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Autore: Butterfly8    23/12/2014    3 recensioni
La mia storia inizia dodici anni dopo, all'incirca quando Betty dovrebbe avere quarant'anni.... Ho considerato che siano passati più o meno dodici anni dal matrimonio e non ho modificato la storia del sequel Ecomoda.Insomma l'ho pensata così.
E' una storia che si basa prevalentemente sull'interiorità dei personaggi e poi ... stravolgerò uno dei personaggi più inespressi e sufficientemente indagati della saga: Daniele Valencia. Buona lettura .... aspetto le vostre recensioni, critiche e suggerimenti
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Emozioni'
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“No.”
“Si esci! Hai una relazione con quella donna!” mi urla lei.
“No. Non puoi accusarmi di una cosa del genere e poi neanche permettermi di spiegarti. Quelle mail non sono duecento e non sono la prova di nessuna relazione” le dico.
“Non ti credo!” mi dice “Hai baciato quella donna!” ritorce contro di me
“Ma non ha significato niente. Non so più come dirtelo” quasi urlo io.
“Usciamo da qui perché svegliamo la bambina” mi dice Betty piuttosto turbata. Andiamo a discutere nel nostro salotto.
“Tieni, controlla pure il mio tablet” le dico posandoglielo in mano. “Parliamo solo delle nostre vite. Della sua. Ha una tragica esperienza alle spalle. E di Parker e di te. Come due buoni amici.”
“Due buoni amici che però si sono baciati … comunque non voglio saperne niente”
“Come devo dirtelo che quel bacio non ha significato niente?Davvero non vuoi saperne? Perché mi hai preso il telefonino dalla tasca allora?”
“Non posso credere a quello che sento. Come fa a non significare niente un bacio?”
“Per te cosa ha significato baciare Daniele?” le chiedo. Forse era meglio non farlo ma visto che stiamo giocando a carte scoperte … meglio chiarire. Non so se voglio sentire la risposta.
“Rispondimi sinceramente” dico invece.
“Non penso che tu voglia saperlo davvero. I problemi tra di noi non sono questi, dal momento che io non ho avuto una storia di un anno con Daniele fatta di … come ha detto Mario? Sesso a tutta birra e impegno zero!”
“Mario dice un cumulo di sciocchezze! E poi sono passati vent’anni da quella storia. Le nostre vite sono andate avanti. E comunque non cambiare argomento. Dimmi cosa ha significato per te baciare Daniele!”
“E da dove viene il tuo improvviso interesse per l’argomento? Ho cercato di spiegartelo molte volte ma tu non hai mai voluto ascoltarmi!” mi dice.
“Non credi che sarebbe ora di smettere di farsi la guerra e di capire se sia il caso di dare davvero una chance al nostro matrimonio?” le dico.
“Non posso credere che tu stia dicendo sul serio?” mi dice. Questa cosa un po’ mi ferisce.
“Prima di stasera non avevo avuto la piena consapevolezza di cosa significasse lasciarti andare. Quando sei uscita di casa e io non sapevo dove stessi andando sono stato colto dal panico, dal terrore, come quello che ho provato quando tu eri a Cartagena e io non sapevo dove fossi. Al solo pensiero che un altro uomo possa invitarti a uscire, oppure possa prendere il mio posto, mi manca l’aria.”
“Quindi?” mi dice quasi con crudeltà
“Quindi Betty, smettila immediatamente di parlarmi con quel tono di voce, come se stessi dicendo un cumulo di sciocchezze. Oppure per te il nostro matrimonio è davvero finito?”
Possibile che io non abbia più nemmeno un Jolly da giocare con lei?
“Mi hai fatto molto male Armando” mi dice
“E anche tu ne hai fatto a me! Come nessuno aveva mai fatto!” aggiungo io
“Mi dispiace. Non sono riuscita ad evitarlo. Ma tu, mi hai detto delle cose terribili. Non ti fidi di me. Io non ti piaccio più, hai baciato Faith per farmi un dispetto … Non so se riesco a superare tutto di nuovo!” mi urla quasi.
“Ma non è vero che non mi fido di te Betty! Non puoi aver pensato che dicessi sul serio! Ero arrabbiato e ferito. E in quei momenti si dicono un sacco di stupidaggini. L’unica verità è che io ti amo!”
Lei si gira verso di me e mi guarda di traverso. “Una volta mi amavi, quando ero come volevi tu. Adesso sei solo orgoglioso e non vuoi che io vada via perché sei abituato alla mia presenza … tu in realtà non mi stimi. Me lo hai detto chiaramente. E come puoi amare una persona che non stimi?” mi dice implacabile.
