Anime & Manga > Inuyasha
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Autore: Eilish    22/12/2014    2 recensioni
Titolo ricambiato.. ho rimesso l'originale. Scusate tanto.
“Piccola mia, un giorno troverai delle persone che ti sapranno stare accanto, delle persone che non avranno paura di te e ti ameranno così tanto da non riuscire più a lasciarti. In quel giorno tu sentirai dentro di te una fiamma che si accenderà, quella è la speranza… la tua speranza”
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Miroku, Sango | Coppie: Inuyasha/Kagome, Miroku/Sango
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti
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Attenzione: c'è un linguaggio non troppo forte ma sconsiglio di leggere a chi è fortemente sensibile anche se non mi sembra che abbia scritto chissà cosa
Buona lettura :)












Sono tutti qui seduti a guardarmi aspettando che inizi a parlare ma per poco non mi sento svenire di nuovo per l’agitazione… cosa penseranno dopo di me?
 
Inuyasha mi odierà?
 
A questa prospettiva mi si gela il sangue nelle vene… non potrei mai sopportarlo, non con lui… non ora che ho capito cosa questo ragazzo significhi per me.
Lo guardò cercando di scavare dentro la sua testa, per sapere cosa sta pensando in questo momento trovandoci solo tanta curiosità misto a qualcosa che non so identificare.. ma come dargli torto? Appena arrivato si è dovuto subire i pianti isterici di una pazza squilibrata che ha appena messo apposto tutti i tasselli della propria vita… o quasi tutti.
 
Ricordando cosa successe poche ore prima il mio stato d’animo si trasforma diventando lunaticissimo, tutta la mia tristezza si trasforma in rabbia pura ma l’unica cosa che faccio è cacciare ancora lacrime. Infondo sarebbe inutile urlare anche se è l’unica cosa che vorrei fare davvero…
Mi sento toccare la mano e girandomi incontro gli occhi di Sota che mi incoraggiano facendomi una tacita richiesta a cui annuisco.
Poverino, lui starà sicuramente soffrendo più di me… è stato cresciuto in una casa piena di bugie, maldicenze, sotterfugi e inganni…come dargli torto.
 
“si può sapere cosa è successo?” eccolo lì, il maestro  della pazienza. Capisco che voglia sapere cosa è successo ma di sicuro la fretta e l’impazienza in questo preciso instante non fa bene ne a me ne a Sota, mi giro verso di lui per dirgliene quattro ancora inviperita e per niente sbollita dalla rabbia di prima ma mi accorgo del suo sguardo preoccupato che più di tutti gli altri sento particolarmente mio
 
“Si scusate  ma non è… per niente.. facile” dice Sota stringendomi sempre di più la mano
 
“Inizio dal dire che io per Kagome non provo quello che tutti voi pensate. Si, Koaku mi ha detto che sembra che io le vada dietro ma non è cosi… non era quello il motivo per cui le stavo sempre attorno… Kagome se ne era accorta e infatti volevo parlarle il prima possibile di questa cosa e mi sono ritrovato a cogliere l’unico momento che mi sembrava più adatto…”
 
Ci furono pochi attimi di silenzio in cui questa volta fui io a stringergli la mano come se potesse in qualche modo dargli coraggio… sembrò funzionare.
 
“… appena siamo entrati in casa presentai Kagome a mia madre e mio padre…. Ero contento perché finalmente mi sarei tolto questo peso parlandone con la diretta interessata ma qualcosa non andava…. Mia madre appena vide Kagome iniziò a piangere e a urlare dicendole di andarsene da casa…”
 
Sento ancora le urla di quella donna.
Chiudo gli occhi come se potessi scacciarle via ma non facevo altro che intensificare il suono della sua voce tanto detestabile quanto ferita.
 
“… io non stavo capendo niente anche perché mia madre non aveva mai fatto scenate del genere, anzi non l’avevo mai sentita ne piangere ne urlare soprattutto con un ospite…”
 
Ma per loro IO non ero un ospite anzi…
 
“…dopo che mio padre l’ha fatta calmare corse in camera e si rinchiuse… urlava, diceva che se Kagome non fosse uscita lei non sarebbe scesa… le urlò di tutto…”
 
 
“Sei un mostro, vattene da questa casa, tu dovresti essere morta, tu non dovresti esistere”
 
Cercai di non pensarci ma era più forte di me quelle parole mi schioccarono.
 
