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Autore: GiuliaStark    23/12/2014    1 recensioni
Elris è una mezzelfo,ha 3500 anni ed ha visto molte battaglie,ora l'unica cosa che vuole è vivere in tranquillità e solitudine il resto della sua immortalità; ma un giorno un vecchio amico dal passato viene a bussare alla sua porta trascinandola nuovamente tra avventure e pericoli che potrebbero sfociare in una nuova guerra e lei vincolata ad una vecchia promessa non può evitare di accettare. Così si metterà in viaggio con una compagnia formata da 13 Nani,uno Hobbit ed uno stregone; ma il viaggio risveglierà in lei antichi orrori che credeva vinti per sempre,incubi che saprà lasciarsi per sempre alle spalle solo se permetterà a se stessa di aprire il suo cuore all'amore...
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gandalf, Kili, Nuovo personaggio, Thorin Scudodiquercia
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Saaaaalve!! Visto come sono stata veloce stavolta??? ahahahahahha...  Beh ora vi lascio alla lettura! 😉

Mezz’ora dopo eravamo tutti nuovamente in marcia, la bella giornata che era spuntata all’alba rischiava di essere minacciata dall’insorgere di grossi nuvoloni grigi provenienti da Est; stavamo attraversando la brughiera per inoltrarci in un altro piccolo boschetto, quando il sole venne totalmente oscurato e pochi minuti dopo un forte vento cominciò a soffiare facendo volare i nostri mantelli. Alzai gli occhi verso il cielo: gli uccelli cominciavano ad abbassarsi di quota, segno chela pioggia non avrebbe tardato ad arrivare. Detto fatto. Non appena ci inoltrammo nella foresta, l’acqua cominciò a venir giù incessante bagnandoci da capo a piedi; ad un tratto mentre cavalcavo da sola mi si affiancò Gandalf:
- Noto con piacere che sei più rilassata –
- Non ti nascondo che è proprio così che mi sento – mi voltai a guardarlo.
- Il giovane Kili immagino ne sia l’artefice – sorrise in modo strano.
- Si, ed anche suo fratello e Bilbo, sono degli ottimi amici –
- Solo amici, sicura? Credi che Kili sia questo per te mia cara? O tu per lui? – ebbi un tuffo al cuore.
- Gandalf… cosa stai cercando di dirmi? –
- Sto cercando di aprirti gli occhi – sospirò –L’eternità è molto lunga, ma lo è ancor di più se passata in solitudine – distolsi lo sguardo.
- Mithrandir non sono più una bambina e sono consapevole delle scelte che ho fatto –
- No, hai ragione, non sei più una bambina – mi voltai nuovamente incontrando il suo gentile sorriso – Ricordo ancora la prima volta che ti conobbi –
- Si…- sorrisi amaramente – Ora sono cresciuta – distolsi nuovamente lo sguardo e lo puntai davanti a me verso l’orizzonte e verso i ricordi – Erano bei tempi quelli e poi tutto si rovinò così… all’improvviso – alzai le spalle con lo sguardo assorto mentre continuavo a guardare in avanti senza sapere realmente cosa c’era.
- Non perderti in brutti pensieri, Elris, guarda al futuro – sorrise incoraggiandomi.
- Mi permetterò di farlo solo al termine di questa impresa –
Mentre continuavamo ad avanzare nella pioggia a me e a Gandalf si affiancarono Bilbo ed i due fratelli; sia Bilbo che Fili erano impazienti di ascoltare la mia storia, così soddisfai la loro curiosità ed entrambi rimasero affascinati; l’unica cosa di cui non avevo parlato a nessuno, e che conosceva solo Gandalf, era l’orrore che ogni notte veniva a bussare nei miei sogni impedendomi di riposare. Quando uscimmo dal piccolo bosco la pioggia era ormai cessata e le nuvole avevano cominciato a diradarsi mostrandoci nuovamente il sole ed un cielo a sprazzi azzurro: ci trovavamo alle pendici di una grande ed alta roccia mentre intorno a noi non c’era che steppa giallognola con qualche rado ciuffo ancora verde. Purtroppo però la bellezza del paesaggio mi venne oscurata da una strana sensazione che non mi aveva lasciata da quando eravamo partiti all’alba e adesso, dopo ore ed ore, di cammino, quasi vicini alla sera, ancora non mi abbandonava spingendomi a guardare intorno e dietro di me di tanto in tanto:
- Tutto bene Elris? – mi chiese Nori affiancando il suo pony al mio cavallo.
