Cap
6
Eve
vide con la coda un
movimento sulla sua sinistra. Occhi verdi come smeraldi che trapelavano
dall’oscurità
del corridoio. Trattenne a fatica un sorriso.
-
Voi andate, io devo
fare una cosa, ci vediamo in mensa – disse, ignorando
l’occhiata perplessa di
Kate e marciando risolutamente verso l’oscurità.
Aveva
appena voltato
l’angolo che si ritrovò stretta nella presa forte
e familiare di due mani
virili e coperte dai segni degli scontri avuti in quegli anni.
Sorrise,
cingendogli
il collo con le braccia e facendo aderire ancora di più i
loro corpi. Poi un
paio di labbra sottili presero possesso delle sue, coinvolgendola in un
bacio
lungo e mozzafiato. Quando le abbandonarono, spostandosi lungo il collo
candido
e lasciando una scia di baci incandescenti fino alla mandibola, si
lasciò
sfuggire un sospiro.
Avvertì
l’Intrepido
sorridere contro la sua pelle sensibile.
-
È tutta la mattina
che avevo voglia di baciarti, labbra infuocate – disse
l’uomo, utilizzando il
nomignolo che le aveva attribuito durante l’estate e che era
capace di far
arrossire la solitamente sfrontata Eve Murter.
In
effetti quell’iniziata,
appena una ragazzina se paragonata ai suoi trentasette anni, lo
intrigava. Più
spigliata e schietta della maggior parte delle sue coetanee, non si
faceva
alcun problema nel fare ciò che desiderava e nel fregarsene
delle convenzioni
sociali.
-
Ma davvero? –
disse, mordicchiandosi il labbro e guardandolo da sotto le lunghe
ciglia scure.
– Avevi solo voglia di
baciarmi,
Capofazione Reaper? – chiese poi, sbattendo le ciglia con
aria angelica.
Certo,
come se quell’iniziata
non fosse la tentazione fatta persona.
-
Non proprio –
ammise, sorridendo sornione, - Ma immagino che tuo padre avrebbe avuto
qualcosa
da ridire se avessi sbattuto la sua bambina al muro. –
-
Quindi sei
intimorito da lui? –
Il
sorriso scomparve
dalle labbra di Reaper.
-
Non ho detto
questo. –
-
Sembrava di sì.
Sembrava che avessi paura di mio padre – lo
stuzzicò.
Capovolse
le
posizioni con un colpo di reni, imprigionandola tra il suo petto e il
muro
gelido.
-
Io non ho paura di
nessuno – decretò a denti stretti, fissandola come
se volesse sfidarla a
contraddirlo.
Eve
gli si avvicinò
di più, mormorandogli all’orecchio: - Beh, meglio
così. –
Dardeggiò
rapidamente
la punta della lingua sul lobo dell’uomo, strappandogli un
sospiro di piacere,
e si districò agevolmente dalla sua presa.
-
Vado a mensa, ci
vediamo – salutò, accentuando di proposito il
movimento ipnotico dei fianchi
che ondeggiavano mentre si allontanava da lui.
Prima
di voltare l’angolo
gli lanciò un’occhiata con la coda
dell’occhio, trovandolo intento a osservare
con scrupolosa attenzione come i pantaloni della divisa
d’allenamento le
aderissero al lato b.
Sorrise
soddisfatta.
Quella
relazione
clandestina era un gioco divertente.
Varcò
l’ingresso
della mensa sentendo gli occhi puntati su di sé. Era
arrivata quasi a metà
pausa pranzo, quando tutti erano ormai seduti, e se non fosse stata la
figlia
di uno dei Capofazione probabilmente avrebbe dovuto sorbirsi una sonora
lavata
di capo. Intravide Gabriel seduto al tavolo insieme ai loro genitori,
inaspettatamente Lydia era seduta con loro. Rivolse
un’occhiata interrogativa a
Kate, che scosse la testa come a dire che ne sapeva quanto lei, e
decise di
unirsi alla sua famiglia.
Scivolò
accanto a sua
madre.
-
Abbiamo adottato
Lydia e non avete pensato di informarmi? Ho sempre voluto una sorella,
Gabriel
non si faceva acconciare i capelli quando eravamo piccoli –
spiegò, ironica,
rompendo l’imbarazzo che sembrava aleggiare tra di loro.
