Serie TV > Grey's Anatomy
Segui la storia  |       
Autore: _only_ hope_    23/12/2014    2 recensioni
Nota del 26.01.2018
È una vita che non aggiorno più questa FanFiction. Ho passato momenti in cui avrei voluto riscriverla daccapo, altri in cui semplicemente avrei voluto continuarla, ma le parole sfuggivano. Il fatto è che adoro questa storia, e la sento ancora mia. Ma non sento più mio lo stile, non del tutto, e ci sono anche alcune cose che fanno parte della trama che vorrei cambiare.
Probabilmente la ripubblicherò entro l'anno. Voglio riprenderla, riscriverla, finirla. Questa resterà qui, perché è parte di me.
[STORIA IN PAUSA ED IN REVISIONE]
Questa storia parte da qualche mese dopo la conclusione della mia precedente FanFiction, "Per tutta la vita".
Jo é guarita, ma nuovi arrivi rischiano di minare la felicità nella ex "casa di Meredith".
Buona letttura!
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alex Karev, Altri, Jo Wilson, Nuovo Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Nel futuro
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 7


Gira, sta girando come una trottola: davanti a lei vede gli alberi e l'erba diventare un unico e indistinto ammasso di righe verdi e marroni, mentre non riesce a smettere di ridere. Alex la sta tenendo per le mani, mentre ruota velocemente su se stesso più e più volte: sta venendo mal di testa ad entrambi, ma nessuno dei due vuole smettere. Ridono come matti sotto lo sguardo divertito di Jo e Amber, che sono sedute su una coperta a qualche passo di distanza. Anche Aaron li guarda, ma la sua faccia da sorridente è presto ritornata seria: ha improvvisamente ricordato i pic-nic che faceva con la sua famiglia, quelli in cui era il loro padre a fare con lui e il fratello quello che quest'ultimo sta facendo ora con Katie.

Caitlin intanto continua a ridere, non vuole smettere mai: è felice, come non lo era neanche quando stava con mamma e papà. Le piace tanto stare con quella famiglia strana e sì, le piace anche stare con Aaron. Il suo preferito, però, rimarrà sempre Alex: il viso dolce del pediatra è stato il primo che ha visto quando è uscita dal coma. Ricorda ogni singolo secondo di quel momento: aveva aperto gli occhi a fatica, ma li aveva richiusi subito perchè la luce era accecante. Poi le macchine avevano cominciato a suonare senza sosta e si era spaventata tanto: il suo cuore aveva cominciato a battere forte, mentre i suoi piccoli fari si riaprivano. Subito un signore un po' grosso e con una lunga giacca bianca era entrato di corsa e la aveva vista lì, sveglia e vigile, ma con una faccia terrorizzata: aveva immediatamente spento le macchine, mentre lo sguardo di Katie lo seguiva titubante. Poi lui si era avvicinato e le aveva sorriso, mentre le sfiorava il braccino pieno di fili:

"Ciao. Io sono Alex e sono un dottore, ti trovi in un ospedale. Ti ricordi come mai sei qui?" non riusciva a dire nulla, ricorda che appena ci aveva provato aveva sentito un grande fastidio in gola. Solo dopo aveva capito che aveva un tubo lungo lungo che entrava nel bel mezzo del suo collo. Subito Karev era intervenuto: "No, non si parla. Facciamo che mi fai sì o no con la testa?" aveva annuito.

"Allora, ricordi cosa è successo" ci aveva provato, ci aveva provato davvero-non come quando faceva finta di non sapersi mettere la giacca perchè non ne aveva voglia-, ma non ci era riuscita. A malincuore aveva scosso la testa.

"Ok, te lo dico io, va bene?" in risposta, la piccola aveva mosso la testa su e giù.

"A quanto pare hai fatto una corsetta e una macchina ti è venuta addosso. Ma non ti preoccupare, tra poco starai bene" lo sguardo fiducioso che quella piccola gli aveva rivolto lo aveva fatto sciogliere.

"Ti ricordi come ti chiami?" la bimba aveva annuito e, anticipandolo, aveva sillabato una parola, senza parlare: C-A-I-T-L-I-N. Alex aveva finalmente ripreso a respirare, dopo aver constatato che la memoria era intatta. Poi le labbra di Katie avevano pronunciato inaspettatamente altre due sillabe, che però lui aveva capito uglualmente: MAM-MA. Voleva sapere dove fosse la donna che sarebbe dovuta essere sempre a suo fianco e questo era legittimo, solo che lei lì non c'era e non c'era mai stata.

