Crossover
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Autore: Claudia Ponto    23/12/2014    1 recensioni
Un lungo viaggio, una fantastica avventura che rispecchia ciò di più bello e personale che si possa avere, la fantasia.
Attraverso mondi inesplorati, grandi città, strani personaggi, Claudia, una ragazzina di 12 anni ritroverà di fronte ad un misterioso segreto e a tante magie che troveranno una risposta solo proseguendo il lungo cammino irto di ostacoli che solo lei, con l’aiuto di una simpatica gang, potrà annientare.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anime/Manga, Videogiochi
Note: Cross-over, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Due giorni dopo l’atmosfera era tornata armoniosa.
Per dire addio a Parigi scegliemmo una nave da crociera: pronta a solcare il vasto oceano, l’imbarcazione scintillava sotto il sole mentre si riempiva di passeggeri, i fumaioli che svettavano con bandiere di terre straniere.
Dal ponte di prua i passeggeri salutavano la gente che dalla banchina ricambiava, ad un certo punto una sirena annunciò la partenza e si affrettarono i ritardatari a salire a bordo.
<< Tu sei proprio sicuro di non voler venire? >>
<< Ho degli affari in sospeso da sistemare. Non devo più farvi da balia. >>
Non ero contenta che Sly avesse deciso di abbandonare l’impresa, ma chi ero io per impedirgli di farlo?
Mentre mollavano gli ormeggi abbandonò la nave che lentamente abbandonò il porto.
Non salutò nemmeno, aveva già detto tutto quello che dovevano sentire, un modo glaciale per chiudere i contatti dopo tanto tempo trascorso insieme.
<< C’è la caveremo senza di lui? >>
<< L’esperienza non ci manca. >>
 
La costa francese si fece sempre più lontana, dopo qualche tempo l’oceano fu l’unica cosa da guardare. La nave era quella del classico tipo “hotel galleggiante”, dentro c’era ogni sorta di passatempo e lussurioso svago con cui i passeggeri potevano allietare la permanenza a bordo. Di tutto ciò niente non mi interessava, preferivo starmene chiusa in cabina a sbirciare dall’oblo; gli altri stavano dormendo profondamente.
Il dondolio della nave faceva rotolare o scivolare leggermente alcuni oggetti, il fragore delle onde s’infrangevano sullo scafo producendo un suono continuo.
<< Servizio in camera! >> esclamò una voce fuori dalla porta.
Fissai l’uscio indecisa se aprire o far finta di non aver sentito, alla fine mi decisi e leggermente aprì la porta.
Uno scoppio di coriandoli mi fece inciampare all’indietro per la sorpresa, i personaggi si svegliarono di soprassalto; la faccia sorridente di Sly che rideva per tutto.
<< Sly?! Che ci fai tu qui?! >>
<< Volevo concedermi una vacanza e sono saltato a bordo all’ultimo munito. >>
<< Non ti crederei nemmeno se fosse vero. >>
<< E va bene, mi ci ha costretto Gabriel. >>
Il ladro tirò fuori dalla camicia il frammento azzurro pescato a Parigi, lo lanciò in aria come una moneta ma invece di cadere a terra si infilò sul tetto e proiettò, come un ologramma dei film di fantascienza, una figura umana: corporatura massiccia e postura composta, l’individuo aveva una folta barba nera e capelli corti castano chiaro leggermente spettinati con la frangia laterale a sinistra, vividi i piccoli occhi azzurri ci osservavano attentamente.
Indossava una camicia bianca con le maniche girate fino ai gomiti abbinata ad un paio di pantaloni celesti, sbottonata di due bottoni all’altezza del petto che lasciava intravedere una catenina con appesa una croce; la pelle di un bel marrone chiaro-scuro.
Il cuore cominciò a battermi senza freno, ognuno di noi rimase ad occhi sgranati e bocca aperta quando la consapevolezza sull’identità di quell’uomo si catapultò nelle nostre teste.
<< Lei… lei è…? >>
<< Si, io sono Gabriel, il “misterioso personaggio” che avete sempre cercato di scovare. >>
Urlai con un acuto tanto forte che i presenti si tapparono le orecchie, non accennai a smettere nemmeno quando il ladro mi premette la bocca per zittirmi.
<< L’avevo detto che sarebbe rimasta traumatizzata! >> disse quest’ultimo.
<< Ehm… non avevo previsto una reazione simile. >>
<< Claudia, rilassati! Non ti mangia mica! Prendi un bel respiro! >>
C’è ne volle per rilassarmi, avere finalmente davanti a me Gabriel era un trauma vero e proprio!
Dopo tutto quel tempo a chiedermi chi fosse, ora che ero stata accontentata non me ne capacitavo proprio! Non si trattava di un miraggio, era realtà, addirittura le ragazze per poco non svenivamo per l’emozione.
Calato il silenzio l’uomo potè finalmente parlare:
<< È bello poter finalmente avere una conversazione quasi normale. Ti ringrazio Sly per aver portato il cristallo ai tuoi amici, sei stato molto gentile. >>
<< Gentile? Hai detto che mi avresti fatto perdere completamente il pelo se non fossi andato con loro! >>
<< Era l’unico modo per darti una svegliata: ignorare i tuoi nuovi amici non avrebbe fatto passare lo stress di quanto è successo. >>
<< Allora è vero che lavoravi per lui. >>
<< Di questo ne parleremo in un altro momento. Vorrei adesso discutere di argomenti assai più importanti. >>
<< L’ha detto! Vorremmo sapere una buona volta perché ci ha cacciato in questo guaio allucinante! >>
<< Mi dispiace per tutto il mistero che vi ho imposto fino adesso, ma ho avuto buone ragioni per farlo. Solo recentemente avete capito che la ragione di questo caos sono Tenebros e la pietra che la signorina tiene al braccio. >>
<< Già. Ormai è chiaro che vuole il gioiello per conquistare il mondo. >>
<< Ahimè, la storia è più complessa di quanto possiate immaginare >>
 
