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Autore: Symphoniies    22/12/2014    1 recensioni
Franci è una ragazza ordinaria di diciotto anni. Le piace stare a casa e rifugiarsi nel suo mondo fatto di libri fantasy e telefilm. Le cose cambieranno radicalmente quando sarà obbligata ad andare a Mystic Falls, Virginia. Qui incontrerà Damon Salvatore e scoprirà un mondo fatto di creature magiche di cui aveva solo letto. Ma che storia sarebbe senza qualche complicazione?
E' la terza volta che pubblico questa fan fiction.
Questa volta la ripubblicherò tutta, lo prometto.
Genere: Avventura, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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MYSTIC FALLS
- Capitolo tre -
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Mystic Falls.
Mystic Falls.
Quel nome le rimbombava nella testa e continuava a ripeterlo, fosse quasi una parola magica, però qualcosa di magico l’aveva, o almeno nel suo nome c’era qualcosa di magico.
«Cosa facciamo appena atterrati?» chiesi Francesca, mentre cercava di allacciarsi la cintura di sicurezza.
Dopo sei ore di viaggio, finalmente stavano per atterrare. La ragazza aveva il sedere intorpidito e sentiva il bisogno di fare pipì.
«Bè, un inserviente ci porterà le borse fino all’uscita del aeroporto e lì verranno a prenderci in macchina i miei due nipoti, Damon e Stefan.» rispose il signor Salvatore.
«Nipoti? Non mi aveva detto di avere dei nipoti...» si innervosì.
«Davvero? Eppure abiteremo da loro, nella vecchia pensione dei Salvatore. Mi sarà sfuggito di mente.» la guardò dritto negli occhi.
La ragazza stava iniziando ad irritarsi. Poi però si bloccò. Perché dovrei essere irritata? Infondo non ha fatto niente. Semplicemente si è dimenticato di darmi quell’informazione, poteva succedere a chiunque e poi dovrei essergli grata per l’opportunità che mi sta dando, pensò.
 
Quindici minuti dopo Francesca e il signor Salvatore, stavano camminando verso l’uscita, quando quest’ultimo cambiò strada di colpo, dirigendosi verso un ragazzo seduto su una sedia blu e, anche se da lontano vedeva come una talpa abbagliata dal sole, il signorino non doveva essere niente male. Il ragazzo indossava dei jeans stretti e grigi, un po strappati sulle ginocchia e una maglietta verde militare aderente. Quando si furono avvicinati, il ragazzo abbracciò il signor Salvatore. Per una volta i miei occhi hanno visto bene! Il ragazzo sembrava un modello di “Abercrombie”. Aveva i capelli castani, corti e portati un po mossi verso l’alto e gli occhi verdi. Lei rimase lì, a fissare lo sconosciuto come una scema.
«Ah, tu devi essere Francesca. Piacere di conoscerti, io sono Stefan.» il ragazzo le sorrise gentile e le porse la mano. Francy rimase a fissarlo imbambolata per cinque minuti, poi, finalmente, si risvegliò dallo stato di coma in cui era finita e ricambiò la stretta, «Francy, per favore. Odio il mio nome completo. Troppo lungo. Comunque, piacere mio.»
In quel momento il signor Salvatore si intromise nella conversazione, «E Damon? Si è perso o ci aspetta fuori?»
«Mi dispiace zio, non è potuto venire.»
«Non ha potuto o non ha voluto?» domandò Giuseppe, con un velo di amarezza nella voce.
«Non ha potuto; doveva aiutare un’amica.» cercò di sorridere Stefan, per sdrammatizzare la situazione, «Ma ho una persona da presentarti.» fece un gesto alla sua sinistra e in pochi secondi comparve accanto a lui una ragazza, «Zio, questa è Elena, la mia ragazza. Ti Ricordi? Ti avevo parlato di lei.»
«Piacere di conoscerla signor Salvatore.» si presentò, educatamente.
