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Autore: raisedfromperdition    21/12/2014    0 recensioni
"[...] “Mh. E voi sareste...?” chiedeva il barista mentre versava le ultime gocce nei bicchieri.
“Sceriffo Winchester.” diceva l’uomo col cappotto “E lui è mio fratello, il mio Vice.” concludeva indicando il suo partner. [...]"

Vecchio west, anno 1861. Sam e Dean Winchester sono i nuovi sceriffi di una cittadina in Texas. Con il loro arrivo, le vite di tutti sono destinate a cambiare, ma cambierà soprattutto la vita di Dean, in un modo che nemmeno lui poteva immaginare, grazie a qualcuno di così meraviglioso da non sembrare nemmeno... umano.
"[...] C’era una strana alchimia tra quei due, era come se si fossero conosciuti tempo prima, come se si fossero già visti da qualche parte o come se in un’altra vita fossero stati più che amici e adesso si stessero confessando silenziosamente il sollievo che stavano provando nel rivedersi. Tutto in uno sguardo. [...]"
E' così che il verde degli occhi di Dean si fonde con l'azzurro di quelli di Castiel, creando un legame così profondo da diventare indistruttibile.
Genere: Angst, Azione, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Jessica Moore, Sam Winchester
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione, Contesto generale/vago
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P.S.: It’s a Cowboy Thing.

Cap. II

Fine agosto, 1861. Erano passate circa due settimane da quando i Winchester erano arrivati in città.

Facevano il loro lavoro regolarmente e fino ad ora non era capitato nulla di scomodo da ignorare sotto i loro occhi; avevano preso la casa sopra la stazione dove lavoravano e le loro visite al saloon dei Novak si stavano facendo sempre più frequenti; non è che gli piacesse bere più di tanto, ma gli piaceva andare . Era come andare da un amico o una cosa simile, anche se i Winchester non erano proprio in buoni rapporti con Michael, Rachel era molto timida e avevano pensato che fosse meglio non avvicinarcisi troppo (per via di Michael) e Gabriel non era poi così male, in fondo. Mentre con Castiel si era instaurato uno strano rapporto. Fraterno? Con Sam forse sì. Ma con Dean... era qualcosa di diverso. Non c’era esattamente quel tipo di affetto ma in fondo, nemmeno loro due erano così sicuri di quello che ci fosse. D’altronde, a parte quelle volte al bar (delle quali, nemmeno tutte) non si erano mai visti al di fuori, Dean e Castiel.

 

Era calata la sera, Sam e Dean avevano ormai finito di lavorare.

“Domani ci tocca di perlustrazione” diceva Sam a suo fratello mentre andava al portone per chiuderlo dall’interno.

“Lo so.” rispondeva Dean girando la chiave nella serratura per la seconda volta “…che palle.” continuava girandosi verso Sam.

“Già.” commentava Sam mentre annuiva sorridendo “Ma è quello che dobbiamo fare” continuava mentre si alzava e si dirigeva verso le scale che conducevano a casa loro. Dean annuiva in segno di aver recepito.

 

“Ehi Dean…” diceva Sam mentre si riposava su un divano marrone posto dietro il tavolo da cucina.

“Dimmi.” rispondeva Dean senza girarsi verso di lui, troppo impegnato a girare i fagioli sul fuoco

“Sai… volevo chiederti una cosa da un po’.” continuava Sam

Dean  si volta verso di lui, portando la testa in avanti per incitarlo a continuare.

“Ecco… ho notato una cosa…”  iniziava Sam cautamente

“Oh, dai Sam!” diceva Dean sospirando “Guarda che non ti faccio mangiare!” continuava puntandogli contro un cucchiaio di legno

“No, no” lo assecondava il fratello ridendo un po’ “hem…”, sospira, “no, nulla.” tagliava corto “Nulla. Lascia stare”

Dean si era girato verso di lui quasi incredulo, “Nulla?” chiedeva

“Sì, niente. Fai come se non ti avessi detto niente” ripeteva Sam chiudendo gli occhi.

Dean aveva deciso di lasciar perdere e sbattendo il cucchiaio su uno dei due barattoli aveva avvisato Sam che era pronta la cena.