L’uomo sollevò il braccio destro: portava un bracciale argentato come il mio, sopra aveva incastonato un grande diamante azzurro colmo di sfaccettature che producevano arcobaleni scintillanti.
Era una copia più raffinata del mio bracciale… ma comunque uguale.  
Confessò l’uomo che Tenebros non aveva scatenato quel putiferio solo per stare dietro alla mia pietra, bensì per ottenerle tutte: tre pezzi rarissimi dotati di poteri straordinari, capaci di compiere grandi cose. Gabriel disse che da dove venissero era un mistero a cui nemmeno lui sapeva dar risposta, aveva però capito che “sceglievano” il loro custode, il che spiegava perché non fosse più possibile liberarsene.
 
<< TRE?! HO CAPITO BENE?! HA DETTO PROPRIO TRE?! >>
<< Esattamente. >>
<< Ma….! Ma…! Da dove escono fuori?! >>
<< Ve l’ho detto, non lo so nemmeno io. In tutto il tempo che ho avuto con me questa pietra, però, ho capito una cosa importante: loro assorbono energia. >>
<< Perché? >>
L’uomo disse di essere un viaggiatore di spazio e tempo, dal suo legame con la sua pietra per anni era stato costretto a vagare da una dimensione all’altra spinto da una necessità inspiegabile. Quando credeva di essere giunto alla fine del lungo eremitaggio un Varco Dimensionale appariva e lo risucchiava via… la pietra era la chiave di tutto, pretendeva che lui continuasse ad esplorare la vastità dell’universo per assorbirne la forza in piccole quantità.
<< Questo affare sarebbe capace di aprire i varchi?! >>
<< Bè, è ovvio. Se possono chiudere i varchi, li possono anche aprire. Non ci avete mai pensato? >>
Restammo in silenzio, ammettendo nelle nostre teste che non avevamo pensato a quella opzione.
<< Ehm… stava dicendo a proposito dell’assorbimento? >>
<< Ho avuto la conferma di questa teoria quando due pietre si sono trovate a contatto; ossia la mia e… bè… quella che si trova in possesso di Tenebros. >>
<< Che cosa?! Quel mostro possiede una delle gemme? >>
<< Purtroppo sì. >>
<< Come diavolo ha fatto a procurarsela? L’ha rubata? >>
<< L’aveva già con sé fin dal primo giorno che ci siamo incontrati: era un viaggiatore come me. >>
Imbarazzato, l’uomo confessò una cosa così scioccante quanto un pugno in faccia: Tenebros amico e di compagno di viaggio di Gabriel.
Ero riluttante ad accettare che quell’individuo fosse stato in passato un essere umano.
Quando incontrò Victor (questo il vero nome del mostro tanto temuto) era spaesato e impaurito, incontrarsi fu un sollievo per entrambi, ci fu subito una forte intesa che fece nascere una chiara amicizia condivisa dagli stessi pensieri e idee.
<< Un secondo: se questo pazzo furioso ha già una pietra, perché sprecare energie per prendersi quella di Claudia? >>
<< è ovvio no? Per incrementare i suoi poteri. >>
<< Si, ok. Ma perché? Se non vuole conquistare il mondo a cosa gli serve tanto potere? >>
<< Questa è stata una delle cause scatenanti che da amici ci ha fatto diventare nemici… e peggio: col passare degli anni Victor aveva cominciato a comportarsi e a pensare in modo strano, farfugliava cose assurde sulla possibilità di cambiare l’universo tramite i varchi e di poter sfuggire alla morte… inizialmente non gli diedi molta importanza, ma questa mia negligenza costò cara ad entrambi. Trovata per puro caso la terza gemma, la follia del mio amico si mostrò con uno spaventoso ideale di dominio su Spazio, Tempo e Creato.
 