So di meritarmi la durezza delle sue parole però al tempo stesso sono ingiuste perché io la amo veramente. È lei non può far finta che non sia vero.
“Non è vero quello che dici. Insomma è vero a metà. Tu pensi che io non ti ami per davvero? Pensi che alla prima vera divisione tra di noi io smetta di amarti, così di punto in bianco? … chi pensi che io sia? Tu sai benissimo che in tutto questo tempo io ti ho amato! E se pensi che non sia vero sei tu che non hai mai amato me!!”
Oddio questa discussione sta trascendendo in maniera fatale per la nostra storia.
“Come puoi credere che io non ti ami?” le chiedo
La vedo turbata. La guardo. 
Quando l’ho scelta come mia moglie non pensavo che avremmo mai avuto una discussione simile. Ero sicuro che le fondamenta del nostro amore fossero solide avendo superato tutto quello che ci è successo. Invece ora mi accorgo che sono stato io a mettere a repentaglio queste fondamenta perché … volevo dimostrare a me stesso di potercela fare anche da solo, volevo dimostrare a me stesso e a lei che aveva fatto bene a scegliere me … come se il successo professionale potesse essere importante perché lei mi amasse!
Dalla sera in cui Mario mi ha detto che mi sono messo in competizione con lei, non faccio che pensare alle sue parole! Dannazione, c’ha preso in pieno!
“Tu non sai quanto mi è costato anni fa, accettare che tu mi amassi per davvero! Ne ho dubitato per tantissimo tempo. E il mio dubbio era lecito allora. Figurati adesso. Tu sei sicuro di amare me? E non l’idea che tu hai di me?” mi chiede.
“Betty, queste sono stupidaggini da romanzetti da quattro soldi! Con chi ho trascorso gli ultimi dieci anni della mia vita? Con te o con l’idea che ho di te?” le chiedo “Che diamine, abbiamo avuto tre figli, credi che se io non ti  avessi amata sarebbe stato possibile?”. Non riesco più a sostenere questa conversazione. È come se lei volesse a tutti i costi dimostrare che non la amo. Un dubbio mi viene in mente. Che sia lei a non amarmi più?
“Betty, tu mi ami ancora? Non so perché ma ho la sensazione che tu non voglia salvare il nostro matrimonio e la nostra famiglia.”
Mi guarda con le lacrime agli occhi. Ho paura della risposta che mi darà. Se dovesse dirmi di no … io ne morirei. 
Ho avuto un centinaio di avventure, qualche storia seria e per nessuna ho mai provato quello che provo per lei e questo non riesco a farlo cambiare. Lei è per me come l’aria che respiro. Mi è costato accettare che questo non fosse cambiato. C’è stato un momento in cui ho pensato che avremmo potuto separare le nostre vite. Un periodo in cui ero deluso e arrabbiato per la storia con Daniele, per le mie responsabilità che non vedevo! Ma poi è nata Aurora. Mi si è gelato il sangue all’idea di non poter stare più con Betty. Solo che lei è stata irremovibile nel non parlarmi. Testarda come solo lei sa essere. Anche se la storia di Daniele non l’ho davvero digerita. So che dobbiamo risolvere un sacco di questioni ma prima di tutto dobbiamo decidere di restare insieme. E non capisco perché non mi risponda.
“Come hai fatto a sapere del Premio?” mi chiede invece.

 
Qualche ora prima
“Armando, io questa sera dovrei uscire con le ragazze, quindi puoi restare con i bambini?” mi chiede Betty.
“E dove andate?” le ho chiesto io.
“Non penso che ti interessi!” mi ha risposto lei. Risposta che mi ha fatto infuriare. “Devi solo dirmi se resti con i bambini, altrimenti lo chiedo a mia madre!”
“Ok, resto con i bambini” ho capitolato.
Quando ha iniziato a prepararsi ho notato che c’era qualcosa che non andava. Troppo elegante per uscire con la banda. Indossava un tubino di velluto nero, con le maniche e una scollatura a barca, leggermente sopra il ginocchio, scarpe con un tacco vertiginoso, calze velate. ‘No e poi no. Non si sta preparando per uscire con la banda delle racchie. È troppo elegante. È bellissima. È uno splendore’ ho pensato. ‘E se invece uscisse con un uomo???’
La  guardo e sento che sto per esplodere di gelosia. Dove sta andando? Con chi sta uscendo per davvero?
