“No.”
“Si esci! Hai una
relazione con quella donna!” mi urla lei.
“No. Non puoi
accusarmi di una cosa del genere e poi neanche permettermi di
spiegarti. Quelle
mail non sono duecento e non sono la prova di nessuna
relazione” le dico.
“Non ti credo!” mi
dice “Hai baciato quella donna!” ritorce contro di
me
“Ma non ha significato
niente. Non so più come dirtelo” quasi urlo io.
“Usciamo da qui perché
svegliamo la bambina” mi dice Betty piuttosto turbata.
Andiamo a discutere nel
nostro salotto.
“Tieni, controlla pure
il mio tablet” le dico posandoglielo in mano.
“Parliamo solo delle nostre vite.
Della sua. Ha una tragica esperienza alle spalle. E di Parker e di te.
Come due
buoni amici.”
“Due buoni amici che
però si sono baciati … comunque non voglio
saperne niente”
“Come devo dirtelo che
quel bacio non ha significato niente?Davvero non vuoi saperne?
Perché mi hai preso
il telefonino dalla tasca allora?”
“Non posso credere a
quello che sento. Come fa a non significare niente un bacio?”
“Per te cosa ha
significato baciare Daniele?” le chiedo. Forse era meglio non
farlo ma visto
che stiamo giocando a carte scoperte … meglio chiarire. Non
so se voglio
sentire la risposta.
“Rispondimi
sinceramente” dico invece.
“Non penso che tu
voglia saperlo davvero. I problemi tra di noi non sono questi, dal
momento che
io non ho avuto una storia di un anno con Daniele fatta di …
come ha detto
Mario? Sesso a tutta birra e impegno zero!”
“Mario dice un cumulo
di sciocchezze! E poi sono passati vent’anni da quella
storia. Le nostre vite
sono andate avanti. E comunque non cambiare argomento. Dimmi cosa ha
significato per te baciare Daniele!”
“E da dove viene il
tuo improvviso interesse per l’argomento? Ho cercato di
spiegartelo molte volte
ma tu non hai mai voluto ascoltarmi!” mi dice.
“Non credi che sarebbe
ora di smettere di farsi la guerra e di capire se sia il caso di dare
davvero
una chance al nostro matrimonio?” le dico.
“Non posso credere che
tu stia dicendo sul serio?” mi dice. Questa cosa un
po’ mi ferisce.
“Prima di stasera non
avevo avuto la piena consapevolezza di cosa significasse lasciarti
andare.
Quando sei uscita di casa e io non sapevo dove stessi andando sono
stato colto
dal panico, dal terrore, come quello che ho provato quando tu eri a
Cartagena e
io non sapevo dove fossi. Al solo pensiero che un altro uomo possa
invitarti a
uscire, oppure possa prendere il mio posto, mi manca
l’aria.”
“Quindi?” mi dice
quasi con crudeltà
“Quindi Betty,
smettila immediatamente di parlarmi con quel tono di voce, come se
stessi
dicendo un cumulo di sciocchezze. Oppure per te il nostro matrimonio
è davvero
finito?”
Possibile che io non
abbia più nemmeno un Jolly da giocare con lei?
“Mi hai fatto molto
male Armando” mi dice
“E anche tu ne hai
fatto a me! Come nessuno aveva mai fatto!” aggiungo io
“Mi dispiace. Non sono
riuscita ad evitarlo. Ma tu, mi hai detto delle cose terribili. Non ti
fidi di
me. Io non ti piaccio più, hai baciato Faith per farmi un
dispetto … Non so se
riesco a superare tutto di nuovo!” mi urla quasi.
“Ma non è vero che non
mi fido di te Betty! Non puoi aver pensato che dicessi sul serio! Ero
arrabbiato e ferito. E in quei momenti si dicono un sacco di
stupidaggini.
L’unica verità è che io ti
amo!”
Lei si gira verso di
me e mi guarda di traverso. “Una volta mi amavi, quando ero
come volevi tu.
Adesso sei solo orgoglioso e non vuoi che io vada via perché
sei abituato alla
mia presenza … tu in realtà non mi stimi. Me lo
hai detto chiaramente. E come
puoi amare una persona che non stimi?” mi dice implacabile.
So di meritarmi la
durezza delle sue parole però al tempo stesso sono ingiuste
perché io la amo
veramente. È lei non può far finta che non sia
vero.
“Non è vero quello che
dici. Insomma è vero a metà. Tu pensi che io non
ti ami per davvero? Pensi che
alla prima vera divisione tra di noi io smetta di amarti,
così di punto in
bianco? … chi pensi che io sia? Tu sai benissimo che in
tutto questo tempo io
ti ho amato! E se pensi che non sia vero sei tu che non hai mai amato
me!!”
