P.S.: It’s a Cowboy Thing.
Cap. II
Fine
agosto, 1861. Erano
passate circa due settimane da quando i Winchester erano arrivati in
città.
Facevano
il loro lavoro regolarmente e fino ad ora non era
capitato nulla di scomodo da ignorare sotto i loro occhi; avevano
preso la casa sopra la stazione dove lavoravano e le loro visite al
saloon dei
Novak si stavano facendo sempre più frequenti; non
è che gli piacesse bere più
di tanto, ma gli piaceva andare lì.
Era come andare da un amico o una cosa simile, anche se i Winchester
non erano proprio
in buoni rapporti con Michael, Rachel era molto timida e avevano
pensato che
fosse meglio non avvicinarcisi troppo (per via di Michael) e Gabriel
non era
poi così male, in fondo. Mentre con Castiel si era
instaurato uno strano
rapporto. Fraterno? Con Sam forse
sì.
Ma con Dean... era qualcosa di diverso. Non c’era esattamente
quel tipo di affetto ma in fondo,
nemmeno loro due erano così sicuri di quello che ci fosse.
D’altronde, a parte
quelle volte al bar (delle quali, nemmeno tutte) non si erano mai visti
al di fuori,
Dean e Castiel.
Era
calata la sera, Sam e Dean avevano ormai finito di
lavorare.
“Domani
ci tocca di perlustrazione” diceva Sam a suo
fratello mentre andava al portone per chiuderlo dall’interno.
“Lo
so.” rispondeva Dean girando la chiave nella serratura
per la seconda volta “…che palle.”
continuava girandosi verso Sam.
“Già.”
commentava Sam mentre annuiva sorridendo “Ma è
quello
che dobbiamo fare” continuava mentre si alzava e si dirigeva
verso le scale che
conducevano a casa loro. Dean annuiva in segno di aver recepito.
“Ehi
Dean…” diceva Sam mentre si riposava su un divano
marrone posto dietro il tavolo da cucina.
“Dimmi.”
rispondeva Dean senza girarsi verso di lui, troppo
impegnato a girare i fagioli sul fuoco
“Sai…
volevo chiederti una cosa da un po’.” continuava Sam
Dean si volta verso
di lui, portando la testa in avanti per incitarlo a continuare.
“Ecco…
ho notato una cosa…” iniziava
Sam cautamente
“Oh,
dai Sam!” diceva Dean sospirando “Guarda che non ti
faccio mangiare!” continuava puntandogli contro un cucchiaio
di legno
“No,
no” lo assecondava il fratello ridendo un po’
“hem…”,
sospira, “no, nulla.” tagliava corto
“Nulla. Lascia stare”
Dean
si era girato verso di lui quasi incredulo, “Nulla?”
chiedeva
“Sì,
niente. Fai come se non ti avessi detto niente”
ripeteva Sam chiudendo gli occhi.
Dean
aveva deciso di lasciar perdere e sbattendo il
cucchiaio su uno dei due barattoli aveva avvisato Sam che era pronta la
cena.
Prima
di addormentarsi, Dean continuava a pensare a Sam, a
cosa volesse dirgli di così strano
da
fargli cambiare idea all’ultimo momento. Arresosi, si era poi
addormentato.
Un’altra
giornata stava iniziando.
I
Winchester si stavano preparando per iniziare il giro di
perlustrazione della città e anche dei dintorni.
Avevano
messo entrambi degli abiti leggeri poiché la
giornata sembrava essere iniziata con una temperatura abbastanza calda;
Dean
aveva solo una camicia blu notte ed un gilet marrone molto scuro, con
dei
pantaloni e il cappello dello stesso colore, mentre Sam aveva dei jeans
chiari,
una camicia bianca con le maniche girate fino al gomito ed un cappello
marrone
chiaro.
“Sei
pronto?” chiedeva Dean a suo fratello
“Sì.”
rispondeva Sam “Andiamo.” continuava.
Erano
andati a prendere i due cavalli ed ora si stavano
dirigendo per tutta la città.
Piano
piano, erano passati davanti a tutti i negozi e
botteghe e saloon e falegnami di Cedar Hill, controllando se fosse
tutto in
regola, ricevendo sempre un sì
come
risposta.
