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Autore: bluemoon__    23/12/2014    7 recensioni
Draco sorrise ascoltandolo, mentre in quel pomeriggio di fine agosto erano stesi sull'erba ad osservare un cielo particolarmente terso.
-Io ti guardo come il tramonto rosso di Londra dopo una giornata di pioggia- gli aveva detto incastrando i suoi occhi grigi negli altri verdi.
-Mi guardi come qualcosa di freddo e umidiccio?-.
-Ti guardo come se fossi la più bella cosa del mondo-.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter | Coppie: Draco/Harry
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Note: Dopo un bel po’ di tempo, eccomi qua con un’altra storia! Ho deciso di inserire le note all’ inizio per informarvi che questa OS è totalmente Au. Non c’è Hogwarts, non ci sono maghi, non ci sono incantesimi. Draco ed Harry sono due ragazzi qualsiasi che si potrebbero incontrare ovunque, in qualsiasi nazione e città.
So che qualcuno non apprezza questo tipo di storie, ma del resto scrivere fan fiction è anche stravolgere le carte in tavola. (Qualche volta)
Grazie a tutti quelli che dedicano un po’ di tempo per leggere, recensire e quant’altro. Spero che possa piacervi.
Ci vediamo nel 2015 con una nuova Drarry, questa volta made in Hogwarts.
Vi auguro un felicissimo Natale!
Un bacio
Bea

 














 
 

And if you're in love, then you are the lucky one,
'Cause most of us are bitter over someone.
Setting fire to our insides for fun,
To distract our hearts from ever missing them.

But I'm forever missing him.
 








 
 
 
Draco e Harry vivevano in uno dei tanti quartieri di periferia situati nell’East End di Londra.
Avevano frequentato le stesse scuole, erano cresciuti insieme giocando con i loro skateboard scalcinati e mangiando biscotti al cioccolato di bassa qualità comprati in chissà quale discount.
Se molte amicizie nate durante l’infanzia erano destinate a dissolversi, perché crescendo tutto cambiava, per loro non era stato così. Perché dove c’era Harry c’era anche Draco, perché bastava guardarsi qualche secondo per capire cosa pensava l’altro.

Harry aveva sempre avuto un’indole protettiva nei confronti dell’amico. Forse era l’aspetto etereo di Draco o il suo animo sempre troppo fragile a renderlo simile ad una di quelle rare meraviglie che andavano difese con tutte le forze.
 
-Questo mondo fa schifo e tu sei troppo bello e prezioso per esserne contaminato-  gli ripeteva spesse volte mentre giocherellava con una ciocca dei suoi capelli biondi.
 
Poeticamente parlando, Draco si era accorto di non provare solo un sentimento di amicizia nei confronti di Harry durante l’ultimo anno di liceo. La traccia del tema da consegnare chiedeva di descrivere a quali ricordi si associava la parola amore. Le immagini che vennero elaborate nella sua testa non furono le labbra o la voce di Pansy, la sua ragazza di allora.
La prima cosa a cui pensò furono gli occhi di Harry.
Concretamente, aveva capito di essere attratto dall’amico quando quest’ultimo uscì dal bagno con solo un asciugamano allacciato sui fianchi, e la vista del suo fisico tonico e asciutto glielo fece diventare duro dentro ai pantaloni.

Tra i due, Draco era sempre stato quello più razionale e ponderato.
Si era diplomato con un buon voto, lavorava il doppio di una persona normale per potersi permettere gli studi universitari di geologia.
Al contrario, il temperamento vivace e fin troppo schietto di Harry gli creava non pochi problemi. Draco lo rimproverava tutte le volte, con la sua insita gentilezza, perché ad Harry l’intelligenza di certo non mancava: era un mago nei calcoli, leggeva manuali di finanza come fossero fumetti.Tuttavia, con il suo carattere ribelle, non riusciva a tenersi un lavoro per più di due settimane.
 