"Vuoi la mamma? Tra poco dovrebbe arrivare la nonna, va bene lo stesso?" la bambina lo aveva guardato, quasi con le lacrime agli occhi, ma alla fine aveva annuito. Forse lo aveva intuito già allora, che mamma e papà non sarebbero mai venuti a trovarla, ma quando la Elizabeth glielo aveva detto il suo cuore era andato in mille pezzi ugualmente.

La sera era arrivato un dottore alto e carino, che aveva detto di chiamarsi Derek: le aveva messo una luce cattiva negli occhi e le aveva fatto il solletico sotto ai piedi, ma poi le aveva sorriso. Dopo le aveva fatto stringere il pugno in un pallina, solo che quello non le era riuscito: Derek aveva scritto qualcosa sul suo tablet, ma aveva detto ai nonni che era normale e che avrebbe riacquistato in poco tempo tutte le capacità motorie.

Poi era arrivato anche Alex, che aveva mandato tutti a casa, nonni compresi, e che poi era stato con lei finché non si era addormentata: le aveva raccontato una bella storia, che però ora non ricorda perfettamente. Deve chiedergli di raccontargliela di nuovo, magari questa sera, se non si addormenta di nuovo in braccio a Aaron.

Intanto Karev urla e la distoglie dai suoi pensieri: "Che ne dici se ci fermiano?" lei scuote la testa, birichina, ma il suo Alex decide di fare di testa sua: un secondo dopo si stanno avvicinando alla coperta, barcollanti come ubriachi. E Jo pensa che sono fantastici, così si alza e si mette a correre loro incontro, poi afferra il suo fidanzato per la vita e, visto che lui non riesce a fermarla, finiscono rovinosamente a terra: ridono e si baciano, e lei pensa che non c'è un altro posto in cui vorrebbe essere in questo momento. Intanto Katie si è buttata sdraiata sulla coperta e vede il cielo azzurro girare e girare, mentre pensa che un pic-nic con mamma e papà non lo ha mai fatto. Però le piace: le piace stare all'aria aperta in mezzo al parco, le piacciono i panini che ha preparato assieme ad Amber qualche ora prima, le piace giocare con loro. Le vogliono tutti bene, in quella famiglia.



Dopo un pranzo sostanzioso e pieno di risate ritornano tutti a casa: in macchina continuano a cantare stupide canzoncine per bambini; Caitlin le adora, non smetterebbe mai, ma Alex continua a interromperla facendo lo stonato e sbagliando tutte le parole! Così, lei incrocia le braccia e mette il muso, zittendosi, ma lui dal sedile del guidatore guarda subito nello specchietto retrovisore e le fa una linguaccia: i loro occhi si incontrano, lei comincia a ridere e l'arrabbiatura scivola via tutta d'un colpo.

A casa si comportano come una normale famiglia: Amber e Jo lavano i piatti e le scodelle che sono stati utilizzati quella mattina, mentre chiacchierano animatamente tra loro, come se si conoscessero da una vita, e sono coordinate come se facessero le faccende di casa assieme da sempre. Alex, poco lontano, le guarda sorridendo, mentre è seduto davanti a Katie e la aiuta a fare i compiti. Aaron, però, come sempre, non è lì con loro: ha deciso di andare a fare quattro passi per schiarirsi un po' le idee; inoltre, odia l'allegria che c'è in quella casa!

Le due donne in cucina ridono e subito il padrone di casa chiede loro che cosa ci sia di così divertente, seguito subito da Katie, che ripete le sue parole pari pari.

"Nulla! Sono seria, non sentite?!" esclama la Wilson, ma dalla sua voce si percepisce chiaramente l'ilarità, che non è per niente scomparsa.

"Le stavo raccontando di quella volta che hai messo il pepe al posto del sale nella pasta!" ribatte Amber.

"Avevo dieci anni, diamine!"

"No... aspetta, hai davvero messo il pepe nella pasta?!" chiede a quel punto la specializzanda, al che il pediatra si batte una mano in fronte: non stavano parlando di questo e lui si è messo in ridicolo davanti alle sue donne.