- Non lo so Nori – sussurrai – Non lo so proprio – dissi guardandomi attorno.
Dopo un’altra mezz’ora di cammino alla fine ci fermammo in un piccolo spiazzo con le rovine di una vecchia casa:
- Ci accamperemo qui per la notte – disse Thorin scendendo dal suo pony – Fili, Kili occupatevi dei pony non dovete perderli di vista; Oin, Gloin accendete il fuoco – continuò impartendo ordini da tutte le parti.
- Un fattore e sua moglie vivevano qui – sentii dire a voce bassa da Gandalf, così mi avvicinai.
- Anche tu pensi non sia sicuro vero? – lui annuì silenziosamente.
- Secondo me sarebbe meglio proseguire, potremmo raggiungere la Valle Nascosta – disse lo stregone riferendosi a Thorin.
- Te l’ho già detto, non voglio avvicinarmi a quel posto – rispose mentre si dirigeva alle rovine della fattoria.
- Perché no?! Gli Elfi ci aiuteranno, potremmo avere cibo, riposo, consigli! – lo seguì Gandalf.
- Mithrandir – lo chiamai mentre anch’io li seguivo – Lascialo stare, è inutile, non ascolta – sbuffai esasperata mentre Thorin mi riservava uno sguardo contrariato e pieno d’astio.
- Aiutarci? – domandò alterandosi – Un Drago attacca Erebor e quale aiuto arriva dagli Elfi? Gli Orchi saccheggiano Moria, profanano in nostri luoghi sacri e gli Elfi rimasero a guardare senza fare niente! – sbraitò – E tu mi chiedi di cercare le stesse persone che hanno tradito mio nonno, che hanno tradito mio padre?! – terminò avvicinandosi a Gandalf con sguardo fermo.
- Ma tu non sei nessuno dei due! – dissi cercando di farlo ragionare.
- Non ti abbiamo dato la mappa e la chiave per ancorarti al passato – aggiunse Gandalf.
- No sapevo appartenessero a voi! – alzò nuovamente la voce.
A quelle parole Gandalf adirato soffiò dal naso e si allontanò a passo svelto; perfetto, ci mancava solo questa per completare la giornata!
- Va tutto bene? Gandalf, dove vai? – gli domandò Bilbo.
- A cercare la compagnia dell’unico qui che abbia buon senso! –
- E chi sarebbe? –
- Io stesso, Signor Baggins – urlò – Ne ho abbastanza di Nani per un solo giorno –
Mi voltai ancora una volta verso Thorin che nel frattempo stava dicendo a Bombur di iniziare a preparare da mangiare; mi avvicinai decisa a fargli cambiare idea, o almeno provarci, vista la sua testardaggine:
- Sei uno stupido Thorin Scudodiquercia! – sbottai.
- Adesso sarei io ad avere la colpa? – cominciò ad alterarsi.
- Si, perché il tuo smisurato orgoglio ti impedisce di vedere le cose più ovvie! –
- E quali sarebbero? Sentiamo – mi sfidò incrociando le braccia al petto e guardandomi dritta negli occhi; sospirai cercando di calmarmi.
- Capisco il tuo astio nei confronti degli Elfi, infatti non dico che hai torto, Thranduil voltandoti le spalle ha commesso un gesto deplorevole, ma Elrond ti assicuro che non è così, lui non ha alcun interesse per i tesori del tuo popolo. Quindi ti prego Thorin, ascoltami, fa la scelta giusta, fidati di me. Ti prego… - terminai con un sussurro.
- E perché dovrei? – mi chiese mentre mi scrutava.
- Perché un tempo lo facevi…- dissi semplicemente mentre gli occhi iniziarono a velarsi di lacrime amare.
- Sono passati tanti anni ormai – rispose abbassando leggermente lo sguardo per poi rialzarlo dopo un po’ con una nuova espressione mista fra rancore e nostalgia.
- Proprio per questo sarebbe ora di finirla con questa inutile faida –
- Ho altre cose a cui pensare – disse duramente.