«Il piacere è tutto mio, signorina. Ora capisco cosa intendeva Stefan per bellezza sfolgorante.» disse Giuseppe, utilizzando il fascino che sicuramente, ai suoi tempi, avrebbe fatto sciogliere qualunque ragazza. Infatti, come previsto, Elena arrossì lievemente. Il signor Salvatore, comunque, non aveva tutti i torti: Elena era davvero bella. Aveva i capelli lisci, lunghi e castani. Gli occhi erano grandi e di un marrone tendente al nero e le labbra carnose. Era alta e magra. Indossava una canottiera rossa, dei pantaloncini di jeans e delle converse nere e alte. Le piaceva il suo stile: semplice, ma d’impatto. Da come guardava Stefan si poteva capire che lo amava e che il suo sentimento era ricambiato.
«Bene…allora andiamo?» chiese il signor Salvatore, «Avrei un certo languorino.»
Tutti risero e insieme si diressero verso il parcheggio. Cavolo il ragazzo è davvero in ottima forma!, pensò. Stefan, infatti, si era portato tutte e cinque le valigie - tre di Francy e due di suo zio - dall’entrata del aeroporto fino alla sua auto - un auto alquanto insolita, di un color rosso pomodoro. A Francesca venne da ridere, ma cercò di trattenersi, per non essere scortese.
«Anch’io la prima volta che la vidi ebbi la tua stessa reazione.» le sussurrò Elena all’orecchio, «Pensa, negli ultimi mesi di scuola mi accompagnava la mattina con quella.»
«Mi dispiace per te!» esclamò, sedendosi sui sedili posteriori dell’auto. Elena si sedette affianco a lei, mentre il signor Salvatore si sedette davanti. Stefan accese il motore e uscirono dal parcheggio. Fecero venti minuti di autostrada per poi infilarsi in una strada desolata circondata da grandi alberi. Erano le cinque e mezza e il sole stava già per tramontare, quando l’auto si bloccò.
«Perché ci siamo fermati, Stefan?» chiese Elena, avvicinandosi al sedile del suo fidanzato.
«Ci sono ancora le bancarelle, non posso passare, dovrò fare il giro.»
«Si festeggia qualcosa?» chiese Francy, incuriosita.
«No. Il sindaco ha bisogno di fondi per ristrutturare il municipio.» le spiegò Stefan.
«Voglio andare a fare un giro.» intervenne il signor Salvatore.
«Certo zio. Elena lo accompagni tu? Potete tornare a casa a piedi.» acconsentì Stefan.
«Con molto piacere. Vuoi venire anche tu, Francy?» chiese gentile Elena alla ragazza seduta al suo fianco, che nel frattempo, dal finestrino, stava osservando con aria emozionata le bancarelle.
«Bè…» Francesca era indecisa. Ci vado o non ci vado?
«Mi farebbe molto piacere se venissi anche tu.» ammise il signor Salvatore, sfoderando di nuovo il suo sorriso migliore.
«Ok, va bene.» annuì Francy, sorridendogli a sua volta per poi scendere dall’auto e, mentre Stefan si dirigeva verso una strada secondaria, la ragazza, Elena e Giuseppe si diressero verso le bancarelle. Una volta entrati nella folla, il signor Salvatore le si mise a braccetto.
La ragazza rimase un attimo sbalordita e l’uomo, accorgendosene, sorrise. «Ho una certa età anch’io e oggi mi sono affaticato molto con il viaggio, spero non ti dia fastidio.»
«Certo che no. Sono qui per questo, Signore.» Francesca rispose prontamente.
«Non riesci proprio a chiamarmi Giuseppe, vero? Va bè, signor Salvatore andrà benissimo.»
Mentre girovagavano guardando le bancarelle, l’attenzione di Francesca fu catturata da un ciondolo. Senza accorgersene lasciò il braccio del signor Salvatore che, nel frattempo, si era fermato a parlare con un suo vecchio amico e prese il ciondolo tra le mani. Era a forma di mezza luna. Non era attaccata al ciondolo verticalmente, ma orizzontalmente; sembrava un sorriso. Doveva essere fatta d’argento. La parte anteriore era incisa con delicati motivi floreali, così come quella inferiore e si poteva aprire. La ragazza adorava i ciondoli antichi e quello doveva esserlo davvero.
