Zone d'ombra

Sam Winchester è un tipo piuttosto razionale.
Certo, la sua professione non aiuta a definire la vasta zona d'ombra in cui “razionale” finisce e “devo essere sotto allucinogeni” inizia, perché c'è sempre il dubbio che magari non si tratti di realtà ma di un qualche mondo onirico assurdo creato da qualche mostro assassino che ti tiene in stato comatoso in dispensa come spuntino di mezzanotte, ma almeno ci prova. Trovare un senso alle situazioni più improbabili rimane comunque ciò che ― più letteralmente che altro, in realtà ― gli fa guadagnare il pane nella vita.
A volte è facile unire i puntini, tirare le somme, insomma, sbrogliare la matassa. Crede di essere diventato persino bravo in quello che fa, alla lunga. Strani presagi, morti apparentemente assurde, moventi su cui neanche l'FBI ― quello vero ― potrebbe farci un granché; persino la cosa più sovrannaturale la quasi totalità delle volte ha un senso di fondo, se riesci a ragionare in modo mostruoso.
Poi ci sono le Cose.
Quelle che con la razionalità e il trovare la cornice degli avvenimenti smettono di avere a che fare al momento in cui i capi d'accusa ammettono chiaramente la loro colpa ― e per quanto vorrebbe credere di star sognando e preghi urlando da aver forse spaccato uno o due timpani angelici Lassù di aver frainteso tutto, no, non c'è margine di errore.
«È un patto. Quel viscido bastardo deve averlo costretto» proverà a convincersi (e convincerlo) Dean, una confezione e mezza di birra dopo e un buon trecento chilometri di strada tra loro e il finale di un pomeriggio surreale.
«Mi domando cosa ci sia in ballo, per aver costretto Bobby a dire...»
«Chiudi la bocca, Sam!»
 

*

Due paia d'occhi spiano da un'uscio socchiuso, in una casa fin troppo rumorosa perché vi sia solo il proprietario presente.
Sam è stato più che veloce che poteva, ma non ha potuto impedire a suo fratello di gridare una mezza imprecazione, prima di riuscire a schiaffare una mano sulla sua e una mano sulla propria bocca ― perché l'unica cosa che vorrebbe fare al momento sarebbe una signora risata isterica da manuale.

«Hai sentito qualcosa?»
«Nulla, darling».
«Perché sembrava proprio...»
«Posa quel fucile, Robert, e smetti di giocare al cacciatore paranoico. Da solo, almeno».
«Dov'eravamo rimasti?»
«Mmm... qui, che ne dici?»
«Dannato d'un demon-eh. Per favore, Crowley, per favore...»






Cose sceme scritte per passare il tempo, in occasione del Drabble Weekend organizzato sul gruppo Facebook We Are Out For Prompt.
Cuoricini a moglia Damn per il prompt!