Proseguivano
e prima di passare davanti alla biblioteca della
città, avevano intravisto, più avanti, una figura
che gli sembrava familiare:
ragazzo, alto, capelli scuri, un po’ arruffati…
“Cas!”
esclamava Dean sorridendo, mentre dava un colpetto
con il tallone al cavallo per farlo accelerare e raggiungere
così Castiel.
Castiel
aveva riconosciuto subito la voce di Dean ma non aveva
fatto in tempo a girarsi che subito lui lo aveva raggiunto con il suo
cavallo
nero. “Dean!” esclamava Cas sorridendo mentre quei
suoi grandi occhi azzurri si
illuminavano.
“Cosa
fai qui?” chiedeva Dean non facendo caso ai libri che
Castiel stava portando.
“Ero
in biblioteca, ora sto tornando al saloon” rispondeva
Castiel indicando i libri.
Gli
occhi di Dean erano saltati subito sui libri che Castiel
aveva tra le braccia e quasi scordandosi di essere a cavallo si era
sporto per aiutarlo
a portarli, ma poi, avendo realizzato di essere ancora a cavallo, gli
aveva
chiesto semplicemente “Vuoi che ti accompagni?”.
Castiel
era rimasto un po’ in silenzio dopo quella domanda,
poi aveva sorriso, sentendosi anche un po’ imbarazzato.
“No,
grazie Dean, faccio due passi… Voi invece cosa state
facendo?” chiedeva poi, Castiel
“Perlustrazione.”
rispondeva gentile Dean mentre Sam gli
arrivava accanto.
“Andiamo,
Dean? Oh — Cas!” aveva esclamato Sam appena si era
accorto della presenza di Castiel.
“Sam.”
lo salutava anche Castiel sorridendo gentile mentre
chiudeva gli occhi ed abbassava di poco la testa, prima di ritornare di
nuovo
con lo sguardo su Dean.
Sam
aveva notato che spesso Castiel si perdeva a fissare
Dean, e lo faceva in modo naturale e… leggero, innocente.
Anche Dean a volte
ricambiava gli sguardi di Castiel, ma spesso guardava altrove,
sentendosi in imbarazzo.
“Ehm…
Dean… dovremmo…” diceva Sam piano,
sentendosi anche un
po’ in colpa, come se stesse interrompendo qualcosa.
“Sì…”
rispondeva Dean continuando a sorridere, assorto nei
suoi pensieri. “…sì!”
ripeteva poi, più convinto, guardando finalmente Sam.
“Andiamo.” gli aveva detto poi, annuendo.
“Cas, ci vediamo appena finiamo il
giro, ok?” chiedeva a Castiel, sorridendo.
“Sì,
Dean.” rispondeva il ragazzo con gli occhi azzurri
annuendo. “Potete passare direttamente al saloon.”
aggiungeva poi, lanciando
uno sguardo anche a Sam.
“Va
bene Castiel, grazie.” concludeva Sam gentile, prima di
andarsene.
Sam
e Dean si erano ormai allontanati dalla piazza Cedar
Hill, avevano lasciato tutto alle loro spalle.
Ad
un certo punto avevano sentito il galoppo di più cavalli
avvicinarsi velocemente. D’istinto i due sceriffi avevano
fermato i loro
cavalli e si erano girati verso la fonte di quel rumore, preoccupati e
perplessi; la vista di ciò che stava accadendo li aveva
quasi fatti sobbalzare:
cinque o sei banditi si stavano avvicinando alla banca locata vicino al
saloon
dei Novak. Sia Dean che Sam avevano incitato i loro cavalli ad andare
veloci, a
galoppo, ed erano arrivati di fronte a quei banditi.
Dean
aveva sfoderato la sua pistola con la canna argentata e
l’impugnatura placcata in un materiale bianco, mentre Sam ne
estrae una simile,
con la canna di un argento più scuro.
Arrivano
di fronte a quei banditi e mettono i colpi in
canna.
“EHI!”
si mette a gridare lo sceriffo; uno dei banditi si
gira e fa partire un colpo che lo sfiora; il cavallo di Dean si alza
mettendosi
sulle zampe posteriori per lo spavento ma Dean si aggrappa alle redini
e rimane
a cavallo.
