Film > Altro - Drammatico
Ricorda la storia  |      
Autore: 0oDamnedSoulo0    23/12/2014    0 recensioni
[http://it.wikipedia.org/wiki/Fortap%C3%A0sc]
Giancarlo Siani è un giovane giornalista napoletano che lavora nella redazione locale de Il Mattino a Torre Annunziata; Siani scrive di cronaca nera. Occupandosi di cronaca nera e di omicidi di camorra, il giornalista incomincia a indagare sulle alleanze dei camorristi annunziatesi con i reggenti di altri clan della Campania e scopre vaste aree di corruzione e connivenze tra politici e criminalità organizzata. Così, dopo esser stato trasferito a Napoli, in un summit di camorra viene decisa la condanna a morte di Siani, che per loro sembra abbia "alzato troppo la manica" e la sua condanna è decisa. Siani viene ucciso la sera del 23 settembre del 1985, pochi giorni dopo aver compiuto 26 anni nel quartiere residenziale del Vomero, nei pressi di piazza Leonardo, a pochi metri da casa sua.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 
Il telefono fece due squilli. –Pronto! –, rispose. L’altro parlò, – We, Sasà che ne dici di andare a fare un giro per il corso? Magari ci prendiamo un caffè! Viene anche Angelina! –.  Sasà, entusiasta dell’invito di Giovanni, disse di sì e corse a prepararsi. Verso le 18 si incontrarono tutti e tre come avevano organizzato. Il corso Vittorio Emanuele III, o semplicemente il “corso” come tutti i torresi sono soliti chiamare, è il punto d’incontro principale di tutti i cittadini. Si, perché a Torre Annunziata le piazze sono poche e non si usano. Il concetto di piazza per noi corrisponde a quello di parcheggio. Ma i tre ragazzi, Salvatore, Giovanni ed Angelina, si sono stancati della solita linea retta del corso, loro vogliono passeggiare in tondo per una piazza, sedendosi magari sulle panchine a gustare un gelato, parlando del più e del meno, dei problemi dei quali tra amici si fa condivisione. E infatti passeggiando per il corso, discesero lungo la città ma invece di fermarsi nei pressi in cui iniziava la zona degradata e risalire, continuarono fino ad oltrepassare il confine che definisce la “Torre Nord” e quella “Sud”.  Permettano i lettori un chiarimento su questo piccolo concetto, pazientando per questa interruzione. Torre Annunziata a partire dagli anni ’70-’80 cominciò ad avere uno sviluppo differente a livello geografico in quanto nella zona più a nord furono costruiti complessi edilizi nuovi mentre nel centro storico del paese, in seguito al terremoto del 1980 e a causa del già presente degrado, le abitazioni subirono gravi danni. Conseguentemente ci fu una sorta di migrazione che caratterizzò le gravi differenze di densità demografica tra i diversi quartieri. Insieme a questo fenomeno, ne seguirono altri che sommati tra loro hanno portato allo stato odierno delle cose. Arrivati a piazza Ferrovia i tre cercarono una panchina per sedersi un po’. I loro occhi guizzavano tra le numerose macchine, impilate strette strette, che ostacolavano la vista dell’asfalto, per cercarne qualcuna. I tre compresero che di una panchina non c’era nemmeno l’ombra e quindi decisero di sedersi su di un muretto. Sasà esordì guardandosi intorno, – Guardate là, quel teatro se ne sta cadendo a pezzi e nessuno fa niente! Mi piacerebbe proprio sapere come si è arrivati a tutto questo! – Angelina annuì, –Eh! Ogni tanto parlo con mio nonno, sapete lui è molto vecchio, ha 95 anni. Gli chiedo spesso com’era Torre ai suoi tempi e lui mi dice sempre che era bellissima, qui soprattutto era pieno di pastifici, gli artigiani mettevano la pasta ad asciugare per strada! Pensate un poco che bell’atmosfera doveva esserci. Col profumo della farina nell’aria! Ora se inspiro l’unico odore che sento è quello della benzina bruciata. Mi piacerebbe tornare indietro nel tempo per vedere di persona com’era–.