Oddio questa
discussione sta trascendendo in maniera fatale per la nostra storia.
“Come puoi credere che
io non ti ami?” le chiedo
La vedo turbata. La
guardo.
Quando l’ho scelta come mia moglie non pensavo che avremmo
mai avuto
una discussione simile. Ero sicuro che le fondamenta del nostro amore
fossero
solide avendo superato tutto quello che ci è successo.
Invece ora mi accorgo
che sono stato io a mettere a repentaglio queste fondamenta
perché … volevo
dimostrare a me stesso di potercela fare anche da solo, volevo
dimostrare a me
stesso e a lei che aveva fatto bene a scegliere me … come se
il successo
professionale potesse essere importante perché lei mi amasse!
Dalla sera in cui Mario
mi ha detto che mi sono messo in competizione con lei, non faccio che
pensare
alle sue parole! Dannazione, c’ha preso in pieno!
“Tu non sai quanto mi
è costato anni fa, accettare che tu mi amassi per davvero!
Ne ho dubitato per
tantissimo tempo. E il mio dubbio era lecito allora. Figurati adesso.
Tu sei
sicuro di amare me? E non l’idea che tu hai di me?”
mi chiede.
“Betty, queste sono
stupidaggini da romanzetti da quattro soldi! Con chi ho trascorso gli
ultimi
dieci anni della mia vita? Con te o con l’idea che ho di
te?” le chiedo “Che
diamine, abbiamo avuto tre figli, credi che se io non ti avessi amata sarebbe stato
possibile?”. Non
riesco più a sostenere questa conversazione. È
come se lei volesse a tutti i
costi dimostrare che non la amo. Un dubbio mi viene in mente. Che sia
lei a non
amarmi più?
“Betty, tu mi ami
ancora? Non so perché ma ho la sensazione che tu non voglia
salvare il nostro
matrimonio e la nostra famiglia.”
Mi guarda con le
lacrime agli occhi. Ho paura della risposta che mi darà. Se
dovesse dirmi di no
… io ne morirei.
Ho avuto un centinaio di avventure, qualche storia seria e per
nessuna ho mai provato quello che provo per lei e questo non riesco a
farlo cambiare.
Lei è per me come l’aria che respiro. Mi
è costato accettare che questo non
fosse cambiato. C’è stato un momento in cui ho
pensato che avremmo potuto
separare le nostre vite. Un periodo in cui ero deluso e arrabbiato per
la
storia con Daniele, per le mie responsabilità che non
vedevo! Ma poi è nata
Aurora. Mi si è gelato il sangue all’idea di non
poter stare più con Betty.
Solo che lei è stata irremovibile nel non parlarmi. Testarda
come solo lei sa
essere. Anche se la storia di Daniele non l’ho davvero
digerita. So che
dobbiamo risolvere un sacco di questioni ma prima di tutto dobbiamo
decidere di
restare insieme. E non capisco perché non mi risponda.
“Come hai fatto a
sapere del Premio?” mi chiede invece.
Qualche ora prima
“Armando,
io questa
sera dovrei uscire con le ragazze, quindi puoi restare con i
bambini?” mi
chiede Betty.
“E dove andate?” le ho
chiesto io.
“Non penso che ti
interessi!” mi ha risposto lei. Risposta che mi ha fatto
infuriare. “Devi solo
dirmi se resti con i bambini, altrimenti lo chiedo a mia
madre!”
“Ok, resto con i
bambini” ho capitolato.
Quando ha iniziato a
prepararsi ho notato che c’era qualcosa che non andava.
Troppo elegante per
uscire con la banda. Indossava un tubino di velluto nero, con le
maniche e una
scollatura a barca, leggermente sopra il ginocchio, scarpe con un tacco
vertiginoso, calze velate. ‘No e poi no. Non si sta
preparando per uscire con
la banda delle racchie. È troppo elegante. È
bellissima. È uno splendore’ ho
pensato. ‘E se invece uscisse con un uomo???’
La guardo e sento
che sto per esplodere di
gelosia. Dove sta andando? Con chi sta uscendo per davvero?
I rapporti tra di noi
sono freddi, quasi gelati direi, penso che tra di noi sono stati
così solo
un’altra volta, quando è tornata da Cartagena, se
non ho mollato all’epoca che
non eravamo sposati da dodici anni, né avevamo tre figli,
figurati se posso
mollare adesso. Lei è mia, solo mia. Se
c’è qualche sprovveduto che vuole
mettersi tra di noi lo faccio fuori.