Sam
spara, allora, e prende alla spalla l’uomo che aveva
cercato di sparare Dean; altri banditi cercavano di prendere i due
Winchester,
i quali però li abbattevano uno dopo l’altro.
Tra
questi spari, tutte le persone che stavano lavorando
avevano smesso e si erano affacciati alle finestre per spiare.
Castiel
stava portando in cucina il vassoio dove il padre
aveva mangiato quando era scoppiato il primo sparo; era sobbalzato
facendo
quasi cadere il vassoio ed i piatti al suo interno. L’aveva
appoggiato
frettolosamente, quel vassoio, sulla prima superficie disponibile ed
era corso
alla finestra per vedere cosa stesse succedendo; gli era salito il
cuore in
gola perché
aveva iniziato a pensare che
se ci fossero degli spari, ci sarebbero stati anche…
“No,
può essere di no.” aveva
pensato Castiel.
Ed
invece sì. I Winchester erano in mezzo a quella
sparatoria.
Gli
occhi di Castiel erano diventati uno specchio che
rifletteva la sua preoccupazione.
Erano
rimasti tre banditi; uno di loro stava entrando in banca
quando Dean si era girato, l’aveva visto e prontamente lo
aveva colpito,
facendo cadere il suo corpo a terra.
“Dean!” aveva
gridato Sam per avvertirlo del pericolo ma quando Dean si era girato
era ormai
troppo tardi ed un proiettile l’aveva preso alla spalla. Dean
aveva tirato un
grido e si era accasciato in avanti, ma, stimolato dalla rabbia, era
riuscito a
sparare a quell’uomo mentre Sam era andato alle spalle
dell’ultimo malvivente e
gli aveva sparato alla testa.
“Dean!”
grida di nuovo Sam conducendo il cavallo vicino a
quello di Dean che intanto sanguinava.
“Sto…
bene, Sam.” cercava di dire Dean, sforzandosi per il
dolore.
“Scendi,
devi essere medicato, subito!” continuava Sam
mentre aiutava il fratello a scendere da cavallo.
In
tutto questo, Castiel era corso al piano di sotto e si
dirigeva di fretta verso l’uscita per andare da Sam e Dean,
quando una voce
importante aveva tuonato alle sue spalle con un “Dove credi
di andare?”: era
suo fratello Michael.
Castiel
nemmeno si era girato verso la fonte di quel
richiamo.
Aveva
risposto poi, timoroso: “Fuori. Lo
sceriffo…” iniziava
a dire, ma poi si era dovuto fermare, sentendo una stretta in gola.
Aveva preso
un sospiro e in qualche modo era riuscito di nuovo a respirare.
“…hanno
sparato allo sceriffo.” concludeva poi in fretta,
prima di proseguire verso la porta.
“Oh,
non credo proprio.” lo ammoniva di nuovo Michael
duramente.
Castiel
non riusciva a credere alle proprie orecchie.
“Che…
cosa…?” chiedeva poi il minore, sperando di non
aver
sentito bene, mentre lentamente si girava verso suo fratello.
“Non
sono fatti che riguardano te. Torna
qui.” cerca di ordinare Michael in modo autorevole, facendo
meravigliare ancora di più Castiel che lo guardava al limite
tra l’incredulo e
il deluso.
“…non
ho tempo per il tuo egoismo.” l’aveva ignorato
Castiel, che si stava nuovamente girando verso la porta.
“Cosa?!” sbottava
Michael, adirato per la risposta di Castiel, mentre lo raggiungeva nel
tentativo di fermarlo, senza riuscirci.
“DEAN!” esclamava
Castiel avvicinandosi ai Winchester.
“Ca-mmh…”
provava a gridare Dean girandosi di scatto verso
Castiel, ma tra la confusione e il dolore, finisce solo per lamentarsi
a denti
stretti.
“Castiel!”
chiamava Sam alla vista del ragazzo “Castiel,
aiutami!” continuava poi, avendo
bisogno di aiuto per trasportare abbastanza delicatamente suo fratello.
