Poi ci sono le Cose.
Quelle che con la razionalità e il trovare la cornice degli avvenimenti smettono di avere a che fare al momento in cui i capi d'accusa ammettono chiaramente la loro colpa ― e per quanto vorrebbe credere di star sognando e preghi, urlando da aver forse spaccato uno o due timpani angelici Lassù di aver frainteso tutto, no, non c'è margine di errore.

Alla fine diventa quello che Bobby chiama (con qualcosa di inquietantemente simile all'affetto, realizza) un rumore di fondo. Costante, un - bel - po' fastidioso ma ormai parte integrante di tutto il resto.
Non riesce a ricordare come abbia potuto lasciare che accadesse: ricorda solo la presenza di Crowley nella sua vita incrementare lentamente, in una curva esponenziale sempre più penduta, di cui ancora non riesce a vedere la fine.
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Raccolta di Crobby di lunghezze sparse, scritte in occasione del Drabble Weekend organizzato sul gruppo We Are Johnlocked.

[Scrittte per i DrabbleEventi organizzati dal gruppo feisbuc "We Are Johnlocked"]
Crobby || Bobby a volte non può neanche fare una doccia in pace.
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«Così impari ad entrare nella mia doccia senza avvertire, idiota.» Lo canzona, mentre Crowley guarda di sottecchi l'asciugamano che Bobby gli porge, borbottando di spazi inutilizzati e inutilizzabili e di trucchetti antipossessione da quattro soldi.
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Per Elisa, musa promptatrice cui va tutto il mio amore.

[Scritta per il Weekend Drabble indetto sul gruppo effebì "We are Johnlocked"]
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«Crowley.»
Ti risponde un grugnito interdetto. «I tuoi libri hanno fatto versare il mio whisky.»
«Il tuo whisky mi ha svegliato», ringhi, aprendo un occhio a mezz'asta da sopra il tomo su cui ti sei addormentato, disteso sul divano del tuo salotto.
Il demone ti guarda, con la sua espressione di sdegno chic migliore. «Direi che siamo pari.»