Non si tratta di controllare un mondo o due… bensì tutto ciò che esiste nell’universo.
 
Victor ammise che era intenzionato a sfruttare il potere della sua pietra per sottomettere qualunque cosa, plasmarla al suo volere con l’ausilio dei tre cristalli. Lottai fino allo stremo delle forze per difendermi e strappargli il cristallo dalle mani, poi fuggì fin dove egli potesse raggiungermi… e così è stato per moltissimi anni. >>
<< Vi siete già scontrati? >>
<< Più di una volta. Ma nessuno dei due è mai riuscito a prevalere sull’altro, proprio per questo motivo ha smesso di affrontarmi direttamente, preferendo utilizzare trucchi poco corretti. Siamo allo stesso livello, la nostra è una guerra senza vincitori e né vinti. >>
 
Fu una scoperta… pesante da digerire.
Per l’uomo, tra l’altro, una confessione dolorosa.
Aver detto la verità non lo fece star bene, insistentemente dovette cacciar via le lacrime e i colpi di tosse per riportar alla normalità la voce rauca.
Improvvisamente cadde sulle ginocchia, respirava affannato con un rantolo strano, una mano sul petto, le gambe che tremavano vistosamente.
L’uomo sorrise, sforzandosi di apparire normale, dimenticandoci di avere a che fare con un ologramma affondammo le mani nel niente, incapaci dunque di dargli aiuto.
<< Le continue dispute con il mio vecchio amico lasciano sempre il segno… ormai ci sono abituato… però mi sa che adesso dovrò chiudere la conversazione… sono costretto a riposarmi. >>
<< Lo capiamo signore. Stia tranquillo. >>
<< La nostra conversazione è momentaneamente sospesa. Tra poche ore, però, avremmo modo di ritornare sull’argomento: la nave è diretta nella mia terra, la meta che vi avevo imposto di raggiungere, io vi aspetterò e nel frattempo preparerò l’adeguato benvenuto. >>
<< Santo cielo, dice davvero? >>
<< Voi custodite l’ultima speranza per salvare l’universo. Buona fortuna ragazzi. >>
 
§
 
Gabriel crollò nel suo letto, nonostante la fiacchezza aveva voglia di festeggiare.
Si sentiva fiducioso, tutti i timori avuti in quel lungo tempo stavano dissipandosi, la speranza agognata per secoli che scintillava come il diamante magico in suo possesso.
<< Quanta inutile fiducia. >>
Di colpo si sentì gelare.
 
La sua camera da letto evaporò in una calda e densa nebbia, il vapore svanì soffiato via da una raffica di vento forte per mostrare cosa aveva trasformato: il pavimento era sparito, picchi rocciosi profondi burroni circondavano l’uomo al riparo sulla cima di una collina mezza erosa; carcasse di animali giacevano sul pendio sotto di lui, geyser fumanti mettevano in pericolo l’integrità delle montagne.
 
