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Autore: Butterfly8    21/12/2014    3 recensioni
La mia storia inizia dodici anni dopo, all'incirca quando Betty dovrebbe avere quarant'anni.... Ho considerato che siano passati più o meno dodici anni dal matrimonio e non ho modificato la storia del sequel Ecomoda.Insomma l'ho pensata così.
E' una storia che si basa prevalentemente sull'interiorità dei personaggi e poi ... stravolgerò uno dei personaggi più inespressi e sufficientemente indagati della saga: Daniele Valencia. Buona lettura .... aspetto le vostre recensioni, critiche e suggerimenti
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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- Questa storia fa parte della serie 'Emozioni'
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Credo che Aurora sia la degna figlia di suo padre. Non fa che piangere e piangere e piangere, fa saltare i nervi a tutti fino a quando qualcuno non la prende in braccio e se la porta in giro. Tranne che poi quando c’è suo padre, non piange mai. Non so se il suo pianto irrefrenabile quando lui non c’è sia un karma per me, per la decisione che ho preso.
In tutto questo tempo, a parte quello trascorso con Aurora e con Cami e Roberto non ho voluto parlare con Armando. Non penso serva a niente. Già da prima che nascesse la bambina, lui ha chiesto di parlarmi ma io sono ancora troppo ferita per tutto quello che mi ha detto.
Però è successo che in queste vacanze di Natale è tornato a casa. Ma non tornato a casa perché tutto è tornato come prima, è tornato perché Camila e Roberto me lo hanno chiesto, anzi mi hanno pregato di farlo restare a casa perché loro vorrebbero che tutto tornasse come prima. Non me la sono sentita di dire di no, anche perché lui, quando se n’è andato di casa è andato a vivere dai suoi genitori, che erano a Londra. Però adesso, per queste vacanze sono ritornati con Camila, Alberto e i loro figli. Insomma, in quella casa non c’era più spazio per Armando a meno che non condividesse la stanza con qualcuno dei ragazzi.
Cosa che non ha voluto fare. Ha detto che sarebbe andato in un residence. Camila mi ha telefonato per perorare la causa del fratello e mi ha detto di guardare anche il lato positivo, e cioè Aurora avrebbe smesso di piangere e per la settimana che nessuno dei due lavorava avrei potuto riposare mentre lui se la spupazzava da qualche parte.
Così è tornato per la felicità dei miei figli. La prima cosa che ho fatto quando è entrato in casa è stato depositargli la bambina tra le braccia. Piangeva da mezz’ora. È bastato fare questo e ha smesso. Credo che saranno anime gemelle per mia sfortuna.

Invece tra di noi non è cambiato nulla. Ci parliamo il minimo indispensabile. Anche se io vorrei tanto parlargli. Ma sono così ferita che non riesco a dirgli niente di niente. E se prima era lui che non voleva parlare, adesso sono io che non riesco a esprimere i miei sentimenti. Ho passato tre mesi infernali. Prima che la bambina nascesse ho lavorato come una matta per preparare il lancio della collezione.  E le dimissioni di Daniele non hanno di certo aiutato, facendo venire meno un membro importantissimo dell’organico aziendale. Poi con la nascita della bambina ho dovuto per forza restare a casa, ma solo per due settimane, perché Ecomoda non poteva restare senza presidente e senza vice presidente. Non potevo lasciare tutto nelle mani di Nicolas e Mario. Così ho iniziato a portare la bambina con me in azienda, ma poi era troppo complicato. Quindi ho iniziato ad usare il tiralatte e a lasciare la bambina con mia madre.
Se Armando avesse lavorato all’Ecomoda avrei potuto prendermela con molta più calma, come quando sono nati Cami e Roberto. Ma sono troppo impegnata a dimostrargli che non intendo appoggiarmi su di lui come vorrebbe. Significherebbe mollare la presa, dargli ragione e io non voglio. Ma sono distrutta. Sono stanchissima. Vorrei dormire per i prossimi sei mesi, svegliarmi e ritrovare la mia famiglia come era prima.
L’unica cosa positiva che  successa è che del tutto inaspettatamente l’associazione donne colombiane ha deciso di candidarmi al premio internazionale Donna dell’Anno come Donna dell’Anno per la sezione Imprenditrici. Ricevere questo attestato di stima mi ha risollevato il morale. Questa sera devo andare al gala di inaugurazione, dove verrà formalizzata la mia candidatura. E Armando non sa nulla di tutto questo!
Lui questa sera resterà con i bambini qui a casa! Avrei tanto voluto parlare con lui di questa candidatura ma temo tantissimo che lui la prenda nuovamente come uno smacco a se stesso, iniziando a dire cose che pensa solo lui riguardo il mio cambiamento. Dovrò iniziare a non poter condividere con lui quanto avviene nella mia vita, perché a tutti gli effetti ormai siamo separati.

