Spiriti affini

 
Robin si passò una mano sul volto esausta nel tentativo di  portare via un po’ della stanchezza che provava.
La loro missione a Dressrosa si era ormai conclusa da quattro giorni e da quel momento i festeggiamenti erano iniziati per tutto il paese coinvolgendo cittadini, combattenti del Colosseo, pirati, famiglia reale e i Mugiwara.
Ma lei preferiva di gran lunga stare in un posto tranquillo e isolato e il desiderio di restargli accanto l’aveva sopraffatta e spinta fino alla Sunny.
Con la sedia posta accanto al lettino dell’infermeria vegliava sul Chirurgo della Morte ancora convalescente dalla battaglia e dalle gravi ferite riportate. Ancora non aveva ripreso conoscenza ma Chopper diceva che era fuori pericolo, era solo questione di tempo.
E lei aspettava con impazienza che si svegliasse e rimaneva accanto a lui perché non voleva che stesse solo, non dopo quello di cui era venuta a conoscenza.
Mentre scalava l’altopiano per raggiungere il suo capitano aveva monitorato la situazione grazie ai suoi poteri, facendo comparire un orecchio su un muro del castello per potersi accertare che andasse tutto bene. Ed fu così che venne a sapere del passato di Law. Quando finalmente era giunta sul luogo non dovette pensarci due volte: prese l’ex flottaro al quale era appena stato reciso un braccio e, con le lacrime agli occhi, lo trascinò lontano dagli scontri utilizzando il suo frutto per volare.
Per l’ennesima volta si ritrovò a fissarlo, disteso in quel letto inerme e con la pelle pallida.
Non era rimasta del tutto sorpresa dalla storia della sua infanzia: avevano caratteri molto affini e questo spesso denota esperienze vissute molto simili.
Anche lui era l’unico superstite del suo paese, paese sterminato non solo dal Governo Mondiale ma anche dall’ignoranza popolare, ignoranza che non riconosce l’importanza della conoscenza e una malattia innocua.
Anche lui aveva vissuto per anni con il suo odio credendo che fosse l’unica emozione possibile e giusta da vivere. Aveva cercato un mezzo attraverso cui sfogarla finchè non aveva capito che con il risentimento non si va da nessuna parte. E ciò l’aveva capito, come lei, grazie ad una persona importante.
Per lei era stato Sauro che le aveva donato gioia e speranza nei momenti bui, spingendola a ricercare le cose positive della vita. Lui aveva avuto Corazon, che gli aveva dimostrato che non tutti gli esseri umani sono cattivi, che ci teneva a lui e che avrebbe fatto di tutto pur di salvarlo, persino farsi uccidere dal suo stesso fratello.
Entrambe queste persone meravigliose erano scomparse per donare loro una nuova vita lontana dai fantasmi del loro passato.
Ed entrambi avevano sfruttato tale dono: lei mettendo in pratica le parole del gigante, viaggiando per mare in cerca dei suoi amici. Lui realizzando l’ultimo desiderio del suo mentore, salvare una nazione che con lui non aveva nulla a che fare.
Ma Law non era riuscito a estinguere del tutto il suo rancore che lo aveva spinto alla vendetta ed a causa di essa ora verteva in quello stato.
L’archeologa si lasciò andare contro lo schienale reclinando il capo all’indietro e chiudendo gli occhi. Se si concentrava riusciva a sentire, oltre le onde del mare, i rumori dei festeggiamenti.
-Ciao-
Lentamente riportò gli occhi sull’uomo disteso sul letto e lo trovò sveglio che la osservava. Sembrava a corto di energia nonostante avesse dormito per giorni.
-Ciao- rispose lei ritrovando una posizione composta sulla sedia.
Lo vide chiudere nuovamente gli occhi e voltare il viso dall’altra parte.
Era contento di aver trovato lei al suo risveglio. Si era sempre trovato a suo agio con quella donna, anche se non lo aveva mai dato a vedere. Con lei non c’era bisogno di inutili parole per riempire il vuoto che li separava, anche il silenzio andava più che bene, e a lui questo piaceva. In questo erano molto affini.
In più sapeva che lei poteva capirlo perché anche se non le aveva mai raccontato nulla di sé lui sapeva tutto di lei.
Come poteva non conoscere la storia della Bambina Demoniaca, scampata allo sterminio di Ohara sconfiggendo un’intera flotta della marina?
Era stata ai vertici dell’organizzazione Baroque Works e ora era nella ciurma di uno dei pirati più forti della sua generazione.
Sotto certi aspetti era simile a lui, sfuggito miracolosamente alla città bianca, membro della famiglia Donquijote e figura importante nel nuovo mondo.
-Sono contenta che tu sia riuscita a vendicare Rocinante-
Quando la sentì pronunciare quelle parole si voltò di scatto a guardarla. Non era proprio riuscita a tenersele per sé.
Law rimase sbigottito ad osservarla: non capiva come lei potesse saperlo ma più la guardava e più si rendeva conto che non gli importava. Gli andava bene che lei sapesse e gradiva ancor più il fatto di non dover ripetere la sua storia.
L’archeologa si alzò per sedersi sul bordo del letto, più vicino a lui. Allungò una mano candida sul suo viso e prese ad accarezzarlo con dolcezza.
Quel gesto ritmico e amorevole lo fece ben presto ricadere in uno stato di sonno.
Appena prima di perdere del tutto conoscenza sentì un paio di labbra morbide posarsi sulla sua fronte.
 
 
Angolo dell'autore:
Non ho ancora deciso se li preferisco come coppia o come amici molto affiatati.
Colgo l'occasione per augurare buon Natale a tutti! :D