<< Sempre maniaco delle entrate in scena spettacolari. >> disse Gabriel a Tenebros.
Rise l’individuo, della sua presenza non se ne vedeva nemmeno l’ombra, ciò nonostante lo sentiva molto vicino a sè.
<< Dovrebbe incutervi terrore questa “entrata”, non arrabbiarti. >>
<< Che diavolo vuoi da me? >>
<< Volevo solo sapere se ti eri ripreso dal nostro ultimo confronto. >>
<< Ci mancava solo che ti preoccupi per me. >>
<< Mi tratti sempre con poco ritegno, e dire che una volta eravamo amici. >>
Gabriel scatenò il potere della sua pietra, il mondo montuoso si disgregò formando una valanga di diamanti e pietre preziose, fasce di stelle varcarono il cielo “strappandolo” via con archi perfetti, sotto i segni lasciati il nero vuoto, come se tutto  quel posto fosse una specie di allestimento teatrale.
<< Non tentare di apparire spavaldo, ti rendi più ridicolo. >>
<< E tu non farmi perdere la pazienza. >>
<< Lo sai che mi piace guastarti la festa, in particolar modo ora, che credi che ogni cosa sia al sicuro. Eppure dovresti sapere bene che non bisogna mai cantar vittoria così presto, non quando il pericolo è ancora in agguato. >>
<< Ho capito cosa intendi… e ti dico che sei un illuso: i ragazzi sono al sicuro ormai, non puoi più nuocergli. Non hai più possibilità di impedirgli di fermarti. >>
<< Ne sei davvero convinto? >>
L’uomo si confuse con quella dichiarazione, sapeva bene che Tenebros non aveva più alcun alleato che facesse per suo conto il lavoro sporco, persino il mercenario assoldato era stato sconfitto.
In quel momento il panorama intorno a lui mutò ancora; adesso era in piedi nientemeno che sulla superficie del mare, il tempo diviso da un lato da sole cocente e sereno… dall’altro masse di nuvole temporalesche.
<< Stavolta nessuno si salverà. >>
 
§
 
Viaggio tranquillo e solitario, niente di cui lamentarsi alla fine.
Se solo a bordo ci fosse stato qualcuno non mi sarei sentita a disagio.
 La monotonia venne spezzata dall’arrivo di un temporale coi fiocchi.
 
La pioggia scrosciante pareva una cascata, le alte onde quasi coprivano completamente lo scafo, per fortuna anche senza equipaggio si navigava bene ma la situazione non migliorava di certo; si ondulava così tanto che mi venne il mal di mare. La faccia aveva preso una tonalità verdastra, sotto gli occhi le occhiaie si erano scurite, mi sentivo anche la bocca secca come se non bevessi da tanto tempo.
<< Qualcuno fermi la nave! Mi viene da vomitare! >> esclamai sofferente.
<< Cerca di resistere, non possiamo fare nulla per calmare il temporale. >> disse Sakura.
<< Non m’interessa, sto malissimo! >>
<< Smettila di fare i capricci e cerca di dormire un po’. >> mi rimproverò Yui.
La porta della cabina si aprì di colpo, Yugi e Sly entrarono scivolando a causa del pavimento bagnato, zuppi dalla testa ai piedi, la strana pettinatura del duellante poi era completamente afflosciata.
<< Ragazze! Allarme rosso! >> disse allarmato.
<< Che succede? >>
<< Abbiamo un problema… Ahi! >>
La nave si inclinò da un lato di colpo, facendoci spiaccicare contro la parete metallica.
<< Proprio questo è il problema, stiamo perdendo il controllo! Qui fa acqua da tutte le parti! Dobbiamo abbandonare la nave! >>
<< è impazzito per caso? Questo è l’unico mezzo che abbiamo per raggiungere Gabriel! Nonché l’unico che può davvero far fronte alla tempesta! >>
<< Non ho idee migliori purtroppo! Rischiamo di far la fine del Poseidon! >>
Una serie di tuoni si scatenò all’impazzata prima di venir zittiti da un unico possente ruggito.
Uscimmo sul ponte per capire se si fosse trattata di un’impressione, solo allora ci rendemmo conto che la nave si era adagiata in bilico su una scogliera di conchiglie e corallo rosso, l’acqua si era prosciugata, chi tentò di smorzare la situazione si trovò la propria spavalderia tramutata in paura.
<< Ragazzi… non mi piace questa cosa… >>
<< Sly… io ho paura. >>
<< Va tutto bene Claudia, adesso andiamo via da qui. >>
In quell’istante la nave vibrò violente, scendemmo immediatamente poco prima che precipitasse sul fondo, spaccandosi in due. Ricominciò a piovere, ma al posto della normale pioggia cadeva fango viscido e sporco.
Non è possibile che stia accadendo tutto questo. Pensai.
Provammo a scendere da lì, più il tempo passava e il disagio aumentava.
Aggrappata ad un sottile scoglio cercai disperatamente di non finire là dentro.
Poi l’animalesco ruggito, poi delle mani provenienti dallo strato fangoso mi afferrò per le braccia schiacciandomi contro la parete rocciosa mentre una faccia spaventosa prendeva forma con un malevolo ghigno, altre invece spinsero giù i personaggi dai loro appigli, facendoli cadere giù.
Urlai scioccata, poi il fiato mi fu bloccato da una stretta poderosa che mi tolse il fiato, il cervello privo di ossigeno scatenò lampi violetti con flash psichedelici
Scattò qualcosa che interruppe l’agonia e poi più nulla.
 
  
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