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Autore: Kaliy    21/12/2014    1 recensioni
Non ho la forza di ribellarmi.
Non ho la forza di combattere.
Né di protestare, Né di dire di no.
Lui è l'incarnazione di tutto ciò da cui io ho sempre cercato di scappare.
Lui mi sta distruggendo piano piano, parola dopo parola,bacio dopo bacio.
Sono stanca e voglio che questa situazione finisca eppure non faccio nulla perché ciò accada.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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Il vento gelido della notte entra attraverso i leggeri abiti che indosso, il buio mi circonda, le gambe stanche dolgono ma non riesco ancora a fermarmi. Cammino a testa bassa, senza smettere di piangere, non so dove sono e non so quanto tempo è passato. Sono confusa, stordita,persa. Non riesco a capire perché fa così male, volevo che se ne andasse, volevo che mi lasciasse in pace.

Lo ha fatto.

Allora perché mi sento così?

Sospiro.

Sentendo dei rumori alzo un attimo lo sguardo e vedo un meraviglioso labrador retriever scodinzolarmi affianco. É bellissimo, anche con la poca luce che c'è si nota il colore chiaro del manto, non resisto e fletto le gambe per arrivare alla sua altezza e accarezzarlo.

Lui si lascia coccolare e manifesta tutta la sua gioia girandomi attorno e cercando di leccarmi.

«Sissi...Sissi dove sei?» il cane abbaia facendo avvicinare quella voce.

Un anziana signora sorridendo infila il colare a Sissi« Buonasera, la mia Sissi le ha dato fastidio?» chiede gentilmente.«No,no signora anzi mi ha un po risollevato il morale» mi affretto a dirle con voce ancora rotta dal pianto. La signora si avvicina «Oh tesoro perché stai piangendo in questo modo?» chiede preoccupata, io scuoto la testa non riesco a parlarne e lei sembra capirlo.«Io sono Eris, tu come ti chiami?»chiede porgendomi la mano ,gliela stringo«May».

«Bambina sei un pezzo di ghiaccio» mi trascina dietro si se « vieni a casa mia, ti ammalerai!». In meno di cinque minuti siamo nel salotto di casa sua, una piccola villetta unifamiliare, una di quelle case che trasmettono calore solo a guardarle.

«May, mentre io accendo il camino tu vai a farti una bella doccia bollente.»mi ordina spingendomi in un enorme bagno.«Gli asciugamani sono nel mobile sotto il lavello e questi abiti dovrebbero andarti bene. Sono di mia nipote.» conclude con un sorriso ed esce dalla stanza. E così mi ritrovo qui : in un bagno sconosciuto di una casa estranea appartenente ad una persona di cui so soltanto il nome. Ormai penso si avere un talento particolare nel ritrovarmi nelle situazioni più strane.

Sospirando pesantemente tolgo la maglia, i pantaloni, la biancheria ed entro nella doccia. Il getto d'acqua calda scende su di me, lentamente ricomincio a sentire le dita delle mani , i muscoli si rilassano e la stanchezza si fa sentire. Sono avvolta in una nuvola di vapore, mi insapono con un bagnoschiuma alla camomilla, mi risciacquo ed esco. Dopo aver indossato i leggings neri e il gigantesco maglione grigio esco dal bagno dirigendomi verso l'unica luce che c'è. « Bentornata bambina, ti senti meglio?» mi accoglie sorridendo ed io annuisco.« Ora starai meglio! Ho acceso il fuoco e ti ho riscaldato questa minestra. Su vieni! Siediti e mangia!»dice conducendomi quasi di peso verso il tavolo. Eris si siede di fronte a me e mi guarda «Grazie signora ma non ho molta fame » le dico allontanando il piatto « Tesoro a malapena ti regi in piedi, come fai a dire di non aver fame?» mi chiede scandalizzata riposizionando il piatto«ora mangia e raccontami cosa c'è che ti turba tanto da farti vagare all'una di notte per un parco abbandonato» spalanco gli occhi, come l'una di notte? Con lo sguardo cerco un orologio,non ci posso credere Eris aveva ragione. Poso nuovamente gli occhi su di lei e la studio per la prima volta.