-
Se è per questo ti
tengo lontana dai miei capelli anche adesso –
chiarì.
-
Perché sei
incredibilmente noioso. Staresti bene con qualche colpo di sole,
darebbe un po’
di luce a quel broncio che hai sempre. –
Il
gemello alzò gli
occhi al cielo, scambiando un’occhiata solidale con il padre.
-
Piuttosto, tu dove
ti eri cacciata? – chiese Eric, puntando le iridi
d’acciaio nelle sue e
fissandola con intensità. Sembrava quasi che volesse
spingerla a confessare
chissà quale colpa.
-
Oh, ero a letto con
il mio amante. Gli ho detto di fare presto, ma non è
riuscito a essere più
veloce di così – replicò, servendosi
una manciata di patate arrosto come se
nulla fosse.
Fiamma
portò il
bicchiere alla bocca, cercando senza troppo successo di nascondere
l’espressione
divertita sul suo viso.
Gabriel
mascherò la
risata che gli era salita alla gola con un diplomatico colpo di tosse.
Ed
Eric quasi si
strozzò con il boccone di carne che aveva appena cominciato
a masticare.
-
COSA? –
Gli
Intrepidi dei
tavoli vicini lanciarono occhiate incuriosite verso di loro.
-
Oh, andiamo, stava
solo scherzando – intervenne prontamente Fiamma, posando una
mano sull’avambraccio
muscoloso e tatuato del marito.
-
Un accidente. Ho
quasi avuto un infarto. Tu sei troppo giovane per avere un …
un … un … -
-
Amante? – suggerì Eve,
inarcando un sopracciglio.
-
Esatto … e tu non
cercare di difenderla. Donne, siete sempre così emotive e
comprensive –
borbottò, lanciando un’occhiataccia alla moglie.
-
Questa donna emotiva e comprensiva ti
dice di
piantarla con le sceneggiate o ti ritroverai a dormire sul divano.
–
-
Il divano no –
borbottò, contrariato.
-
Il divano sì, e
ringrazia che sia così emotiva e comprensiva da non farti
dormire sul tetto. –
Eric
riprese a
mangiare, borbottando tra sé e sé riguardo a
qualcosa che suonava come una
serie di proteste contro il dispotismo di quella donna. Anche se, detto
da lui,
era un po’ come il bue che dava del cornuto
all’asino.
Gabriel
incrociò lo
sguardo di Lydia, che appariva decisamente a disagio, e decise che era
giunto
il momento di tagliare la corda.
-
Beh, è stato bello,
ma noi dobbiamo proprio andarcene – disse, prendendo per mano
l’ex Erudita e
dirottandola verso l’uscita della mensa.
Lydia
gli rivolse un
sorriso di ringraziamento e si lasciò condurre via senza una
parola. Tuttavia,
mentre la teneva per mano, Gabriel si sorprese a pensare che fosse una
cosa
estremamente piacevole. Il che era semplicemente ridicolo
perché lui in tutta
la sua vita aveva tenuto per mano solo due donne: sua madre e sua
sorella.
-
Sono carini –
commentò Fiamma, osservando il figlio che le teneva
cavallerescamente aperta la
porta e non dava alcun segno di volerle lasciare la mano.
-
Ho visto combattere
quella trasfazione, è debole – replicò
per tutta risposta Eric.
-
Può migliorare, c’è
ancora tempo, e credo che Gabriel sarà contento di darle una
mano. –
-
Deve concentrarsi
sulla sua iniziazione, non ha tempo per correre dietro alle ragazze.
–
-
Così come non ne
avevi tu? – chiese, maliziosa.
Eric
parve
imbarazzato e a corto di parole perché tornò a
dedicarsi al pranzo.
Eve
sorrise,
guardandoli intenerita. Stavano insieme da diciotto anni e ancora
formavano una
coppia di tutto rispetto. Le sarebbe piaciuto trovare un amore
altrettanto puro
e duraturo, ma finchè non capitava si sarebbe accontenta di
divertirsi un po’.
-
Vado da Kate e gli
altri, a lei non piace molto Lydia. –
-
E come mai? –
-
Credo che sia
attratta da Gabriel e che le dia fastidio l’attenzione che da
a Lydia –
replicò.