 

Prima di addormentarsi, Dean continuava a pensare a Sam, a cosa volesse dirgli di così strano da fargli cambiare idea all’ultimo momento. Arresosi, si era poi addormentato.

 

Un’altra giornata stava iniziando.

I Winchester si stavano preparando per iniziare il giro di perlustrazione della città e anche dei dintorni.

Avevano messo entrambi degli abiti leggeri poiché la giornata sembrava essere iniziata con una temperatura abbastanza calda; Dean aveva solo una camicia blu notte ed un gilet marrone molto scuro, con dei pantaloni e il cappello dello stesso colore, mentre Sam aveva dei jeans chiari, una camicia bianca con le maniche girate fino al gomito ed un cappello marrone chiaro.

“Sei pronto?” chiedeva Dean a suo fratello

“Sì.” rispondeva Sam “Andiamo.” continuava.

Erano andati a prendere i due cavalli ed ora si stavano dirigendo per tutta la città.

Piano piano, erano passati davanti a tutti i negozi e botteghe e saloon e falegnami di Cedar Hill, controllando se fosse tutto in regola, ricevendo sempre un come risposta.

Proseguivano e prima di passare davanti alla biblioteca della città, avevano intravisto, più avanti, una figura che gli sembrava familiare: ragazzo, alto, capelli scuri, un po’ arruffati…

“Cas!” esclamava Dean sorridendo, mentre dava un colpetto con il tallone al cavallo per farlo accelerare e raggiungere così Castiel.

Castiel aveva riconosciuto subito la voce di Dean ma non aveva fatto in tempo a girarsi che subito lui lo aveva raggiunto con il suo cavallo nero. “Dean!” esclamava Cas sorridendo mentre quei suoi grandi occhi azzurri si illuminavano.

“Cosa fai qui?” chiedeva Dean non facendo caso ai libri che Castiel stava portando.

“Ero in biblioteca, ora sto tornando al saloon” rispondeva Castiel indicando i libri.

Gli occhi di Dean erano saltati subito sui libri che Castiel aveva tra le braccia e quasi scordandosi di essere a cavallo si era sporto per aiutarlo a portarli, ma poi, avendo realizzato di essere ancora a cavallo, gli aveva chiesto semplicemente “Vuoi che ti accompagni?”.

Castiel era rimasto un po’ in silenzio dopo quella domanda, poi aveva sorriso, sentendosi anche un po’ imbarazzato.

“No, grazie Dean, faccio due passi… Voi invece cosa state facendo?” chiedeva poi, Castiel

“Perlustrazione.” rispondeva gentile Dean mentre Sam gli arrivava accanto.

“Andiamo, Dean? Oh — Cas!” aveva esclamato Sam appena si era accorto della presenza di Castiel.

“Sam.” lo salutava anche Castiel sorridendo gentile mentre chiudeva gli occhi ed abbassava di poco la testa, prima di ritornare di nuovo con lo sguardo su Dean.

Sam aveva notato che spesso Castiel si perdeva a fissare Dean, e lo faceva in modo naturale e… leggero, innocente. Anche Dean a volte ricambiava gli sguardi di Castiel, ma spesso guardava altrove, sentendosi in imbarazzo.

“Ehm… Dean… dovremmo…” diceva Sam piano, sentendosi anche un po’ in colpa, come se stesse interrompendo qualcosa.

“Sì…” rispondeva Dean continuando a sorridere, assorto nei suoi pensieri. “…sì!” ripeteva poi, più convinto, guardando finalmente Sam. “Andiamo.” gli aveva detto poi, annuendo. “Cas, ci vediamo appena finiamo il giro, ok?” chiedeva a Castiel, sorridendo.

“Sì, Dean.” rispondeva il ragazzo con gli occhi azzurri annuendo. “Potete passare direttamente al saloon.” aggiungeva poi, lanciando uno sguardo anche a Sam.

“Va bene Castiel, grazie.” concludeva Sam gentile, prima di andarsene.

 

 

Sam e Dean si erano ormai allontanati dalla piazza Cedar Hill, avevano lasciato tutto alle loro spalle.

