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Autore: DorotheaBrooke    22/12/2014    2 recensioni
Raccolta di One shot e flashfic per analizzare il rapporto di amicizia/rivalità tra Aro e Carlisle.
1-Primo contatto
2-Invano
3-Punti di vista
4-Dies Irae [Il capitolo si è classificato SECONDO al contest "il lato oscuro della forza (multifandom)" indetto da Petunietta sul forum di Efp]
5-Esperimenti fallimentari
6-Demoni
7-Una passeggiata notturna
8- Due Vampiri, un cinghiale e un bacio
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aro, Carlisle Cullen
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Precedente alla saga
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Nda: nella fanfiction si fa riferimento alla "Deposizione dalla Croce" di Rosso fiorentino, opera che fino al 1788 si trovava nella cappella della Croce di Giorno. Oggi è possibile trovarla nella Pinacoteca di Volterra.
Rosso-Fiorentino-Deposizione-Volterra-1



Seduto su una panca nella cappella della Croce di Giorno, Aro sorrideva placidamente al suo singolare amico. Nessuno avrebbe detto che il piccolo edificio, cui si accedeva tramite un piccolo corridoio laterale dalla chiesa di San Francesco, potesse essere il luogo più commuovente di Volterra, ma il vampiro conosceva troppo bene la sua amata città per sottovalutare l’effetto della pala d’altare dipinta da quel bizzarro e capriccioso Rosso.

-Allora, cosa ne pensi? – Chiese con tono ingenuo, come se non potesse semplicemente stendere la mano e ottenere la risposta voluta.
-È strano, diverso dalle forme armoniose che sono abituato a osservare, eppure non meno espressivo e tragico- Il dottor Cullen aveva parlato senza distogliere gli occhi dal dipinto. La sua immobilità non era turbata da un solo respiro o battito di ciglia al punto che la voce piana e musicale, che per un attimo aveva riecheggiato per la cappella fino a svanire nel silenzio, pareva essere giunta da una statua bellissima e senza vita.

-Mi compiaccio del tuo senso estetico- annuì Aro, soddisfatto – questo però pone inevitabilmente un quesito, non ti pare? –
La domanda riuscì a scuotere Carlisle dalla sua assorta fissità, al punto di fargli voltare il capo verso il suo interlocutore con uno sguardo interrogativo.
-Se ha fatto questo a Suo Figlio, cosa credi che ne sarà di noi? - finì il capo dei Volturi, con un sorriso obliquo sul volto, preparandosi a godere dell’effetto che tali parole avrebbero suscitato nell’amico. Un animo delicato come il suo, con tutta quell’incredibile sensibilità e penetrante intelligenza, non avrebbe potuto che essere scosso da tali affermazioni. Si sentiva quasi in colpa a tormentarlo così… quasi era spesso la parola chiave nella sua esistenza.
Era talmente sicuro del risultato che avrebbe ottenuto che fu turbato quando il dottor Cullen proruppe in una risata acuta. Era abituato a vedere le labbra dello strano vampiro incurvarsi lievemente di rimando alle sue battute in un sorriso che sembrava celare una profonda amarezza, un’invisibile ferita. Tuttavia non ricordava di averlo mai sentito veramente ridere prima d’ora. Era un suono strano, quasi folle –E questo cosa vorrebbe dire? – chiese, lottando contro la tentazione di prendere violentemente le mani del suo interlocutore fra le proprie e chiarire una volta per tutte il mistero celato da quella mente.
-Oh Aro, devi perdonarmi… - Iniziò Carlisle nell’evidente sforzo di sopprimere gli ultimi spasmi dell’interminabile risata, la bocca ancora deformata da un ghigno –È che sei proprio incorreggibile, sai? Davvero, davvero pessimo-

Non era abituato a sentirsi giudicare, fosse stato un qualsiasi altro vampiro, probabilmente si sarebbe limitato a staccargli la testa senza una parola per un tale affronto. Eppure il dottor Cullen era sempre così coerente con la rigida morale che si era imposto, così schietto e tuttavia discreto nei suoi sguardi di disapprovazione, che sentirlo esprimersi con tale franchezza non riusciva a suscitare il minimo rancore o risentimento. Si limitò a corrugare le sopracciglia e assumere un’espressione che voleva apparire imbronciata –Sai che potrei offendermi, vero? –
-Non era mia intenzione- replicò l’altro, assumendo il tono pacato di sempre –È solo che… guarda meglio. Il Cristo, bello come solo la morte può essere, rischia di scivolare fra le rudi mani di quei tristi operai, sui cui volti non c’è pietà, né compassione. L’indifferente e impassibile macchina della morte viene smontata meccanicamente in un triste cigolio di legno e tendersi di corde. Tutto ciò crea un terribile contrasto con la Madonna che si accascia sfinita, la Maddalena che si protende disperata verso di lei, il Giovanni piegato dal dolore. E tu ti preoccupi di noi? Possibile che il tuo egocentrismo arrivi a tanto?–
-Carlisle, amico mio, di cos’altro dovrei mai preoccuparmi? – Aro alzò le spalle –Dovrei forse essere in pena per delle immagini dipinte, stupende sì, ma inconsistenti-
-Ciò che rappresentano dovrebbe angosciarti. Per quanto dolore un vampiro possa infliggere nell’atto di uccidere, non è chi muore la vera vittima. Sono loro… - L’indice di Carlisle si protese verso gli astanti alla deposizione – La morte colpisce soprattutto chi resta. Lo strazio insanabile di una madre, la solitudine inguaribile degli amaci, il miserabile tormento di un orfano. Il peso di tutte quelle felicità mutilate per sempre, possibile che la tua coscienza non l’abbia mai sentito? –

Non c’era bisogno di sfiorare l’amico per verificarne la sincerità, eppure tale franchezza questa volta non dava nessuna soddisfazione al capo dei Volturi –Temo che la mia coscienza si sia atrofizzata per il lungo disuso- Si limitò a rispondere e avrebbe voluto sorridere sarcasticamente, per mostrare al compagno che tutto ciò non lo sfiorava, che era superiore a tali patetiche riflessioni. Fu frustrante quando le labbra non vollero obbedirgli.
  
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