Castiel
era accorso verso Sam e, con cautela, l’aveva
aiutato a far scendere Dean dal suo cavallo.
Strano,
ma Dean non opponeva resistenza, forse perché
provava troppo dolore, ma comunque, lamentandosi, cercava di dire ai
due di non
aver bisogno di aiuto (cosa non vera).
Sam
aveva girato verso la spalla illesa di Dean ed aveva
avvolto il proprio collo con il suo braccio.
“Prendilo
per il fianco, Cas.” diceva Sam a Castiel, con il
respiro affannato per lo sforzo.
Castiel,
senza protestare, aveva avvolto la vita di Dean con
il suo braccio e lo stava tenendo con una presa stretta. Il contatto
con il
corpo di Dean aveva fatto sussultare Castiel, che però aveva
cercato di
scacciare quel pensiero effimero per concentrarsi solo su Dean.
“Andiamo
dentro il saloon.” proponeva Castiel, con un po’ di
fatica nella voce.
Sam
non aveva risposto, ma poco dopo, insieme, stavano
reggendo Dean per entrare nel saloon.
“Aspettate!”:
una voce gentile fermava Sam e Castiel.
Una
ragazza alta, bionda e bellissima si divincolava dalla
presa di una signora anziana – la madre, forse? – e
si avvicinava ai ragazzi.
“Sono…
sono in grado di aiutarvi.” continuava la ragazza
andando vicino a Castiel. “Lasciatemi aiutare.”
concludeva con tono gentile ma
preoccupato.
“Va
bene.” rispondeva Sam sorridendo leggermente. Non
conosceva questa ragazza, ma gli ispirava fiducia. Saranno stati i suoi
capelli
biondissimi o il suo aspetto che la faceva sembrare… un
angelo.
“Vieni.”
concludeva, continuando ad andare verso il saloon.
Era
entrata prima la ragazza, un po’ titubante per via della
presenza di Michael sulla cornice della porta. Dopo di lei erano
entrati anche
i due fratelli e Castiel, passando di sguincio per le porte aperte.
Michael
aveva lanciato un’occhiataccia a Castiel – che era
entrato per primo – il quale però non se
n’era nemmeno accorto.
Avevano
adagiato Dean su una sedia e Castiel era andato a
prendere una scatola con il necessario per soccorrerlo.
“Non… sto… morendo.” aveva
mugugnato Dean fra i denti.
“Sta’
zitto.” l’aveva ammutolito Sam.
Castiel
era tornato con la scatola e l’aveva data alla
ragazza.
“Ehm…
dovresti toglierti…” diceva la ragazza a Dean, con
un
filo di imbarazzo.
Dean
aveva annuito ed aveva iniziato a togliersi dapprima il
gilet e poi la camicia, con un’espressione dolorante.
Poco
dopo era rimasto a petto nudo. Mentre Sam rimaneva
impassibile e prendeva gli abiti che Dean si sfilava, la ragazza aveva
inspirato un attimo un po’ più a lungo e Castiel
era rimasto a guardarlo senza
fiato. Un po’ per il fisico perfetto di Dean che gli sembrava
così liscio, così
sodo, che quasi chiedeva di essere riempito di baci. Ma poi lo sguardo
era
scivolato sulla ferita e sul sangue che gli macchiava quella pelle
così perfetta,
facendolo rabbrividire e facendogli venire una fitta al cuore. Ma Dean
era così
perfetto, così virile e desiderabile che Castiel non poteva
evitare di- “Puoi
prendere delle spugne, per favore?” gli chiedeva la ragazza,
interrompendo i
suoi pensieri.
“S..ì.”
rispondeva Castiel, ancora un po’ intontito.
Ispezionando
la spalla dello sceriffo, la ragazza si era
accorta che sì, un proiettile era entrato, ma nessun
proiettile era uscito.
“Devo
estrarti il proiettile.” lo avvisava lei. Dean non si
era lamentato, ma aveva roteato gli occhi.
“D’accordo.”
aveva continuato lui.
“Potresti…
la cintura.” chiedeva la ragazza al vicesceriffo,
indicando la sua cintura.
“Oh…
sì, certo.” continuava Sam, appoggiando le proprie
mani
sulla cintura.