Ad un certo punto avevano sentito il galoppo di più cavalli avvicinarsi velocemente. D’istinto i due sceriffi avevano fermato i loro cavalli e si erano girati verso la fonte di quel rumore, preoccupati e perplessi; la vista di ciò che stava accadendo li aveva quasi fatti sobbalzare: cinque o sei banditi si stavano avvicinando alla banca locata vicino al saloon dei Novak. Sia Dean che Sam avevano incitato i loro cavalli ad andare veloci, a galoppo, ed erano arrivati di fronte a quei banditi.

Dean aveva sfoderato la sua pistola con la canna argentata e l’impugnatura placcata in un materiale bianco, mentre Sam ne estrae una simile, con la canna di un argento più scuro.

Arrivano di fronte a quei banditi e mettono i colpi in canna.

“EHI!” si mette a gridare lo sceriffo; uno dei banditi si gira e fa partire un colpo che lo sfiora; il cavallo di Dean si alza mettendosi sulle zampe posteriori per lo spavento ma Dean si aggrappa alle redini e rimane a cavallo.

Sam spara, allora, e prende alla spalla l’uomo che aveva cercato di sparare Dean; altri banditi cercavano di prendere i due Winchester, i quali però li abbattevano uno dopo l’altro.

 

Tra questi spari, tutte le persone che stavano lavorando avevano smesso e si erano affacciati alle finestre per spiare.

Castiel stava portando in cucina il vassoio dove il padre aveva mangiato quando era scoppiato il primo sparo; era sobbalzato facendo quasi cadere il vassoio ed i piatti al suo interno. L’aveva appoggiato frettolosamente, quel vassoio, sulla prima superficie disponibile ed era corso alla finestra per vedere cosa stesse succedendo; gli era salito il cuore in gola  perché aveva iniziato a pensare che se ci fossero degli spari, ci sarebbero stati anche…

“No, può essere di no.” aveva pensato Castiel.

Ed invece sì. I Winchester erano in mezzo a quella sparatoria.

Gli occhi di Castiel erano diventati uno specchio che rifletteva la sua preoccupazione.

 

Erano rimasti tre banditi; uno di loro stava entrando in banca quando Dean si era girato, l’aveva visto e prontamente lo aveva colpito, facendo cadere il suo corpo a terra.

Dean!” aveva gridato Sam per avvertirlo del pericolo ma quando Dean si era girato era ormai troppo tardi ed un proiettile l’aveva preso alla spalla. Dean aveva tirato un grido e si era accasciato in avanti, ma, stimolato dalla rabbia, era riuscito a sparare a quell’uomo mentre Sam era andato alle spalle dell’ultimo malvivente e gli aveva sparato alla testa.

“Dean!” grida di nuovo Sam conducendo il cavallo vicino a quello di Dean che intanto sanguinava.

“Sto… bene, Sam.” cercava di dire Dean, sforzandosi per il dolore.

“Scendi, devi essere medicato, subito!” continuava Sam mentre aiutava il fratello a scendere da cavallo.

 

 

In tutto questo, Castiel era corso al piano di sotto e si dirigeva di fretta verso l’uscita per andare da Sam e Dean, quando una voce importante aveva tuonato alle sue spalle con un “Dove credi di andare?”: era suo fratello Michael.

Castiel nemmeno si era girato verso la fonte di quel richiamo.

Aveva risposto poi, timoroso: “Fuori. Lo sceriffo…” iniziava a dire, ma poi si era dovuto fermare, sentendo una stretta in gola. Aveva preso un sospiro e in qualche modo era riuscito di nuovo a respirare.

“…hanno sparato allo sceriffo.” concludeva poi in fretta, prima di proseguire verso la porta.

“Oh, non credo proprio.” lo ammoniva di nuovo Michael duramente.

Castiel non riusciva a credere alle proprie orecchie.

“Che… cosa…?” chiedeva poi il minore, sperando di non aver sentito bene, mentre lentamente si girava verso suo fratello.

“Non sono fatti che riguardano te. Torna qui.” cerca di ordinare Michael in modo autorevole, facendo meravigliare ancora di più Castiel che lo guardava al limite tra l’incredulo e il deluso.

