivamo.
In qualche foto eravamo appiccicati.
Una in particolare mi colpí. Eravamo io e lui naso contro naso di profilo. Sembravamo due angioletti. Prima che potessi farlo io, Tuomas la staccó e se la rigiró tra le mani, fissandola.

- questa è mia! - dichiarò baciandola e mettendosela in tasca.

Rimasi di stucco per il gesto ma subito mi ripresi.
- non é giusto! Quella era l'unica dove non sembrassi uno spaventapasseri! Facciamo cambio!- mugolai
- niente da fare. É mia! Anzi... Pensandoci...- inizió a staccare tutte le foto dallo specchio, ammucchiandosele tra le mani. - SONO TUTTE MIE!- dichiarò trionfando sventolando in aria il bottino. Cercai di riacciuffarle ma non ci arrivavo. Alla fine persi la battaglia.
Scendemmo in cucina per fare colazione e scoprimmo che le sorprese non erano finite.
Le nostre foto erano appiccicate su ogni superficie. Muri, quadri, mobili e perfino i soffitti erano ricoperti dalle istantanee. Iniziammo tacitamente una gara a chi ne acciuffava di piú. Ovviamente persi miseramente. Dei ragazzi nessuna traccia. Dopo aver raccattato piú foto possibili (nessun di noi riusciva a raggiungere nemmeno con la sedia quelle appiccicate al soffitto... Chissá come avevano fatto loro!) presi il caffé e lo versai nelle nostre due tazze personali, la mia di Alice nel Paese delle Meraviglie e la sua di Peter Pan.
Le mie dita toccarono qualcosa attaccato alle tazze, le voltai e scoprii che sulla mia c'era una foto di Tuomas in primo piano e su quella di lui, c'ero io.
Staccai le foto e le avvicinai. Se avessi avuto una cornice a portata di mano, le avrei incorniciate. Chissá chi di loro le aveva scattate. Era stato bravo, questo era da ammettere.
Riattaccai le foto e mi girai verso Tuom, che stava preparando la tavola, mostrandogli le tazze. Sorrise e si avvicinò per guardare meglio.
- sei bellissima - disse lui guardandomi negli occhi.
- Si, come no! a te invece stanno venendo le rughe!- replicai alleggerendo la tensione.
Mi fissó per un istante serio. 
- inizia a correre, Strega!-.
E fu cosí che per la prima volta nelle nostre vite, lasciammo perdere il bisogno primario di caffeina mattutina ed iniziammo a rincorrerci. 
Quando alla fine mi braccò ero finita in bagno senza piú fiato.
Mi spinse nella doccia.
- forse é meglio se ti lavi, mi sa che puzzi un po'! - 
Fu così che mi svuotò il contenuto intero del bagnoschiuma formato famiglia, in testa.
Presi la mia piccola rivincita facendogli lo sgambetto e facendolo cadere.
Aprii l'acqua gelata e gliela spruzzai addosso.
- COSA DIAVOLO STA SUCCEDENDO QUI? - urló Marco dalla soglia della porta fissandoci a bocca aperta.
- mi ha detto che sono vecchio! - si difese Tuomas
- mi ha detto che puzzo! - ribattei io indignata.
- voi. Due. FUORI...SUBITO!  ... Anzi... A pensarci bene.... Fate un bel sorriso ragazzi!-
E dicendo cosí, Marco ci immortaló di nuovo.
Ecco svelata l'identitá del fotografo misterioso.
  
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