 
“E tu, cosa ci fai qui?”sono all’ingresso del Club dove si svolgerà la serata.
“E tu perché mi hai detto ‘Esco con le ragazze’ se non è affatto vero? Perché non mi hai detto della candidatura al premio?” mi chiede Armando, vestito di tutto punto
“Perché non ti riguarda?” gli domando con tono sarcastico
“Sei ancora mia moglie! Mi riguarda eccome!!” mi dice lui
“Dov’è Nicolas? Perché non è qui?”
“Non verrà” mi dice “gliel’ho detto io di non venire!”
“E i bambini? Con chi li hai lasciati?” gli domando
“Con Camila e Alberto. Sono a casa nostra!”
Vorrei dirgli che il termine casa nostra ha smesso di essere tale da tempo. Casa mia semmai.
“E perché sei qui? Insomma cosa  ti interessa se mi candidano o no? Questa candidatura tu non la approvi! Tu non approvi niente della me che sono adesso! Ricordi?”
“Betty! Non è affatto così!E lo sai!”
“Non mi interessa affrontare questo argomento adesso. Piuttosto chiamo Nicolas e gli dico di raggiungermi”
“Ci sono qui io, non capisco che bisogno ci sia di far venire Nicolas! Io sono tuo marito! Tu sei a tutti gli effetti mia moglie. Se ti presenti con un uomo che non sono io, in una situazione del genere che figura ci facciamo? Dobbiamo proteggere il nostro nome e lo sai anche tu!”
“Questa è davvero la più stupida delle scuse. Comunque devo chiamare Nicolas, perché questa sera ci sarà Mark Brown che vuole conoscerlo. Non so se ti ricordi di lui, l’abbiamo conosciuto a New York.”
“Certo che mi ricordo! Non ti toglieva gli occhi di dosso!”mi risponde
“Mi ha contattato per chiedermi di presentargli Nicolas. Sai che lavora la dipartimento del commercio della Florida. È interessato a conoscerlo.”
“Ah … ti ha contattato! E quindi passerà tutta la serata a corteggiarti!”
“Non essere stupido Armando! Penso che sappia che io sarei venuta con te stasera. Vuole parlare con Nicolas. Con me ha solo rapporti cordiali. E non capisco perché ti devo queste spiegazioni!!”
“Vuoi chiamare Nicolas per dirgli di venire? Bene fallo, ma io o entro con te, oppure mi imbuco ed entro lo stesso. Vuoi forse che ti spii da dietro qualche siepe per tutta la serata? Va bene lo stesso!!”
Ci penso un attimo. “Va bene! Entriamo”. Chiedo allo steward di avvisarmi quando Nicolas arriva.

Nonostante tutto il male che mi ha fatto, non riesco a non amarlo. Non posso proprio farci niente. E’ vero che non si può scegliere chi amare e io lo amo. Nonostante tutto io lo amo. E la verità è che dentro di me l’ho già perdonato per quello che mi da detto. Solo che ho paura che lui non accetterà mai il mio cambiamento e io non sarò in grado di tornare ad essere quella che ero prima. E questo ci dividerà. Ho una paura matta di perderlo. Se lui non troverà la forza di andare avanti, di accettarmi per quella che sono adesso non abbiamo speranze. Ma io lo amerò per sempre. Se non lo avessi amato non avrei mai e poi mai potuto perdonarlo né quattordici anni fa né adesso. Sono consapevole del fatto che lui mi ami ma non so fino a che punto sia in grado di accettare di vivere con la nuova me. Che poi io sono sempre io. Sono solo un po’ più sicura e ho un’immagine diversa. Cammino sulle mie gambe, ma questo non significa che non lo voglia al mio fianco. Però non riesco a parlargli. Ho paura di scoprire che lui sia così cambiato da mettere di nuovo al centro il suo orgoglio. Insomma che torni ad essere quello che era prima che ci incontrassimo, solo in una versione più matura.
So che sta combattendo una dura battaglia con se stesso. Quando mi ha detto che sentiva di non essere abbastanza per me, forse avrei dovuto dargli retta di più. Penso che tutti questi riflettori su di me abbiano amplificato il suo senso di inferiorità. Ma poi perché? Perché non riesce a superare tutta la sua inquietudine e semplicemente essere felice?