“… mio padre alla fine ci disse che …”
 
 
“Ciao Kagome, scusa per la spiacevole ospitalità… Io sono il padre di Sota, Kei Higurashi ”
 
Si presentò come se nulla fosse successo.
Dal canto mio avrei voluto presentarmi, parlare, anche solo scappare mi sembrava più sensato di rimanere ferma li con il vuoto dentro di me
Guardai Kei e chiesi cosa fosse successo con un sottile filo di voce
 
Lui sospirò, vi vedeva quanto non volesse ma avevo bisogno di spiegazioni, le volevo, le pretendevo…
 
“Sai sei davvero cresciuta… l’ultima volta che ti vidi eri appena nata”
 
Mi stava girando la testa in modo vertiginoso, mi dovevo sedere assolutamente e cosi feci.
 
“mi dispiace davvero tanto per mia moglie non avercela con lei, non si aspettava di certo di vederti qui, di punto in bianco”
 
“Ma di cosa sta parlando?” ero spazientita
 
“… allora tu non sai niente?” mi guarda sbigottito
 
“NO cosa diavolo dovrei sapere? Parli la prego perché sto impazzando” sbottai di nuovo… non ce la facevo più… volevo andarmene da li ma la voglia di sapere, di conoscere era più forte.
Lo vidi sospirare ancora…
 
“mi sembra assurdo raccontare ancora questa storia dopo 17 anni…..ma forse è meglio cosi chissà”
 
Ci fu un attimo di silenzio a dir poco snervante ma alla fine iniziò a parlare
“Allora… molti anni fa io e mia moglie ci conoscemmo a scuola, fu amore a prima vista, infatti non impiegammo niente a fidanzarci. In tutti gli anni delle scuole superiori rimanemmo sempre insieme eravamo felici, si non mancavano le litigate ma eravamo davvero felici…”
 
“Papà non vedo nessuno collegamento con tutto questo” disse Sota esasperato
 
“… e invece ne ha… l’ultimo anno delle superiori venne nella nostra scuola un nuovo studente si chiamava Akihito, un vero e proprio teppista, quel ragazzo non provava alcun sentimento umano, alcuno scrupolo, chi prendeva di mira rimaneva sempre traumatizzato dai suoi modi rudi e umilianti nonché schizofrenici che usava… a noi non importava, dissi sempre a mia moglie di stragli lontana e lei mi obbediva sempre ma non perché ne ero geloso ma perché si vedeva che era un tipo da evitare… a scuola due cose potevi essere per lui o i suoi tirapiedi o carne al macello , noi semplicemente lo ignoravamo fino a che non iniziò a prendere di mira anche lei…”


“Con lei intendi la mamma?”
 
“si..”
Respirò affannosamente facendoci percepire il peso che doveva provare nel parlare di quelle faccende ma che con me non trovavo ancora alcun legame..
 
“… quel pazzo la seguiva dappertutto, a scuola, a casa, quando usciva con le amiche.. era divenuta la sua ossessione, la voleva… ma il suo era solo violenta attrazione fisica… sperammo che tutto questo finisse con il diploma ed infatti così fu anche perché noi ci sposammo subito e tra preparativi e viaggio di nozze passò un anno…già…….quell’anno fu orrendo”
 
Si passò un mano tra i capelli cercando le parole giuste per continuare il discorso capacitandomi che stavamo arrivando al fulcro di tutto
 
“.... in quell’anno Akihito continuò a seguirla, la pedinava ogni tanto ci faceva visita cercando di entrare in casa con la scusa che era di passaggio… mia moglie stava diventando isterica e per poco non sfiorò la pazzia, io cercai di starle il più vicino possibile prendendomi anche i giorni da lavoro ma tutto questo non servì a niente…”
 
Strinse le mani così forte da far diventare le nocche bianche
 
“… quel giorno ero andato un attimo al mercatino qui vicino, era questioni di minuti e sarei tornato a casa da lei ma non fu così… mi intrattennero delle conoscenze, tutto sembrava non volermi far tornare a casa e cercai di affrettarmi il più velocemente possibile….ma quando tornai…”
 
Iniziò a guardare in alto cercando invano di non far scendere le lacrime
 
“… lui non aspettava altro… sapeva che non ero a casa e così si intrufolò dentro…per quanto mi dissero, mia moglie urlava ma nessuno, nessuno andò da lei, nessuno la aiutò… nemmeno io.”
 
“Papà cos’è successo dopo?”
 