Gli
occhi della ragazza avevano involontariamente seguito le
mani di Sam che si appoggiavano sulla sua cintura. Continuava a
guardarlo,
ammaliata e quasi senza fiato, quando lui se l’era sfilata e
poi gliel’aveva
porta.
“Tieni.”,
le diceva poi.
“Grazie…”
continuava lei, piegandola su sé stessa. Poi si
era messa a cercare una pinza nella scatola che gli aveva portato
Castiel, e dopo
un po’ l’aveva trovata.
“Dovremmo
disinfettarla.” diceva lei, guardando Sam perché
non sapeva minimamente come fare, in quelle circostanze.
“Proviamo
così.” le rispondeva Sam, prendendo un pacchetto
di fiammiferi che aveva in tasca. Ne aveva preso più di uno
in una sola volta e
stava aspettando che la ragazza gli desse la pinza. La prende, poi, e
accendendo tutti i fiammiferi in un colpo, ce l’aveva passata
di sopra, mentre
la ragazza prendeva la cintura per gli estremi con entrambe le mani.
“Ecco.
Mordila.” diceva lei avvicinando la cintura alla
bocca di Dean che la mordeva subito dopo.
Intanto
Sam aveva disinfettato la pinza e l’aveva data di
nuovo a lei, che la stava infilando con la massima delicatezza
possibile nel
corpo di Dean, che ogni tanto mugugnava versi di dolore.
In
quel preciso istante era entrato Castiel nella stanza, e
vedendo Dean in quello stato aveva sentito lo stomaco chiudersi; Dean.
Lo sceriffo.
Il suo Dean… Castiel si
ferma un
attimo. Aveva davvero pensato “Il suo
Dean”? “Suo”?
Dean
non era di Castiel.
Non lo era ora, e non lo sarebbe mai stato.
Aveva perso un
attimo lo sguardo nel vuoto, continuando a pensare a quanto fosse stato
stupido
a pensare quelle cose, anche solo per un attimo…
Dean… suo. Gli sembrava
ridicolo anche solo averlo pensato, quando un
altro lamento di Dean aveva rotto il filo dei suoi pensieri e si era
girato
d’istinto verso di lui.
“Eccola.”
diceva la ragazza, avendo trovato la pallottola
incastrata nella spalla dello sceriffo. Dopo poco l’aveva
afferrata e l’aveva
estratta, mentre Dean si lamentava un po’ di più.
“Fatto.”
concludeva poi la ragazza, sorridendo a Dean che
allentava la morsa della cintura, aspettando che la ragazza o
qualcun’altro la
prendesse.
Sam
poi aveva afferrato la cintura e se la stava rimettendo,
mentre Dean aveva alzato lo sguardo, incontrando quello di Castiel. Gli
aveva
sorriso leggermente, per fargli capire che era tutto ok, nonostante il
dolore
che stava provando ancora. Castiel non era convinto, ma aveva
ricambiato il
sorriso, perché quando Dean gli sorrideva lui non poteva non
ricambiare.
Ad
un certo punto Sam, accortosi dello scambio di sguardi
tra il fratello e Castiel, chiama in disparte la ragazza, che aveva
già preso
in mano una spugna e la stava bagnando alla fontana per ripulire la
spalla e il
petto di Dean.
“Stavo
per…” diceva lei, guardando Sam perplessa.
“Sì,
beh… può pensarci Castiel.” continuava
lui, lanciando
un’occhiata veloce al ragazzo e poi a suo fratello,
sorridendo, trovando
un’espressione di imbarazzo sul volto di Castiel e
nessun’espressione su quello
di Dean.
“Oh…
va bene.” continuava lei, sorridendogli poi mentre
metteva la spugna nelle mani di Castiel.
Castiel
aveva preso la spugna quasi involontariamente ed era
rimasto a guardare Dean, imbarazzato.
In
quello stesso momento, il fratello di Castiel, Michael,
stava avanzando a grandi passi verso Dean e Castiel.
“Ok,
ora tu e tuo fratello potete andarvene.” diceva Michael
bruscamente, strappando la spugna dalle mani di Castiel.