"Neanche io metto il pepe nella pasta!" obietta a quel punto una Caitlin pensierosa, mentre la sorella Karev sta faticando a trattenersi dal ridere: ha scatenato una tempesta! Un po' si sente in colpa... o forse no!

"Piantatela! Signorina, tu finisci i compiti, che sennò non ti porto dalla nonna!" a questa parole la bimba ributta immediatamente la testa nel quaderno di matematica. Amber e Jo, però, ridacchiano ancora: "E voi due smettetela di confabulare alle mie spalle!" conclude.



Alcune ore Caitlin ha finito i compiti e, come promesso i suoi (forse) futuri genitori la portano dai nonni.

"Ciaoooooo!" esclama Katie, entrando nella stanza come un uragano e facendo sorridere rassegnati Elizabeth e Alfred, che si lasciano avvolgere dai baci e dagli abbracci della nipote.

"Buondì, gente! Katie, posso rubarti un attimo uno dei tuoi nonni?" entra anche Alex, dopo aver salutato Jo, che è corsa a vestirsi per iniziare il turno: starà in ospedale fino a domani pomeriggio.

"No" ribatte la bimba, secca: "I nonni sono tutti miei!" continua, arrampicandosi sul letto della nonna e stringendo allo stesso tempo la mano del nonno.

"Neanche due paroline piccole piccole?"

"Noo"

"Su, dai, piccola: il nonno ti porta un attimino a prendere una cioccolata al bar" interviene Elizabeth. La bimba sbuffa, ma si allontana con il nonno.

"Appena arriveranno al bar tornerà di corsa su senza prendere niente, quindi sarà di ritorno in meno di cinque minuti: ti conviene fare in fretta"

Karev sorride, mentre si avvicina:

"Non la conosco neanche un decimo di quanto la conosce Lei" osserva, sedendosi sulla sedia di fianco alla donna.

"Ti ricordo che mi occupo di lei da quando è nata... è normale, imparerete a conoscerla"

"Lo spero"

"Quindi avete optato per il sì?" chiede, andando dritta al punto.

"Sì. Le parla Lei?" la nonna annuisce, la sua Katie deve saperlo da loro, non deve sentirsi pugnalata alle spalle. In quel momento si sentono i passetti della piccola in questione provenire dal corridio: "Ci ha messo meno di quanto pensassi" borbotta la nonna, mentre la nipotina fa capolino nella stanza, seguita poco dopo dal nonno, che ha il fiatone.

"Alfred, caro, stai per caso diventando vecchio?" sbotta sua moglie, e per il tono con cui pronuncia queste parole fa ridere tutti.

In quel mentre arriva Meredith trafelata e si illumina, non appena vede Alex:

"Lo sapevo che ti avrei trovato qui!" l'interessato, Katie e i nonni si voltano, ma è il primo che parla:

"Te lo ha detto la Robbins, immagino" esclama, per poi aggiungere un: "Quella donna fiuta la mia presenza qui peggio di un segugio!" non appena il chirurgo generale annuisce tutti sorridono, ma la Grey si rabbuia subito:

"Sta operando ed è arrivato uno dei suoi ex piccoli pazienti con un'emorragia interna, chiede il tuo aiuto"

"Neanche fossi l'unico pediatra qui dentro!"

"Si fida solo di te. E lo sai"

Lui annuisce e alcuni minuti dopo i due chirurghi hanno già cominciato il loro intervento di urgenza sul piccolo John, un bimbo pieno di ricci biondi di soli cinque anni che è caduto dalla bicicletta ed è atterrato con lo stomaco sopra ad un palo. La donna alza per un attimo gli occhi dal paziente e si ferma a guardare l'amico, osservando come sia abile e sappia ormai destreggiarsi alla perfezione all'interno di quei piccoli corpi. Lei spesso ha paura di distruggerli: sono troppo piccoli rispetto ai suoi standard. E poi, operare un piccolo umano le fa quasi perdere il controllo: questo ha l'età della sua ZoZo, l'età della spensieratezza, dell'allegria e dei giochi insulsi, non l'età della morte. Dopo aver fatto un respiro profondo si rimette al lavoro: Karev la guarda, ha capito cosa le frulla per la testa, ma non dice nulla. Dopo un po' la Grey si accorge del fatto che c'è troppo silenzio: qualcosa non va.

"Parla Alex" lui, alzando gli occhi dall'addome del bambino, la guarda male.