«Ti piace?» le chiese il signor Salvatore, appoggiandole una mano sulla spalla.
«E’ bellissimo.» mormorò Francy, ammaliata dal luccichio del ciondolo.
«Lo vuoi? Te lo compro subito se ti piace.» Giuseppe tirò fuori dalla tasca il portafogli.
La ragazza gli bloccò la mano, «No signor Salvatore, è solo un ciondolo. Andiamo, Elena ci sta’ aspettando all’ultima bancarella.» detto questo Francesca gli porse il braccio e, prima di incamminarsi, diede un ultimo sguardo al ciondolo.
«Giuseppe, Francy, vorrei presentarvi la mie migliori amiche: Bonnie e Caroline.» appena raggiunta Elena, questa presentò loro le sue amiche. Bonnie aveva i capelli neri, ricci e corti fino alle spalle. Aveva gli occhi grandi color buio pesto. Francesca le strinse la mano. Sembra simpatica. Caroline, invece, era completamente diversa da Bonnie. Aveva i capelli lisci, biondi e lunghi un poco più sotto delle spalle. Aveva gli occhi di un azzurro che ricordava il cielo d’estate dopo una tempesta. Inoltre, aveva la pelle candida, come una bambolina di porcellana. Era come trovarsi davanti la classica cheerleader.
«Elena ci ha detto che resterai a Mystic Falls per un anno.» disse Caroline.
«Già…» Francy le sorrise. Stupida! Una cerca di fare una conversazione e tu niente.
«Bene, forse è meglio se andiamo.» intervenne prontamente Elena.
Salutarono Bonnie e Caroline e si diressero verso la pensione Salvatore. Appena arrivati, la ragazza si bloccò davanti all’imponente casa. E’ gigantesca!, pensò, spalancando la bocca, Ci possono vivere cento persone e starci alla larga.
«Ma è gigantesca!» esclamò Francy, non potendo trattenere il suo stupore.
«Lo prendo come un complimento.» disse il signor Salvatore, aprendo la porta di casa.
«Credo che mi perderò.» Francesca scherzò, continuando a guardarsi in torno.
«Chi si perderà?» Stefan entrò in soggiorno con dei fogli in una mano e una tazza di caffè nell’altra.
«Io, Stefan. Questa casa è enorme! Non avete una piantina?»
«No.» rispose lui, sfoderando un sorriso a trenta due denti, «Ma ho dei fogli per te.» e così dicendo porse alla ragazza i fogli che aveva in mano. Francy li prese e iniziò a esaminarli:
 
PROGRAMMA DI LAVORO
- 9.00 Sveglia.
- 9.30 Svegliare Giuseppe più colazione.
- 10.00 Pillole per il diabete.
- Dalle 10.00 alle 12.30 momento di svago.
- Dalle 12.30 alle 13.10 pranzo.
- 13.10 alle 15.00 lettura.
- Dalle 15 alle 16.30 riposo pomeridiano per Giuseppe. Tempo libero per te.
- 16.30 Pillola per ferro.
- Dalle 16.30 alle 19.30 Momento di svago.
- Dalle 19.30 alle 20.10 Cena.
- Dalle 20.10 alle 20.30 chiacchiere in soggiorno.
- 20.30 Ora di andare a dormire per Giuseppe.
 
«Dopo che ho messo a dormire il signor Salvatore…emm…devo andare a dormire anch’io?» chiese la ragazza, un po impacciata.
«Certo che no.» rispose Elena, immediatamente, «Vero Stefan?» chiese poi al ragazzo, che nel frattempo aveva finito di sorseggiare il suo caffè.
«Per me va bene.» acconsentì, alzando le spalle, “Puoi stare con noi in soggiorno. Di solito ci sono Jeremy, il fratello di Elena, Bonnie, Caroline e il suo fidanzato, Matt.»
«N - non vorrei disturbare.» balbettò Francesca, un po imbarazzata.
“No che non disturbi, anzi! .» disse Elena, gentile
“Allora…ok.» accettò Francy, ricambiando il sorriso. Mi sa che mi divertirò più del previsto.
   
 
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