Storie originali > Introspettivo
Ricorda la storia  |      
Autore: elekus483    22/12/2014    1 recensioni
"Le sue dita tremavano, impazienti; come anche altre parti del suo corpo. Ad esempio le gambe; era talmente agitata che ad ogni respiro le sue gambe tremavano ancora di più, sembrava che da un momento all'altro potessero staccarsi dal suo stesso corpo e continuare più liberamente quel loro movimento frenetico. Dalla sua bocca uscì qualche imprecazione per il nervosismo, ma dopo qualche attimo tutto tornò alla calma più totale. La tremarella cessò e con essa anche la sua agitazione. Prese un bel respiro profondo e lasciò che il fumo entrasse in lei, diffondendosi nei suoi polmoni, tranquillizzando il suo corpo. Espirò lentamente e godette di quell'attimo, rilassandosi completamente."
One-shot nata poichè alla sottoscritta era venuta la strana voglia di fumare ed era impossibilitata a farlo quindi per tranquillizzarsi e farsi passare la voglia ha accesso il pc e ha scritto questa storia :D
Spero vi piaccia :) e se vi va lasciatemi un piccolo commentino :D mi farebbe piacere :)
Buona lettura!!! :)
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

                                                                                             FREEDOM

Le sue dita tremavano, impazienti; come anche altre parti del suo corpo. Ad esempio le gambe; era talmente agitata che ad ogni respiro le sue gambe tremavano ancora di più, sembrava che da un momento all'altro potessero staccarsi dal suo stesso corpo e continuare più liberamente quel loro movimento frenetico. Dalla sua bocca uscì qualche imprecazione per il nervosismo, ma dopo qualche attimo tutto tornò alla calma più totale. La tremarella cessò e con essa anche la sua agitazione. Prese un bel respiro profondo e lasciò che il fumo entrasse in lei, diffondendosi nei suoi polmoni, tranquillizzando il suo corpo. Espirò lentamente e godette di quell'attimo, rilassandosi completamente.
Appoggiava i gomiti alla terrazza e guardava dritta davanti a sé. I capelli castani le cadevano dolcemente sulle spalle, facendole il solletico. Si trovava all'ultimo piano di una palazzina alla periferia di Boston, era il tramonto e come ogni ora del giorno e della notte c'era un traffico assurdo. E sebbene la palazzina dove si trovava fosse lontana abbastanza dalla strada, il rumore del traffico, dei clacson e del motore delle macchine si sentiva chiaramente come se la strada fosse esattamente al di sotto della palazzina stessa.
Certi giorni non riusciva proprio a sopportare quel rumore, nemmeno il fumare l'aiutava a rilassarsi. Voleva andarsene da quel posto, voleva prendere la macchina, e scappare da quella città, da quella vita frenetica che l'aveva perseguitata fin da quando era bambina. Voleva una vita più tranquilla, voleva affacciarsi alla finestra e vedere o il mare, o una distesa di erba verde, voleva trovare un posto in cui poteva rilassarsi e trovare un po' di calma interiore. Purtroppo i suoi erano solo sogni, che sapeva non avrebbe mai potuto realizzare.
“Maggie!! Torna dentro. Si gela fuori!!”
La ragazza girò il viso di tre quarti, solo per cortesia quasi, per far vedere che aveva sentito, anche se non aveva alcuna intenzione di tornare dentro. Il freddo la distraeva come quella sigaretta tra le dita. La voce scomparve come era apparsa. E nell'appartamento ritornò a piombare il silenzio, interrotto solo dal rumore del traffico della città.
Maggie guardò il cielo, era così limpido e per un attimo desiderò essere un uccellino e volare sopra il mondo, libero. Libertà … agognava ad essa Maggie. Dalla morte dei suoi genitori era stata costretta a vivere con sua zia, in quella stessa palazzina, solo tre piano più sotto. Sua zia non era come lei, non desiderava scappare da quel posto perchè in qualche modo era già riuscita a farlo senza spostarsi minimamente. Era molto dedita al suo lavoro, lo amava e forse era quello che la rendeva libera. E cercava in tutti i modi di trasmettere questa sua passione ardente a Maggie ma con scarsi risultati. Maggie era sognatrice, e voleva materialmente scappare da lì. Si sentiva rinchiusa in trappola e non vedeva molte vie d'uscita. Aveva già ventitré anni e in tutta la sua vita non si era mai spostata da Boston, non era mai riuscita a viaggiare, non aveva nemmeno mai visto il mare, se non ovviamente in televisione. Era stanca di stare rinchiusa in quella palazzina, lavorare e studiare. Era stanca, voleva farsi una vita, voleva viaggiare. Voleva scoprire nuovi paesi, nuove culture, nuove persone. Era chiedere troppo? Forse si, ma lei non smetteva mai di sognare. Non poteva. Aveva un obiettivo ben preciso e non se lo sarebbe lasciato sfuggire, non in quel momento.
La sigaretta finì e con essa anche il suo momento di totale relax. Guardò ancora una volta il cielo e poi si decise a rientrare. Non appena chiuse la portafinestra e si voltò, vide sua zia appoggiata allo stipite della porta.
“Ti sei riposata abbastanza? Possiamo riprendere adesso?”
Maggie annuì e si diresse verso l'altra stanza preceduta da sua zia. Quando vi entrò vide i suoi compagni che la stavano aspettando già nelle loro posizioni, pronti per partire.
Un ragazzo alto, e moro si avvicinò a lei e la prese per la vita. Si guardarono intensamente e non appena la musica partì, iniziarono a ballare.
Forse sua zia aveva ragione, forse il ballo era uno dei pochi modi per evadere da quella vita così frenetica e agitata, forse era l'unico modo per sentirsi finalmente liberi. Maggie aveva del talento, sua zia gliel'aveva sempre detto ma lei non ci aveva mai molto creduto. Almeno fino alla morte dei suoi genitori. Da quel giorno di sei anni prima, Maggie era cambiata e aveva trovato dopo molto tempo e non con poche difficoltà nel ballo una via d'uscita, un modo per scappare da quella realtà in cui si sentiva costantemente in trappola, aveva trovato un modo per sentirsi libera. Forse un giorno avrebbe potuto veramente andarsene via da quella città, spiccare il volo e diventare un uccellino. E il ballo l'avrebbe aiutata. Le sarebbe bastato solo prepararsi, e superare l'esame all'Accademia di ballo di New York. E da lì sarebbe iniziata una nuova vita, il suo sogno si sarebbe realizzato.


 

 

 

 

 

  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Introspettivo / Vai alla pagina dell'autore: elekus483