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Autore: Fraisfree    21/12/2014    0 recensioni
Si era innamorata. Ormai era chiaro come l'acqua. Finalmente aveva trovato il modo per redimersi: l'amore.
Era una ragazza testarda, determinata, curiosa e coraggiosa. Il suo più grande difetto era proprio lui: l'amore. Le avrebbe portato parecchie complicazioni, le avrebbe cambiato la vita definitivamente. Sarebbe diventata ciò che non avrebbe mai voluto essere. E la colpa era solo sua.
Genere: Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Threesome
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Gli elementi sono quattro: aria, acqua, fuoco e terra. Amo i primi tre: il vento che scompiglia i capelli, il rumore rilassante delle onde che si infrangono sugli scogli e il tepore che infonde il sole. Mi fanno sentire  viva, ma al tempo stesso sono pericolosi: il vento può formare uragani, l'oceano inghiottire e il fuoco bruciare.  Io vivo sulla terraferma , creata dal solo elemento che non apprezzo, l'unico che non crea grossi problemi, l'unico che non causerebbe la mia morte. Ma io sono fatta così: amo il pericolo in tutte le sue forme ed è pragmatico che disdegni il mio elemento e ami quello dei miei nemici.

<< Aria! >> sentii una voce allarmata provenire dalla cucina. Accorsi subito per vedere che succedeva e lo spettacolo a cui assistii fu sconvolgente: mia madre a terra in una pozza di sangue e mia sorella che la scuoteva disperata. Rimasi un attimo imbambolata ma i miei riflessi ebbero la meglio: il mio corpo si mosse fino al tavolino dove era posato il telefono di casa, le mie dita premettero i tasti e dopo un paio di squilli una voce femminile rispose. Dalle mie corde vocali uscì un sibilio, una flebile richiesta d'aiuto. La donna dall'altra parte della cornetta prontamente mi chiese l'indirizzo di casa che faticosamente uscì spezzato dalle mie labbra. Dopo pochi minuti il rumore delle sirene dell'ambulanza mi rimbombò nelle orecchie. Entrarono dalla porta di casa due infermieri con una barella sulla quale poggiarono il corpo inerme di mia madre. Nè a me nè a mia sorella fu permesso di entrare in ambulanza così prendemmo la nostra Volks Vagon e raggiungemmo l'ospedale in meno di 20 minuti. Chiedemmo informazioni sulla camera dove era ricoverata nostra madre, nella quale ci fiondammo in un millisecondo. La paura e l'angoscia si fecero strada nel  mio petto, dove il cuore martellava incessantemente. Osservai mia sorella: aveva lo sguardo perso nel vuoto e resiparava a fatica. Sembrava davvero sconvolta. Improvvisamente un dottore uscì dalla camera con una strana espressione sul viso. Dopo aver sospirato ci chiese: << Siete voi le figlie di Clare? >>.  Io annuii e il signore mi prese da parte:  << Signorina vorrei parlare con lei perchè Valerie sembra molto scossa e non vorrei si turbasse ancora di più >>. Io risposi:  << Sa, mia sorella è ancora piccola, è ovvio che sia spaventata >>. Mi sentii mancare l'aria e inspirai profondamente. << E' grave, dottore? >>, sospirai.  << Purtroppo sì, mi dispiace. Abbiamo fatto del nostro meglio. Non voglio mentirle, ora ha solo bisogno di un miracolo >>. Detto questo, mi lasciò da sola con le mie paure e i miei pensieri. Non poteva succedere di nuovo, non alla nostra famiglia. La morte di papà aveva sconvolto tutti e ora toccava a nostra madre. Non poteva assolutamente accadere. Non per uno stupido litigio, non per una stupida incomprensione. Ah, perchè nessuno si era ancora domandato cosa fosse successo, chi avesse ridotto in quello stato mia madre. Nessuno lo sapeva. Nessuno tranne me.  I miei sospetti riguardavano una sola persona, che per tutta la vita non aveva fatto altro che rovinarci l' esistenza. In quel momento capii che la paura, il dolore, la disperazione non mi avrebbero aiutato. Ma la vendetta sì. Subito un odio profondo e una rabbia smisurata mi invasero la mente e il mio corpo fu scosso da tremiti. Era giunta l'ora. Sì, finalmente l'avrebbe pagata.
   
 
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