CAPITOLO 03

Valentina stava cercando della pomata per i lividi. Si era già procurata del fondotinta dai figli di Afrodite per coprirsi gli ematomi. Ma il dolore al viso e al corpo persisteva ancora. La ragazzina non voleva prendere del nettere o dell'ambrosia, sapeva che il campo era in guerra lo sentiva dentro, inoltre Valentina non voleva guarire prima, non voleva rivivere ricordi legati ai sapori, non voleva addolcirsi la pillola voleva solo lasciar che il tempo la guarisse. Ma la fortuna non voleva che i suoi piani si realizzassero infatti...
-Valentina che ci fai qui a quest'ora di notte?- era Michael. La ragazza era sorpresa non si aspettava che all'alba ci fosse qualcuno in infermeria.
-Ero venuta a prendere un antidolorifico per Travis sai ieri a fatto a botte con Sherman e gli fa male tutto il corpo.- era una scusa. Una fottuta balla e tutti e due lo sapevano.
-Non dirmi cavolate Valenty. È stato proprio Travis a svegliarmi nel cuore della notte perchè non ti trovavano ne nel tuo sacco a pelo ne in bagno. Valentina cosa ti sta succedendo? Non sei più la stessa ragazzina di cinque mesi fa che ridendo mi chiamava nano.- la ragazza non lo ascoltò neanche. Prese solo il fondotinta e con la testa bassa iniziò ad uscire non voleva che qualcuno la vedesse in quelle condizioni non voleva che vedesse come l'avevano conciata i figli di Ares solo perchè la consideravano troppo buona. Però il figlio di Apollo la prese il polso sinistro di Valentina scostando involontariamente la manica della felpa scoprendo così una cictrice lineare. Michael alzò tutta la manica della felpa della semidea scoprendo il suo sottile braccio. Era ormai chiaro a tutto il campo l'anoressia di Valentina ma nessuno sapeva che si tagliava. Infatti dal polso al gomito la ragazza aveva una seria infinita di tagli. Ce ne erano dieci ancora sanguinanti.
-Valentina ma cosa...- la ragazza stattonò il proprio braccio liberandolo e scappando. Michael la seguì ma fu semitano nel bosco del campo. Iniziò a girare intorno poi sentii un sighiozzo degli altri. Era Valentina. Michael si avvicinò alla radura in cui si era rintanata Valentina. La semidea era rannicchiata su se stessa con le gambe piegate sul petto e piangeva. Michael aveva capito che seriamente l’amava, solo ora che l’aveva vista fragile, indifesa, senza quella sua maledetta maschera, perché alla fine ci innamoriamo di chi è in grado di tenerci testa, di chi non cede, di chi ci sfida, di chi è misteriosamente affascinante, di chi è in grado di distruggerci, di chi è il nostro degno avversario, quello con cui siamo alla pari per gusti e pensieri.Ci innamoriamo dell’impossibile  perché noi umani siamo fatti così. Erano questi i pensieri del basso capo cabina nei confronti della ragazza della cabina 11. Voleva aiutarla, voleva farle capire che non era sola. Voleva legarla a lui. Voleva dirle due parole che non aveva detto a nessuno. Voleva dirle il suo "Ti amo".