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Autore: ilovebooks3    21/12/2014    3 recensioni
Una raccolta di one shots per immaginare le nuove vite di Jane e Lisbon immediatamente dopo il finale della sesta stagione.
Perché la tempesta è finita, ed entrambi si meritano un po’ di arcobaleno.
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Patrick Jane, Teresa Lisbon, Un po' tutti | Coppie: Jane/Lisbon
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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GREEN DOLLARS

 
Sono le 8.05 e all’FBI è tutto tranquillo. Troppo tranquillo.
Cho legge un libro, ma vorrebbe andare a sgominare una gang.
Fisher compila chili di scartoffie e sbuffa di tanto in tanto.
Wylie, com’ è sua abitudine, parla con l’adorato computer.
Abbot è rintanato nel suo ufficio a giocare con il robot che gli ha regalato il suo geniale consulente.
Ma un evento straordinario sta per abbattersi su tutti loro.
Jane e Lisbon arrivano insieme. Per la prima volta.
Entrano nell’open space con naturalezza, battibeccandosi. Ok, il battibecco non è una novità.
«Buongiorno a tutti! Scusate, lo so, è tardi», saluta educatamente Teresa, un po’ mortificata. 
«5 minuti di ritardo non vuol dire tardi», puntualizza il mentalista, che ama la precisione semantica più della puntualità.
«Per me sì», ribatte l’agente, mettendo su il suo famoso broncio.
«E, comunque, siamo arrivati tardi perché hai guidato tu», la provoca lui. Adora quel broncio.
«Se avessi guidato tu, ci saremmo sfracellati da qualche parte e non saremmo arrivati proprio».
«Se non mi avessi rubato le chiavi, avremmo potuto scoprirlo».
«Veramente le chiavi le hai rubate tu a me».
«E tu sei il ladro che ha derubato il ladro».
Attenzione.
Se Jane e Lisbon discutono sulla guida, vuol dire che sono venuti sulla stessa macchina. Questa sì che è una novità.
I colleghi tossicchiano, per ricordare ai due incuranti piccioncini (no, forse non è il termine più appropriato, evoca ricordi importuni) la loro ingombrante presenza.
Ognuno di loro non può fare a meno di notare che entrambi sorridono. Sembrano estremamente felici. Nonostante sia mattina presto, Lisbon non si sia ancora attaccata alla macchinetta del caffè e Jane non si sia ancora accoccolato sul suo divano. Questa è un’altra sconvolgente novità. Che significa una sola cosa.
Cho non modifica di un millimetro la sua posizione sulla sedia, e nemmeno la sua espressione facciale.
Fisher, curiosissima, osserva la scena strabuzzando gli occhi già originariamente fuori dalle orbite.
Wylie non capisce cosa stia succedendo, ma è convinto che, di qualunque cosa si tratti, sia meno  interessante dello schermo del pc.
Abbot riemerge dall’ufficio per gongolare in silenzio, nascondendo la sua soddisfazione dietro la consueta aria burbera.
Ma, suo malgrado, è costretto ad interrompere l’idilliaca scenetta.
«Abbiamo un nuovo caso. Cho, Lisbon e Jane andate sulla scena del crimine», annuncia, riferendone l’indirizzo.
«Ok capo», annuiscono due interessati su tre.
Il terzo, ovvero quello senza pistola, non dice nulla ma, improvvisamente, abbraccia Abbot, lasciando tutti perplessi. Sembra impazzito, ma purtroppo non lo è. Il mondo non si è ancora abituato alle sue stranezze.
In realtà, Patrick è soltanto grato al nero per averlo appena assegnato al caso. Anche se, probabilmente, avrebbe trovato il modo per seguire Lisbon in capo al mondo, a prescindere dagli ordini del suo capo.
Non avrebbe avuto nessuna voglia di separarsi da lei. Non stamattina. Non dopo questa notte.
Fisher, nel frattempo, allunga di soppiatto una banconota a Cho. Ma non è abbastanza veloce da evitare di essere notata.
Dennis, stupito da questa mossa ancor più che dall’inconsueto abbraccio di poco fa, chiede spiegazioni.
È Jane a dargliele, con la sua più tipica aria saccente: «Avevano scommesso 20 dollari. Cho diceva che stamattina io e Lisbon saremmo arrivati insieme, Kim sosteneva di no. Per mia fortuna ha vinto Cho», sottolinea, sfoderando un sorriso smagliante quanto sghembo.
Teresa assume un colore indefinito tendente al rosso fuoco. Ucciderebbe quell’importuno  fanfarone di un mentalista con le sue stesse mani.
«Non siamo qui per fare pettegolezzi, andate! Adesso», tuona l’agente supervisore.
Il trio entra in ascensore: la poliziotta sfoggia un imbarazzato paio di occhi bassi, Cho la sua solita imperturbabile flemma, e Jane un’espressione trionfante.
«Giuro che ho appena intravisto un sorriso sulla faccia di Cho», dichiara il consulente con tono teatrale, poco prima che le porte si chiudano.
Teresa soffoca una risata, facendo fatica a ricordarsi del perché, un minuto fa, fosse così arrabbiata con lui.
Jane pensa che il suono di quella piccola risata muta sia la musica più bella che abbia mai sentito.
Si guardano, complici, con la consapevolezza che una nuova avventura è appena incominciata. Le loro mani si sfiorano per un attimo, nella tacita promessa di non lasciarsi più.
Kimball, stavolta, sorride davvero.
«E pensare che Cho credeva fossero come fratello e sorella», commenta, nel frattempo, Abbot, rimasto nell’open space a sogghignare.
Poi si ricorda di non essere solo e di essere il capo. «Niente scommesse sul lavoro, Fisher!», rimprovera la venale agente, più per non perdere credibilità davanti ai suoi sottoposti che per reale convinzione.
«Certo signore», si scusa Kim. Che, mentre si allontana, giurerebbe di sentire Dennis borbottare tra se’ e se’, con una nota di rimpianto nella voce: «Se avessi scommesso anch’io su quei due fin dall’inizio, sarei diventato miliardario».







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Angolo dell'autrice: Eccomi di nuovo qui! Mi scuso per il rallentamento e spero che questa piccolissima one-shot vi abbia fatto sorridere.
A presto
:)
  
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