“…non ho tempo per il tuo egoismo.” l’aveva ignorato Castiel, che si stava nuovamente girando verso la porta.

Cosa?!” sbottava Michael, adirato per la risposta di Castiel, mentre lo raggiungeva nel tentativo di fermarlo, senza riuscirci.

 

DEAN!” esclamava Castiel avvicinandosi ai Winchester.

“Ca-mmh…” provava a gridare Dean girandosi di scatto verso Castiel, ma tra la confusione e il dolore, finisce solo per lamentarsi a denti stretti.

Castiel!” chiamava Sam alla vista del ragazzo “Castiel, aiutami!” continuava poi, avendo bisogno di aiuto per trasportare abbastanza delicatamente suo fratello.

 

Castiel era accorso verso Sam e, con cautela, l’aveva aiutato a far scendere Dean dal suo cavallo.

Strano, ma Dean non opponeva resistenza, forse perché provava troppo dolore, ma comunque, lamentandosi, cercava di dire ai due di non aver bisogno di aiuto (cosa non vera).

Sam aveva girato verso la spalla illesa di Dean ed aveva avvolto il proprio collo con il suo braccio.

“Prendilo per il fianco, Cas.” diceva Sam a Castiel, con il respiro affannato per lo sforzo.

Castiel, senza protestare, aveva avvolto la vita di Dean con il suo braccio e lo stava tenendo con una presa stretta. Il contatto con il corpo di Dean aveva fatto sussultare Castiel, che però aveva cercato di scacciare quel pensiero effimero per concentrarsi solo su Dean.

“Andiamo dentro il saloon.” proponeva Castiel, con un po’ di fatica nella voce.

Sam non aveva risposto, ma poco dopo, insieme, stavano reggendo Dean per entrare nel saloon.

 

“Aspettate!”: una voce gentile fermava Sam e Castiel.

Una ragazza alta, bionda e bellissima si divincolava dalla presa di una signora anziana – la madre, forse? – e si avvicinava ai ragazzi.

“Sono… sono in grado di aiutarvi.” continuava la ragazza andando vicino a Castiel. “Lasciatemi aiutare.” concludeva con tono gentile ma preoccupato.

“Va bene.” rispondeva Sam sorridendo leggermente. Non conosceva questa ragazza, ma gli ispirava fiducia. Saranno stati i suoi capelli biondissimi o il suo aspetto che la faceva sembrare… un angelo.

“Vieni.” concludeva, continuando ad andare verso il saloon.

Era entrata prima la ragazza, un po’ titubante per via della presenza di Michael sulla cornice della porta. Dopo di lei erano entrati anche i due fratelli e Castiel, passando di sguincio per le porte aperte.

Michael aveva lanciato un’occhiataccia a Castiel – che era entrato per primo – il quale però non se n’era nemmeno accorto.

Avevano adagiato Dean su una sedia e Castiel era andato a prendere una scatola con il necessario per soccorrerlo.
“Non… sto… morendo.” aveva mugugnato Dean fra i denti.

“Sta’ zitto.” l’aveva ammutolito Sam.

Castiel era tornato con la scatola e l’aveva data alla ragazza.

“Ehm… dovresti toglierti…” diceva la ragazza a Dean, con un filo di imbarazzo.

Dean aveva annuito ed aveva iniziato a togliersi dapprima il gilet e poi la camicia, con un’espressione dolorante.

Poco dopo era rimasto a petto nudo. Mentre Sam rimaneva impassibile e prendeva gli abiti che Dean si sfilava, la ragazza aveva inspirato un attimo un po’ più a lungo e Castiel era rimasto a guardarlo senza fiato. Un po’ per il fisico perfetto di Dean che gli sembrava così liscio, così sodo, che quasi chiedeva di essere riempito di baci. Ma poi lo sguardo era scivolato sulla ferita e sul sangue che gli macchiava quella pelle così perfetta, facendolo rabbrividire e facendogli venire una fitta al cuore. Ma Dean era così perfetto, così virile e desiderabile che Castiel non poteva evitare di- “Puoi prendere delle spugne, per favore?” gli chiedeva la ragazza, interrompendo i suoi pensieri.