Non parlai più, mi limitai ad allontanarmi mentre continuavo a percepire il suo sguardo addosso; mi sentivo umiliata, triste ed enormemente arrabbiata. Poteva davvero arrivare a tanto l’orgoglio e l’astio di una persona? A quanto pareva si. Oltretutto anche Gandalf si era allontanato furioso con Thorin e, arrivata a questo punto, cominciai a temere che avesse veramente lasciato la Compagnia e se fosse stato veramente così non ci avrei pensato due volte ad andarmene anch’io. Il mio compito l’avevo svolto, la chiave era stata consegnata ed io non avevo più nessun obbligo verso Thorin Scudodiquercia, quindi, cosa mi spingeva a rimanere? Niente. Ma appena lo pensai mi sentii subito una gran bugiarda perché in realtà qualcosa c’era, solo che non avevo ancora capito la sua entità. Dopo un po’ vidi Bilbo venire verso di me con un sorriso gentile e si sedette con un lungo sospiro:
- Sei silenziosa – mi disse guardando dalla mia parte.
- Si, beh… diciamo che sono stanca di parlare inutilmente –
- Anche con me? –
- No – sorrisi – Con te no –
- Bene – sorrise anche lui, ma poco dopo il suo sorriso se ne andò e mi chiese – Tornerà mai? – si riferiva a Gandalf
- Sinceramente? – annuì – Non lo so – sospirai – Ma spero per Thorin di si, altrimenti me ne andrò anche io –
- Non puoi lasciarci! – disse tristemente cercando di protestare.
- Bilbo, ho consegnato la chiave il mio lavoro finiva lì. Sono rimasta solo perché Gandalf me lo aveva chiesto quando era venuto a cercarmi a Rohan – feci spallucce.
- Lui ha bisogno di te – sussurrò – Tutti noi abbiamo bisogno di te -
- Ti sbagli – scossi la testa con un sorriso amaro sulle labbra – Thorin se la sa cavare benissimo da solo ed io sono l’ultima persona da cui vorrebbe aiuto. L’ha dimostrato già un paio di volte – mi girai a guardarlo.
- Vedrai Elris si renderà presto conto di quanto tu sia importante per lui –
Non dissi più nulla. Rimanemmo così, seduti uno di fianco all’altro, a volte in silenzio, a volte scambiandoci qualche parola su qualsiasi cosa potesse aiutarci a distogliere la mente dalla situazione. Ormai era calato il sole da qualche minuto facendo sprofondare tutto nell’oscurità più totale; il fuoco che era stato acceso scoppiettava nel buio dando strane forme agli oggetti. Anche questa era una notte stellata, ma la luna ancora non si era vista, poi ad un tratto sentii Bilbo darmi un colpetto con il gomito ma non mi voltai:
- Si? – chiesi senza distogliere lo sguardo dal cielo.
Lui non parlò, così mi voltai e Bilbo si limitò solamente a fare un leggero cenno della testa nell’altra direzione, spostai lo sguardo e vidi Thorin venire verso di noi:
- Posso parlarti? – mi domandò evasivo mentre faceva passare lo sguardo da me Bilbo – Da sola? – aggiunse.
- Me ne vado – disse lo hobbit alzandosi e andando da Bofur senza avermi prima rivolto uno sguardo di incoraggiamento.
- Che cosa c’è? – domandai mentre guardavo ovunque tranne che verso di lui.
- Non qui, vieni –
- Perché dovrei seguirti?! – lo schernii duramente stavolta mentre puntavo lo sguardo direttamente nei suoi occhi.
- Per favore… -
Mi alzai guardandolo con sospetto mentre lui mi faceva cenno di seguirlo verso i detriti della vecchia casa, con un sospiro lo seguii ed una volta lontani dagli sguardi altrui incrociai le braccia al petto chiedendogli:
- Allora, cosa vuoi? –
- Elris…- il mio nome gli uscì come un sospiro sofferto, era la prima volta da quando eravamo partiti che lo sentivo chiamarmi per nome – Sai benissimo com’è il mio carattere, sei l’unica che mi conosce così bene e sai anche quanto posso essere testardo quando mi metto in testa qualcosa –
- Si, l’ho notato – risposi con freddezza.