-L’altro giorno ho sentito il capo fare delle avances a Cho, minacciando di licenziarla se non avesse accettato. Gli ho detto che era un porco schifoso e ha cacciato anche me. Forse mio padre non ha tutti i torti a guardarmi come se fossi un fallito. Con la mia boccaccia larga non riesco nemmeno a tenermi un posto come cameriere-.
 
Draco sorrise ascoltandolo, mentre in quel pomeriggio di fine agosto erano stesi sull’erba  ad osservare un cielo particolarmente terso.
 
-Io ti guardo come il tramonto rosso di Londra dopo una giornata di pioggia-  gli aveva detto incastrando i suoi occhi grigi negli altri verdi.
 
-Mi guardi come qualcosa di freddo e umidiccio?-.
 
-Ti guardo come se fossi la più bella cosa del mondo-.
 
E a quel punto Harry aveva smesso di parlare, aveva lanciato il suo pacchetto di pop- corn per aria e si era avventato sulle sue labbra, baciandolo come forse entrambi desideravano fare da qualche anno a quella parte.
 
 
***
 
 
 
 
 
 
 
 
A differenza di molti altri, Draco sapeva apprezzare le cose semplici.
Il lavoro da Tesco gli permetteva di arrivare a fine mese e anche se il suo conto in banca non superava mai le mille sterline, era soddisfatto della propria vita. Non possedeva quasi nulla a parte i suoi dischi in vinile e il suo skateboard, ma infondo erano altre le cose a cui dava realmente importanza.
Il sorriso di Harry per esempio, lo rendeva felice.
 
Anche la vita di Harry non era facile, con una famiglia che cadeva a pezzi e le bollette da pagare sempre troppo alte. Al castano pesava quella condizione e anche se non lo dava a vedere, anche se cercava di mantenere la modalità “buon umore” sempre attivata, avrebbe dato qualsiasi cosa per avere una situazione economica più stabile.
 
Draco era l’unico punto fisso nella vita di Harry e al biondo piaceva essere il suo rifugio, il suo porto sicuro.
Certo le cose tra loro erano notevolmente cambiate, anche se all’apparenza sembravano le stesse. Continuavano a vedersi, a ridere e scherzare come due vecchi amici, anche se i loro incontri si concludevano quasi sempre con Draco schiacciato contro il muro tappezzato di poster della sua piccola stanza, con la lingua di Harry in fondo alla gola e le sue mani ovunque su di lui.
E a Draco  andava bene così. Harry aveva preso la sua anima e ora, quasi come una diretta conseguenza, si stava prendendo anche il suo corpo.Non dubitava neanche per un secondo alle parole di Harry, quando mentre affondava dentro di lui gli sussurrava come la più dolce delle melodie che lui era l’unico, l’unica cosa veramente importante nella sua vita. Draco gli credeva. Draco avrebbe vissuto tutta l’esistenza con l’odore di Harry impresso sulla pelle, se avesse potuto.
 
-Penso che potrei innamorarmi di te-  esordì una sera Harry, mentre con maestria rollava tra le dita sottili la sua seconda canna.
 
-Penso che tu sia completamente fatto-  rispose Draco canzonatorio, facendo scoppiare il castano in una delle sue risate cristalline che da sole sarebbero state in grado di illuminare tutta la città.
 
-Forse hai ragione-  asserì avvicinandosi cautamente  -Questo significa che non sia vero?-.
 
Non ebbe il tempo di rispondere a quell’ultima domanda perché in meno di un secondo Harry si appropriò delle sue labbra per l’ennesima volta, coinvolgendolo in un bacio languido, umido e sconclusionato come il loro rapporto.
Forse Draco sapeva che stavano giocando col fuoco, ma sapeva anche di non essersi mai sentito più vivo di quei momenti, quando le labbra rosse di Harry erano premute sulle sue.
 
-Io già ti amo-  mormorò con un tono di voce troppo basso affinché Harry, tornato alla preparazione del suo filtro, potesse sentirlo.
 