“S..ì.” rispondeva Castiel, ancora un po’ intontito.

Ispezionando la spalla dello sceriffo, la ragazza si era accorta che sì, un proiettile era entrato, ma nessun proiettile era uscito.

“Devo estrarti il proiettile.” lo avvisava lei. Dean non si era lamentato, ma aveva roteato gli occhi.

“D’accordo.” aveva continuato lui.

“Potresti… la cintura.” chiedeva la ragazza al vicesceriffo, indicando la sua cintura.

“Oh… sì, certo.” continuava Sam, appoggiando le proprie mani sulla cintura.

Gli occhi della ragazza avevano involontariamente seguito le mani di Sam che si appoggiavano sulla sua cintura. Continuava a guardarlo, ammaliata e quasi senza fiato, quando lui se l’era sfilata e poi gliel’aveva porta.

“Tieni.”, le diceva poi.

“Grazie…” continuava lei, piegandola su sé stessa. Poi si era messa a cercare una pinza nella scatola che gli aveva portato Castiel, e dopo un po’ l’aveva trovata.

“Dovremmo disinfettarla.” diceva lei, guardando Sam perché non sapeva minimamente come fare, in quelle circostanze.

“Proviamo così.” le rispondeva Sam, prendendo un pacchetto di fiammiferi che aveva in tasca. Ne aveva preso più di uno in una sola volta e stava aspettando che la ragazza gli desse la pinza. La prende, poi, e accendendo tutti i fiammiferi in un colpo, ce l’aveva passata di sopra, mentre la ragazza prendeva la cintura per gli estremi con entrambe le mani.

“Ecco. Mordila.” diceva lei avvicinando la cintura alla bocca di Dean che la mordeva subito dopo.

Intanto Sam aveva disinfettato la pinza e l’aveva data di nuovo a lei, che la stava infilando con la massima delicatezza possibile nel corpo di Dean, che ogni tanto mugugnava versi di dolore.

In quel preciso istante era entrato Castiel nella stanza, e vedendo Dean in quello stato aveva sentito lo stomaco chiudersi; Dean. Lo sceriffo. Il suo Dean… Castiel si ferma un attimo. Aveva davvero pensato “Il suo  Dean”? “Suo”?

Dean non era di Castiel. Non lo era ora, e non lo sarebbe mai stato. Aveva perso un attimo lo sguardo nel vuoto, continuando a pensare a quanto fosse stato stupido a pensare quelle cose, anche solo per un attimo… Dean… suo. Gli sembrava ridicolo anche solo averlo pensato, quando un altro lamento di Dean aveva rotto il filo dei suoi pensieri e si era girato d’istinto verso di lui.

“Eccola.” diceva la ragazza, avendo trovato la pallottola incastrata nella spalla dello sceriffo. Dopo poco l’aveva afferrata e l’aveva estratta, mentre Dean si lamentava un po’ di più.

“Fatto.” concludeva poi la ragazza, sorridendo a Dean che allentava la morsa della cintura, aspettando che la ragazza o qualcun’altro la prendesse.

Sam poi aveva afferrato la cintura e se la stava rimettendo, mentre Dean aveva alzato lo sguardo, incontrando quello di Castiel. Gli aveva sorriso leggermente, per fargli capire che era tutto ok, nonostante il dolore che stava provando ancora. Castiel non era convinto, ma aveva ricambiato il sorriso, perché quando Dean gli sorrideva lui non poteva non ricambiare.

Ad un certo punto Sam, accortosi dello scambio di sguardi tra il fratello e Castiel, chiama in disparte la ragazza, che aveva già preso in mano una spugna e la stava bagnando alla fontana per ripulire la spalla e il petto di Dean.

“Stavo per…” diceva lei, guardando Sam perplessa.

“Sì, beh… può pensarci Castiel.” continuava lui, lanciando un’occhiata veloce al ragazzo e poi a suo fratello, sorridendo, trovando un’espressione di imbarazzo sul volto di Castiel e nessun’espressione su quello di Dean.

“Oh… va bene.” continuava lei, sorridendogli poi mentre metteva la spugna nelle mani di Castiel.