Sono entrato nella
nostra stanza, dove lei stava indossando le scarpe dal tacco
vertiginoso. Io
avevo in braccio Aurora. “Non vuoi dirmi dove stai andando?
Non crederai che mi
beva la storia che esci con le ragazze? Sei troppo elegante per
un’uscita con
loro!” le ho detto.
“Cosa faccio, non ti
riguarda. Con chi esco non ti riguarda. La mia vita non ti
riguarda!” mi ha risposto
acidamente. Se solo sapesse quanto ho voglia di toglierle quel vestito
e
chiuderci nella nostra stanza non parlerebbe così.
“Sei la madre dei miei
figli! La tua vita mi riguarderà sempre!!” le ho
risposto. “Con chi esci?
Betty, lo sai che sono geloso!! Non puoi farmi una cosa del genere. Non
ci
siamo nemmeno lasciati!”
“Ti ho detto che non
ti riguarda” mi ha risposto indossando il soprabito. Ha dato
un bacio ad Aurora
che dormiva tra le mie braccia ed è andata a salutare Cami e
Roberto in
salotto.
“Mamma, ma sei
bellissima” le ha detto Roberto.
“Grazie amore mio.
Anche tu sei bellissimo” gli ha detto lei e poi ha aggiunto
“allora fate i
bravi con papà, non fatelo arrabbiare. Io torno
presto!” ed è uscita.
La sola idea di non
sapere dove stesse andando mi ha quasi ucciso. L’idea che
poteva avere una
relazione con un altro mi ha fatto drizzare i capelli sulla nuca.
“Si tesoro” le
rispondo.
“Senti, ti ricordi il
nostro patto?”
Il nostro patto.
Quello che abbiamo fatto la sera in cui è nata Aurora e lei
mi ha chiesto se
sarei tornato a casa. Quando mi ha detto che lei vuole la sua famiglia
unita.
Le ho spiegato che io e Betty avevamo litigato e che la colpa era anche
mia e
che la mamma era ancora così arrabbiata che non voleva fare
pace con me. Abbiamo
deciso, da padre a figlia, che avremmo fatto di tutto
affinchè io e Betty ci
riappacificassimo. Lei e Roberto sono stati fantastici. Lo so che non
bisogna
strumentalizzare i propri figli. Ma io non ho fatto così
… sono stati loro che
sono venuti da me e parlando abbiamo capito di avere un obiettivo
comune.
Ricostruire la nostra famiglia. Così loro hanno chiesto a
Betty che io tornassi
a casa per le vacanze natalizie.
“Certo” le ho detto.
“Ecco, guarda dov’è
andata la mamma!” mi ha porto un a busta in cui
c’è scritto Ill.ma
Beatriz Pinzon Mendoza e consorte. Ho tirato fuori
il cartoncino e
ho letto. Associazione donne colombiane, premio internazionale etc.
“Come hai fatto a prenderlo?” ho chiesto a mia
figlia.
“Sono tanti giorni che la mamma lo tiene nella borsa.
L’ho visto per
caso. Mi piaceva la busta dorata e allora l’ho letto. Tu
prima le hai chiesto
dove andava!” mi ha detto.
“Hai sentito!?” le ho chiesto. “Cami lo
sai che non si spia!”
“Tu e la mamma lo fate sempre” ha ribattuto lei con
un’alzata di
spalle. “Non è vero che usciva con le sue amiche.
Ci va con zio Nicolas” ha
continuato.
“E tu come lo sai?” le ho chiesto
“L’ho sentita che parlava al telefono.
Però sulla busta c’è scritto
consorte. Ho guardato sul dizionario, perché non volevo
farmi scoprire. Mi sa
che il consorte sei tu. Devi andare tu con la mamma” mi ha
detto.
“Ma io non ho figlia normale, ho una spia della CIA in
famiglia!” le ho
detto abbracciandola e coprendola di baci, fino a farla sorridere.
Abbiamo organizzato un piano perfetto. Lei ha chiamato mia sorella per
chiederle di venire qui a casa nostra. Io ho chiamato Nicolas
dicendogli di non
andare al Gala perché ci andavo io. Naturalmente lui mi ha
detto che non poteva
‘tradire’ Betty in questo modo. Allora io ho
minacciato di prenderlo nuovamente
a pugni e di usare tutta la mia influenza per lasciarlo senza lavoro e
senza
che nessuno lo assumesse mai più da nessuna parte. So essere
convincente quando
voglio. Lui mi ha risposto sorridendo che preferiva vedersela con
l’ira di
Betty che con la mia.