"Dimmi quello che mi vuoi dire e falla finita, dannazione!" esclama lei, con tono isterico, in risposta.

"La pianti di usare quel tono da mammina con me, Mer?! Non sono più un bambino come Zola e Bailey, ti faccio notare" ribatte lui, alzando un sopracciglio, ma senza staccare gli occhi dal paziente.

"Celebralmente quando vuoi sì. Basta guardarti quando giochi con loro: uguali uguali, siete"

"Ma taci!" le intima lui, sospirando, ma con il sorriso sulle labbra: quanti anni sono passati, eppure loro due non smetteranno mai di prendersi in giro. Dopo questa parole il silenzio cala nella sala operatoria 2 e alla fine Alex fa un sonoro sbuffo: Meredith è un osso duro, finché lui non le dirà quello che gli frulla per la testa lei non mollerà la presa:

"Stiamo pensando di adottare Katie, ok?" rivela alla fine, stufo di quel clima da otumidiciquellochepensioionontirivolgeròmaipiùlaparola.

"Oh." la Grey rimane senza parole dalla sorpresa, poi si zittisce del tutto. Poco dopo, Karev sbuffa sonoramente:

"Dai, su dimmi cosa ne pensi" le dice, con tono quasi spazientito.

"Che ne pensano i nonni?"

"Ce lo hanno proposto loro ieri" ribatte lui: "Dobbiamo vedere se Katie è d'accordo, però"

"Non penso che sia quello il problema" ribatte lei con noncuranza: "Clamp" esclama poi, ma si vede che c'è qualcosa in questa storia che non la convince.

"E allora cosa ti turba, Mer?!" quasi urla lui, esasperato da quell'alone di mistero. Lei sospira, ma si decide a 'confessare':

"Dovete vedere se i nonni la hanno in adozione o in affido: se è affido bisogna avere il consenso dei genitori" in materia la sa decisamente lunga, visti i trascorsi, e sa che è per questo che Alex le ha chiesto consiglio. Lui, dal canto suo, invece che gridare contro tutto e tutti si chiude in un silenzio ostinato fino alla fine dell'intervento, concentrandosi solo sul piccolo umano che è sdraiato sul tavolo operatorio e sulla sua guarigione. La Grey rispetta la sua scelta, ma spesso alza gli occhi dal corpicino di John per posarli su quelli concentrati e all'apparenza non turbati dell'amico.

Dopo quasi due ore il bambino è stato ricucito e i suoi parametri vitali sono stabili. Alex e Meredith si stanno lavando: ridono per una battuta di lui, smorzando la tensione, ma presto Karev si rabbuia e lancia la cuffietta nel lavandino:

"Ma se i genitori non si trovano, diamine!" dice a denti stretti, le lacrime che premono per uscire e la rabbia che circola nelle vene. La Grey lo lascia sfogare, non dice nulla, ma prega un Dio che non è neanche sicura che ci sia di fare sì che le sue stupide previsioni non si avverino.



Intanto, in camera di nonna Torrance la piccola Katie è seduta a gambe incrociate ai piedi del letto e racconta a Elizabeth e ad Alfred la sua giornata a casa Karev: loro vedono i suoi occhi luminosi, come non sono mai stati, e lei sente chiaramente il materasso che si muove su e giù ogni volta che la nipote saltella in preda all'entusiasmo. Ad un tratto si zittisce, sembra pensierosa: la nonna è sul punto di chiederle che cosa stia macchinando in quella testolina, quando lei glielo dice:

"Domani vado a scuola con Alex, allora? Tu quando torni a casa?"

Elizabeth guarda Alfred e poi fa un respiro profondo:

"Se la dottoressa Torres mi dice che posso tornare a casa domani pomeriggio" curioso, a sentire quelle parole Caitlin sembra quasi dispiaciuta! Intanto la donna continua a parlare: "Ricordamelo che dopo faccio la carta al dottor Karev e alla dottoressa Wilson, così possono portarti a scuola e venire a prenderti. Questa notte, se ti va, dormi ancora da loro" in risposta lei annuisce con vigore e con un enorme sorriso sul volto. È arrivato il momento di dirle ciò che lei, suo marito e i due giovani stanno pianificando ormai da qualche giorno, ma Elizabeth non riesce a proferire parola, non riesce a dire alla sua nipotina che vuole 'liberarsi' di lei, un po' perché in fondo in fondo non vorrebbe farlo, anche se sa che è il meglio per lei, e un po' perché ha paura che la nipotina si senta tradita da due delle poche persone che ancora si prendono cura di lei. Fortunatamente Alefred le viene in aiuto:

"Ti piace stare da Alex, piccola?" le chiede con dolcezza.