- Avanti! Non cominciare di nuovo con la storia della vittima – alzò la voce.
- Non sto facendo la vittima –
- Ah no? –
- Thorin, ti prego, basta – lo supplicai con la voce rotta dal pianto – Sono stanca di litigare, non ho più la forza per farlo –
Quando mi vide così la sua durezza vacillò fino a spezzarsi definitivamente; si avvicinò con sguardo dispiaciuto e mi prese il viso tra le mani, quello era il primo contatto che avevamo da quel lontano giorno:
- Non sono qui per litigare, ma per chiederti perdono – disse con voce roca – Ho sbagliato a trattarti in questo modo ed odio vedere che stai male per colpa mia – all’improvviso rividi il Thorin di tanti anni fa del quale mi ero innamorata.
- Perché solo adesso e non prima? Dopo tutti questi anni… - domandai mentre una lacrima mi scendeva giù dalla guancia – Perché? –
- Perché ora sei qui e rivederti… non lo so, mi ha fatto rivalutare la situazione –
- Sei la persona più complicata che abbia mai conosciuto – scossi la testa con un leggero sorriso che contagiò anche lui.
- Anche tu non scherzi – risi un po’, poi tornai seria improvvisamente – Sai che quello che c’è stato in passato non potrà ritornare, vero? – dissi guardandolo dritto negli occhi che acquistarono un’amara consapevolezza.
- Lo so, lo so – annuì – Mi basta averti accanto, sei stata importante per me e lo sei ancora. Potremmo essere di nuovo amici, dopotutto un tempo lo eravamo –
- Si – sussurrai con un sorriso – Potremmo farlo – annuii sentendomi, da una parte, ancora incredula dalle parole che gli uscivano dalla bocca.
- Ho notato che mio nipote Kili si trova bene con te – disse con uno strano tono di voce; anche lui con questa storia…
- È un bravo ragazzo – annuii – Come suo fratello – aggiunsi.
- Si… ma credo che per lui tu conti molto, almeno quanto valevi per me –
Rimasi basita dalle sue parole, non poteva trattarsi di ciò che pensava lui… gli potevo concedere che mi ero affezionata a Kili in questi pochi giorni, ma lui si stava sbagliando…:
- Ma che… - balbettai cercando di mettere assieme delle parole che avrebbero formato delle frasi sensate – Non venirmi a dire che ora sei geloso – cambiai discorso.
- Geloso? – ci pensò un attimo – Forse… - sussurrò.
- Thorin… -
Cercai di parlare ma all’improvviso senza rendermi conto di niente, lui si avvicinò bruscamente e con altrettanto impeto poggiò le labbra sulle mie ed in quel momento sembrò come se il tempo fosse tornato indietro a quando le guerre erano terminate ed io ero felice ad Erebor. La folta barba mi solleticava la pelle ma non me ne curavo, in quel momento, anche se sbagliato, ero presa solo da lui e dai nostri vecchi ricordi che, però, sarebbero rimasti tali. Le sue labbra si muovevano con una fermezza che sfiorava la pazzia, come se avesse cercato quel contano per tanto, troppo, tempo; poi all’improvviso si staccò ed ancora a pochi centimetri da me mi sussurrò:
- Scusa, ma dovevo farlo, almeno un ultima volta – poi andò via lasciandomi lì tremante e con le lacrime agli occhi.

POV BILBO

Avevo lasciato Thorin ed Elris a sbrigarsela fra di loro e sperai con tutto il cuore che avessero risolto questa faida perché sapevo bene che Elris teneva a Thorin, lo si capiva quando aveva raccontato, anche a me e Fili, il motivo del loro litigio. Mi ero affezionato a quella ragazza, a volte quando si perdeva nei racconti del suo passato mi dava l’idea di una persona smarrita e sola, molto sola, che aveva visto morire o andar via tutti quelli a cui teneva. Sospirai e mi avvicinai per la seconda volta a Bofur e Bombur impegnati con la cena:
- Allora è pronto? – domandai sfregandomi le mani.
- Si – rispose Bofur – Tieni, facci un favore, porta queste ai ragazzi – mi disse porgendomi due ciotole con dentro dei pezzi di carne immersi in un brodo scuro con varie erbe.