I rapporti tra di noi sono freddi, quasi gelati direi, penso che tra di noi sono stati così solo un’altra volta, quando è tornata da Cartagena, se non ho mollato all’epoca che non eravamo sposati da dodici anni, né avevamo tre figli, figurati se posso mollare adesso. Lei è mia, solo mia. Se c’è qualche sprovveduto che vuole mettersi tra di noi lo faccio fuori.
Sono entrato nella nostra stanza, dove lei stava indossando le scarpe dal tacco vertiginoso. Io avevo in braccio Aurora. “Non vuoi dirmi dove stai andando? Non crederai che mi beva la storia che esci con le ragazze? Sei troppo elegante per un’uscita con loro!” le ho detto.
“Cosa faccio, non ti riguarda. Con chi esco non ti riguarda. La mia vita non ti riguarda!” mi ha risposto acidamente. Se solo sapesse quanto ho voglia di toglierle quel vestito e chiuderci nella nostra stanza non parlerebbe così.
“Sei la madre dei miei figli! La tua vita mi riguarderà sempre!!” le ho risposto. “Con chi esci? Betty, lo sai che sono geloso!! Non puoi farmi una cosa del genere. Non ci siamo nemmeno lasciati!”
“Ti ho detto che non ti riguarda” mi ha risposto indossando il soprabito. Ha dato un bacio ad Aurora che dormiva tra le mie braccia ed è andata a salutare Cami e Roberto in salotto.
“Mamma, ma sei bellissima” le ha detto Roberto.
“Grazie amore mio. Anche tu sei bellissimo” gli ha detto lei e poi ha aggiunto “allora fate i bravi con papà, non fatelo arrabbiare. Io torno presto!” ed è uscita.
La sola idea di non sapere dove stesse andando mi ha quasi ucciso. L’idea che poteva avere una relazione con un altro mi ha fatto drizzare i capelli sulla nuca. “Papà” mi chiama Cami
“Si tesoro” le rispondo.
“Senti, ti ricordi il nostro patto?”
Il nostro patto. Quello che abbiamo fatto la sera in cui è nata Aurora e lei mi ha chiesto se sarei tornato a casa. Quando mi ha detto che lei vuole la sua famiglia unita. Le ho spiegato che io e Betty avevamo litigato e che la colpa era anche mia e che la mamma era ancora così arrabbiata che non voleva fare pace con me. Abbiamo deciso, da padre a figlia, che avremmo fatto di tutto affinchè io e Betty ci riappacificassimo. Lei e Roberto sono stati fantastici. Lo so che non bisogna strumentalizzare i propri figli. Ma io non ho fatto così … sono stati loro che sono venuti da me e parlando abbiamo capito di avere un obiettivo comune. Ricostruire la nostra famiglia. Così loro hanno chiesto a Betty che io tornassi a casa per le vacanze natalizie.
“Certo” le ho detto.
“Ecco, guarda dov’è andata la mamma!” mi ha porto un a busta in cui c’è scritto
Ill.ma Beatriz Pinzon Mendoza e consorte. Ho tirato fuori il cartoncino e ho letto. Associazione donne colombiane, premio internazionale etc.
“Come hai fatto a prenderlo?” ho chiesto a mia figlia.
“Sono tanti giorni che la mamma lo tiene nella borsa. L’ho visto per caso. Mi piaceva la busta dorata e allora l’ho letto. Tu prima le hai chiesto dove andava!” mi ha detto.
“Hai sentito!?” le ho chiesto. “Cami lo sai che non si spia!”
“Tu e la mamma lo fate sempre” ha ribattuto lei con un’alzata di spalle. “Non è vero che usciva con le sue amiche. Ci va con zio Nicolas” ha continuato.
“E tu come lo sai?” le ho chiesto
“L’ho sentita che parlava al telefono. Però sulla busta c’è scritto consorte. Ho guardato sul dizionario, perché non volevo farmi scoprire. Mi sa che il consorte sei tu. Devi andare tu con la mamma” mi ha detto.
“Ma io non ho figlia normale, ho una spia della CIA in famiglia!” le ho detto abbracciandola e coprendola di baci, fino a farla sorridere.
Abbiamo organizzato un piano perfetto. Lei ha chiamato mia sorella per chiederle di venire qui a casa nostra. Io ho chiamato Nicolas dicendogli di non andare al Gala perché ci andavo io. Naturalmente lui mi ha detto che non poteva ‘tradire’ Betty in questo modo. Allora io ho minacciato di prenderlo nuovamente a pugni e di usare tutta la mia influenza per lasciarlo senza lavoro e senza che nessuno lo assumesse mai più da nessuna parte. So essere convincente quando voglio. Lui mi ha risposto sorridendo che preferiva vedersela con l’ira di Betty che con la mia.

   
 
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