Anime & Manga > Kuroko no Basket
Segui la storia  |       
Autore: Kyuri_Zaoldyeck    22/12/2014    1 recensioni
Kiri andava sempre più fiera di quella squadra, era consapevole però, che 2 mesi dopo si sarebbero separati mettendo fine al mito della Generazione dei Miracoli, e il pensiero la rendeva triste.
Tuttavia, i fatti del suo passato alla Teikou legati alla sua squadra del cuore racchiudevano gioie e dolori, che mai pensava si sarebbero riproposti anche nel suo presente, quando rincontrerà quegli occhi rosso fuoco che avrebbero capovolto la sua vita
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Seijuro Akashi, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
-5 Scatole di Pocky-

-Ma è dispari!-

-Lo sai che io ne mangio sempre una in più-

-MA ANCHE IO!- disse Kiri gettando un’altra scatoletta di Pocky nel carrello pieno.

Quello era uno dei passatempi che amava per riprendersi dalla tristezza o dalla depressione. Consisteva nel riempire un intero carrello di cibo, e dare poi una specie di festa. Riempire il carrello era un passatempo che faceva divertire sia lei che il sempre anonimo Murasakibara. Certe volte si chiedeva come facessero i genitori del suo enorme amico ad avere così tanti soldi da pagare un carrello pieno di cibo ogni qualvolta lei fosse depressa. E mentre il suo amico metteva nel carrello la prima cosa che gli passasse sotto il naso, lei pensava ai beni necessari per la festa.

E dopo questo tradizionale rito, i due si separavano per andare a prendere gli altri e portarli a casa di Kiri, che era quella più grande.  Quella sera toccava a Kiri recarsi allo studio fotografico a prendere Kise, perchè sapeva che vederlo posare la faceva ridere. Mentre MuraMura si occupava di prendere di peso quello scorbutico di Midorima, e Kuroko veniva da solo, perchè veniva sempre volentieri. Quella sera ad aspettarli davanti a casa di Kiri c’erano pure Aomine e Momoi. E si divertivano così tanto che Kiri scordava il motivo per cui si era tanto rattristata.


                                                                                   ***
 
Un altro ricordo le stava tornando alla mente. In quel momento si sentiva terribilmente triste, eppure sapeva che i tempi della Teiko erano finiti e che avrebbe dovuto consolarsi tutta la sera da sola.  “Che fregatura crescere” pensò ancora.
“Dov’è MuraMura quando ne ho bisogno?” non aveva ancora mai rivisto quel divoratore accanito di cibo del suo amico, e stava pensando a come poteva essere diventato, un armadio di tre metri per due?

Decise di uscire di casa e incamminarsi per la città, quella città piena di luci che va avanti senza curarsi della tristezza del popolo che la riempie, quella città che continua a far sfavillare i suoi colori vivaci nella notte.

Per ironia della sorte capitò proprio davanti alla palestra dove aveva giocato la Shutoku, era quasi mossa dalla curiosità di entrarci. Ma a convincerla davvero fu un carro di legno “parcheggiato” lì davanti, attaccato ad una bici.
“Non esiste idiota al mondo che si fa portare in gir su un carro!” disse ed entrò nella palestra. Si allungò da una delle tribune a cercare Midorima, lo trovò dall’altra parte della palestra.

-Tokiwa, sei venuta anche tu?- disse quasi in tono assonnato il compagno.

-In realtà non sapevo cosa fare … chi gioca?- ma una volta finita la domanda guardò in campo e spalancò gli occhi.
Il centro dell’istituto Yosen era ciò che stava cercando e ricordando da tutta la sera.

-Siamo venuti a vedere l’energumeno che entra nella zona, ma per ora nulla- disse sbadigliando Midorima. Kiri saltò giù dal suo sedile e raggiunse i primi posti della tribuna e approfittando del time-out. Un sorrisone le spuntò sulla faccia.

-SPACCA IL CANESTRO, MURAMURA!- lo incitò attirando lo sguardo del gigante dai capelli viola, che non era cambiato di una virgola dall’anno prima. Lui le sorrise poi tornò a concentrarsi sulla partita e Kiri tornò sorridente da Midorima.

-Potevi anche dirgli di entrare nella zona, siamo qui per questo!- esclamò lui.

-VOI siete qui per questo- disse il povero Takao con una punta di rabbia.

-Voi chi?- chiese Kiri. Midorima si limitò a indicare la tribuna centrale, dove erano seduti Kuroko e un tizio coi capelli rossi e neri.

-Sai bene che quando Murasakibara entra nella zona c’è anche da aver paura, e anche il capitano non sta aspettando altro- continuò Midorima. Kiri ebbe un sussulto e iniziò a guardarsi intorno.