Annuii e presi i piatti voltandomi e facendo attenzione a dove mettevo i piedi per evitare di inciampare e rovesciare tutto; li trovai accanto ai pony fermi, impalati a guardare verso di essi con fare pensieroso e preoccupato:
- Ecco qua – porsi loro il cibo ma non lo presero, così domandai – Cosa c’è che non va? – iniziai a preoccuparmi.
- Noi dovevamo badare ai pony – disse Kili
- Solo che abbiamo avuto un piccolo problema… - aggiunse Fili.
- Ne avevamo sedici…-
- Ed ora sono quattordici –
Scendemmo dalla collinetta e, mentre tenevo ancora il cibo in mano, iniziai a girare tra i pony assieme a Kili e Fili per capire quali mancavano e dove si potevano esser cacciati:
- Daisy e Bungo sono spariti – disse Kili.
- Questo non va affatto bene! Non dovremmo dirlo a Thorin? –
- Meglio non farlo preoccupare, perché invece non te ne occupi tu visto che sei il nostro scassinatore ufficiale? – disse Fili.
- Io… - cominciai a guardarmi attorno in cerca di qualche indizio, quando trovai un grosso tronco – Guardate, qualcosa di grosso deve aver sradicato quest’albero! – poi aggiunsi – Già… molto grosso e potenzialmente pericoloso –
Fili continuava a guardarsi attorno in cerca di qualche indizio, poi a voce bassa disse:
- C’è una luce, state giù! –
- Ma cos’è? – sussurrai mentre mi avvicinavo ai due fratelli.
- Troll – annunciò Kili a denti stretti con una nota di rabbia nella voce, mentre si avvicinava con cautela per vedere o sentire qualcosa.
All’improvviso un rumore sordo fece tremare il terreno ed in quel momento lo vidi: un enorme, maleodorante e disgustoso Troll che teneva sottobraccio i due cavalli scomparsi:
- Dobbiamo fermarlo o se li mangerà! – esclamai a voce bassa una volta che il Troll fu passato.
- Si! – affermò Kili guardandomi come se avesse avuto un illuminazione – Tu dovresti! – esclamò ed io sgranai gli occhi – I Troll di montagna sono lenti e stupidi e tu sei talmente piccolo che non ti vedranno –
- No, no, no – scossi la testa con vigore.
- Sta tranquillo ci saremo noi dietro di te – disse Fili spingendomi in avanti.
- Sicuri che sia una buona idea? – domandai incerto, ma quando mi voltai loro non si vedevano più; sospirai e mi incamminai verso la luce.

POV KILI

Appena Bilbo s’incamminò verso il punto in cui era diretto il Troll, io e Fili ci acquattammo a terra e cercando di fare meno rumore possibile tornammo indietro di qualche metro nascondendoci dietro il tronco di un grosso albero:
- Tu resta qui, io avviso gli altri – dissi a mio fratello che annuì
Tornai in fretta verso l’accampamento; dovevamo organizzarci ed anche velocemente visto che Bilbo poteva essere in pericolo. Quando giunsi nella radura mi avvicinai a Balin e gli chiesi:
- Dov’è Thorin? –
- Dovrebbe essere vicino quelle rocce, poco fa è uscito dai ruderi dopo aver parlato con Elris. Ma come mai questa fretta ragazzo? –
- Vi spiego dopo –
Andai nella direzione indicatami da Balin e trovai subito mio zio al quale mi avvicinai e, con fare urgente, gli raccontai tutto ciò che era accaduto. Dopo avermi ascoltato corse ad avvertire gli altri per preparare un imboscata ed attaccare i Troll, sperai che Bilbo nel frattempo se la fosse cavata; iniziai a guardarmi attorno in cerca di Elris, ma più la cercavo, più cresceva in me la sensazione che non era da quelle parti ed all’improvviso ricordai le parole di Balin e mi diressi verso la catapecchia correndo. Quando entrai la trovai con la schiena poggiata al muro e lo sguardo perso nel vuoto, ma nonostante ciò si poteva ben notare che aveva gli occhi gonfi e rossi di chi aveva pianto; mi avvicinai piano dimenticandomi di Bilbo per un attimo e concentrandomi completamente sulla fragilità che trapelava da tutto il suo corpo e all’improvviso in me crebbe l’istinto di stringerla tra le braccia che dovetti combattere con tutta la forza che avevo in corpo per fermarmi dal farlo:
- Elris – la chiamai ma sembrò non farci caso – Elris? – dissi nuovamente a voce più alta; stavolta si rese conto della mia presenza e prima di voltarsi verso di me si asciugò in fretta le lacrime facendo finta di niente.