Il candido viso segnato dal tempo, contornato dai capelli color argento, le labbra rosee increspate in un sorriso e gli occhi di una bambina. La donna che mi sta difronte aspetta pazientemente tamburellando con le dita sul tavolo di legno. Lei vuole ascoltare ed io per la prima volta da tanto ho bisogno di parlare. Cerco di iniziare ma lei mi ammonisce facendomi cenno di mangiare, io prendo un cucchiaio e poi comincio a raccontarle del nostro primo incontro, del viaggio in macchina, dei baci, delle sue carezze, delle sue parole. Più racconto e più accorgo di quante cose abbiamo fatto in due settimane, di quante belle emozioni io abbia provato, di quante nuove cose io abbia sperimentato. «Allora perché riuscivo a vedere solo i lati negativi? Perché mi sentivo oppressa, in trappola? Io non vedevo l'ora che mi lasciasse in pace ed ora non capisco perché mi sento così... così... non so come mi sento.» dico scoppiando nuovamente a piangere.«May, calmati tesoro»dice la donna con dolcezza« le cose nella vita non sono mai come sembrano, tutto in questo mondo porta una maschera. L' arte del saper vivere consiste nel riuscire a trovare le cose nascoste, nel non credere mai alla prima impressione. Nel corso della vita si impara a distinguere le persone che ci vogliono far male da quelle che non sano come volerci bene.»si allontana per portare via il piatto che avevo appena svuotato per poi tornare con un enorme fetta di torta. « Tesoro, ora assaggia questa e chiama i tuoi, saranno preoccupati! »dice con un sorriso. Da quando non sento i miei genitori? Quando tornerò urleranno per almeno quattro ore.

Sospiro e invio il messaggio.

 

Da: May

A: Mamma

 

Sto bene, ho avuto un paio di contrattempi tornerò prossimamente.

Ciao.

 

Spengo il cellulare, sicuramente proveranno a chiamarmi e non sono pronta ad affrontarli.

«May ti ho preparato una stanza, è meglio se per questa notte dormi qui! Dai tesoro,da questa parte. »Dice portandomi in una piccola e accogliente cameretta rosa simile a quella di una principessa. La donna mi da la buonanotte ed esce , così rimango sola con i miei pensieri. Stesa su quel letto guardo il soffitto ripercorrendo con la mente tutti i momenti passati con Axen e Orfeo mi rapisce per portarmi nel suo mondo fatto di illusioni.

 

 

Un delizioso profumo di caffè mi riporta alla realtà, Eris entra nella stanza con un vassoio ricolmo di leccornie«Buongiorno tesoro, finalmente ti sei svegliata, sono già le undici» dice sorridendo. Mi stiracchio e la saluto cortese ed inizio a mangiare, devo essere in forze per afrontare le domande dei miei genitori. Restiamo lì a parlare, ridere e scherzare per molto tempo. Questa donna ha qualcosa di particolare, riesce a mettermi a mio aggio, con lei riesco ad essere sincera,ad aprirmi, a racontarle le mie paure. In tutta la mia vita non ha incontrato una persona come lei, non sono mai riuscita ad essere sincera con le persone che mi circondavano. Ho sempre detestato informare gli altri sulla mia vita, pensavo fosse inutile. Nel pomeriggio torno a casa e affronto l'estenuante interrogatorio dei miei genitori, poi verso le dieci di sera riesco finalmente ad andare a dormire.

 

È già mattina, la debole luce del sole invernale entra dalla finestra e si infrange sul mio volto dandomi il buongiorno. Mi alzo dal letto di malavoglia e dopo essermi lavata mi vesto con un largo maglione nero e un paio di jeans chiari a sigaretta. La ragazza che osservo nello specchio non sono io, ha uno sguardo vuoto e un sorriso sulle labbra. Sembra persa, smarrita chi sa dove nello spazio come se le fosse stata sottratta l'unica certezza, come se non ci fosse nulla che riesca a tenerla legata alla realtà. È così, mi sento vuota e come se mi mancasse qualcosa.

 

Apro la porta e constato che non c'è nessuno ad aspettarmi.

Sono delusa.

Solo in questo momento mi accorgo che desideravo vederlo qui davanti a casa mia ad aspettarmi con il suo solito ghigno, desideravo che mi prendesse tra le braccia e mi baciasse come ogni mattina, desideravo che mi portasse a scuola e che mi augurasse una buona giornata.

Non so se è per abitudine o per qualcos'altro ma senza di lui mi sento vuota

Mi manca il suo profumo.

Mi manca la sua voce calda e rassicurante.

Mi manca il suo tocco delicato e allo stesso tempo possessivo.

Mi manca il modo in cui mi abbracciava.

Mi mancano i suoi baci.

Mi manca Axen.

 

La giornata scolastica procede normalmente, io seduta in silenzio che penso costantemente ad Axen. Non mi sono accorta di nulla e di nessuno, ogni volta che svoltavo , ogni volta che aprivo una porta, ogni volta che andavo in bagno speravo di vederlo. Anzi no, desideravo che lui fosse la ma puntualmente non c'era. Una volta uscita da scuola prendo il cellulare e cerco il numero di Eris, ho bisogno di parlarle perché devo capire cosa succede, devo capire ciò che provo e lei e l'unica persona con cui io riesca a parlare. Mentre scorrono i nomi della rubrica mi accorgo di un contatto strano.

Lo Stronzo.

Ok che i nomi che assegno sono strani come “Marco il biondo” , “Maria l'erborista” oppure “ Davide vecchio” ma non ricordo di aver mai dato un nome del genere a nessuno.

Provo a chiamare, non resisto, sono troppo curiosa.

Uno...Due...Tre...Quattro «May, piccola arrivo»

La sua voce.

 

 

   
 
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