Castiel aveva preso la spugna quasi involontariamente ed era rimasto a guardare Dean, imbarazzato.

 

In quello stesso momento, il fratello di Castiel, Michael, stava avanzando a grandi passi verso Dean e Castiel.

“Ok, ora tu e tuo fratello potete andarvene.” diceva Michael bruscamente, strappando la spugna dalle mani di Castiel.

“Ehi ehi ehi, stai calmo amico, ok?” diceva Dean alzandosi in piedi, provando un po’ di dolore, ma cercava di non darlo a vedere. Castiel si limitava a restare in silenzio, per il momento.

“Oh, io sono calmo, Winchester. Ma ho capito che tipo sei.” iniziava a dire, e più che parlare sembrava che stesse solo sputando veleno.

“Sì? E che tipo sono?” gli chiede Dean strafottente, avvicinandosi a Michael in modo minaccioso.

“Credi che sia tutto dovuto, per te. Credi di poter avere tutto, mi dispiace ma non otterrai nulla qui. Né da me…” diceva avvicinandosi ancora di più a Dean “…né da lui.” continuava ancora, riferendosi a Castiel, spingendolo anche più indietro.

A Dean non importava cos’aveva detto Michael, quanto quello che aveva fatto.

“Non provare a toccarlo di nuovo. Non… ci provare.” gli diceva Dean con aria minacciosa.

“Oh...” diceva Michael fingendosi sorpreso di vedere Dean infastidito per via della spinta su Castiel. “…altrimenti?” continuava ancora.

“Michael, finiscila.” diceva Castiel appoggiandogli una mano sulla spalla. Michael l’aveva scostata bruscamente e Dean non ci aveva visto più. Era andato di nuovo davanti a lui, con un balzo, e con il braccio illeso aveva caricato un pugno che subito dopo era andato ad infrangersi contro il volto di Michael, facendolo andare indietro.

In quel momento, Sam da fuori aveva sentito del frastuono ed aveva deciso di entrare per vedere cosa stesse succedendo. La ragazza che stava con lui allora, che gli aveva detto di chiamarsi Jessica, aveva preferito aspettare fuori, per non essere invadente. Subito dopo, Sam aveva visto Michael andare indietro e Dean guardarlo in modo minaccioso. Non ci aveva messo molto per capire cosa fosse successo.

“Dean!” si era messo a gridare Sam, correndo verso Dean e Michael per dividerli. Aveva fatto appena in tempo perché Michael si era ripreso e stava rispondendo al pugno di Dean.

Sam si era messo in mezzo a loro e aveva spinto Dean all’indietro per allontanarlo.

“Ce ne andiamo, ok? Ce ne stiamo andando.” diceva Sam a Michael allarmato, tenendo Dean con un braccio.

“Sarà meglio per voi. E fareste meglio a non tornare mai più qui dentro.” continuava Michael guardando Dean con il fuoco negli occhi.

NO!” si era messo a gridare spontaneamente Castiel spingendo Michael, volendo andare verso Dean.

“Sta’ zitto, Castiel.” aveva ruggito Michael pieno d’ira e quasi quasi stava alzando anche le mani su suo fratello.

“Figlio di puttana…” si era messo a dire Dean fra i denti, spingendo Sam per tirare un nuovo pugno a Michael, non trattenendosi più.

Basta!” aveva gridato Sam, per cercare di calmare la situazione. “Dean ma che ti prende?! Finiscila!” diceva poi al fratello.

“Non finisco niente, Sam! Non lascio Cas con questo qua!” tuonava Dean, con tutta la rabbia che aveva.

“Dean…” aveva detto Castiel piano in un sospiro. Come vorrebbe andare con lui. Andare via, e scappare da tutto questo.

“Non puoi farci nulla. Lui resterà qui e non vi… non ti vedrà mai più.” diceva Michael bruscamente.

“Oh, te lo puoi scordare questo, testa di cazzo.” continuava impertinente Dean, mentre spingeva ancora contro Sam.

Dean finiscila!” gridava Sam al fratello, spingendolo all’indietro una buona volta. “Ce ne stiamo andando.” continuava il vicesceriffo, lanciando un’occhiataccia a Michael che rimaneva fermo e in silenzio non si sa grazie a quale forza divina.