 
 
 ***
 








L’equilibro precario tra Draco ed Harry si spezzò definitivamente in quello che avrebbe dovuto essere un qualsiasi mercoledì di novembre.
Draco si era svegliato col suono antipatico della sveglia e col rumore decisamente più piacevole della pioggerella londinese che batteva sulla sua finestra. Come d’abitudine aveva preso un caffè, era andato a lezione e, una volta uscito dalla facoltà, si era fermato da Tesco per iniziare il turno di quel lavoro che in fin dei conti apprezzava.

Certamente aveva altre aspirazioni per la sua vita, ma anche in quel contesto sapeva trovare delle note positive, come quando vedeva un bambino esultare perché la mamma gli aveva comprato le  sue caramelle preferite, o quando un vecchietto gli chiedeva quali biscotti avessero meno zucchero perché purtroppo il metabolismo non era più come quello di un ventenne e i valori di glicemia nelle analisi erano sempre troppo alti.

Stava sistemando qualche confezione di merendine  sopra uno scaffale, quando il cellulare vibrò nella tasca dei suoi pantaloni.
Draco immaginava si trattasse di Harry, non si aspettava però che quest’ultimo gli chiedesse di incontrarlo in quel ristorantino a Camdem Street, quello dove erano soliti andare per le occasioni speciali come quando lui era stato ammesso a geologia o l’amico aveva preso la patente dopo essere stato bocciato due volte. E forse stava diventando troppo romantico o aveva guardato troppi telefilm, dal momento che arrivò a pensare che l’invito fosse una sorta di primo appuntamento che loro, avendo bruciato tutte le tappe, non avevano mai avuto.

Non che a Draco dispiacesse stare chiuso in casa a sbaciucchiare Harry e fare sesso su ogni superficie orizzontale  disponibile, ma per una volta sarebbe stato bello uscire e fare qualcosa di carino insieme,  anche se si fosse trattato di una passeggiata o di condividere un bastoncino di zucchero filato. Probabilmente Londra non era una delle città più romantiche sulla faccia della terra, ma poteva diventarlo con la persona giusta al proprio fianco.

-Hai per caso vinto un milione di sterline alla lotteria?-  Gli domandò Neville, osservando la sua espressione euforica e ricevendo in risposta un lungo abbraccio.

-Chiunque sia il destinatario di questo sorriso, è una persona fortunata. È bello vederti così felice-.

Draco era così felice che se fosse rimasto in silenzio avrebbe sentito un milione di farfalle impazzite svolazzare nel suo stomaco. Così felice che tornato a casa aveva perfino sostituito i pantaloni della tuta e la sua amata felpa larga con un paio di jeans e una camicia che per una volta mettevano in risalto il suo fisico longilineo, perché anche gli occhi volevano la loro parte e quella sera, Harry  doveva trovarlo bellissimo.

Si era diretto a Camdem street con le mani sudate, il cuore che sembrava voler schizzare fuori dal petto per quanto batteva forte.
Non importava che a Londra ci vivessero più di otto milioni di persone e che chiunque in quelle condizioni  rischiava di diventare solo un puntino in mezzo alla folla.  Lui avrebbe riconosciuto lo sguardo di Harry anche a mille miglia di distanza.E a chi sosteneva che gli occhi azzurri fossero i più belli, in virtù del loro colore chiaro, Draco avrebbe risposto che era una menzogna e che sarebbe stato sufficiente osservare le iridi smeraldine di Harry per cambiare idea.

Draco era talmente felice che ci mise un po’ a tornare coi piedi sulla terra ferma ed accorgersi che Harry non era solo, ma che con un braccio coperto dal giacchetto nero di pelle cingeva il fianco di un’ altra persona.
Aveva i capelli biondi come i suoi, gli stessi occhi grigi, la stessa pelle diafana.
Ma non era lui.

-Lei è Luna-  aveva sussurrato Harry con lo sguardo rivolto verso il basso, mentre la ragazza allungava la piccola mano verso di lui  -La mia ragazza-.