- Kili… - sussurrò con un piccolo sorriso – Che succede? –
- C’è un problema – le spiegai tutto e nel giro di qualche secondo tornò ad essere la guerriera che avevo conosciuto qualche giorno fa.
- Dobbiamo sbrigarci – uscì di corsa ed andò ad afferrare la spada legandosela alla vita, poi prese i pugnali mentre io stavo lì fermo a guardarla senza riuscire a togliermi dalla mente la sua espressione di poco fa:
- Elris, che avevi prima? – le domandai mentre la conducevo al nascondiglio dietro le siepi dove si vedeva il focolare dei Troll.
- Niente – rispose evasiva cercando, evidentemente, di nascondere i suoi sentimenti.
- Non ci credo – scossi la testa insistendo.
- Ne parliamo dopo, ora non è il momento – rispose – Dobbiamo prima aiutare Bilbo –
Eravamo tutti nascosti tra la vegetazione ad attendere il momento giusto per attaccare i Troll, che avevamo scoperto essere tre; il loro intento era quello di cucinare i cavalli ma purtroppo avevano trovato Bilbo ed ora volevano mangiare anche lui:
- Dobbiamo attaccare ora prima che sia tardi! –
- Aspetta Kili, dobbiamo organizzarci altrimenti ci schiacceranno – ribatté mio zio a voce bassa; poi aggiunse – Voi tutti disponetevi a semicerchio, Kili tu uscirai per primo a distrarli, Elris, io e te li attaccheremo frontalmente – lei annuì.
Rimasi sbalordito, per la prima volta da quando eravamo partiti che vedevo Thorin trattare Elris come una compagna d’avventura vera e propria; forse questo significava la fine del loro reciproco astio e a dirla tutta lo sperai con tutto me stesso. Aspettai l’ordine di mio zio e prima di sguainare la spada e lanciarmi oltre le sterpaglie, Elris mi posò una mano sul braccio e disse:
- Sta attento –
Annuii sorridendo e prendendo un bel respiro alla fine presi la spada dal fodero e saltai oltre la siepe:
- Lascialo andare! – urlai riferendomi al Troll che teneva Bilbo sospeso in aria.
- Cosa, cosa? – domandò con voce gutturale.
- Ho detto, lascialo andare! – ripetei più forte.
Tutti gli altri saltarono fuori dai nascondigli con le spade e le asce sguainate lanciandosi contro i Troll e menando fendenti da tutte le parti; mentre pungolavo con la spada la gamba di uno di quei bestioni mi guardai attorno per vedere se c’era qualcuno che si trovava in difficoltà. Poi la notai. Elris. Aveva lo sguardo concentrato e attento mentre roteava la spada con grazia ed esperienza per colpire i Troll che cercavano di prenderci. Era così bella anche quando attorno a lei infuriava la battaglia e ne rimasi affascinato. Fui risvegliato dai miei pensieri quando vidi Dori in difficoltà e mi lanciai nella sua direzione affondando la spada nella gamba di quella bestia che lanciò un urlo di dolore; non seppi come accadde ma nel giro di qualche secondo tutto si fermò quando non vidi più Elris in mezzo a noi ed una crescente paura mi invase, poi i tre Troll si fermarono e con le loro orribili voci dissero:
- Fermi o le staccheremo le braccia! -
Alzammo lo sguardo e quello che vidi mi fermò il cuore. Due dei Troll le tenevano sia per le braccia che per le gambe, vederla lì così mi fece scattare un impeto di rabbia e preoccupazione che non riuscivo a contenere. Dovevo salvarla, dovevo fare qualcosa per lei non riuscivo a pensare che le sarebbe potuto succedere qualcosa di male per via di quei bestioni e per la mia negligenza nel non aver fatto attentamente la guardia ai pony; alla fine gettammo tutti le armi a terra:
- Elris! – urlai cercando di gettarmi su di loro ma mio zio mi trattenne.