“Ehi
ehi ehi, stai calmo amico, ok?” diceva Dean alzandosi
in piedi, provando un po’ di dolore, ma cercava di non darlo
a vedere. Castiel
si limitava a restare in silenzio, per il momento.
“Oh,
io sono
calmo, Winchester. Ma ho capito che tipo sei.” iniziava a
dire, e più che
parlare sembrava che stesse solo sputando veleno.
“Sì?
E che tipo sono?”
gli chiede Dean strafottente, avvicinandosi a Michael in modo
minaccioso.
“Credi
che sia tutto dovuto, per te. Credi di poter avere
tutto, mi dispiace ma non otterrai nulla qui. Né da
me…” diceva avvicinandosi
ancora di più a Dean “…né da
lui.”
continuava ancora, riferendosi a Castiel, spingendolo anche
più indietro.
A
Dean non importava cos’aveva detto Michael, quanto quello
che aveva fatto.
“Non
provare a toccarlo di nuovo. Non… ci provare.” gli
diceva Dean con aria minacciosa.
“Oh...”
diceva Michael fingendosi sorpreso di vedere Dean
infastidito per via della spinta su Castiel.
“…altrimenti?” continuava ancora.
“Michael,
finiscila.” diceva Castiel appoggiandogli una mano
sulla spalla. Michael l’aveva scostata bruscamente e Dean non
ci aveva visto
più. Era andato di nuovo davanti a lui, con un balzo, e con
il braccio illeso
aveva caricato un pugno che subito dopo era andato ad infrangersi
contro il
volto di Michael, facendolo andare indietro.
In
quel momento, Sam da fuori aveva sentito del frastuono ed
aveva deciso di entrare per vedere cosa stesse succedendo. La ragazza
che stava
con lui allora, che gli aveva detto di
chiamarsi Jessica, aveva preferito aspettare fuori, per non
essere
invadente. Subito dopo, Sam aveva visto Michael andare indietro e Dean
guardarlo in modo minaccioso. Non ci aveva messo molto per capire cosa
fosse
successo.
“Dean!”
si era messo a gridare Sam, correndo verso Dean e
Michael per dividerli. Aveva fatto appena in tempo perché
Michael si era
ripreso e stava rispondendo al pugno di Dean.
Sam
si era messo in mezzo a loro e aveva spinto Dean
all’indietro per allontanarlo.
“Ce
ne andiamo, ok? Ce ne stiamo andando.” diceva Sam a
Michael allarmato, tenendo Dean con un braccio.
“Sarà
meglio per voi. E fareste meglio a non tornare mai più
qui dentro.” continuava Michael guardando Dean con il fuoco
negli occhi.
“NO!” si era messo
a gridare spontaneamente Castiel spingendo Michael, volendo andare
verso Dean.
“Sta’
zitto, Castiel.” aveva ruggito Michael pieno d’ira
e
quasi quasi stava alzando anche le mani su suo fratello.
“Figlio
di puttana…” si era messo a dire Dean fra i denti,
spingendo Sam per tirare un nuovo pugno a Michael, non trattenendosi
più.
“Basta!”
aveva gridato Sam, per cercare di calmare la
situazione. “Dean ma che ti prende?! Finiscila!”
diceva poi al fratello.
“Non
finisco niente,
Sam! Non lascio Cas con questo qua!” tuonava Dean, con tutta
la rabbia che
aveva.
“Dean…”
aveva detto Castiel piano in un sospiro. Come
vorrebbe andare con lui. Andare via, e scappare da tutto questo.
“Non
puoi farci nulla. Lui resterà qui e non vi… non ti vedrà mai
più.” diceva Michael
bruscamente.
“Oh,
te lo puoi scordare questo, testa di cazzo.” continuava
impertinente Dean, mentre spingeva ancora contro Sam.
“Dean finiscila!”
gridava Sam al fratello, spingendolo all’indietro una buona
volta. “Ce ne
stiamo andando.” continuava il vicesceriffo, lanciando
un’occhiataccia a
Michael che rimaneva fermo e in silenzio non si sa grazie a quale forza
divina.
“No,
Sam!” protestava ancora Dean. Non avrebbe lasciato
Castiel nelle mani del suo burbero fratello. Non l’avrebbe
fatto mai e poi mai.