"Sì, tantissimo. Però mi piace stare anche con voi, eh, non pensate che non vi voglio più bene!"

"Anche noi ti vogliamo bene, lo sai, vero?" risponde la nonna, al che la piccola raggiunge il suo volto e le schiocca un bacio grande grande sulla guancia:

"Certo che lo so!"

"Sai, tesoro, io e la nonna ci chiedevamo se volevi stare ancora un po' con Alex e Jo, visto che lei non potrà camminare per qualche tempo. Ma se vuoi puoi tornare da noi. Puoi fare quello che vuoi" a sentire quelle parole la bambina si rabbuia: ecco, i nonni stanno facendo come mamma e papà, la stanno abbandonando! Le lacrime premono per uscire, quando Jo fa capolino sulla soglia della stanza. La bambina nota subito la sua dottoressa preferita, scende dal letto e si tuffa tra le sue braccia. La donna la prende in braccio e la stringe a sè:

"Ehi, che succede?"

"I nonni non mi vogliono bene..." sussurra lei, mentre nonna Torrance le guarda preoccupata: hanno decisamente toccato un tasto dolente nel momento sbagliato.

"E perché mai?!" esclama la specializzanda.

"Hanno detto che non mi vogliono più nella loro casa, che vogliono che venga a vivere con te e Alex" continua, con lo stesso tono avvilito di poco prima.

"E per questo tu credi che non ti vogliano bene?!" ribatte l'altra, e la sente annuire: "Tesoro mio, ti sbagli proprio!" a queste parole la piccola alza la testa e la guarda negli occhi: le parole di Jo la hanno colpita.

"Proprio perché i nonni ti vogliono bene hanno pensato che, visto che con noi sei stata bene, potresi essere più felice. Non vorrebbero mandarti via, ma hanno pensato che se rimanessi lì con loro non riusirebbero a darti tante attenzioni: mi segui?" la bambina annuisce, incantata. Anche i nonni la fissano, seriamente colpiti dal modo in cui lei ha gestito la situazione.

"E poi, anche se verrai a stare con noi, non vorrà mica dire che tu dai nonni non ci andrai più, eh! Anzi, ti verranno a prendere a scuola taaaanto spesso. E, se vorrai, qualche volta potrai anche rimanere a dormire da loro" Katie continua a guardarla, ma appena l'altra smette di parlare si accoccola di nuovo contro il suo petto caldo.

"Ti voglio bene, Jo" le dice, poi si ricorda della nonna, così scende dalle braccia della specializzanda e corre da lei: non sale sul letto, ma si ferma lì sotto e la guarda negli occhi:

"Nonna, se vado da Alex e Jo tu non ti dimentichi di me, vero?" la donna la guarda, addolcita:

"Assolutamente no, ma che vai a pensare!" a quelle parole la bambina si volta:

"E tu, nonno?" lui si avvicina e la prende in braccio: "No, no, e poi no!" esclama.

"Allora vado a vivere con Alex, Jo, Amber e Aaron. Ma quando lavorano vengo sempre da voi, eh!" ribatte: è felice, sì sì, tanto felice! Non potrebbe desiderare una famiglia più bella della sua!





Angoletto della vostra cara Hope-barra-Gio:

Saalve, sono un poco in ritardo rispetto alle due settimane promesse: spero di rispettare questa scadenza per il prossimo capitolo, visto che ora sono in vacanza!

Oggi ho deciso di raccontarvi ancora qualche aneddoto su Katie: dopo la storia di papà e della sua nascita, è la volta del risveglio dal coma! Spero vi sia piaciuto ;)

In più, dopo un magnifico pic-nic, la piccolina ha accettato la proposta. Solo che non sarebbe da me non complicare le cose... quindi ci ho aggiunto le parole di Meredith!

Ricordate che le recensioni sono sempre gradite! Potete anche tirarmi i pomodori, se volete! ;)

Al prossimo e Buone Feste!

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Grey's Anatomy / Vai alla pagina dell'autore: _only_ hope_