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Autore: Ash Visconti    22/12/2014    1 recensioni
Quello che a mio parere è il tema centrale di tutta la trilogia di Dragon Age, vissuto in un monologo interiore dal protagonista del terzo capitolo.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Inquisitore
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E’ notte, ma io non riesco a dormire.
Il mio futuro lo vedo grigio.
Ancora mi chiedo perché il destino ha voluto che mi capitassero tutte queste cose: il marchio sulla mano, tutti  che ripongono le loro speranze in me... ma sono davvero un leader?
Un leader dovrebbe essere più accorto nelle sue scelte...
Stasera sono giunte notizie preoccupanti... sembra che quello che ho deciso la settimana scorsa sia stato più dannoso che utile... grandioso! Sono ufficialmente un pessimo comandante!
Eppure mi pareva la soluzione migliore, la cosa giusta da fare...
Come posso guidare l’Inquisizione se non sono un bravo... che ne so... stratega, uomo previdente...Perché ho preso quella decisione?
Perché era la soluzione migliore.
Ora però la rimpiango.
Forse era meglio se rimanevo a casa, se non mi avvicinavano a quel conclave ed ora non mi ritroverei in questa situazione...
Domani mi aspetta una giornata impegnativa, cosa dovrei fare?
Mi vengono in mente l’Eroe del Ferelden ed Hawke, il Campione di Kirkwall... loro che avrebbero fatto al mio posto?
Ah, se fossero qui con me glielo chiederei di sicuro!
Ormai  sono su una nave in mezzo ad un mare in tempesta da cui non si può più scendere.. cosa dovrò fare in futuro?
Sono qui che mi arrovello senza prendere sonno, quando mi torna in mente una discussione che ho avuto con Varric  stamattina.
Gli chiesi come facesse il suo amico Hawke ad affrontare i problemi che gli si paravano davanti.
Le sue parole di risposta tornano chiare nella mia mente.
Qualunque fosse il problema, Hawke seguiva sempre la sua coscienza, e se la conseguenza non piaceva ad alcuni di noi ribatteva che quella era la conseguenza di ciò che gli sembrava la cosa più giusta da fare.
Ed il problema presente era la conseguenza di quel che mi sembrava la cosa più giusta da fare...
Anche l’Eroe del Ferelden la pensava così?
Indubbiamente sì, sennò non sarebbe arrivato al successo, in un modo o nell’altro. Anche chi prende decisioni dure per la salvezza futura fa la cosa giusta?
Forse sì: agli altri non piacerà ma per l’esecutore di queste azioni, esse sono la cosa giusta da fare.
Ed io?
L’immaginazione mi fa vedere due figure davanti a me... sono l’Eroe del Ferelden ed il Campione di Kirkwall!
Fa la cosa giusta.
Mi dicono questo.
Chiudo gli occhi pensando a tutta la mia esistenza finora.
E prometto a me stesso che, sì, qualunque cosa accada, continuerò a seguire la mia coscienza.
Con l’aiuto ed i consigli dei miei compagni continuerò a fare la cosa giusta.
 
   
 
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