Questa
volta suo
padre parve decisamente divertito, come se il pensiero che la figlia
dei due
Rigidi potesse essere innamorata di un Murter lo riempisse
d’allegria.
-
È ovvio che sia
attratta da tuo fratello, è un Murter –
replicò, come se non avesse fatto altro
che ribadire qualcosa di assolutamente scontato, - Chissà
che faccia farebbe il
Rigido se lo scoprisse. –
Probabilmente
la stessa che faresti tu
se sapessi che io ho davvero un amante … e soprattutto se
scoprissi di chi si
tratta pensò
tra sé e sé la
ragazza.
Quasi
l’avesse
chiamato, accanto al loro tavolo prese posto Reaper, accompagnato dalla
solita
schiera di Intrepide svenevoli.
Il
divertimento
scomparve in fretta dalla faccia di Eric, che scambiò
un’occhiata assassina con
il collega. Reaper indugiò appena sul viso di Eve,
dopodiché riprese a
chiacchierare con le giovani donne sedute con lui.
Ridevano
tutte, quasi
stesse dicendo una barzelletta dietro l’altra, desiderose di
accalappiare l’unico
Capofazione single in circolazione.
Fiamma
roteò gli
occhi, infastidita. – Tra tanti tavoli il gruppo di galline
doveva scegliere
proprio quello vicino al nostro? –
Tra
di loro c’era
anche Sheyleen. Eve non la conosceva personalmente, ma sapeva che aveva
affrontato
l’iniziazione lo stesso anno dei suoi genitori e che, tra i
tanti, ci aveva
provato anche con suo padre. Aveva ricevuto picche, però, e
da allora si era
passata sistematicamente ogni ragazzo Intrepido carino e disponibile.
-
Reaper cerca di
urtarmi il sistema nervoso, è l’unica spiegazione
– ribattè Eric.
Se
il Capofazione
voleva irritare un Murter, tuttavia, Eve era abbastanza sicura che si
trattasse
di lei. Evidentemente non aveva gradito l’essere rimasto a
bocca asciutta e
stava cercando di farle capire che poteva facilmente sostituirla con
una
qualsiasi di quelle sgallettate ridacchianti.
Beh,
a quel gioco si
poteva giocare in due.
Salutò
i genitori,
raggiungendo il tavolo e accomodandosi accanto ad Axel. Gli
posò una mano sull’avambraccio,
attirando la sua attenzione.
Il
ragazzo le rivolse
un sorriso, evidentemente contento di averla accanto a lui.
-
Allora, di che si
parla? – chiese, senza spostare la mano.
Era
sorprendentemente
piacevole stare a contatto con la sua pelle fresca, come se fosse una
cosa
naturale come respirare.
-
Della giornata
delle visite. Credi che tuo padre ci farà ricoprire di
lividi anche domani? –
-
Probabilmente –
rise, per poi aggiungere: - Che programmi avete per questa sera?
–
Derek
e i suoi amici
annunciarono di essere troppo stanchi per fare qualcosa e che
perciò se ne
sarebbero andati di corsa in camerata.
-
Tu che proponi? –
le chiese invece Axel.
-
Possiamo prendere
un paio di bottiglie e andarcene sul tetto. È un bel posto,
di solito ci si va
quando si vuole divertire. –
-
Che genere di
divertimento? – chiese, malizioso.
Eve
gli diede un
buffetto lieve sulla guancia.
-
Il genere di
divertimento che prevede di tenere i vestiti addosso. Più
che altro ci si
ubriaca, si balla e si fanno cose stupide. –
-
Ci sto – approvò.
Annuendo
soddisfatta,
Eve si alzò dal tavolo.
-
Allora ci vediamo
questa sera – disse, a voce leggermente più alta
del solito, tanto per essere
sicura che Reaper la sentisse.
A
giudicare da come
si era accigliato e aveva storto la bocca il messaggio gli era arrivato
forte e
chiaro.
Spazio
autrice:
Ed
ecco che finalmente, dopo un’attesa indegna, si scopre il
“segreto” di Eve. Ve
lo sareste aspettato? Che succederà tra lei ed Axel? E come
reagirà Reaper? E
tra Gabriel e Lydia nascerà qualcosa? E Kate in tutto
ciò cosa farà? Tutto questo
nel prossimo capitolo. Fatemi sapere che ne pensate.
Baci
baci,
Fiamma
Erin Gaunt