Con quelle parole, Draco avvertì qualcosa rompersi dentro di sé, come se qualcuno fosse passato sul suo corpo e sulla sua anima con un carro armato, frantumandoli in mille pezzi. Allo stesso modo, non poteva evitare di sentirsi un perfetto idiota per aver permesso alla sua mente di creare tutte quelle fantasie e belle speranze che poi, nella realtà dei fatti, si erano ritrovate ad andare a sbattere contro un muro di cemento armato.

Tutto quello che avrebbe voluto fare era scappare,  prendere la prima metropolitana e andarsene in qualsiasi posto, purché lontano da li. Ma ormai era troppo tardi.Si ritrovò a stringere le piccole dita di Luna e a rivolgerle un sorriso, perché non importava se era triste, arrabbiato, malinconico o euforico, lui sorrideva sempre.

 E Harry la vide la luce negli occhi di Draco scomparire come durante un’eclissi totale, ma decise di non curarsene.



 
***














 
 
 
Chiunque in quel grigio quartiere di periferia era venuto a sapere della nuova ragazza di Harry, specialmente del fatto che Luna fosse la figlia di uno degli uomini d’affari più influenti della città. E siccome i pettegolezzi viaggiavano alla stessa velocità della luce, non solo nelle zone residenziali ma anche nei sobborghi dimenticati dal resto del mondo, ben presto giunse voce che Harry era stato inserito in un corso di formazione ben retribuito in una delle numerose società nelle mani del signor Lovegood. Nessuno dunque si era stupito quando un sabato il castano aveva caricato le sue valigie in macchina per traslocare altrove. C’era chi diceva fosse andato a vivere da solo, in un appartamento lontano da quel posto e dalla sua famiglia.Altri sostenevano che già convivesse con Luna , magari in un lussuoso attico con vista sul Tower Bridge.

Dal proprio canto, Draco si era immerso completamente nella sua piccola rutine fatta di studio e lavoro. L’intento era quello di mantenere costantemente la mente occupata, sperando di arrivare talmente stremato a fine giornata da non riuscire nemmeno a pensare. Soprattutto, non pensare a lui. Non c’era giorno che non ricevesse una chiamata o un messaggio da parte di Harry. Chiamate che rimanevano senza risposta, messaggi che venivano archiviati senza essere letti. Gli mancava, ma cercava di convincersi che non aveva bisogno di lui per andare avanti, che presto il dolore che provava si sarebbe atrofizzato. Lo evitava, sperando che forse in quel modo, prima o poi l’avrebbe dimenticato.

Ma Harry era più testardo di un mulo e questo Draco lo sapeva bene. Per questo non si stupì particolarmente quando una sera, tornato dal lavoro, se lo ritrovò davanti alla porta di casa.
Draco non poté fare a meno di constatare quanto fosse cambiato dall’ultima volta in cui l’aveva visto. Le magliette colorate e i jeans strappati erano stati rimpiazzati da una camicia bianca e da un paio di pantaloni dal taglio classico, certamente più appropriati al nuovo contesto in cui si era inserito. Un accenno di barba contornava sapientemente i lineamenti del suo viso, conferendogli un aspetto ancor più interessante e particolare. Purtroppo, era sempre bellissimo.

-Ti trovo in gran forma-  esordì  facendolo accomodare nel suo piccolo appartamento.

-Vorrei poter dire la stessa cosa di te-  controbatté l’altro, squadrandolo dalla testa ai piedi.

Harry  non aveva mai avuto peli sulla lingua, diceva sempre tutto ciò che pensava. Almeno in quello, non era cambiato.
Draco aveva perso peso, il colorito della sua pelle avrebbe fatto concorrenza a quello di un fantasma, due enormi pestoni avevano preso dimora fissa sotto i suoi occhi.

-Perché non rispondi mai alle mie chiamate o ai miei messaggi? Hai deciso di cancellarmi dalla tua vita?-.

-Mi piace questo verbo-  rispose Draco riservandogli un sorriso amaro  -Si  Harry, vorrei cancellarti dalla mia vita. Forse così riuscirei a trovare un po’ di pace. Il problema è che non credo di riuscire a farlo-.