–Angelì, tiemp’ bell’ ‘e ‘na vot’! Non credo che vedremo mai un cambiamento qui. Oramai è tutto caduto in un circolo vizioso, tutto dipende dalla camorra. Il padre di mia nonna lavorava in uno di quei pastifici, le persone venivano da tutta la provincia per comprare la nostra pasta. Il commercio doveva essere proprio florido–, disse Giovanni. –Non vi dimenticate del mercato del pesce giù al porto! Lì ogni giorno tantissime barche piene di pescatori andavano in mare aperto a pescare e tornavano colme di pesce fresco che vendevano ancora guizzante al mercato. E sempre parlando di mare, i nostri lidi ce li invidiavano tutti! Al lido Azzurro venivano persone d’alto rango da ogni parte di Napoli e dintorni. La sabbia vulcanica di qui era considerata un lusso–, ricordò Salvatore. – C’era anche la Real Fabbrica d’armi, è stata la più grande del regno delle due Sicilie, la volle Carlo III di Borbone. Sotto i Borboni infatti vennero costruiti numerosi mulini per questo si sviluppò l’industria della pasta! Ma c’erano anche tante altre fabbriche, raga’. La Polveriera, la Ferriera che offrivano tanto lavoro a tutti i cittadini. La verità è che dal 1940 circa in poi tutto cominciò a decadere, i pastifici lentamente cominciarono a chiudere uno dopo l’altro, la Fabbrica d’armi dopo l’unità d’Italia divenne prima Spolettificio e poi nel 1984, se non sbaglio, fu chiusa e dismessa–, Giovanni si sentiva molto informato a riguardo, Sasà infatti lo notò, –Azz! Gianni sembra che l’abbia vissuto anche tu. Comunque hai ragione, dopo la seconda guerra mondiale poi le cose peggiorarono, il degrado cominciò a farsi sentire sempre di più, il lavoro cominciò a scarseggiare e allora i cittadini cominciarono a cercare un modo per guadagnare qualcosa. Così cominciò lo spaccio di sigarette. Di quelli che presero tra le mani le redini del contrabbando fu Valentino Gionta che creò un vero e proprio clan. La facilità con cui si facevano soldi attirò nella cerchia molte persone e così il fenomeno si estese un po’ ovunque ed entrò a far parte dell’economia del paese che ormai era a pezzi–. Angelina continuò, – Ma poi si rafforzarono anche nel controllo del mercato del pesce eh! Poi pian piano si passò dalle sigarette alla droga, infatti il commercio si mantenne sul traffico di eroina che poteva essere portata in città tramite i pescherecci facilmente. Lo Stato era pressoché assente per poter attuare una qualsiasi forma di contrasto. Così i clan continuarono a condurre i loro affari rafforzandosi senza disturbo. E partirono le estorsioni …–, un vecchietto si avvicinò, – Signurì, permettete? Non ho potuto non ascoltare le vostre parole. Ma che parlate a fare della Torre vecchia? Ora non ne è rimasto niente! Solo i ricordi, e pure quelli con l’età se ne stanno andando man mano. Mio fratello aveva un negozio, proprio qui vicino, gli affari andavano bene poi un giorno cominciarono a farsi vedere un paio di persone che parlavano di protezione, però doveva pagarli altrimenti rischiava che qualcuno gli bruciasse il negozio. E mica solo a lui successe, tutti i negozi dal corso in giù cominciarono a pagare il pizzo. I commercianti avevano paura. Il lavoro già era poco, non potevano permettersi che qualcuno bruciasse i loro negozi, infatti si arresero senza protestare.  Hanno bruciato l’economia della nostra bella città! –
I ragazzi ascoltarono con interesse tutti ricordi del vecchietto, assetati com’erano di conoscere la storia del paese.  La camorra è subdola, si infiltra nel tessuto sociale, vi si stabilizza e si rafforza sempre più, poi comincia ad espandersi indebolendo l’economia del paese prendendone il posto proprio come una pianta parassita. E proprio così è successo a Torre Annunziata. La città nel pieno della sua ricchezza si è ammalata, ma nessuno è riuscito a contrastarne il degrado. Le persone si sono adattate al cambiamento passivamente, senza che nessuno alzasse la testa chiedendosi cosa stesse accadendo. E semmai qualcuno avesse provato a farlo, proprio come Giancarlo Siani, sarebbe stato subito messo a tacere col sangue.
Siani morì giovane all’insegna del suo lavoro e della verità eppure all’epoca e ancora oggi si posso sentire persone che dicono: –Eh, non si è fatto i fatti suoi. Era un cretino. –
 
 
 
Angolo dell’autore:
Scrissi questa piccola storiella per un concorso scolastico. Ritengo che non si possa mai smettere di diffondere certi racconti.
L’ho scritto per il ricordo di tante persone che nel mio paesino hanno avuto il coraggio con la c maiuscola.

 
   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Altro - Drammatico / Vai alla pagina dell'autore: 0oDamnedSoulo0