-è inutile, Kiri, lo vedrai uscir fuori solo quando Murasakibara entrerà nella zona-

La partita era quasi giunta alla fine e Kiri si recò alle macchinette, in quella palestra, conosceva al memoria ogni singolo prodotto di quella macchinetta.
Non era più triste, era solo impensierita, in fin dei conti aveva incrociato lo sguardo di uno dei suoi migliori amici, e quella sera era proprio ciò che le ci voleva. Si sedette alla solita panchinetta in legno, stavolta accanto a sé c’era una giacca bianca e celeste. “L’avrà lasciata qualcuno” pensò, prima di rendersi conto che era una giacca sportiva, un po’ come quella della Teikou. La smosse un po’ fino a leggere totalmente la scritta: Rakuzan.

Un brivido le percorse la schiena, e d’istinto si alzò e si diresse al cestino, all’angolo col corridoio principale, diede un’occhiata al corridoio vuoto. Avvertì un rumore, e si voltò di scatto, la giacca era sparita.
Intanto quel qualcuno che l’aveva ripresa le era passato dietro e aveva imboccato il corridoio principale: un ragazzo non molto alto coi capelli rossi. Il corpo di Kiri si mosse quasi da solo al suo inseguimento.

-Seiji … - disse a voce bassa, e il ragazzo si fermò. Girò la testa, un occhio rosso sangue incrociava lo sguardo preoccupato di Kiri.

-Ti ho detto tante volte di non chiamarmi così- disse secco lui. Lei non lo ascoltò, avvolse il ragazzo in un abbraccio decisamente stretto e sofferto. Lui le mise subito una mano sulla spalla e tentò di spingerla via:

-Non rendere tutto più difficile-le disse serio.
E mentre le lacrime le scendevano, lei non intendeva mollare quell’abbraccio, e si accorse che non era più quel ragazzino gracilino di una volta, era diventato un po’ più alto di lei. Lui tentò ancora di allontanarla, e alla seconda volta ci riuscì. Lei fu indotta così a perdersi nei suoi occhi rosso sangue.
Ma appena lo guardò, si trovò a guardare un’iride rosso sangue e una arancione, e inoltre era cambiato, il ciuffo rosso che gli cadeva in mezzo agli occhi era sparito.

-Cosa vuoi, Ki?- gli chiese secco lui senza staccare gli occhi da quelli impauriti e bagnati della ragazza.

-Non ci hai neppure salutati quando è finita la scuola, sei sparito-

-Era mia intenzione, scordarmi di tutto e tutti-

-E allora perchè ricordi ancora il mio soprannome?- chiese lei riguardo al modo in cui l’aveva chiamata poco prima.

-Non hai mai saputo rivolgere domande utili e tantomeno risposte- disse voltandosi e iniziando a camminare.

-Perché vuoi lasciarmi ancora?- gli chiese in lacrime, lui la guardò con la coda del suo occhio arancio:

-Non hai mai capito qual’era il tuo posto, e non lo sai nemmeno adesso-

-E’ CON TE IL MIO POSTO! Lo sai … - urlò lei, con la testa che le girava anche per ciò che aveva appena detto.

-E’ il posto sbagliato- disse lui andandosene.
Il pianto e il mal di testa giunsero ad offuscarle la mente, che a fatica riuscì a lavarsi il viso e tornare da Midorima.

-Ohi, Tokiwa, volevi vedere Akashi? Eccolo lassù nel suo nido- indicò la parte più alta della palestra. Kiri lo fissò, era diversissimo dall’anno prima, a cominciare dai suoi occhi che erano diventati diversi.

-Strano che non si concentri sulla partita, sembra sovrappensiero, che cavolo sta fissando?- teneva lo sguardo basso sulla sua mano, dalla quale sbucava un foglietto bianco, e lo fissava con un’aria impassibile.

-è la prima volta che vedo il capitano così triste- disse una voce calma e rilassata. Kiri e Midorima si voltarono spaventati, Kuroko!

-Triste? Ma se è la sua solita faccia- disse Midorima.

-A me sembra triste- continuò Kuroko. Kiri lo guardò un’ultima volta, quasi chiamandolo, e come in risposta, lo sguardo del capitano si alzò dal foglio e si posò su quello della ragazza.

-Cos’ha da fissare noi adesso?- ringhiò Midorima.

-Sembra triste- disse ancora Kuroko rivolto a Kiri.

-E di cosa dovrebbe esserlo?- disse Kiri alzandosi in modo spazientito.

-Kiri, non resti ad aspettare Atsushi?- chiese Kuroko.

Lei non rispose e a testa bassa uscì dalla palestra e tornò a casa, a passo lento, come se il tempo non dovesse scorrere

“Triste lui? Non è capace di provare certi sentimenti, altrimenti a quest’ora sarebbe qui … con me … “
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Kuroko no Basket / Vai alla pagina dell'autore: Kyuri_Zaoldyeck