- No… - sussurrò.
- Come li cuciniamo? – disse uno dei tre.
- Andrebbero grigliati con un po’ di salvia ma non abbiamo tempo, l’alba è vicina e non mi piace essere tramutato in pietra – disse un altro.
Alla fine lasciarono andare Elris e, in parte, ci gettarono in un angolo legati in sacchi di iuta, mentre gli altri furono legati sullo spiedo posto sopra le fiamme; eravamo nei guai…:
- Aspettate, state sbagliando tutto! – esclamò Bilbo alzandosi.
- È inutile, non si ragiona con loro, sono stupidi! – urlò Dori mentre girava sullo spiedo.
- Stupidi? – chiese Bofur, anche lui sullo spiedo – E noi cosa siamo? Fino a prova contraria siamo noi quelli che stanno per essere cucinati! –
- In realtà sto parlando del condimento – aggiunse lo hobbit.
- E cosa centra? – domandò il Troll che girava lo spiedo.
- Ma non sentite il loro odore? – rimasi perplesso – La salvia non basterà a coprirlo! –
A quelle parole iniziammo tutti ad andare contro Bilbo, possibile che ci stesse tradendo così dopo che avevamo rischiato la vita pur di salvarlo? Continuavamo a lanciargli insulti mentre lui parlottava con quei sudici Troll di come farci allo spiedo, ma a quanto pareva non li aveva convinti:
- Ma perché non li mandiamo giù tutti interi? – esclamò quello con la voce stridula.
- Hai ragione – disse l’altro – Non c’è niente di male nella carne cruda, soprattutto se si tratta di quella femmina, non ho mai mangiato carne Elfica prima d’ora –
Afferrò Elris ed il mio cuore perse nuovamente un battito. No, no dovevo salvarla, mi ero troppo affezionato a lei; cercai di divincolarmi per uscire dal sacco ma il nodo era troppo stretto:
- No, fermo! – esclamò Bilbo – Lei no è… è velenosa, la carne Elfica è velenosa – inventò.
- Velenosa? – domandò il Troll con aria non troppo sveglia.
- Si, molto velenosa, velenosissima! Non te la consiglio… no, proprio no – era teso e si vedeva; io non facevo che sperare.
- Blah! – esclamò la bestia.
Gettò via Elris che atterrò di schiena con un tonfo sordo ed un rantolo di dolore che mi fece temere che si fosse rotta qualcosa, mi avvicinai a lei in fretta cercando di strisciare con quel coso legato addosso e quando la raggiunsi alzai un po’ il viso per poterla guardare bene in faccia:
- Elris, Elris… Stai bene? –
- Credo di essermi slogata una spalla – rispose con una smorfia di dolore sul volto.
- Tranquilla, ne usciremo –
Sperai con tutto me stesso che alla fine ne saremmo usciti sani e salvi ma la vedevo dura perché non c’era nessuno che potesse tirarci fuori da questa situazione. Poi accadde l’inverosimile. Ad un tratto una voce familiare giunse alle mie orecchie e con il suo lungo bastone ruppe a metà la grossa pietra che nascondeva il sorgere del sole verso est; i raggi filtrarono più potenti e brillanti che mai riducendo i tre Troll in pietra.



ANGOLO AUTRICE
Ok, allora abbiamo capito un pò di cosine qui eh? Che ne pensate? Che accadrà tra Elris e Thorin ed Elris e Kili?? Il giovane Nano sarà innamorato? E quali sentimenti nasconde Thorin all'Elfa? Che la ami ancora? Bhà chissà!! Per saperlo non vi resta che continuare la storia!! Comunque ringrazio chiunque legga e recensisce o solo legga, un bacione a tuttiiii!!! 😘😘

P.S. AVETE VISTO LO HOBBIT????? OH MIEI DEIIIII!!! HO PIANTO COME UNA DISPERATAAAAAA!!! Se tra di voi c'è qualcuno che ne vuole parlare assieme scrivetemi pure, così non spoileriamo niente a chi non l'ha ancora visto! 😉
A prestooooo!!! 😁😁
GiuliaStark

 

  
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