Il cuore di una madre è un abisso in fondo al quale si trova sempre un perdono.
Honoré de Balzac, La donna di trent'anni, 1842
 
 

Sospira, Narcissa, sedendosi compostamente sul divano.
Porta una mano al ventre piatto, tentennando quasi impaurita,  prima di iniziare a muovere la mano goffamente sul ripiano piatto della sua pancia.
Signora Malfoy, le analisi hanno evidenziato una presenza nel suo ventre.
Chiude gli occhi,  continuando a massaggiare la sua pancia, come se lui potesse sentirla.
Come se lui fosse già un qualcosa di appurato dentro di lei,  qualcosa capace di intendere e far capire.
Con gli occhi socchiusi guarda la pelle bianca della sua pancia, piatta e senza alcun rigonfiamento.
Ma si gonfierà – oh, se si gonfierà –.
Prova a immaginare come sarà il suo ventre, tra qualche mese, ma è tutto vano. Chiude gli occhi, e l’unica immagine che le si presenta davanti è quella di un ipotetico lui.
Signora, lei è incinta.
Chiude gli occhi e davanti le si presenta l’immagine di un bambino biondo che corre per casa.
Nelle orecchie risuona la sua infantile risata e sulle labbra spunta quel sorriso materno che spesso avrà e che, altrettanto spesso, dovrà nascondere con una fiera compostezza.
Congratulazioni, signora, è di tre mesi.
Riapre gli occhi, Narcissa, al suono della porta di casa che si apre.
Riapre gli occhi, ritrovandosi in quella casa così grande e così vuota, che quel piccolo essere che ancora fatica a pensare dentro di lei penserà a colmare.
Si guarda intorno, nelle mura fredde e spoglie. Si guarda intorno, in una casa poco adatta ad un bambino, una casa silenziosa e quasi spettrale.
Lucius, dall’ingresso, la chiama e lei, togliendo la mano da lui, si dirige dal marito, pronta a dargli quella che spera sia una lieta notizia.
Esce dalla stanza, Narcissa, posando per l’ultima volta la mano sul suo ventre e lasciando un ultimo sguardo a quell’ immenso salone dove,  ormai, vede fisso suo figlio, come se lì ci fosse sempre stato e come se lei avesse sempre saputo di lui.

 
Amorevolezza e maternità quasi si escludono a vicenda. La vera maternità è coraggio virile.
Marina Cvetaeva, Indizi terrestri, 1917/19

Note a piè di pagina:
Narcissa ha da poco scoperto di aspettare un bambino. E’ nella fase dell’  “accettazione” ed è come se stesse familiarizzando con quest’ idea, col fatto che dentro di lei sta crescendo qualcuno.
Ho cercato di rendere Narcissa il meno OOC possibile, ma poi ho riflettuto sul fatto che la fredda e composta Narcissa è arrivata a mentire a Voldemort per il figlio, e che quindi da sola e lontano dagli occhi e le orecchie altrui, si sia lasciata andare a questo amore materno infinito.
paroledicarta