“Do-Dopo…”
 
“Non ti azzardare a dire un’altra parola. Non a lui…. Non dirglielo”
 
Il Signor Kei si alzò raggiungendo la moglie che era appena entrata cercando di tranquillizzarla
 
“Oshino prima o poi lo sarebbe venuto a sapere… glielo dobbiamo dire”
 
Iniziò a negare con la testa e a piangere… cosa stava succedendo? Che cosa nascondevano? Guardai Sota che si era come congelato ma nonostante questo parlò
 
“Papà, mamma si può sapere cosa c’è? Ditemelo”
 
Lei continuò a scuotere la testa come se avesse paura…  ma di cosa?
 
“dobbiamo dire la verità… ora soprattutto che c’è anche Kagome” disse il signor Kei
 
La signora Higurashi alzò la testa e mi guardò con odio
 
“è TUTTA COLPA TUA, TUA E DI QUEL MALEDETTO… COSA C’è DOPO TUTTO QUESTO TEMPO VUOI SAPERE CHI è TUA MADRE? NON TI BASTAVA STARE CON LUI? VUOLE ROVINARMI ANCORA DI Più LA VITA?”
 
“Oshino lei non sa niente, calmati”
 
“Calmarmi? Quel maledetto mi ha rovinato… quel pezzo di merda ha rovinato la nostra vita… Mi ha violentato, ha abusato di me RIMANENDO INCINTA DI QUESTO ERRORE UMANO…”
 
Il tempo si fermò
Non riuscivo a capire niente.. tutto mi era cosi dannatamente sfocato.
Io, lei tutto intorno a me aveva iniziato a girare tant’è che mi dovetti mettere seduta iniziando a respirare profondamente.
Mi veniva da vomitare, mi sentivo fredda come il ghiaccio e allo stesso tempo era come se avessi la febbre.
 
“Ma…ma ch-e stai dicen-do… è impossibile io e Kagome abbiamo la stessa età,  mi.. mi avete sempre detto che sono stato concepito un anno dopo del matrimonio ma qui le cose non combaciano ” disse Sota cercando di rinsanire e guardandolo noto come il suo viso da color pelle era bianco cadaverico e come a stento riusciva a stare in piedi tanto che gli tremavano le gambe… ma più che su di lui mi concentrai su ciò che aveva detto… era vero, i tempi non combaciano a meno che…
 
 
“…gemelli..”
 
…..gemelli…
 
“Cosa?” disse Sota
 
“siete gemelli dizigoti… nati da due padri diversi” disse il Signor Hgurashi che nel frattempo cercava di calmare la moglie dandoci in mano una busta in cui scopriamo esserci le nostre ecografie.
 
“è imp-ossibile ma lei? Perché non è rimasta con noi? Per-chè io non l’ho mai vista?” ribadisce quello che ormai ho capito, è mio fratello
“Quando Oshino partorì la diedi in adozione… lei voleva tenerti all’inizio perché sapeva che tu non avevi nulla a che fare con tutto ciò ma appena ti partorì e ti vide iniziò a non capire più niente… eri lui… i tuoi occhi”
 
Mi guardò sperando di non dover continuare a parlare ma io non riuscivo a capire, era troppo per me… tutto quello era troppo da assimilare.
 
“I tuoi occhi sono identici ai suoi”
 
Ero al culmine.
 
Mi alzai dal tavolo in cerca di un bagno e vomitai… vomitai tutto… lo shock, l’amarezza, il dolore, il mio cuore… la mia anima.
Tutto e scappai lontana da quella casa, da quell’uomo, da quella che dovrei considerare mia madre e Sota con me.
 
Correvo come mai.
Correvo e guardavo il cielo chiedendo a qualcuno lassù che cosa avessi fatto di male per meritarmi tutto questo ma nessuno mi rispose…solo un fulmine, che squarcio quel manto ormai diventato impenetrabile per me.













Sono tornata... devo essere sincera questo capitolo non mi fa impazzire... nel senso mi piace come sta andando la storia però boh... forse è come la scrivo che non va ^-^''' fatemi sapere comunque se c'è qualcosa che non vi convince xD
Comunque i gemelli dizigoti sono più comuni, rispetto ai monozigoti e derivano dalla fecondazione di due diverse cellule-uovo da parte di due diversi spermatozoi e quindi si originano da due zigoti diversi. Sono quindi fratelli che condividono l'utero materno durante lo stesso periodo di gravidanza. Possono quindi essere molto diversi tra loro, prima di tutto come sesso, e poi per tutti i caratteri genetici e/o somatici. La fecondazione avviene per la presenza contemporanea di due ovuli nella stessa tuba, che pertanto vengono fecondati da due spermatozoi diversi.


Finita la spiegazione ci sentiamo presto... mi raccomando ;D
Alla prossima

Eilish
  
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