Serie TV > Squadra Speciale Cobra 11
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Autore: sophie97    23/12/2014    4 recensioni
“Guardami.
No, aspetta. Continua a guardarmi.
Ti fidi di me?
Ehi... ti ho fatto una domanda, ti fidi di me? Rispondi!
No... non ti fidi.
Guardami.
Fidati.
Devi fidarti.
Perché io ti amo.”
Fiducia, amore, amicizia.
Questi i tre elementi di questa mia nuova storia, che nulla ha a che vedere con gli altri miei racconti conclusi o in corso in questa sezione.
Fiducia, amore, amicizia, e ovviamente un pizzico di azione alla Cobra 11 uniti ad una penna e a qualche foglio di carta... nient’altro.
Genere: Angst, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Ben Jager, Hartmut Freund, Kim Kruger, Nuovo personaggio, Semir Gerkan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«Che ci fosse una volta, e dico una, in cui tu sia puntuale! Una! Ma ti chiedo così tanto?» sbraitò Semir esasperato mentre il collega entrava in macchina sul sedile del passeggero stampandosi in viso una faccetta da bimbo innocente.
«Tu sei troppo drammatico socio, qualche volta sono arrivato in orario.» asserì chiudendo la portiera.
«Che io ricordi negli ultimi cinque anni? No.».
Ben sbuffò ottenendo un’occhiata fulminante da parte dell’amico.
La risata che arrivò dal sedile posteriore distrasse entrambi e Ben si voltò aprendosi in un sorriso a trentadue denti «Principessa! Come stai?».
«Bene, zio Ben!» esclamò Aida felice di vedere il giovane ispettore.
«Ecco, è per questo che dovevi arrivare puntuale, dobbiamo portarla a scuola e siamo in ritardo.» spiegò Semir partendo senza farsi troppi problemi di velocità.
«La maestra Flavia è un po’ severa sull’orario.» disse Aida storcendo le labbra in una smorfia indecisa.
«Perfetto.» rincarò la dose il turco «Le parlerai tu alla maestra Flavia.» ordinò rivolto al collega.
Ben annuì teatralmente «Volentieri! Principessa, com’è la maestra?».
Il giovane ispettore ricevette uno schiaffetto sul capo da parte del collega ancora prima della risposta della bambina.
«È carina, zio Ben. Ed è anche single.».
«Aida!» la riprese Semir alzando gli occhi al cielo «Cucciolo, non hai da ripassare per le lezioni di oggi, per caso?».
La figlia scoppiò a ridere e Ben rispose al suo posto «Socio, la nostra principessa è in quinta elementare, non in quinta liceo!».
Il turco alzò nuovamente gli occhi al cielo senza replicare, mentre l’ispettore più giovane e la bambina continuavano a ridere a crepapelle.
Finalmente i tre raggiunsero il cancello della scuola e Semir fece cenno a entrambi di scendere, facendo intendere di non avere nessuna intenzione di alzarsi.
Salutò Aida con un bacio e rimase a guardare la sua bambina e il suo migliore amico che si allontanavano ancora ridendo verso l’ingresso dell’edificio.

 

«Gerkhan?» domandò l’insegnante scrutando il registro da dietro le lenti dei sottili occhiali che portava.
«Assente.» fece un coro ordinato di voci di fronte a lei.
La maestra afferrò la penna per segnare sul giornale di classe che l’alunna non era presente, quando la porta dell’aula che si aprì all’improvviso con un rumore sordo la distolse dal suo compito.
Ben varcò la soglia della stanza in modo decisamente poco discreto e Aida lo seguì a ruota entrando e andandosi a sedere direttamente al proprio posto in prima fila dopo aver salutato timidamente la maestra.
La donna si tolse gli occhiali dal naso e si alzò, sollevando un sopracciglio e fissando l’ispettore con aria interrogativa, in attesa di una spiegazione.
«Ehm...» cominciò il poliziotto «Mi scusi, sono... sono un collega del papà di Aida, l’ho accompagnata io a scuola e abbiamo fatto tardi, mi dispiace.».
«E non le hanno insegnato che è buona educazione bussare in questi casi, ispettore?» domandò l’insegnante intuendo che Ben dovesse essere un altro agente dell’autostradale.
«Sì, ecco, io...».
Un coro di risate andò a coprire l’imbarazzata risposta del poliziotto, che lanciò un’occhiata infastidita ai bambini che si divertivano assistendo alla scena.
«Mi scusi.» fece infine.
La donna si rimise gli occhiali con aria severa e si scostò una ciocca di capelli davanti al viso, sedendosi nuovamente.
Aida aveva ragione, era davvero carina. Semplice, con i capelli lisci castani che le arrivavano poco oltre le spalle e due occhi scuri e penetranti.
«Ora, se non le dispiace, vorrei cominciare la mia lezione.» fece con voce tagliente.
Ben annuì arretrando «Sissignora.».
I bambini scoppiarono nuovamente a ridere e all’ispettore sembrò persino di scorgere l’ombra di un sorriso sul volto della giovane insegnante.
Inspiegabilmente sentì uno starno sfarfallio all’altezza dello stomaco e quasi si dimenticò di rivolgere un ultimo cenno di saluto ad Aida prima di tirarsi dietro la porta, uscendo dall’aula.
Sospirò e si diresse felice verso l’auto del collega.

 

«Che hai?» fece Semir non appena il più giovane fu rientrato in macchina.
«Chi, io? Nulla, nulla.» mentì.
Il turco lo guardò storto «Ti sei scusato con la maestra?».
«Eccome!» esclamò Ben con un sorriso strano e un lieve rossore che fecero insospettire il collega.
«No... Ben, ti prego, non mi dire che ti piace l’insegnante di Aida!».
«Be’... non puoi negare che sia carina socio, dai!».
«Ben... sei un caso senza speranza.».
«Comando a Cobra 11.» gracchiò la radio togliendo dall’imbarazzo l’ispettore, che non aspettò un momento a rispondere.
«Susanne, sono Ben, cosa succede?».
«Succede che la Kruger si domanda che fine abbiate fatto.» spiegò la bionda segretaria fingendo un tono spazientito.
«Lo so, è colpa mia, non mi è suonata la sveglia e poi ho accompagnato Aida a scuola con Semir, adesso arriviamo.».
«Muovetevi, c’è stata una rapina alla Banca di Colonia, i malviventi stanno fuggendo sulla A6 in direzione Düsseldorf.».
«A6 hai detto? Siamo vicini, entriamo subito in azione, dillo alla Kruger.».
«Va bene Ben, ma fate attenzione, sono armati e le volanti devono ancora raggiungerli. Dovrebbero essere più o meno al chilometro ventitré, sono in tre in un suv nero.» disse la donna.
«Tranquilla, ci pensiamo noi.» rispose Ben, lanciando poi un’occhiata al collega e posizionando la sirena sul tetto della vettura.
«Pronto socio?»
«Certo... vedi di concentrarti però Ben, e non sulla maestra Flavia...» lo riprese il turco premendo il piede sull’acceleratore.
«Socio... taci e guida.».
Semir sorrise e imboccò in fretta l’A6 per cominciare l’inseguimento.

 

Ciao a tutti e buon martedì sera!
La storia è appena iniziata e già i nostri ispettori hanno un inseguimento per le mani...
Grazie a chi mi sta seguendo e a Chiara, Maty, Marty, Tinta, Furia e Miki per le recensioni, un bacio e buon Natale!
Sophie :D

  
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