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Autore: bessielizzie    23/12/2014    3 recensioni
Questa è la mia prima shot sulla coppia Renesmee e Jacob ed entrambi sono umani. Il racconto è ambientato nell'Italia della prima guerra mondiale, per la precisione nel primo anno di guerra per l'Italia. Jacob sta per partire per il fronte e Renesmee è incinta. Qui verrà narrata la tensione di Renesmee e il susseguirsi degli eventi, il parto del piccolo è alle porte ma Jacob riuscirà a conoscere il piccolo?
Genere: Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Renesmee Cullen | Coppie: Jacob/Renesmee
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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RESISTRE







Resistere per amore.

Italia 1915.

 

Renesmee.

 

La convocazione alle armi era arrivata anche per il mio amato Jacob e la tensione per le sue sorti non erano buone per il mio stato, in effetti avevo scoperto di essere in dolce attesa nel momento peggiore.

Io e mio marito eravamo anche dei proprietari di un piccolo panificio che ci dava il giusto per vivere e sfamare gli abitanti di un piccolo paesino che ben presto sarebbe diventato zona di fronte.

Era trascorso un anno da quando questo nuovo conflitto sconvolse l’Europa e avevo sperato che la nostra amata nazione continuasse a rimanere neutrale, ma le mie speranze furono rese vane dal patto di Londra del 26 aprile 1915 e con la successiva dichiarazione di guerra all’impero austro ungarico il 23 maggio dello stesso anno. Quest’entrata in guerra fu un trionfo per l’interventismo italiano guidati da Sidney Sonnino e Cesare Battisti, ma per me fu una sconfitta. A me non interessava se questa guerra avrebbe portato l’acquisizione di nuovi territori per la nostra patria, non mi interessavano i risvolti politici e nemmeno la completa unificazione della nostra nazione per me l’essenziale era Jacob e che conoscesse il suo piccolo che portavo in grembo.

Promettimi che ti prenderai cura di te e del nostro piccolo” mi chiese mio marito prima di partire per il fronte.

Si, lo prometto. Però promettimi di ritornare da noi a conoscere il piccolo e di darmi tue notizie appena ti è possibile.” Gli risposi con le lacrime agli occhi anche perché temevo che quella sarebbe stata l’ultima volta che lo avrei rivisto.

“Mia amata Renesmee, ti prometto che farò il possibile per ritornare da voi e per conoscere il piccolo.”

“Pensi che sarà maschio?”

“Lo spero così e se sfortunatamente non dovessi ritornare lui si prenderà cura di te. Però non è molto importante se sarà maschio o femmina, per me è fondamentale che questo piccolo o piccola non dovrà conoscere quest’immane tragedia. Se non dovessi ritornare raccontagli chi ero, ma specialmente insegnagli ad essere una persona giusta e a lottare per gli ideali che ora sono venuti a mancare”

“Mi hai appena promesso che ritornerai, perché ora fai questi discorsi?”

“Io farò il possibile per ritornare, ma questa è la guerra Renesmee. Devi essere preparata a tutte le eventualità quindi se non dovessi ritornare, se mi dovessero dare per disperso, ti supplico non mi aspettare per tutta la vita perché non riuscirei riposare in pace sapendoti infelice.”

“Te lo prometto, amore. Prima di partire dobbiamo fare un’ultima cosa insieme.”

“Cosa sarebbe?”

“Come chiamiamo il piccolo?”

“Ah quello! Penso a Sara Isabella come le nostre madri” me lo disse con uno dei suoi probabili ultimi sorrisi sghembi che mi sarebbero tremendamente mancati.

Mi piacciono questi due nomi, ma se fosse un maschietto come vorresti chiamarlo? Io ho pensato ad Edward Jacob come gli uomini più importanti della mia vita, ti piace?”

“Aspetta. Gli uomini più importanti della tua vita, chi sono?” disse Jacob scherzando e capì che lo stava facendo per cancellare la tensione che c’era in quell’ipotetico addio.

“Ti sembra il momento di scherzare questo? Lo sai che tu e mio padre siete gli uomini più importanti della mia vita. Spero che ritornerete entrambi dal fronte.”

“Lo spero anch’io e poi lo sai che tuo padre non si sarebbe perso questo conflitto. Ci vogliono dei buoni medici al fronte”

“Lo so. Solo che è duro dire addio in pochi giorni agli uomini più importanti della mia vita per un’inutile tragedia.”

“La vita è difficile specialmente in questo periodo. So che sei una donna forte e che affronterai questo periodo a testa alta. Ti prometto che ritornerò come lo farà anche tuo padre.”

 

Dopo quella conversazione ci baciamo e fu un lungo bacio pieno di nostalgia, di ansia, ma specialmente di timore di non rivedersi mai più. Da quel giorno erano trascorse delle settimane e la prima missiva di mio marito non era ancora arrivata, perciò stavo già pensando a situazioni più tragiche e temevo l’arrivo di una lettera che mi annunciava la caduta in combattimento di Jacob o di mio padre.

Qualche giorno più tardi arrivò una missiva e piansi tutte le lacrime che avevo per la gioia di ricevere notizie dal mio amato.