La corazza di protezione che Draco  aveva costruito con tanta fatica sparì in un battibaleno quando arrivarono quelle due parole che furono in grado di trafiggere il suo povero cuore come cento pugnali tirati nel medesimo istante.

-Mi manchi-.

Si rese conto che poteva fingere di non aver bisogno di Harry solo quando era lontano da lui, perché quando gli si avvicinava, come in quel momento, e lo guardava con quelle due opere d’arte che si ritrovava al posto degli occhi, non aveva via di scampo.

-Dimostramelo-  fu l’unica cosa che riuscì a dire, prima che le labbra del moro si posassero sulle sue.

Harry diceva sempre che parlare non era il suo forte, che non era proprio capace a costruire qualcosa di bello combinando tra loro articoli, aggettivi, nomi, verbi e quant’altro. Per questo l’aveva baciato, sperando con quel contatto di dire tutto quello che non sarebbe mai riuscito ad esprimere a voce.
Draco aveva subito schiuso la bocca, lasciando piena libertà alla lingua del castano  di assaggiarlo, di accarezzarlo come meglio credeva.
Si era lasciato spingere sopra il vecchio divano di pelle senza opporre resistenza, facendosi sfilare i pantaloni della tuta e il maglione pesante di lana con estrema facilità.
Sapeva che tutto ciò era assolutamente masochistico, ma stare lontano dal suo corpo caldo faceva ancora più male.

-Sei così magro-  sussurrò Harry mentre lasciava una scia di baci sul suo ventre piatto.

-Non ho molto appetito ultimamente-  riuscì ad articolare Draco con la voce già roca per le attenzioni che gli stava riservando.

-È colpa mia-  asserì Harry facendo scontrare per un attimo i loro sguardi, ghiaccio contro fuoco.

Draco  avrebbe voluto dirgli che si, era colpa sua se era ridotto come uno straccio, se non rideva con gusto da due mesi, se non riusciva a mangiare più di mezza mela senza che gli venisse il voltastomaco. Ma fu costretto a strozzarsi con le sue stesse parole quando sentì la lingua e le labbra di Harry avvolgere la sua erezione facendola scomparire subito dopo dentro la bocca.
Il biondo sentì mancarsi la terra da sotto i piedi mentre con le mani stringeva i capelli  color cioccolato di Harry e muoveva il bacino per sentirlo ancora più in profondità. Dovette pregarlo di smettere dopo poco, perché era da troppo tempo che il suo corpo bramava un contatto del genere e non voleva venire in quel modo, così presto. Ribaltò le posizioni, mettendosi a cavalcioni su di lui  e baciandolo con foga, sentendo il suo stesso sapore tra le labbra dell’altro.

-Sei uno stronzo-  gemette frustrato mentre slacciava la sua camicia e la gettava sul pavimento.

-Fai l’amore con me Draco. Ho bisogno di sentirti dentro di me-.

Quella richiesta giunse inaspettata alle sue orecchie e ai suoi occhi. In tutto quel tempo era sempre stato Harry a fotterlo, non solo a letto ma anche nella vita. Draco pensò che quella sarebbe stata la giusta occasione per fargliela pagare, perché sapeva che il giorno dopo lui se ne sarebbe andato, che l’avrebbe abbandonato come sempre, senza voltarsi indietro. Avrebbe potuto essere egoista, pensando per una volta solo a se stesso, solo al proprio piacere, fregandosene di lui. Forse in quel modo anche Harry si sarebbe sentito usato, triste, spaccato a metà come lui.

Nello stesso momento in cui la sua mente elaborava questi pensieri, capì che non avrebbe mai potuto farlo.
Non importava se Harry non lo volesse più. Draco avrebbe preferito fare del male a se stesso piuttosto che a lui.
Perché lo amava.

Lo preparò con cura, prendendosi tutto il tempo necessario. Entrò dentro di lui piano, cercando di non fargli troppo male, accarezzandolo e baciandolo per coprire i suoi gemiti, sussurrandogli che era bellissimo e che tutto si sarebbe sistemato.
 