Sapevo che circolassero dei pettegolezzi su di noi. Sul fatto di essere realmente separati o meno ma non pensavo che proprio tutti ne parlassero e che dal vederci arrivare assieme dipendesse lo stato del nostro matrimonio. Molti si sono stupiti al nostro arrivo. Armando ha avuto ragione. Ma di certo non potevo immaginare che sarebbe successo quello che è avvenuto. Lui praticamente mi è stato appiccicato per tutta la serata, con discrezione, ma sempre al mio fianco. Questo ha già deposto a suo favore … . Ad un certo punto verso la fine del party, si è materializzata al nostro fianco Karina Larsson! Ebbene a quanto pare questa donna, ormai ex modella,voleva vendicarsi di Armando dalla volta in cui io non ero ancora stata assunta definitivamente in Ecomoda e lei era una delle tante con cui lui tradiva Marcela. Da quando lui ha minacciato di stroncare la sua carriera se non avesse smesso di tormentarlo. Finora incontrare tutte le modelle con cui ha avuto una storia non mi era sembrata una cosa di cui avere paura. Adesso è una blogger. La sua pagina è anche abbastanza seguita. Se nessuno prima di lei aveva avuto il coraggio di chiederci chiaramente se fossimo separati o meno, lei non si è fatta alcun problema, forte della sua ‘confidenza’ con lui. Insomma ha iniziato a fare battute e chiedere se ci fossimo per davvero lasciati. In un modo molto insistente. Quasi senza darci tregua e a nulla sono serviti i tentativi di Armando di bloccarla. Insomma ha cercato in tutti i modi di farmi fare la figura della stupida, così da vendicarsi di lui tramite me. Però io non potevo permetterglielo. Ho lavorato duramente in tutti questi anni, non dico vincere ma mi merito di gareggiare lealmente per vincere e non posso accettare di partire già sconfitta perché questa tale vuole solo spettegolare. Alla trentesima volta in cui ha chiesto ad Armando se ci fossimo lasciati e i suoi ‘Non sono fatti che ti riguardino’ non servivano a niente sono intervenuta io. Davanti a lei, l’ho preso per la sua elegantissima cravatta di seta nera e l’ho baciato facendo girare tutti a guardarci. Quello che non avevo previsto era che lui mi abbracciasse e ricambiasse il mio bacio. Ecco adesso le cose sono ancora più complicate.

Siamo tornati a casa in un silenzio imbarazzato. Quando siamo entrati, Camila e Alberto erano appisolati sul nostro divano. Che teneri! Gentilmente li ho svegliati e ringraziati per essere rimasti con i bambini e poi sono andati via. Prima però Camila ha colto la palla al balzo e ha detto ad Armando “Spero che tu non abbia combinato qualcuno dei tuoi disastri!” ed è uscita.
Rifletto sul fatto che tutti noi siamo soliti rivolgerci a lui dicendo “Speriamo che tu non abbia combinato qualcuno dei tuoi disastri”. Non ci avevo mai fatto caso ma ci spettiamo da lui sempre qualcosa di sbagliato. Oddio, mi sento stanchissima. Non posso pensarci adesso. Vado nella nostra camera e mi cambio. È quasi l’una di notte. Aurora dorme e se siamo fortunati non si sveglierà che domani mattina verso lei sei. Armando entra nella camera per guardare la bambina. E’ assurdo che nessuno dei due sappia cosa dire solo per il fatto di esserci baciati, come se non fossimo sposati da dodici anni, come se non avessimo vissuto assieme. Se solo facesse un passo verso di me! È vero che sono stata io a non volergli parlare, però anche sentire che lui mi voglia ancora aiuterebbe. E invece suona il suo cellulare. Ha ricevuto una mail credo.
“Chi ti manda una mail a quest’ora?”non posso fare a meno di chiedergli
“Sarà una di quelle mail di offerte promozionali” mi risponde
“E perché non controlli?”gli dico
“Non è importante adesso” mi dice
“Dammi il tuo cellulare” gli chiedo
“Betty, cosa ti prende?? Svegli la bambina!”
“Non sveglio la bambina. Dammi il tuo cellulare” gli ripeto
“No” mi dice “non hai nessun motivo di controllarlo”
“Allora fammelo vedere”. Non gli do il tempo di rispondere. Gli prendo il telefono dalla tasca prima che possa farlo lui. Cerca di bloccarmi. Ma io mi allontano.
Scorro le mail e resto impietrita. Ci sono circa duecento mail tra le sue e quelle di Faith Jackson Ross.
“Esci da questa stanza!” gli dico “Immediatamente”.

   
 
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