 

Cara Renesmee.

Mi dispiace non averti potuto scrivere prima, ma qui la situazione è drammatica. Tuo padre sta lottando ogni giorno per strappare una vita dalle mani della morte, ma non sempre ci riesce. Io sono stato assegnato al quinto reggimento di sussistenza militare del regio esercito con distaccamento di Mantova.

Con affetto il tuo Jacob.

 

Dopo quella prima missiva ne seguirono altre e io e ma madre ne fummo molto sollevate, finché ricevevo sue notizie per quanto lontani eravamo ero felice perché avevo la consapevolezza che lui era vivo.

La gravidanza procedeva bene e ad ogni sua lettera la speranza di rivederlo al momento del parto aumentava, ma quello che la guerra sarebbe stato un conflitto veloce svaniva di giorno in giorno. Questo conflitto che perversava nell’Europa da oltre un anno avrebbe dovuto essere una guerra lampo, ma ormai era ben chiaro che sarebbe stato uno scontro di posizione dove si conquistavano pochi metri per perderli il giorno successivo a discapito di molte vittime e ogni giorno ero in ansia per le sorti del mio amato marito e questo non faceva bene per la mia gravidanza anche se procedeva tutto bene.

Ogni singolo giorno pregavo di rivedere il mio amato marito e allo stesso tempo di vedere il mio piccolo, il parto doveva avvenire verso natale.

I mesi trascorrevano nell’incertezza di rivedere il ritorno del mio amato marito, ma le sue epistole mi rendevano fiduciosa nel suo ritorno, e nella consapevolezza che a poca distanza dove mi trovavo infuriava un’inutile tragedia. Con l’entrata in guerra i gerarchi del regio esercito speravano in un effetto a sorpresa verso i nemici che fino a pochi mesi prima erano stati nostri alleati.

Per quanto poco mi interessasse la politica temevo che i nostri nemici si vendicassero del nostro tradimento, purtroppo i miei più oscuri presentimenti si concretizzarono con la spedizione punitiva da parte dell’esercito imperiale austro ungarico.

Durante quei giorni aspettavo con ansia l’arrivo d’informazioni di qualsiasi genere: giornali, missive, telegrammi…ma niente.

Quei giorni furono i più tragici della mia vita dal mio amato marito non avevo più notizie da settimane, i miei suoceri e i mia madre mi consigliarono riposo assoluto per un rischio di aborto. Dai giornali si avevano poche notizie anche se intuivo il motivo.

Finalmente quei giorni finirono con un bollettino dell’esercito.

«L’incessante azione offensiva nel Trentino è stata dalle nostre truppe nettamente arrestata lungo tutta la fronte d’attacco».

Dopo quel bollettino ricevetti una missiva dall’esercito regio il quale mi informava che il cavaliere Jacob Black, di origine italo- americane, era stato ferito in combattimento. Mi senti raggelare l’anima temendo che la situazione fosse peggiore da quella descritta.

Fortunatamente la situazione non era grave quanto pensavo, e fu anche un telegramma di mio padre a rassicurarmi, ma io volevo muovermi e non potevo farlo per il mio stato interessante, ma le condizioni di salute di mio marito iniziarono a migliorare come ad arrivare sue notizie.

Lentamente si stava avvicinando il momento del parto e quello sarebbe stato un natale da un gusto agrodolce per l’incertezza della presenza del padre del nascituro.

Il giorno del parto arrivò come i dolori lancinanti con sentimenti contrastanti di gioia per l’imminente arrivo e la tristezza per l’assenza dell’uomo della mia vita. Ero in preda alle doglie quando la porta di casa si aprì rivelando l’arrivo del mio amato marito mezzo accecato dalle ferite.

“Qualsiasi guerra non mi avrebbe separato da te, non in questo momento!”

“Jacob…” riuscì a dire molto commossa e dolorante.

Alla fine di un lungo travaglio nacque il piccolo Edward Jacob e quello fu il mio piccolo miracolo di natale poter avere mio marito in congedo e il piccolo tra le nostra braccia.







Angolo molto  personale: I protagonisti di questa breve storia sono realmente esistiti e sono dei miei parenti, per privacy ho deciso di non inserire i veri nomi.

Tempo fa avevo trovato delle lettere dei miei bisnonni durante il primo conflitto mondiale, ma la storia qui narrata è il mio modo di ricostruire quello che hanno vissuto i miei antenati. Quindi dedico questa storia ai miei bisnonni e ai loro figli, specialmente il più piccolo: mio nonno. Non so come sono andate veramente le cose o come hanno vissuto quel conflitto i miei bisnonni perchè  non ho avuto la fortuna di conoscerli. Io so che il mio bisnonno è ritornato che era anche graduato, se non fosse ritornato io non sarei qui a raccontarvi questa storia anche perchè  mio nonno è stato  l'ultimo dei figli ed è nato  20 anni dopo questi fatti, lui è stato uno degli uomini più importanti della mia vita. 

Volevo ringraziare SweetLuna per avermi fatto notare alcuni errori

 


   
 
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