“Dean
basta, cazzo! Andiamo via!” continuava a gridare Sam
sempre al fratello, lanciandogli un’occhiata che gli faceva
capire che ci
avrebbero pensato dopo… sperava solo che Dean
l’avesse colta.
Dean
sospira infuriato, ma ancora non si era arreso.
“Ti
porterò via di qui.” diceva Dean convinto a
Castiel con
un tono alto, mentre lo guardava negli occhi.
Forse
allora Dean davvero
teneva a Castiel.
Forse
Castiel non si era
immaginato tutto.
Forse…
forse Dean ce
l’avrebbe fatta e l’avrebbe davvero portato via.
Castiel
lo guarda, con uno sguardo pieno di dolore e scuote
la testa.
“Anche
se non ci
riuscirai, Dean… Non fa niente. Non ti preoccupare. Me la
caverò anche da qui,
e continuerò a pensarti.”,
sembrava voler dire Cas,
e questo Dean l’aveva capito.
“No,
Cas, ti porterò
via di qui.” ripeteva, con più
intenzione. “Fosse
l’ultima cosa che faccio.” aggiungeva
dopo, mentre il
fratello lo spingeva verso l’uscita.
Erano
appena usciti dal saloon che Dean già si sentiva in
colpa.
Non
avrebbe dovuto lasciare Castiel lì dentro un solo minuto
in più, e invece lo stava lasciando per chissà
quanto tempo ancora.
Sentiva
il dovere di proteggerlo, quel ragazzo. Ma non come
un fratello, come qualcosa di più. Come un qualcosa di
fragile di cui doveva
prendersi cura.
Stava
andando di nuovo verso le porte del saloon, quando Sam
l’aveva fermato.
“Dean…
finiscila una buona volta. Ma che ti succede con quel
ragazzo?!” chiedeva Sam perplesso.
“Sam,
non posso lasciarlo lì dentro. Non
posso, ok? Devo portarlo via da qui.” continuava
Dean deciso,
sviando la domanda del fratello. Non sapeva davvero cosa gli prendesse
quando
si trattava di Castiel. I suoi sentimenti erano… confusi.
Non sapeva davvero cosa provasse
per Castiel.
Qualcosa di proibito? Non riusciva
a
dirlo.
“Lo
faremo. Te lo prometto, Dean. Ma ora calmati, andiamo a
casa.” lo pregava Sam, esausto di combattere con il fratello
appoggiandogli una
mano sulla spalla.
Dean
non rispondeva, era rimasto a fissare in silenzio la
porta del saloon.
“Dean!” lo
chiamava Sam con un tono un po’ più alto.
“…Sam,
domani stesso. Non tra due giorni o una settimana. Domani.”
diceva Dean con un tono duro,
restando ancora in quel modo.
Sam
non riusciva a credere a quello che stava vedendo.
“Sì.”
gli rispondeva, poi. “Domani.” lo assecondava.
Fino
alla fine poi, Jessica era riuscita a medicare Dean,
che subito dopo era andato in camera a pensare a qualcosa per liberare
Castiel.
La
notte Dean non riusciva a prendere pace.
Non
dormiva, perché non riusciva a smettere di pensare a
Castiel.
“Domani verrò e ti salverò.”,
pensava Dean, visualizzando gli occhioni azzurri di Castiel davanti ai
suoi.
Chissà
cosa stava facendo. Chissà se alla fine Michael aveva
alzato le mani su di lui. Dean non voleva nemmeno pensarci e aveva
scacciato
quest’immagine, non riuscendo a sopportare una visione simile
di Castiel.
“Resisti. Domani verrò…
e… ti salverò.” continuava a
pensare ancora
Dean, prima di cadere finalmente vittima del sonno.
Vorrei
ringraziare il mio Cas, che è un dolce cuoricino e ha
già scritto di
me nelle note di due capitoli della sua storia. Sappiate che senza di
lui (lei)
non avrei proprio continuato questa ff, e certo non l'avrei nemmeno
pubblicata.
Quindi Cas, grazie per essere sempre lì a sopportarmi. Sei
tanto importante e
ti amo ogni giorno di più, sì.