 -Ti amo-  disse Harry con gli occhi lucidi, senza gli effetti dell’alcol o del fumo a poter intaccare la totale sincerità delle sue parole.

-Lo so-  rispose Draco -Ma purtroppo, io ti amo di più-.

-Vorrei poter tornare indietro e cancellare tutto il male che ti ho fatto- sussurrò baciandolo per l’ennesima volta  - Ricominciare tutto da capo-.

-Potresti farlo, in realtà. Se tu domani lasciassi Luna  io sarei ancora qui ad accoglierti a braccia aperte, nonostante tutto. Ma tu non vuoi farlo. Ormai hai fatto la tua scelta e io non ne faccio parte. Perché non ho nulla da offrirti se non tutto me stesso, la certezza che ti amo e che ti amerò sempre. Ma a volte l’amore non basta-.

Si addormentarono abbracciati su quel divano, come avevano fatto tante altre volte prima di quella, e come forse non avrebbero fatto più.
Il mattino dopo, Draco sentì il solito e rassicurante rumore di pioggia sulla sua finestra, l’odore del caffè appena fatto entrargli nelle narici.
Quando aprì gli occhi, Harry se n’era già andato.
 


 
***













 
 
Era una mattina di aprile quando Draco trovò in mezzo alla posta, tra le bollette e le occasioni della settimana, una grande busta color panna. Al suo interno, un biglietto scritto con calligrafia elegante, lo invitava alla festa di fidanzamento ufficiale tra la Signorina Luna Lovegood e il Signor Harry Potter. Quella volta,  Draco permise a se stesso di accasciarsi al suolo, di piangere tutte le lacrime che non aveva ancora versato in quei mesi e di rompersi in mille pezzi, con la consapevolezza però, che una volta finito avrebbe dovuto raccogliere i cocci ed andare avanti.

E forse era vero che nella vita nulla accadeva per caso.
Quando qualche giorno dopo, il professor Green lo convocò nel suo studio per informarlo che grazie alla sua media e al suo impegno accademico sarebbe potuto partire per l’Alaska con una borsa di studio, non ci pensò due volte ad accettare la proposta. Poco importava che in Alaska, più che per studiare particolari tipi di rocce, ci sarebbe andato per  stare lontano da Harry. Draco sapeva che quella non sarebbe stata la soluzione dei suoi problemi, che non serviva a niente scappare, ma infondo anche lui era un essere umano e l’unica cosa desiderava era allontanarsi da quel posto e da quella vita, almeno per un po’.

Rivide Harry il giorno prima della sua partenza perché nonostante tutto, non poteva andarsene senza  averlo salutato. A nulla servirono le suppliche snocciolate dal castano per convincerlo a rimanere. Ormai anche Draco aveva fatto la sua scelta.

Si ripromisero di non perdersi di vista, di scriversi o di chiamarsi, qualche volta. Entrambi sapevano che probabilmente non l’avrebbero fatto.

-Abbi cura di te-  gli disse Harry abbracciandolo forte e posando le labbra rosse e carnose come una ciliegia sulle sue bianche e fini come la neve.

Draco si concesse qualche secondo per osservarlo un’ultima volta. Quasi tutto in lui era diverso; l’aspetto più curato, il carattere ribelle ed impulsivo smorzato dietro una valanga di buone maniere. Ma la luce che aveva negli occhi, quella che lo aveva fatto innamorare di lui, non sarebbe mai cambiata. Sarebbe sempre rimasta li ad aspettarlo.  Gli tornò in mente una canzone dei Kinks che ascoltavano sempre, quella che alla fine diceva  “Yes people often changebut memories of people can remain”.  Draco  pensò alla prima volta in cui Harry  l’aveva baciato su quel prato, alle serate stesi sul divano a mangiare pizza guardando qualche vecchio film, a quando dopo una giornata che non si vedevano, il castano gli sorrideva felice, facendogli battere il cuore all’impazzata.
Erano quelli i ricordi di Harry che avrebbe portato con sé.
  
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