“No, Sam!” protestava ancora Dean. Non avrebbe lasciato Castiel nelle mani del suo burbero fratello. Non l’avrebbe fatto mai e poi mai.

“Dean basta, cazzo! Andiamo via!” continuava a gridare Sam sempre al fratello, lanciandogli un’occhiata che gli faceva capire che ci avrebbero pensato dopo… sperava solo che Dean l’avesse colta.

Dean sospira infuriato, ma ancora non si era arreso.

“Ti porterò via di qui.” diceva Dean convinto a Castiel con un tono alto, mentre lo guardava negli occhi.

Forse allora Dean davvero teneva a Castiel.

Forse Castiel non si era immaginato tutto.

Forse… forse Dean ce l’avrebbe fatta e l’avrebbe davvero portato via.

Castiel lo guarda, con uno sguardo pieno di dolore e scuote la testa.

“Anche se non ci riuscirai, Dean… Non fa niente. Non ti preoccupare. Me la caverò anche da qui, e continuerò a pensarti.”, sembrava voler dire Cas, e questo Dean l’aveva capito.

“No, Cas, ti porterò via di qui.” ripeteva, con più intenzione. “Fosse l’ultima cosa che faccio.” aggiungeva dopo, mentre il fratello lo spingeva verso l’uscita.

 

Erano appena usciti dal saloon che Dean già si sentiva in colpa.

Non avrebbe dovuto lasciare Castiel lì dentro un solo minuto in più, e invece lo stava lasciando per chissà quanto tempo ancora.

Sentiva il dovere di proteggerlo, quel ragazzo. Ma non come un fratello, come qualcosa di più. Come un qualcosa di fragile di cui doveva  prendersi cura.

Stava andando di nuovo verso le porte del saloon, quando Sam l’aveva fermato.

“Dean… finiscila una buona volta. Ma che ti succede con quel ragazzo?!” chiedeva Sam perplesso.

“Sam, non posso lasciarlo lì dentro. Non posso, ok? Devo portarlo via da qui.” continuava Dean deciso, sviando la domanda del fratello. Non sapeva davvero cosa gli prendesse quando si trattava di Castiel. I suoi sentimenti erano… confusi. Non sapeva davvero cosa provasse per Castiel. Qualcosa di proibito? Non riusciva a dirlo.

“Lo faremo. Te lo prometto, Dean. Ma ora calmati, andiamo a casa.” lo pregava Sam, esausto di combattere con il fratello appoggiandogli una mano sulla spalla.

Dean non rispondeva, era rimasto a fissare in silenzio la porta del saloon.

Dean!” lo chiamava Sam con un tono un po’ più alto.

“…Sam, domani stesso. Non tra due giorni o una settimana. Domani.” diceva Dean con un tono duro, restando ancora in quel modo.

Sam non riusciva a credere a quello che stava vedendo.

“Sì.” gli rispondeva, poi. “Domani.” lo assecondava.

 

Fino alla fine poi, Jessica era riuscita a medicare Dean, che subito dopo era andato in camera a pensare a qualcosa per liberare Castiel.

 

La notte Dean non riusciva a prendere pace.

Non dormiva, perché non riusciva a smettere di pensare a Castiel.

Domani verrò e ti salverò.”, pensava Dean, visualizzando gli occhioni azzurri di Castiel davanti ai suoi.

Chissà cosa stava facendo. Chissà se alla fine Michael aveva alzato le mani su di lui. Dean non voleva nemmeno pensarci e aveva scacciato quest’immagine, non riuscendo a sopportare una visione simile di Castiel.

Resisti. Domani verrò… e… ti salverò.” continuava a pensare ancora Dean, prima di cadere finalmente vittima del sonno.

 

 

 

Vorrei ringraziare il mio Cas, che è un dolce cuoricino e ha già scritto di me nelle note di due capitoli della sua storia. Sappiate che senza di lui (lei) non avrei proprio continuato questa ff, e certo non l'avrei nemmeno pubblicata. Quindi Cas, grazie per essere sempre lì a sopportarmi. Sei tanto importante e ti amo ogni giorno di più, sì.

  
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